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Autore: niallerloveyou    09/08/2014    1 recensioni
"I miei amici mi anno detto che dormi ancora con la mia felpa e che non riesco a smettere di mancarti, scommetto che ti hanno detto che io non sto facendo di meglio... Visto che mi manca una metà...". Le lacrime iniziarono ad inondare i miei occhi, e in poco tempo rigarono le mie guance. "... ed essere qui senza te è come svegliarsi con un cielo azzurro a metà...". Crollai a terra, inondando quel pezzo di carta gocce salate, implorando la mia mano di stare ferma.
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È la terza volta questa settimana che finisco nell'ufficio del preside. 

La prima volta, stavo usando il telefono in classe, cosa piuttosto normale insomma, chi non lo fa di questi tempi…Pff… ma va bene. La seconda volta ero andata in bagno e quando la prof è entrata in classe non mi ha trovata, ma insomma non sono neanche libera di avere un’urgenza adesso?! Ma passi anche questa… Ora mi trovavo da lui per aver difeso una mia compagna dalle grinfie di quell'arpia della professoressa di arte… E non eh! Questa volta NO! 
La porta si aprì di colpo secco e mi girai di scatto. Ciò che vidi fu la faccia di un vecchio, stanca e piena di rughe, probabilmente non vedeva l'ora di andare in pensione. Era infuriato, di sicuro non era la sua giornata. Si mise seduto davanti a me mi disse: “Laura non so più cosa fare con te”.
Io non risposi.
 
“Ci mancavi solo tu oggi a rovinarmi la giornata” e dicendo questo si girò a fissarmi con sguardo accusatorio, congiungendo le dita sotto il mento. Capì che era il mio momento. “Ma non sono stata io e quell'arpia della profess...” proferii ma non mi lasciò continuare.
“Signorina cosa sta dicendo?! Se la sento insinuare ancora una cosa del genere lei è espulsa capito?>> sbraitò sputacchiando saliva dappertutto.
“ Sì signore” assicurai come un soldato mettendomi sull’attenti, e facendo di tutto per soffocare una risata.
“Sì che cosa?” urlò. Pensai che gli occhi stessero per uscirgli fuori dalle orbite.
“Niente” borbottai
 rassegnandomi.
“Meglio cosi. Ora torna in classe e sta attenta a non fare sciocchezze” disse puntandomi l’indice grassoccio contro.
 
Uscii di filato dall'ufficio del preside e tornai  in classe deviando per il bagno. Mi sciacquai il viso, finendo per fissarmi allo specchio. Le ore di scuola erano davvero stressanti: ciò che vedevo nel mio riflesso era completamente diverso da quello a cui ero abituata. I miei corti capelli marroni erano tutti arruffati, e il filo di matita che avrebbe dovuto contornare i miei piccoli occhi marroni e renderli più definiti adesso mi faceva sembrare un panda. Ero stanca di quella vita noiosa, per questo il mio comportamento e la mia reputazione a scuola non erano delle migliori; almeno avevo qualcosa a cui pensare … Provare il brivido del rischio.

 Tornai a casa, finalmente,  e trovai i miei genitori che mi aspettavano seduti sul divano. Quando chiusi la porta sbattendola, si girarono entrambi.
Li raggiunsi, gettai lo zaino vicino al divano e dissi a mo di saluto: “Che succede? Avete delle facce…”. Per tutta risposta mia madre si alzò e se ne andò in cucina. Che bello, di sicuro la mia giornata sarebbe stata una delle migliori. Mi spaparanzai sul divano prendendo il telecomando e chiesi:

“Papà ma che ha fatto mamma? Non ho fatto niente di male… Questa volta…. Iniziai a fare zapping tra i canali, aspettando una risposta.
“Aria io e tua madre abbiamo preso una decisione, e so che a te non piacerà” disse mio padre con un tono davvero severo. Avrei dovuto preoccuparmi? Il modo in cui aveva pronunciato il mio nome era davvero terrificante.
“Papà che sta succedendo? Se è per quello che è successo stamattina, stavo solo cercando di aiutare una compagna a liberarsi dalle grinfie di quell' arpia della prof di arte e...”. Ancora una volta non riuscii a finire la frase. Ma insomma, ci provate gusto ad interrompermi?! Roba da pazzi!
“Aria basta! Tu domani prenderai l'aereo e andrai a Londra da tua zia. Resterai là fino a quando non ti darai una calmata!”disse mio padre fissandomi con uno sguardo di fuoco. Mi alzai di scatto. Erano tutti impazziti per caso?!
“Papà non puoi farmi questo! Non voglio andare! Io resto qua. E poi lascerei voi, le mie sorelle e i miei amici. Non se ne parla.”. Ero sconvolta, non volevo partire, non era possibile!
“Aria tu domani andrai li che ti piaccia oppure no. Non cambio idea”disse mio padre. Era stato categorico. Senza degnarlo di uno sguardo, corsi in camera mia e con orrore vidi che tutte le mie cose erano state impacchettate, pronte per essere spedite. Non riuscivo a credere che tutto ciò stava accadendo davvero. Non mi resto altro che buttarmi sul letto disfatto e cominciare a piangere come non mai, fino ad addormentarmi.

 

 


Saaalve ragazze! Eccomi qui di nuovo... Ho seguito i vostri consigli per rendere questa storia leggibile e dovete perdonarmi ma non sono molto esperta sto cercando di imparare. Ho chiesto aiuto ad una delle mie migliori amiche, Sharon, di aiutarmi a rivisitarlo. Spero che adesso vada meglio. Probabilmente questa storia la scriverò in società con lei, quindi Sharon se stai leggendo questo sappi che ti nomino mia socia! Detto questo mi dileguo, fatemi sapere cosa ne pensate. Kiss

  
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