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Autore: Maryb2uty    09/08/2014    0 recensioni
Ciao a tutti! Questa fanfiction parla di me in futuro (si spera che sia così ahahah) che tento di seguire un mio sogno, andare in corea e conoscere la mia band preferita... I NOSTRI AMATISSIMI B2ST! Ora vi lascio un'assaggio e buona lettura! Spero vi piaccia!
"La sveglia suonò. Faceva un casino infernale, così decisi di aprire gli occhi e di spegnere finalmente quel rumore assordante. Guardai l’orologio, erano le 6.45 di un Lunedì mattina, un Lunedì dopo due settimane di riposo, erano appena finite le vacanze di Natale. La settimana era appena cominciata e già si iniziava male. "
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi qua, in classe, seduta al mio posto, con un foglio protocollo davanti agli occhi. L’ora di italiano tanto temuta era arrivata. Il mio foglio era ancora vuoto. Quel giorno avevamo a disposizione solo due ore per iniziare a stendere il testo, o per lo meno a scrivere la brutta. Ero nel panico, un’ora era già passata e io non avevo ancora idea di cosa scrivere. L’argomento era libero, potevamo scegliere qualsiasi cosa. Il minimo di parole era 500 e il massimo 1500. Avevo scelto soltanto il titolo del mio tema: “Il mio sogno più grande”. Quello che dovevo scrivere per me era molto chiaro, nella mia mente era già tutto ordinato, già tutto steso alla perfezione, ma non riuscivo a scriverlo sul foglio. Era come se avessi un blocco alla mano, non riuscivo davvero ad esprimere quello che pensavo su un foglio protocollo.
“AIGOOO” pensai.. “Sono nei pasticci cavolo! Perché non riesco a scrivere nulla se per me è tutto chiaro?! Marika puoi smetterla di tremare per una volta e scrivere qualcosa su questo dannato foglio?!”.
Ero davvero nel panico, così decisi di dare un’occhiata ai miei compagni. Magari avrei trovato qualcuno nella mia stessa condizione e ci saremmo confortati l’uno con l’altra scambiandoci occhiate o mandando a quel paese il professore con il labiale. Alzai gli occhi e vidi tutti i miei compagni con la testa abbassata, concentrati a scrivere il loro tema. Era davvero impressionante, non avevo mai visto tutta la classe così concentrata su un compito. Anche i ragazzi, che di solito scrivevano tutto all’ultimo momento, erano davvero impegnati a dare il meglio di se. Ero davvero nei guai. Io ero l’unica stupida a non aver ancora scritto nulla. Guardai le mie due amiche. Prima fissai Michela. Era davvero concentrata e la sua mano continuava a scrivere senza sosta. Si accorse che la stessi guardando, alzò la testa, mi guardò e mi fece l’occhiolino, come se volesse dirmi che ce l’avrei fatta e che lei credeva in me. Ricambiai con un sorriso e distolsi lo sguardo. Posai gli occhi su Anna questa volta. Era molto concentrata anche lei. Notai che aveva già scritto tre facciate di brutta e spalancai gli occhi. Era già così avanti. Mi guardò anche lei e mi fece “ok” con la mano. Anche lei credeva in me e io credevo in loro. Così feci un respiro profondo, cercai di calmarmi e iniziai a scrivere su quel dannato foglio protocollo.
Avevo una paura immensa. Paura di quello che stavo scrivendo, paura che non fosse all’altezza, paura di scrivere solo baggianate e che avrei preso un brutto voto. Avevo paura di tutto. La mia testa continuava a pensare a tutte le preoccupazioni, intanto la mia mano scriveva senza fermarsi, come se andasse da sola. Quel tema era molto importante, era una simulazione dell’esame di quinta per la maturità e se mi fosse andato male, voleva dire che mi sarebbe andato male anche quello dell’esame definitivo.
La campanella suonò e il professore ritirò tutti i temi. Mentre ero immersa nei miei pensieri avevo scritto quattro facciate della brutta e non avevo ancora finito. Mi stupii di quello che fossi riuscita a fare e tirai un sospiro di sollievo. Mi alzai dal banco sfinita e andai incontro alle mie due amiche con una faccia del tipo: “aiutatemi vi prego, sono un danno”. Parlammo di quello che avevamo scritto e raccontai che ero nel panico, che nella prima ora di compito non fossi riuscita a scrivere nulla. Loro si misero a ridere e mi abbracciarono forte. In quell’istante mi sentii protetta, al sicuro. Mi rassicurarono dicendomi che sarebbe andata bene e di fare del mio meglio nella prossima ora di copiatura in bella. Sfoggiai un sorriso e le ringraziai. Mi sostenevano sempre ed ero molto grata. Tuttavia le paure non svanirono però. Pensai e ripensai tutto il giorno a quello che avevo scritto su quel dannato foglio, se fosse davvero all’altezza per un tema d’esame. Cercai di scacciare quei pensieri e mi costretti a concentrarmi sulle materie successive. Avevamo avuto matematica, grafica teorica, e due ore di grafica pratica al computer. Ero davvero esausta da quella giornata e nonostante cercavo di impegnarmi e di concentrarmi, tutti gli sforzi erano invani. Le mie dannate paure continuavano ad invadermi, così finendo a distrarmi sempre. La professoressa di grafica mi riprese più volte e io ne ero mortificata. Odiavo quando un professore mi rimproverava perché mi faceva sentire una cattiva alunna, ci stavo perfino male quando capitava. Mi sentivo in colpa per tutta l’ora e poi non avevo il coraggio di guardare in faccia il professore o la professoressa. Non capitava quasi mai di essere ripresa, ma quando succedeva non mi piaceva affatto. Cercai così di concentrarmi per evitare di fare ancora brutte figure. Rimasi concentrata per un quarto d’ora, poi però, ricascai nelle mie preoccupazioni. Insomma, quella giornata era davvero un disastro. Era la tipica giornata “NO”.
Finite le lezioni mi diressi verso il cancello con le mie amiche che dovetti salutare subito, visto che prendevamo pullman diversi. Le salutai con un grosso abbraccio e mi diressi verso la fermata dell’autobus con le mie amate cuffie nelle orecchie. Continuavo a domandarmi che mi fosse preso quel giorno e se sarebbe sempre stato così, visto che dovevamo sostenere altre prove d’esame. Mi impegnai a non pensarci più e caddi nel mondo dei BEAST, ascoltando “Beautiful Night”. Ogni volta quella canzone mi dava una carica assurda. Mi venne voglia di ballare per strada. Mi dissi che se l’avessi fatto era il modo migliore per concludere la giornata da schifo, ci mancava solo quello. Così mi trattenni ma qualche mossa la feci comunque. Un’enorme sorriso comparve sulle mie labbra e capii che loro erano davvero tutto quello di cui avessi bisogno, che un giorno gli avrei incontrati e che avrei continuato a sognare per scacciare le mie paure.
Salii sull’autobus, mi sedetti infondo, e mi feci cullare dalle canzoni, scacciando ogni paura e ogni preoccupazione. Fissai fuori dal finestrino ma è come se non vidi nulla. Non vedevo le persone che passeggiavano o la natura, vedevo soltanto me all’inseguimento dei miei sogni. Ero immersa nei miei pensieri e ne ero sicura che un giorno gli avrei raggiunti.




Ed eccomi qua con un nuovo capitolo! ^^
Scusate se non mi sono fatta sentire per un po', ma tra i compiti delle vacanze e altri impegni vari, non sono riuscita a pubblicare ;; GOMEN ;;
In questo periodo sono fissata con il giapponese ahahaha
Comunque spero che vi piaccia anche questo capitolo e mi piacerebbe leggere qualche vostra recensione sulla storia :3
I nostri amatissimi B2ST arriveranno tra qualche capitolo non preoccupatevi **
Quindi spero che porterete pazienza e che mi sosterrete :)
Grazie davvero a tutti :3
GAMSAHAMNIDA!! *rotola via*
   
 
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