Tre riflessioni portate avanti a seguito di osservazioni casuali ma per me interessanti. E ne consento pure una critica esterna !!! Gratuita !!! - da non perdere -.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
09.08.2014 17.29\17.55
- Dobbiamo parlare.
- Eccomi, ascolto.
- Non è facile.
- Capisco, per me è lo stesso. Non è mai facile. Che dovevi dire ?
- … è che non sono ancora dell’umore adatto
- adatto a cosa ? Di questo dovevi parlare ? Delle tue insicurezze ?
- Sì ! cioè No ! o meglio, in parte
- E quale parte, di grazia ? quella piena o l’altra vuota ?
- Lasciami finire, lasciami almeno un respiro
- Bene, attendo allora
- ...
- Se non ti sbrighi, me ne vado; visto che ancora, a quanto pare, non riesci a far altro che lasciarmi in attesa; in preda a delle insicurezze che, tra l’altro, non sono l’oggetto della tua supposta chiaccherata.
- Ma è difficile
- Giusto, chiedo venia. Della tua difficile chiaccherata, che io avrei dovuto ascoltare.
- Non offendere ! Non hai il diritto di parlarmi a quel modo.
- Ha proprio ragione, eppure eccoci …
- Cosa fai, pensi che abbocchi alla tua esca? Non ti manderò via, mi servi, qui e ora, capace di ascoltare.
- la furbizia di certo non aspetta di essere versata …
- Cosa scusa ? Dove si versa la furbizia ?
- Il tempo stringe, lo stenografo è già al secondo foglio.
- non mettere fretta, chiedo perdono, per essermi tanto dilungato. Il primo passo di quanto volevo esporre di fronte a te riguarda il mio amore che provo nei tuoi confronti.
- AH, ecco. Quindi? Io cosa c’entro in tutto ciò?
- Amore, amore, amore … cosa non ti è chiaro di tutto ciò! Mi sono innamorato di te e volevo che lo sapessi, tutto qui.
- Non so che rispondere, non vedo cosa io possa fare per te. Perché vuoi qualche cosa, vero? Perché è per questo che sono qui, giusto?
- Non capisco più nulla, sono confusa … confuso. NO! Sono …
- Dubiti persino del tuo genere, ora? Guarda, non voglio perdere altro tempo. Penso possa bastare così.
- No, ti prego, aspetta ancora un minuto, resta, ne ho bisogno.
- Allora d’accordo, vada per il minuto di silenzio.
- Silenzio … Silenzio? Come silenzio! No, no, io voglio continuare a parlare …
La persona di fronte a me, espirando pesantemente, si alza, spostando lentamnete il baricentro proprio sotto alle fossette del collo, aiutandosi con le braccia, ora vicine al corpo, ora ben distese e rilassate, pronte ad alternarsi nei movimenti di un passo ben studiato. Non posso fare nulla, se non constatare che ora, a quel tavolo di fronte a me, non riconosco più nessuno.