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Autore: Always_Potter    08/08/2014    4 recensioni
"Ho sciupato il tempo, e ora il tempo sciupa me" W.Shakespeare
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Una lettera sgualcita giaceva sulla scrivania in legno, la pergamena candida in contrasto sul legno scuro.
[...]
...parole quasi incise, scavate dal rammarico e dalla sconfitta di chi, senza accorgersene, si è visto crollare addosso la propria vita, in tutto il suo fallimento.
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Niente giri di parole o contorti discorsi, stavolta, per quella ex-Grifondoro che una volta scriveva sempre più rotoli di pergamena del necessario …
Tre semplici parole sul retro della lettera, le parole di chi non ha tempo da perdere.
Le parole che non riuscì mai a scrivere.
[...]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Hermione Granger, Theodore Nott | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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L'incubo peggiore

L’incubo peggiore


"Ho sciupato il tempo, e ora il tempo sciupa me" W.Shakespeare 

Una lettera sgualcita giaceva sulla scrivania in legno, la pergamena candida in contrasto sul legno scuro.
Una lettera già rovinata e sbavata dopo essere stata presa in mano fin troppe volte, per essere arrivata solo quella mattina.
“Il gufo non si è neppure fermato”
Pensò la donna, fissando combattuta le righe che solcavano la pergamena, parole quasi incise, scavate dal rammarico e dalla sconfitta di chi, senza accorgersene, si è visto crollare addosso la propria vita, in tutto il suo fallimento.
Di chi non ha nemmeno osato sperare in una risposta, di chi ha voluto solo far sapere come stavano le cose, forse perché non poteva sopportare di non averci provato nemmeno una volta.
“… non andai oltre, non provai neanche a fartelo davvero capire, forse perché in tutto quel tempo, ancora non l’avevo accettato …”
La colpevolezza di chi sa di non aver fatto niente per evitare che succedesse … anzi, che non  succedesse.
E lei? Cosa avrebbe fatto lei? L’avrebbe rifiutato, ovviamente, pensando che fosse folle, forse facendo finta che non fosse accaduto niente.
O magari no.
Magari si sarebbe tormentata l’anima, si sarebbe fatta corrodere dal dubbio come fosse acido, come se quella possibilità fosse una Maledizione, l’ennesimo tiro maligno della vita, giocato attraverso un Serpeverde caduto dal suo piedistallo di Mangiamorte.
No, non sapeva come avrebbe reagito.
Non sapeva come sarebbe stato.
Tantomeno l’avrebbe potuto sapere lui.
“… eri imprevedibile, ai miei occhi, malgrado  sette anni passati ad osservarti compiere le tue eroiche gesta Grifondoro con Weasel e Sfregiato mi avessero, fino a qualche tempo prima, convinto che avrei potuto tranquillamente prevedere ogni tua singola mossa. Ma mi accorsi che, effettivamente, non ero in grado di inserirti nei calcoli, nello schema...non potevo essere sicuro …”
Calcoli e certezze, su questo si basava la vita di un bravo Serpeverde, capace di stare attento a tutte le variabili.
E, in caso di assenza di una certezza matematica, difficilmente avrebbe portato a termine i suoi propositi.
Non ne aveva avuto il coraggio.
Ma lei, in tutta sincerità, poteva forse dire diversamente di sé stessa?
Perché sarebbe stata una bugiarda a dire che non si era accorta di niente …
“… così, quando vedevo il tuo definitivo disinteresse per i miei deboli tentativi, la tua reticenza a cercare di scoprire di più, come è sempre stato nella tua indole da Grifondoro suicida, ho capito che non mi eri indifferente, ma che anche tu non volevi correre il rischio … o forse mi immaginavo tutto io … in ogni caso, l’anno era quasi terminato, e lasciai che le cose finissero lì, mi tirai indietro, senza neanche ammetterlo a me stesso …”
Come aveva fatto lei.
Perché, è vero, si era accorta del cambiamento del ragazzo, dei piccoli passi con cui tentava di avvicinarla.
Qualche cortesia in più (anzi, qualche cortesia punto, perché tra loro simili sciocchezze non erano mai esistite); uno sguardo insistente che studiava le sue mosse, le sue reazioni, forse in cerca di quei particolari che gli avrebbero permesso di chiarire la sua strategia, il suo piano; persino un piccolo mi dispiace, appena percettibile, che fino a qualche ora prima era convinta di non aver sentito davvero, forse perché anche lui sperava di non averlo detto davvero.
E un giorno colse persino un brandello di conversazione, origliando, suo malgrado.
- Draco, una sola domanda … -
- Che DIAVOLO stai combinando!?-
- Non sono affari vostri … -
- Invece sì che lo sono, idiota che non sei altro! A parte il fatto che non ti vediamo così taciturno e recalcitrante a maltrattare il prossimo dai tempi del sesto anno, e sappiamo benissimo cosa succes… -
- MA … ma non possiamo sopportare questi tuoi stupidi tentativi di farti notare dalla Granger-
- Blaise, Theodore, ribadisco il concetto: Non. Sono. Affari. Vostri.
E me ne infischio se siete contrari, io … -
- Per i più consunti slip di Merlino, Draco, non siamo contrari! Cioè, non saltiamo di gioia, ma non ce ne frega più di tanto, soprattutto dopo la guerra … ok, diciamo che il Fattore Grifondoro è un po’ difficile da mandar giù e, insomma, sei andato a pescare proprio la So-Tutt … -
- QUELLO CHE THEO STA CERCANDO DI DIRE, è che è angosciante vederti lì sempre incerto sul cosa fare, quasi stessi cercando di nascondere a te stesso la faccenda … e che diamine, ti piace? Sì, rispondiamo noi, e allora provaci, santa Morgana!-
Non aveva sentito altro, era corsa via, col cuore che batteva a mille e la testa che le scoppiava.
Nei giorni seguenti era stato sempre più difficile ignorare il Serpeverde ma, vedendo che non sembrava essersi convinto a spiegare le sue intenzioni, aveva lasciato correre, rispondendo in modo altrettanto incerto e vago alle sue titubanti attenzioni, senza nemmeno parlarci e chiarire che diamine stesse succedendo.
E ora, molto tempo dopo quell’anno incerto e più incasinato che mai, la colpa era tanto sua quanto di Malfoy.
Nessuno dei due si era fatto davvero avanti.
Nessuno dei due aveva accettato veramente la cosa.
Entrambi avevano fatto finta di niente.
Entrambi si erano infine arresi all’evidenza, avevano compreso la madornale portata della loro vigliaccheria, dell’opportunità che si erano lasciati sfuggire.
Ed entrambi ormai non nutrivano più la minima speranza.
Perché il tempo che gli era stato concesso era ormai finito, loro stavano finendo …
Ma quella lettera … alla fine lui aveva avuto il coraggio di dirglielo davvero.
Hermione strinse le mani pallide e raggrinzite.
Aprì un cassetto e prese una delle sue penne d’aquila.
Niente giri di parole o contorti discorsi, stavolta, per quella ex-Grifondoro che una volta scriveva sempre più rotoli di pergamena del necessario …
Tre semplici parole sul retro della lettera, le parole di chi non ha tempo da perdere.
Le parole che non riuscì mai a scrivere.
La penna cadde a terra come la sue proprietaria, una cascata i riccioli bianchi a incorniciare l’anziano viso che si schiantò al suolo.
L’ultimo, angosciante pensiero.
Lui non l’avrebbe mai saputo.
***
-NO!-
Strinse convulsamente le lenzuola tra le dita, accartocciandole tanto quanto quella lettera …
Tastò l’altra metà del letto col respiro sempre più affannoso, mentre le lacrime cominciavano ad appannarle gli occhi.
Con uno scatto fulmineo si alzò in piedi, rendendosi conto che era sola nel letto freddo.
Non era tornato.
Non perse tempo e si vestì con le prime cose che le capitavano in mano.
Afferrò la bacchetta e si Smaterializzò, pregando con tutto il cuore di non aver rovinato tutto.
Una stupida lite, per la sua stupida e insensata paura.
Corse disperata, consapevole che la barriera Anti-Smaterializzazione di casa Zabini le prometteva un bel tragitto prima di arrivare alle porte di quel maledettissimo maniero.
Ma avrebbe fatto di tutto, se quel tutto la portava da Draco.
Il sogno di quella notte si ripresentò nella sua mente affollata più vivido che mai, spingendola a correre come se avesse Ardemonio alle spalle.
Batté furiosa i pugni sul portone mastodontico, rischiando di sferrare un pugno in faccia a Blaise, quando finalmente aprì la porta.
- Per la barba di Merlino, Granger, mi vuoi uccidere!?-
Granger. Le sembrava di tornare agli anni di Hogwarts.
Ma era naturale, l’aveva deluso. Come aveva deluso, anzi distrutto, lui. Che le voleva solo promettere una vita meravigliosa.
- è qui!?- esclamò, affannata.
Lui fece una smorfia, guardandola male.
- Ti prego, Blaise! Ho fatto un casino, lo so, sono un’idiota, non so cosa mi è preso. Per favore, per favore.-
- E che cazzo, Blaise, diglielo! Al massimo Draco ci affattura... ma andiamo, dopo aver sposato le sorelle Greengrass, che vuoi che sia!?-
Blaise chiuse gli occhi, inclinando la testa all’indietro.
Probabilmente si stava convincendo che Cruciare il suo amico di una vita, nonché cognato, non era una buona idea.
Ma Theodore Nott, con la sua delicatezza proverbiale, lo scansò con una spallata.
- Hermione, teoricamente non dovremmo saperlo, ma in pratica Draco ogni volta che ha i coglioni girati col mondo va in questa tenuta dei Black … - Evocò una foto e gliela tese: vi era raffigurata una graziosa abitazione, collegata ad un lago da un piccolo pontile, sotto il quale uno  stormo di anatre selvatiche nuotava pacifico  - … ecco, così ti ci puoi Smaterializzare.
In più, in teoria, non dovremmo dirti niente, ma in pratica vi siete (e ci avete fatto) mille menate per troppi anni per buttare tutto così. Quindi vai e ripara alla cazzata che hai fatto, Caposcuola Granger-
Hermione abbassò lo sguardo – Grazie Theo, ma non so se è così facile stavolta. Ho combinato un vero disastro … - disse, le lacrime che premevano nuovamente per bagnarle il viso.
Entrambi si erano infine arresi all’evidenza, avevano compreso la madornale portata della loro vigliaccheria, dell’opportunità che si erano lasciati sfuggire.
No, stavolta era lei ad essere stata vigliacca.
- Hermione - le disse fermamente Blaise, un po’ meno torvo di prima – Vi amate, quindi vai lì e dimostragli che anche Hermione-So-Tutto-Io-Granger può combinare casini. Ma sa anche rimediare.-
- Già, già, e né noi né Potter e Weasley hanno intenzione di rinunciare a fare i testimoni, ne sono sicuro- concluse Theo con un sorriso.
Hermione accennò un lieve sorriso, a sua volta.
- Grazie, davvero-
Così detto, si voltò e corse ancora, finché, una volta superata la soglia dell’Incanto Anti-Smaterializzazione, girò decisa su sé stessa.
Avrebbe lottato per quello in cui credeva, come aveva sempre fatto.
***
Non l’aveva mai odiata così tanto.
Aveva appena disintegrato tutto il suo mondo.
Tutta la sua vita.
Tutto ridotto in polvere, che aveva calpestato, non contenta, con le sue stupide scuse.
Non era un no.
Doveva solo pensarci.
Tutte scuse.
Scosse la testa, con un sorriso amaro sulle labbra.
Scagliò con rabbia un sasso nelle acque placide del lago, dove atterrò  con un tonfo sommesso.
Ma non importava.
Nessun rumore, nessun tumulto, al momento, avrebbe potuto esternare quello che provava.
Gli aveva detto di amarlo.
Era sicuro che sarebbe andato tutto bene.
Le voleva solo promettere una vita assieme a lui.
Invece aveva ridotto tutto in cenere.
L’aveva ridotto in cenere.
Lui aveva rischiato, si era esposto. Aveva dato tutto sé stesso.
Se solo l’avesse saputo …
Se solo quell’anno se la fosse tolta dalla testa …
Invece, ironia della sorte, era riuscito ad avvicinarla davvero solo per un fortuito caso.
O meglio per la fottutissima curiosità Grifondoro.
Chissà, se quel giorno la ragazza non avesse origliato, se non avesse mai sentito la sua conversazione con Theo e Blaise … se non  si fosse fatta notare.
- … e che diamine, ti piace? Sì, rispondiamo noi, e allora provaci, santa Morgana!-
- Beh, e anche se fosse!? Non è così semplice, dannazione! Cosa dovrei fare, andare lì e dirle “Senti, scusa per tutto quello che ho fatto, per essere stato un Mangiamorte, per aver pigliato per il culo te e il resto della banda (che odio ancora) ma, ecco, vedi, mi sono pentito e non ti odio più, anzi, mi piaci parecchio, cazzo”-
- Mmm … magari senza il caz … - un tonfo si sovrappose alle parole di Blaise, mentre la borsa di Hermione Granger e il suo contenuto si sparpagliava a terra, ai piedi della sconvolta proprietaria.
- Oh, beh, noi dobbiamo andare a dichiararci alle Greengrass facendo finta di credere che non ci sentano, forse è giornata- decretò Theodore, afferrando Blaise per un braccio e imboccando il corridoio per i sotterranei.
Io e lei rimanemmo lì a guardarci per quella che parve un eternità, incuranti della marmaglia di penne, inchiostro e pergamene che ci dividevano.
Alla fine parlò lei.
-Io … tu … ho s-sentito quello che … - deglutì, imbarazzata- … non volevo origliare, ma ho sentito tutto-.
Non potei evitare di accennare un sorriso.
Non perdeva la capacità di parlare in nessuna occasione … tanto meno quella di ragionare ed andare dritta al punto.
La vidi arrossire –Beh, io … io volevo solo evitare malintesi-
Allargai gli occhi, rendendomi conto che dovevo aver fatto quell’osservazione ad alta voce.
Vedendo che non rispondevo, lei raccolse tutti i suoi averi  con un colpo di bacchetta e, una volta infilati nella borsa, si voltò per tornare alla sua Sala Comune.
Ma decisi che ormai tanto valeva andare fino in fondo.
- No, aspetta!- esclamai, afferrandola per un braccio –Io … quello che hai sentito … insomma, che ne pensi?-
Lei mi guardò con gli occhi sbarrati.
E a bocca aperta.
 
Merlino, era la prima volta che la vedeva senza parole, ma era stato nel momento più inopportuno … ma alla fine aveva risposto, ed era andata come era andata …
Sembrava tutto perfetto. Fino al giorno prima …
Un sonoro schiocco interrupe i pensieri del ragazzo, che si voltò di scatto.
Scioccato, si ritrovò davanti  colei che gli aveva spezzato il cuore.
Il respiro affannato, le guance arrossate, il vestiario mal assortito che chiarì che era un miracolo se si era ricordata di coprirsi adeguatamente per il clima gelido di ottobre.
Gli occhi rossi e appannati dalle lacrime, mentre vedeva la rabbia che subito aveva deformato il volto di Draco, che si voltò e iniziò a marciare verso casa sua.
- No, Draco, ti prego!- si sentì chiamare, mentre dei passi frettolosi lo inseguivano.
Una piccola mano, pallida e fredda per l’assenza di guanti, lo afferrò per una spalla.
Lui si girò bruscamente, scrollandosi di dosso quelle dita delicate e ormai quasi blu per il freddo.
- Non. Toccarmi.- sibilò, assottigliando gli occhi – E vattene immediatamente da casa mia, non sei la benvenuta-
Riprese a camminare velocemente verso la sua meta.
Ma la ex-Grifondoro non si arrese e lo affiancò.
- Ti prego, Draco, devi ascoltami! Lo so che ho combinato un casino, ma io, io … non so cosa mi è preso … ti prego, perdo … -
- No!- finalmente si fermò, ma solo per rovesciarle addosso la sua furia – Non ti azzardare a chiedermi scusa, non ti azzardare a cambiare idea su una cosa del genere. Non ti azzardare a pretendere che io torni da te scodinzolando solo perché hai deciso che in effetti ti converrebbe sposarmi-
Lo disse perché nella sua mente non facevano che rimbombare quelle parole.
Mi vuoi sposare, Hermione Granger?
Osservò la sua espressione inorridita per l’accusa, accigliata per il risentimento mentre le lacrime le rigavano le guance.
Io … io … No …
Una lama affilata lo trafisse, all’ennesimo ricordare quella sera …
- Sai benissimo che non mi interessa niente  della … della convenienza in quello che mi hai chiesto- disse lei, a bassa voce, sputando quelle parole di cui le ripugnava anche solo il pensiero.
- Ah no!?- ribatté lui, pur sapendo quanto fosse infondata la sua accusa – Allora perché!? Perché mi hai illuso che potesse funzionare, perché hai detto di no, perché hai voluto cancellare tutto!? Perché ti sei giustificata con quelle stronzate!?-
… non, non sono sicura, Draco … ecco, forse non siamo pronti … cioè, ecco, forse è meglio che lasciamo stare …
Lei pianse ancora di più mentre, con voce ora calma e desolata, lui chiedeva ancora –Perché? Perché hai voluto annientarmi, farmi sentire ancora così indegno, così sbagliato? E perché dovresti aver cambiato idea?-
- Perché avevo paura!- sbottò lei. Se non avesse visto la sua bocca aprirsi per urlare quelle parole, non ci avrebbe mai creduto.
- Io … avevo paura che il matrimonio avrebbe rovinato tutto, che sarebbe andato tutto distrutto … -
- Ah, invece tu non hai distrutto tutto, vero?- replicò lui, sarcastico, seppure sconvolto dalla confessione della ragazza.
- Io … oh Merlino, certo che ho rovinato tutto! Perché sono stata stupida Draco, avevo troppa paura … in questi due anni ho sempre avuto paura che tutto si sgretolasse davanti ai miei occhi, che non saremmo durati … che stesse andando tutto troppo bene per essere vero … - il silenzio accolse quelle parole, che finalmente spiegavano tutto.
Quell’inquietudine che le leggeva negli occhi ogni volta che litigavano.
Quell’ombra che era calata sul suo viso quando le aveva chiesto di sposarlo, due giorni prima.
Un’ombra di terrore.
Mi vuoi sposare, Hermione Granger?
Io … io … No …
- Sai- riprese lei, con voce sommessa –Mi sono resa conto di aver sbagliato per … beh, per un sogno che ho fatto stanotte-.
Draco alzò lo sguardo sul volto di lei, rivolto verso il basso e incupito, mentre raccontava.
- Ecco … è … è come se avessi visto come sarebbe andata a finire se non avessi sentito tutto quel pomeriggio … - ora lo guardava negli occhi, con quel suo sguardo deciso che aveva sempre ammirato, suo malgrado - … se non avessi mai origliato … ho sempre pensato, in effetti, come sarebbe finita. Ci saremmo ignorati a vicenda, finché non fosse stato troppo tardi per rimediare … e io … io mi sono resa conto che sono stata stupida e che non posso vivere senza di te. Perché sprecherei la mia vita, sprecherei tutto il tempo che mi è stato concesso. E il tempo mi infliggerebbe la tortura che merito, che mi sono scelta: una vita senza di te. Morirei senza aver mai neanche provato a evitare questo destino.
So che ho sbagliato, ti chiedo solo di perdonarmi, Draco. Perché ti amo, ti amo e voglio potertelo dire per il resto della vita. -
Quanto si odiava. Non si era mai odiato così tanto.
Perché l’amava dannazione, e non poteva essere altrimenti.
La baciò, stringendola forte a sé, come a convincersi che fosse davvero lì, dopo aver creduto di averla perduta per sempre, mentre lei infilava le mani ghiacciate fra i suoi capelli; dopo quella che parve un’infinità (una meravigliosa infinità), lei si accostò al suo orecchio, sussurrando: - Non mi sono mai pentita di aver origliato, quel giorno-
La risposta alla rabbiosa domanda che le aveva fatto quella sera, prima di sbattere la porta del Manor dietro di sé, sperando di non rivederla più. Draco sorrise, il viso affondato nei suoi capelli.
Sciolse la stretta solo per inginocchiarsi nella neve fresca, ripescando quella scatolina che, giusto qualche decina di minuti prima, aveva intenzione di gettare nel lago.
Mi vuoi sposare, Hermione Granger?
Sì.

LUMOS
beh, che devo dire, non ho resistito al richiamo della Dramione XP
ho scritto questa Oneshot per un contest (Godric benedica i contest e i loro creatori, che offrono ispirazione ai Fanwriter bisognosi) e, niente, se non vi sembra una schifezza, passate dalle recensioni...o anche se vi sembra una schifezza... beh, in ogni caso, siete i benvenuti/e nelle recensioni ;)
alla prossima
Benny
NOX
  
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