Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Angelo_Stella    09/08/2014    3 recensioni
GWUNCAN|ALETHER|SORPRESA|
...
SORPRESA! CAPITOLO 10, FINALE ALTERNATIVO!
...
Agape.
Amore disinteressato, puro, pieno di gioia.
Eros.
Piacere fisico, sesso.
Gwen ed Heather, non esattamente definite come amiche, si ritrovano alle prese con questi tipi diversi di rapporti.
Una dolce, nascosta da un'acidità che man mano tralascia sempre di più.
L'altra perversa, presa continuamente dal piacere carnale.
Entrambe, insegneranno all'altra il loro stile di vita, dimostrandone le motivazioni.
Nulla sembra però come prima, quando l'asiatica si ritroverà tra le mani un laccio di scarpe vecchio e consunto dal tempo, forse simbolo di uno strano amore mai dimostrato.
Ma dopotutto, l'idea d'amore per loro è completamente diversa.
Heather imparerà qualcosa che andrà oltre ad un piacevole sesso, mentre Gwen, si renderà conto che infondo non si può mai vivere in una favola.
In un felici e contenti, che forse, non arriverà per tutti.
Tratto dal testo (capitolo 2):
Dimmi solo: chi è?"
(...)"Chi è chi?"
"Ma come 'chi'? Il ragazzo che ti ha rubato il cuore!" esclamò invece Gwen, giocosa e facendole la linguaccia. "Quel genio che ha sciolto il tuo cuore
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Duncan, Gwen, Heather, Scott | Coppie: Alejandro/Heather, Duncan/Gwen
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
§  L'Angelo racconta  §
 

Ciao a tutti, ecco il secondo capitolo di questa long! :D
Oh, vi state chiedendo come mai stia scrivendo io? Semplice: storia a quattro mani, gente, qui le menti sono due e hanno anche idee molto diverse. xD      Ve ne accorgerete! ;D
Nonostante ciò, la storia è nata in modo strano, ma anche divertente, per cui mi sento di ringraziare Stella per aver accettato di scriverla insieme. :)
Passiamo al capitolo: io ho i numeri pari e quindi il 2 l'ho scritto io, mentre l'1 l'ha scritto Stella_2000, come avrete notato. Questo è un capitolo transitorio, ma farà sorgere delle domande sui nostri protagonisti. ;)
Spero vi piaccia ;)
Un inchino e un bacio, Angelo





AGAPE


Capitolo 2

 


COLLABORAZIONE  CON  _STELLA_2000

Batté le palpebre, Gwen, a quell' affermazione: che significava? La stava forse prendendo in giro? Se così era, l'amica era veramente una brava attrice, le aveva puntato addosso due occhi lacrimanti, tristi, spenti. Senza energia. Decisamente non da lei.
In un primo momento, non le credette: certo che lei ed Alejandro si amavano! Lo sapevano tutti, era evidente. I loro comportamenti, l'odio scostante l'uno nei confronti dell'altra, le frecciatine che si tiravano e poi, andiamo: li aveva colti in flagrante giusto pochi minuti prima, nessuno dei due era messo bene: lui aveva tracce del rossetto dell'asiatica praticamente ovunque e si era vestito molto di fretta, era ovvio, cosa che non avrebbe mai fatto. La sua amica, invece, aveva dei capelli che non si sarebbe mai sognata ed era abbigliata svogliatamente.
La casa, anche, era messa sottosopra.
No, non era possibile che il suddetto "qualcuno" non fosse lo spagnolo, non ci credeva!
Alzò le sopraciglia con una smorfia in viso. "Non contare balle, Heather!"
La ragazza la guardò, aprendo leggermente la bocca: in quell'istante più che mai in tutta la sua vita, avrebbe voluto prenderla a pugni e calci. Afferrarla per i capelli, senza darle la possibilità di difendersi. Voleva che la guardasse negli occhi rossi ed arrabbiati. Le avrebbe chiesto, allora, di ripetere.
Ma non le riuscì di adirarsi come al solito, soppressa da quelle emozioni, che di solito non provava. A cui non era abituata. Troppo orgogliosa per dargli ascolto. Troppo, terribilmente sbagliate.
" 'Fanculo!" esclamò, battendosi i pugni sulle ginocchia e mantenendoci lo sguardo.
La dark, allora, non poté fare a meno d'aggrottare le sopraciglia, scossa dai suoi comportamenti. Non riusciva a capire, in effetti.
"Bé, allora dimmi chi è questo ragazzo, con me puoi!" assicurò quindi, alzando le spalle e con la tentazione di mettere una mano su una delle sue. Ma non lo fece, non era da loro, meglio di no.
L'altra emise una risatina sarcastica. "Sì, perché tu non mi creda di nuovo?"
"Non era mia intenzione non crederti!" rispose sicura Gwen.
"Perché ti avrei chiamata d'urgenza, Darkettona?! Perché mi vedessi con Alejandro, secondo te? Perché volevo essere presa in giro? Per farmi trovare così?!" Indicò il suo corpo, ancora parecchio fuori posto. "O per farti un dispetto?"
Non piangeva, naturalmente, si sfogava gridando come d'abitudine e la sua amica la lasciava fare: non che le piacessero i suoi discorsi, ma per un motivo ancora a lei estraneo, con Heather aveva una straordinaria pazienza. Sotto sotto, le voleva bene.
"No, hai ragione!" le concesse alla fine delle eterne domande retoriche che l'amica-nemica le rivolse.
Infondo, anche a lei era dispiaciuto allontanarsi da Duncan. Per di più, non aveva fatto neanche colazione e il suo fidanzato non cucinava male! Iniziava ad apprezzare il tè che la ragazza le aveva ficcato in mano a forza. Ne bevve un po' e sgranocchiò qualche biscotto dal vassoio sul tavolino … Come c'erano arrivati là?
Si guardò in giro, mentre Heather, probabilmente, riprendeva il senno, dopo la sfuriata, come al solito: la giornata era piena di sole e il parco immenso in cui viveva la ragazza pareva ancora più bello, con la luce che filtrava tra le foglie e i giochi che creava di conseguenza a terra.
La sua amica aveva preso a bere e mangiare anche lei, parecchio in silenzio, gettandosi gli occhi intorno come Gwen e dondolandosi sull'altalena.
La dark si mise seduta a gambe incrociate, continuando il suo viaggio coi sensi: il vento fresco in volto, il rumore dello strusciare dei rami e quello dell'altalena. Il profumo del tè e dei biscotti.
La loro parete, piena di oggetti, non sapevano più dove metterli. Si sfiorò istintivamente il collo, trovando il collare di Duncan. Forse avrebbe dovuto metterlo là. Ma anche no: tenerlo addosso, lo faceva sentire vicino. Inoltre, diede un sguardo anche a quella cordetta anonima che le fece aggrottare la fronte: era iniziato così, il discorso dei sentimenti e del ragazzo e di Alejandro!
Prima di che parlavano? Non lo ricordava!
Spostò gli occhi sull'asiatica un attimo, che ricambiò lo sguardo, alzando le sopraciglia. Poi cambiò nuovamente il soggetto del suo interesse. Indicò l'amica- nemica e la parete a turno, per poi schioccare le dita.
"Il tè ti fa male!" le fece notare la ragazza, credendola pazza.
La dark diede gli occhi al cielo, aiutandosi con una mano per alzarsi ed andarsi a sedere sull'altalena, di fianco all'altra. Indicò la parete dinnanzi a loro con entrambe le mani e un sorriso che pareva fin troppo allegro.
"Bé, che c'è?" le fece l'asiatica, ancora senza capirla.
"C'ho messo un attimo, ma poi ho capito!" La prese per le braccia e la scosse . Per fortuna, aveva finito il tè! "Non mi hai mentito! E adesso ho compreso tutto! Dimmi solo: chi è?"
Doveva ammettere, Heather, che per quanto lei stessa si ritenesse intelligente, non ci stava ancora arrivando: piegò la testa da un lato. "Chi è chi?"
"Ma come 'chi'? Il ragazzo che ti ha rubato il cuore!" esclamò invece Gwen, giocosa e facendole la linguaccia. "Quel genio che ha sciolto il tuo cuore ghiacciato e che l'ha riempito d'amore!" rise ancora una volta.
La sua amica-nemica ridacchiò, ormai ripresasi del tutto. "Quando ti riprenderai e ti ricorderai di questa chiacchierata," scherzò. "sappi che io non centro nulla: non ho messo nessuna droga nella tua tazza!"
Gwen sbuffò. "Ancora non capisci?"
"No!" ammise senza tanti sforzi, scuotendo la testa: che c'era da capire, era diventata matta!
La ragazza le passò un braccio attorno alle spalle, guardando verso l'alto e descrivendo un arco immaginario con la mano, seguito dagli occhi dell'altra.
"Vedi," iniziò poi a spiegare. "quando capita a te, soprattutto se con 'te', intendiamo sul serio 'te', 'te', Heather Wilson, non ce ne accorgiamo. Ma si chiama 'a-mo-re'!" Scandì l'ultima parola e poi concluse, con tono solenne: "Ed è per questo, che quella cordicina sta là, vero?!" E puntò il dito verso l'oggetto, chiudendo un occhio per centrarlo meglio. "Te l'ha regalata qualcuno d'importante. Quel 'qualcuno' per cui provi qualcosa!"
Guardò lei e sorrise, mentre l'asiatica abbassava gli occhi: la odiava anche per quello. Si conoscevano da una vita e quindi non poteva mentirle! Oppure poteva, ma avrebbe scoperto tutto da sola. Con Gwen si sentiva leggermente fragile.
"E' giusto!" ammise allora, con non poca stizza, malcelata nella voce.
"E quindi, chi è il tizio?" chiese nuovamente la dark, andandole vicino con il viso scherzoso.
L'altra l'allontanò malamente da sé. "Smettila, non sono affari tuoi!"
"Ma io sono tua amica!" protestò Gwen, facendo alzare un sopraciglio ad Heather, che la squadrò con aria scettica. "Dai!" sbottò l'altra. "Lo sai che intendo!"
"Ti ho detto che non ti riguarda, Darkettona!" rispose rudemente l'amica-nemica, affibbiandole quel soprannome per farle intendere che aveva ripreso quella diffidenza che usava di norma. Ciò era dimostrato anche dal fatto che avesse incrociato le braccia ed accavallato le gambe.
Gwen sbuffò e si grattò la nuca, frustrata dalle distanze che la Wilson soleva mettere chissà perché. Probabilmente era semplicemente orgoglio, ma le sarebbe piaciuto che avesse un po' più di fiducia in lei: le aveva certamente raccontato di peggio!
"Ok, proviamo con un'altra domanda!" s'accontentò la ragazza, rimettendosi seduta a terra per poterla guardare negli occhi, che teneva bassi. "Se c'è questo Signor Qualcuno nel tuo cuore … come mai continui ad 'uscire' " Virgolettò la parola, perché non poteva dire che "uscissero insieme", decisamente non poteva. Lei e Duncan erano usciti e uscivano insieme. "con lo spagnolo, di grazia?"
Fece una smorfia. "Perché sì." Alzò le spalle. "Scopa bene, di che mi dovrei lamentare?"
"Giusto, capisco!" le diede corda Gwen, ripensando allo stato dei due quando li aveva trovati e anche a quello della casa di Heather.
A volte pensava che alla ragazza non servisse altro. Che non cercasse il "vero amore", nella vita. Anzi, che non sapesse nemmeno cosa volesse dire. O se lo sapeva, aveva una visione diversa dalla sua, molto diversa!
Arrossì e sorrise spontaneamente ed involontariamente, pensando a Duncan: non sapeva ancora con certezza se fosse l'amore della sua vita, ma si era trovata bene, la sera prima. E anche la notte, doveva ammetterlo, non l'avrebbe scordata per tutti i giorni, le ore ed i minuti che ancora aveva da vivere. Si morse il labbro e si passò una mano sul collo.
"Darkettona!?" Ma fu richiamata da Heather un secondo dopo, per cui alzò subito lo sguardo su di lei e smise di sognare ad occhi aperti. "Sì?"
"Ho chiacchierato io fin adesso." fece.
La prendeva in giro?
"Parliamo di te!" ghignò. "Di chi è quel collare?"
Ops!
Ecco, lo sapeva, si stava vendicando. Tipico di Heather, anche se prima o poi gliene avrebbe parlato ugualmente, scherzando un po', visto e considerato le battutine maliziose che certamente le sarebbero arrivate da parte della compagna.
"Questo …" fece, decidendo di essere sincera subito, non avendo voglia d'aggiungere acidità all'acidità. "Me l'ha … regalato Duncan!" E sorrise, pronunciando il suo nome.
"Ah, capisco!" fece la finta tonta l'amica-nemica, prolungando l'esclamazione e storcendo la bocca, quasi fingesse di pensare. "E quando, esattamente, mia cara?" Mise molta enfasi canzonatoria, nelle ultime due parole.
S'attorcigliò una ciocca di capelli sul dito, Gwen, guardando in basso. Che si prendessero un po' in giro, per smorzare la tensione che ancora aleggiava per l'argomento da poco terminato. "Sta mattina." esalò rapida e a bassa voce.
"Potresti ripetere? Credo di non aver capito bene!" domandò invece l'altra, tendendo l'orecchio verso di lei, con la mano a fargli da padiglione.
"Allora vai da un otorino!" si concesse Gwen, per poi ridire: "Sta. Mattina. Ti è chiaro, ora, Wilson?"
"Sì." rispose questa, del tutto calma. "Ma allora non sono la sola ad avere le mie 'avventure notturne'!" sghignazzò.
"Avventura notturna, un paio di balle!" replicò quasi seria la dark, ridendo anche un po'. "Io e lui ci conosciamo da una vita, lo sai! E ti do un'informazione: accadono anche tra fidanzati, queste cose!"
Le rivolse un'altra smorfia, per poi indirizzare lo sguardo per un attimo da un'altra parte. Poi, però, sopraffatta dalla curiosità, si mise per terra, di fronte a lei, a pancia in giù e tenne su il mento con le mani, i gomiti puntati a terra.
"E allora, tutto qua, non mi racconti nulla?" la prese in giro, facendola voltare sulla schiena, gli occhi falsamente scocciati.
"Tu mi hai mai raccontato nulla?" replicò Gwen, con uno sbuffo.
"Ti racconto sempre tutto!" fece l'asiatica, contrariata, scattando in piedi e mettendosi le mani sui fianchi. La guardò negli occhi, dall'alto.
"Uh! Sua Maestà si è arrabbiata!" l'ignorò la sua ospite, ripensando a quella notte e sorridendo.
Heather lo notò. "Ah-ah! Direi che Nelson ci sa fare alla grande!" commentò, con il suo solito tono.
"Scusa?" si riscosse l'amica-nemica, girando su sé stessa e seguendola con gli occhi, mentre riprendeva posto sulla sua amata altalena, incrociando le braccia.
"Con la testa sei ancora a letto con lui, Smith!" chiarì allora il suo punto di vista l'asiatica.
Le fece una linguaccia. "Almeno lui è gentile e non mette a soqquadro casa, solo perché vuole scoparmi al più presto!"
"Nelson è gentile?!" ignorò l'allusione Heather. "Mi è nuova!"
"Allora di lui non sai niente: ha cucinato tutto lui per me, ieri sera. Ha servito in tavola. Mi ha fatto trovare la casa piena di petali di rosa e candele profumate. Ha scelto un vino ottimo e tutto era perfettamente in tema e poi …"
Si fermò un secondo: aveva proprio voglia di sfogarsi, a quanto pareva. Aveva buttato tutto fuori senza che Heather lo chiedesse e lei se n'era stata zitta, seduta nella sua solita posa. Certo, si era divertita e s'era goduta lo spettacolo, ma d'altro canto, era certa d'averla anche stupita.
"E poi?" l'invogliò proprio lei, curiosa ormai di sapere la fine del racconto.
"E poi," concesse a quel punto Gwen. "ha saputo essere dolce. E anche divertente, sotto un certo punto di vista." Si concesse un sorrisino, ripensando agli scherzi di poche ore prima, tra le lenzuola, ancora svestiti. Si passò una mano tra i capelli e concluse: "Sono stata bene!"
"Ferma, frena!" l'interruppe allora Heather, portandosi le mani avanti e scuotendole.
Quasi si sentiva gelosa della luce che aveva negli occhi mentre parlava. Lei non avrebbe potuto dire quelle cose. Con Alejandro non era "stata bene", c'era semplicemente stata. E basta. Doveva esserci qualcosa che fosse andato storto anche alla compagna! Si parlava di Duncan!
"Mi stai dicendo, che la Darkettona e il Punkettaro sono stati insieme nella dolcezza e nell'amore totale?" Fece una faccetta da bambina, portando le mani al petto ed allargando gli occhi grigi, rivolti al cielo. "Senza l'ombra di battutine, prese in giro e malizia? Dai, non ci credo!"
Sapeva perfettamente che per l'amica-nemica, questi erano dei veri e propri nei, nel caso ci fossero stati in un appuntamento. Lo nascondeva, ma aveva il suo pudore.
"Bé, no. Non proprio!" alzò le spalle lei, seria. "Quando è venuto ad aprirmi aveva la camicia slacciata e la zip dei pantaloni abbassata, l'ho preso un po' in giro. Ed è ovvio che s'è concesso un po' di malizia, anche se la colpa è stata inconsciamente mia." ammise la ragazza, posata come mai. "Ma si è fatto perdonare!" Annuì convinta: si era scusato, doveva concedergli che era stato davvero molto dolce con lei!
"Sì, immagino!" rispose la padrona di casa, falsamente riflessiva.
"Dico davvero, Heather! Credimi, rispetto al tuo bello, ha idee molto più … accettabili. Ma questa è la mia opinione!" Alzò le mani, prima che potesse ribattere.
"E sarebbero, queste idee?" non le diede soddisfazione l'altra, ormai completamente ripresa.
Sbuffò, Gwen. "Piantala, questo, proprio non ti riguarda!"
"Doccia insieme?" alzò un sopraciglio l'amica-nemica, continuando ad ignorarla.
Abbozzò un sorrisetto. "Voleva!" ammise. "Ma gli ho detto di no!"
"Per colpa mia?" s'indicò con un dito, subdolamente dispiaciuta.
"Oh, no!" mentì sfacciatamente la dark, arricciando il naso e flettendo una mano. "Avevo solo un impegno con una ragazza che detesto e che non abita esattamente vicino a casa sua, ma non parlo di te, né!"
"Se solo avessi saputo non vi avrei interrotti di certo, potevi dirmelo che uscivi con lui!" la rimproverò Heather, agitando un dito. Poi parve pensare a qualcosa. "Hai detto che è stato … divertente?!" Dall'espressione, si comprendeva che non capiva.
"Sì, è stata colpa della sua sveglia!" rise l'altra, ricordando l'episodio.
"Aveva postato persino la sveglia? Ma che razza di ragazzo è?"
"Effettivamente, questo me lo sono domandata anch'io! Comunque, mi disturbava e parecchio, coi suoi discorsi sui cittadini e la vita eccetera, così gliel'ho rotta, non riuscendo a spegnerla. Lui si è svegliato e se l'è presa con me, facendomi il solletico." raccontò la ragazza. Si puntò un dito al petto. "Ho dovuto implorare pietà e perdono! Ma gliel'ho fatta pagare!" sorrise infine.
"E' questo il vostro risveglio? Siete due sdolcinati!" la beffeggiò. Poi ci ripensò: "Come gliel'hai fatta pagare?"
"Sì, non l'ho fatto entrare con me sotto la doccia. E!" Alzò un dito, bloccandola. "Gli ho fatto implorare pietà e perdono per avermi 'torturata'! Inoltre, una volta lavata, mi sono andata a sedere sulle sue ginocchia e mi son vestita davanti a lui!"
"Mica male, Smith!"
"Era bordò! Ed è stato quando sono stata in procinto di andarmene che mi ha regalato il collare!" fece Gwen, sempre più divertita e sfiorandosi la gola.
Non poté fare a meno di sorridere amaramente, Heather. Le indicò la parete. "Vuoi metterlo là?"
"Da una parte, mi piacerebbe. Ma dall'altra, non ci riesco: è un bel ricordo. Non voglio togliermelo!" confessò, sfiorandolo e sorridendo. "Comunque, non voleva lasciarmi andare! Voleva accompagnarmi!" continuò, vedendola malinconica.
"Sa che sei qui?" domandò la padrona di casa. Non che avesse nulla in contrario, ma il mondo sapeva che si detestassero, non che fossero quasi amiche. Capiva, comunque, che con i fidanzati, si poteva fare un'eccezione.
"No che non lo sa!" scosse la testa la dark, come se fosse ovvio. "Gli ho detto solo che avevo un impegno."
In quell'istante, trillò il suo cellulare, che mostrò sul display proprio il nome del suo caro fidanzato. Lo mostrò scherzosa all'amica-nemica. "Oh, forse potrei dirglielo ora!" esclamò.
"Come ti pare." rispose quella, indifferente. "Ma se proprio vuoi, puoi invitarlo a passare una serata con noi, Scott e Ale."
"Era una cosa premeditata?"
"Già! Digli che è così, tanto per divertirsi un po'. Ma di certo non dovrai insistere molto, a quello il divertimento piace. Se poi gli dici che si guarda un horror, il gioco è fatto!" Le strizzò un occhio.
"Tranquilla, ci penso io!" la zittì.
"Avete i vostri metodi persuasivi per convincervi a vicenda?" la prese ancora in giro Heather.
L'altra fece per ribattere, ma lo squillo costante del telefonino (che le ricordava la sveglia di Duncan, in quanto a romperle le scatole), le fece cambiare idea: non aveva voglia di ricomprarsi un cellulare per via di una frecciatina che le aveva fatto la Wilson! Già, era sicura di dovere un certo aggeggio a Duncan.
"Pronto?"
"Ciao piccola!" rispose lui dall'altra parte. "Sei a casa?"
"No. Perché, mi vorresti raggiungere?" rispose Gwen, facendo l'occhiolino alla compagna.
"Eh, magari!" sussurrò Duncan. "Hai la decenza di dirmi dove ti trovi oppure devo ricordarti cos'è successo alla mia sveglia?"
"Anche se mi raggiungessi, non potresti dar sfogo ai tuoi istinti, tesoro!" rise la dark, rotolando a pancia in su. "Sono a casa di Heather."
"Ah! Salutamela. Si fa per dire, ovvio!"
"Ovvio! Comunque, se ti va una serata con noi, Ale e Scott, inizia a raggiungerci." Si morse il labbro e s'arrotolò una ciocca di capelli col dito.
"Idea sua?"
"Eh già!"
"E che ci sarebbe in programma?"
"Un horror."
"Uh, capisco! Perfetto! Porto la birra?"
La ragazza tappò il ricevitore con una mano e guardò la compagna. "Porta la birra?"
"Digli che vanno bene i popcorn, sono l'unica cosa che non ho in casa!" rispose Heather.
"No, i popcorn, dice lei!"
"Va bene, d'accordo. Senti, le chiedi anche se c'è una stanza degli ospiti? Sai, nel caso …?" mormorò con tono suadente e divertito.
"Sei un cretino!" gli rispose la sua fidanzata, arrossendo e facendo così aggrottare le sopraciglia alla padrona di casa, che non sapeva e neppure immaginava l'argomento di conversazione.
"E' solo la tua voce che dice così!"
"A dopo, Duncan!" cantilenò, per poi riattaccargli in faccia.
Il ragazzo, da parte sua, squadrò il cellulare, per poi uscire dal bar dov'era andato a far colazione, mormorando: "Scusa piccola! Ma mi devi ancora una sveglia!"
La ragazza, invece, si voltò per l'ennesima volta, così da guardare l'asiatica in viso.
"Si può sapere che ti ha detto?" domandò questa, sempre con un'espressione corrucciata.
Gwen sorrise falsamente. "Ha detto che porterà i popcorn."
"E poi?" chiese l'amica-nemica, sempre curiosa, accompagnandosi con il gesto di far avanzare la mano dinnanzi a sé, come una ruota in un percorso immaginario.
In un primo momento, pensò di dirle che erano cose tra loro due, ma poi fece semplicemente: "Mi ha ricordato quanto sono sexy!"
"Tipico di Nelson!" commentò Heather, nascondendo abilmente l'invidia per l'intesta tra i due.
"Sì, è vero. Ma a me non spiace, infondo!"
"Lo sa?" l'interrogò dubbiosa.
Rise. "Certo che no!"



WRITTEN  BY  Angelo Nero
 

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Angelo_Stella