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Autore: moonlight97    09/08/2014    1 recensioni
La storia è ambientata in Francia tra il XVI e il XVII secolo. Carlos, il protagonista, arriva a Calais, città portuale della Francia settentrionale, per affari; là tra amore, amicizia e un po' di mistero quella che sembrava essere iniziata come una semplice avventura spensierata si trasformerà in un qualcosa di molto più pericoloso e Carlos e i suoi amici dovranno mettercela tutta per spuntarla.
Genere: Avventura, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'appuntamento


Il mattino seguente Carlos attese con trepidazione l'arrivo della fatidica ora. Si preparò di tutto punto e indossò i suoi vestiti migliori ed arrivò al luogo dell'appuntamento con dieci minuti di anticipo, giusto per non sfigurare al primo appuntamento: normalmente adorava far aspettare le ragazze ma questa qui aveva un che di speciale. Si sedette ad uno degli eleganti tavolini ed attese l'arrivo della misteriosa E. M. La ragazza arrivò poco dopo; questa volta non indossava degli indumenti da ragazzo, ma un lungo vestito color lillà ed aveva i capelli raccolti sopra il capo con alcune ciocche che le ricadevano lungo il collo.
“Allora, è per caso una nuova moda francese che le donne si vestano da uomini?” chiese Carlos ironico, mentre la ragazza si accomodava al tavolino.
“Piacere, sono Elyse Montfleur e ritengo che come una donna scelga di vestirsi non sia un argomento di conversazione appropriato per il primo appuntamento.” disse e, mentre faceva un cenno distratto al cameriere invitandolo ad avvicinarsi, proseguì “Del resto voi uomini quando parlate di vestiti è solo perché volete toglierceli di dosso.”
Carlos per poco non si ribaltò dalla sedia.
“Viva la finesse dei francesi!” pensò fra sé e sé.
I due, fatte le loro ordinazioni, iniziarono a conversare amabilmente del più e del meno e riguardo ad argomenti più o meno rilevanti. Ci fu poi un momento di silenzio; l'attenzione di Elyse fu colta da un uomo con indosso un vistoso cappello piumato che sedeva pochi tavoli più in là insieme ad alcuni suoi compari, cosa di cui peraltro Carlos non si accorse subito perché troppo intento a rimuginare sul cognome della ragazza.
“Avete detto di fare Montfleur di cognome, per caso?” disse Carlos all'improvviso.
La ragazza trasalì. “Fate silenzio per l'amor di Dio... Non vorrei che loro...”
Carlos si diede un'occhiata intorno ma Elyse, prendendolo per un braccio, sussurrò:
“Dobbiamo andarcene... Ora.”
I due si alzarono furtivamente dal tavolo, lasciarono quanto denaro dovevano pagare sul tavolo e se ne andarono. Elyse rivolse uno sguardo agli uomini di cui aveva così tanta paura e vide che si erano accorti della loro assenza: sapeva che l'avrebbero raggiunta tra non molto, perciò si mise a correre quanto più forte poteva, seguita da Carlos.
“Montfleur... Siete la sorella di Julien? Vostro fratello mi sembra un tipo perbene, se avete qualche problema, sono sicuro che capirà.”
Svoltarono un angolo a caso e, schiena contro il muro di una casa, si fermarono entrambi ansando.
“Voi non capite” disse la ragazza con tono esasperato “mio fratello non deve venire a sapere niente di tutto questo.”
Sentendo degli uomini che accorrevano, i due ripresero a correre.
“Seguitemi!” esclamò Carlos prendendola per la mano sinistra “so io dove portarvi.”
Dopo alcuni minuti di corsa, arrivarono in vista della locanda dove Carlos alloggiava.


“O avete una straordinaria abilità nel cacciare voi stessa e gli altri nei guai o direi che tutto questo è solo una serie di alquanto poco fortunate coincidenze”.
Carlos era appoggiato con disinvoltura accanto alla finestra e non sembrava eccessivamente preoccupato della situazione. Elyse, seduta sul letto, si stava sciogliendo i capelli; le sue mani tremavano e si muovevano con un certo nervosismo.
La ragazza si girò verso Carlos: gli occhi erano velati di lacrime e il viso arrossato dalla fatica della corsa.
“Io... mi dispiace... non...” iniziò a dire ma non le uscivano le parole dal petto.
Carlos allora, realizzando che forse la situazione non era così semplice come aveva pensato, si inginocchiò davanti a lei e le poggiò una mano sulla spalla e con l'altra, dopo averle asciugato le lacrime, disse con tono pacato.
“Ascoltate. Ora riposatevi un po'; io invece starò lì alla finestra e non appena tutto in strada sarà tranquillo vi riaccompagnerò personalmente da vostro fratello. Non preoccupatevi. Anzi, dovrebbero preoccuparsi loro. Che Dio li aiuti, se dovessero capitarmi a tiro! Ah!”.
Concluse il discorso con la sua solita aria da pseudo-sbruffone. Elyse si accorse che lo faceva solo per cercare di alleviarle il pensiero e, apprezzando lo sforzo, gli rivolse un sorriso abbozzato.


Il sole stava ormai per calare e Carlos decise di sfruttare gli ultimi momenti di luce per riportare Elyse da suo fratello. Il tragitto di per sé non era eccessivamente lungo, tuttavia ai due sembrò infinito. La tensione era palpabile: Carlos non faceva che guardarsi intorno circospetto ed entrambi scattavano ad ogni minimo rumore. Nessuno disse una parola finché non giunsero a destinazione. La ragazza bussò alla porta
“Santo cielo, Elyse!” esclamò Julien, materializzandosi sulla soglia.
La sorella gli corse incontro, gettandogli le braccia al collo.
“È tutto merito suo” disse con la voce spezzata dall'emozione, voltandosi verso il suo gentile accompagnatore.
“Vi ringrazio infinitamente signor... CARLOS!”
In un primo momento rimasero tutti e tre stupiti, poi Carlos disse di avere fatto tutto volentieri e organizzò di incontrarsi nuovamente con Julien il giorno seguente. Detto questo, Carlos riprese la propria strada per la locanda.

 

Il ragazzo era ormai a metà strada quando scoppiò un temporale improvviso.
“Ci voleva anche questa, maledizione!”.
Sbuffando infastidito, iniziò a correre e si mise sotto una tettoia, sperando che la pioggia cessasse presto. Sentì qualcuno che gli poggiava una mano sulla spalla.
Madre de Dios!” esclamò, voltandosi.
Con suo relativo stupore, Carlos vide un uomo abbastanza anziano, gobbo, con un cappuccio fradicio abbassato sul capo.
“Figliuolo,” sussurrò il vecchio con voce rauca e tagliente “mi sembri un tipo sveglio. Prima alla taverna ho trovato questa...”. Carlos seguì attentamente il movimento affaticato del vecchio che estrasse dalla manica del mantello una vecchia mappa ingiallita.
“Come bene potete intuire” proseguì il vecchio “ad un uomo della mia età non può essere utile in alcun modo, pertanto vorrei farvene dono...”.
Carlos aprì bocca intenzionato a rifiutare, ma, vedendo che l'uomo insisteva con forza, si ritrovò costretto ad accettare. Così, mormorando “se così vi piace” con una punta di fastidio, prese la mappa e si incamminò di nuovo, sfruttando l'apparente tregua gentilmente concessa dalla pioggia.
Una volta giunto alla locanda, Carlos si spogliò in fretta in furia e si gettò sul letto sfinito. Tuttavia, per quanto fosse stanco, non riusciva a prendere sonno; così, dopo essersi inutilmente girato e rigirato nel letto, si alzò sbuffando. Non sapendo poi che fare, prese la mappa, abbandonata distrattamente da una parte, e, acceso una candela, cominciò ad osservarla attentamente. La mappa era ben tracciata e dettagliata: vi era un lieve tratteggio rosso che, partendo proprio dal porto di Calais, arrivava fino ad una grande croce del medesimo colore in corrispondenza di un tratto non ben identificato della costa, in corrispondenza del quale campeggiava una scritta arzigogolata in verde smeraldo. Carlos riuscì a leggere qualcosa come “litus monui spirari...”. Non ebbe il tempo, per così dire, di badare alla probabile insensatezza di ciò che aveva appena letto, perché la sua attenzione fu irrimediabilmente colta da un'altra parola: thesaurus. Non serviva certo una grande conoscenza del latino per comprendere il significato di quella parola che aveva più o meno lo stesso suono anche in inglese o in francese, lingue abbastanza note o quantomeno orecchiate da Carlos. Gli occhi del giovane si illuminarono e un sorriso malizioso gli si dipinse sul volto.
“Grandioso!” pensò tra sé e sé, spegnendo la candela con un soffio deciso.






Spazio Autore
Salve a tutti! 
Scusate per il (fortunatamente breve) ritardo con cui aggiorno. ^^
Non ho molto da dire se non che la scelta del capitolo è stata ardua: sono negato per scegliere queste cose lol
Siccome poi tra pochissimo parto e non avrò quasi sicuramente modo di aggiornare fino al 24/08, sappiate che quella settimana là aggiornerò due volte. Poi non venitemi a dire che non vi voglio bene, eh! 
Spero di non avervi annoiato e che la storia continui ad appassionarvi.
A presto!


 

   
 
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