Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    09/08/2014    4 recensioni
Il filo rosso del destino è una leggenda popolare di origine cinese diffusa in Giappone. Secondo la tradizione ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Il filo ha la caratteristica di essere indistruttibile: le due persone sono destinate, prima o poi, a incontrarsi e a sposarsi.
Questa FF prende spunto da questa leggenda e si articola liberamente partendo dalla fine del volume 49. Sono 17 capitoli.
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Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In questo capitolo Maya e Masumi si incontrano a Nagano per Natale. Ho scritto un'altra one shot separata per i dettagli con rating rosso che pubblicherò che si intitola: Filo Rosso - Notte di Natale. C'è un piccolo particolare nella One Shot, pertanto vi consiglio di leggere prima questa :)

Buona lettura!

Capitolo 16



Kitajima Maya



Finalmente le prove della Dea Scarlatta cominciavano ad avere un senso! La signora Tsukikage aveva rivelato il perché degli strani esercizi che aveva fatto fare ad Ayumi e a lei e tutto ora tornava. Si sarebbero alternate nei ruoli della Dea e di Akoya sfruttando le loro peculiarità nelle varie scene.

Aveva dato la risposta al signor Hijiri per l’invito in montagna e in quell’occasione aveva preteso che lui si trattenesse qualche minuto in più. Alcune volte lo aveva visto nei posti che frequentava e in altri casi aveva intravisto uomini che non conosceva e quando lui le rivelò che erano le sue “ombre scarlatte” lei era arrossita per la vergogna e Hijiri aveva sorriso dolcemente. Così le aveva spiegato gli ordini del suo capo e che non avrebbe più dovuto temere alcunché. In effetti dall’aggressione sotto il parcheggio della Rainbow non era più accaduto niente. Sapere che Masumi le aveva assegnato delle guardie del corpo silenziose e invisibili la fece sciogliere come neve al sole.

Dalla sera del ristorante non lo aveva più rivisto né sentito, ma parlava spesso di lui con Saeko che le aveva riferito che stava sistemando alcune delle società che per anni erano state gestite da suoi collaboratori e necessitavano di una mano più ferma. Le raccontò dell’invito in montagna e del suo desiderio di portargli un regalo per Natale.

- Non ho idea di cosa potrebbe fargli piacere… - mormorò Maya mentre provava un semplice paio di decoltè blu con un tacco un po’ più alto.

Non riuscirò mai a camminare con queste!

- Se si trattasse di un regalo aziendale saprei aiutarti molto di più - sospirò Saeko e sporse un braccio per sostenerla quando inciampò.

- Però potresti puntare su qualcosa di invernale… che tenga caldo… - le suggerì quando si sedette sbuffando.

- Di caldo? Come un maglione! - si tolse le scarpe lasciandole alla commessa e corse rapida al reparto uomo di quella prestigiosa boutique. Saeko la seguì sorridendo, era scalza ma aveva il volto raggiante.

- Questo? - era nero, a corde, con il collo che si rigirava, in assoluto quello che preferiva vedere sui ragazzi d’inverno. Saeko annuì. C’erano anche di altri colori, ma lei aveva scelto immediatamente quello nero.

- Molto bello, piace anche a me e sono convinta che gli starebbe benissimo - il tessuto era di ottima lana morbida e calda.

- Allora è fatta! - esclamò stringendolo a sé sotto lo sguardo sorridente di un’altra commessa - Però mi piacerebbe portare dei dolci… - aggiunse sommessamente.

- All’angolo di questa strada c’è un negozio che mio figlio adora - si intromise la commessa - Vendono dolciumi di qualsiasi forma, alcuni sono importati dagli Stati Uniti -

- Andiamo! - gioì Maya picchiando un pugno sul palmo della mano e partì.

- Maya! - la chiamò Saeko - Dobbiamo pagare e poi… le scarpe - le fece notare gentilmente. Lei arrossì tirando fuori la lingua, tornò a prendere le sue scarpe, la giacca e la sua borsa nell’altro reparto, pagarono e si immersero nella via piena di passanti fino al negozio di dolci.


Hijiri si presentò puntuale come sempre. Le aprì la portiera e prese la sua piccola valigia mettendola nella bauliera dell’elegante auto nera. Rei era rimasta fino al giorno precedente e le aveva raccontato ogni cosa. L’amica aveva ascoltato stupefatta e alla fine l’aveva abbracciata e avevano pianto insieme.

- Grazie, signor Hijiri - gli disse, lui si voltò e le sorrise dolcemente.

- È un piacere per me, signorina Kitajima - accese l’auto e partì.

Era nevicato e la città aveva cambiato completamente aspetto, chissà com’era la foresta di cui parlava Masumi!

Quando ci sono stata per Helen Keller era estate… c’era un lago e ricordo molti alberi intorno alla villa, ma non mi mossi dalla casa… Tra una settimana ci sarà la prima della Dea Scarlatta! La signora Tsukikage non sta bene, la vedo stanca e consumata… ma io ho bisogno di lui, devo vederlo, non riesco più ad aspettare!

- Posso sedermi accanto a lei, signor Hijiri? - domandò dopo circa mezz’ora di viaggio. Lui la fissò nello specchietto, poi accostò e lei scese di corsa salendo dall’altro lato.

- Che freddo! È noioso stare dietro da soli… - si giustificò arrossendo e fregandosi le mani.

- Condivido - rispose pacatamente Karato.

Sono davvero sfacciata, ma è tanto che voglio fargli alcune domande…

- È tanto tempo che conosce Masumi? - gli chiese titubante dopo qualche attimo, mentre l’auto riprendeva la sua corsa.

- Da quando eravamo molto piccoli -

- Oh… e com’era da bambino? - si ricordò la risposta che gli aveva dato in quello strano giorno in cui visitarono il planetario e passeggiato fra le bancarelle di quella festa.

- Serio, suo padre non gradiva che facesse mostra dei suoi sentimenti, atteggiamento che giudicava debole e inutile - Karato le rispose tenendo lo sguardo sulla strada.

Avanti, domandaglielo!

- Lui ha… - perse quasi la voce, arrossì e abbassò la testa - ha avuto molte fidanzate? - cacciò fuori tutto il fiato per la vergogna e tenne gli occhi sulle mani in grembo. Karato sorrise ed evitò di guardarla.

- Una, Shiori Takamiya -

- Oh… - si sentiva il volto in fiamme e non riuscì ad aggiungere altro.

Karato avvertì la sua indecisione e il suo imbarazzo così si propose prima che lei sprofondasse nel sedile.

- Lei mi ha chiesto quante fidanzate, se vuole sapere con quante … - ma Maya lo interruppe.

- No! No! Davvero io… ho capito e poi… non è importante - arrossì violentemente contorcendosi le mani.

Ma come mi viene in mente di chiedergli queste cose! Che penserà di me?

- Non è un uomo che ama mostrare le sue conquiste, in ogni campo. È riservato e raramente parla della sua vita privata - aggiunse Karato quando lei si chiuse in un mutismo imbarazzato - La prima volta che l’ho visto mostrare le sue emozioni è stato per lei, signorina Kitajima -

Per me? Ma io… non capisco…

- Era in una situazione molto delicata e sono convinto che anche lei è riuscita a immaginare i suoi… dubbi e le sue difficoltà - aggiunse ancora quando lei non disse niente - Lei era una ragazza molto giovane e lui… -

- ...era un uomo - sussurrò Maya terminando il suo pensiero continuando a fissare la strada.

Le sue emozioni… le rose scarlatte!

- Gestiva le aziende di suo padre, era stato educato per quel ruolo fin da bambino, ma grazie a lei la sua vita è cambiata - Karato sorrise senza distogliere lo sguardo dalla guida.

Maya si voltò a fissarlo.

Signor Hijiri quanto sa in realtà di Masumi? Quanto in là potrei spingermi a farle delle domande per avere delle risposte?

Invece restò in silenzio. Era terrorizzata da ciò che avrebbe potuto sapere così si chiuse in se stessa e il signor Hijiri rispettò quello stato di calma.


Il viaggio infine ebbe termine e l’auto riuscì a raggiungere agevolmente la villa, la strada era pulita sebbene tutto il paesaggio intorno fosse di un bianco abbagliante. C’erano luminarie e addobbi esterni che rendevano ogni cosa magica.

- È una vera meraviglia! - esclamò Maya uscendo di macchina e infilandosi subito il cappotto. Il fiato usciva in condense vaporose, gli alberi parevano cristallizzati e cespugli e prati erano completamente coperti di neve. La villa aveva cambiato aspetto così circondata dalla neve bianca e Maya si trovò immediatamente immersa nello spirito natalizio.

- Sì, davvero suggestivo - concordò Hijiri che si coprì e prese la valigia risalendo il breve vialetto. Non fece in tempo a raggiungere le scale di legno che la porta si aprì e ne uscì Masumi. Indossava un giubbotto caldo, sciarpa, guanti, cappello e scarponi. Prese la valigia e l’appoggiò nell’ingresso chiudendo la porta.

- Grazie, Karato. Vuoi prendere un tè? - gli domandò posandogli una mano sulla spalla.

- No, riparto subito - rispose scuotendo la testa.

Si voltarono entrambi e osservarono Maya che stava toccando con un dito un ghiacciolo che pendeva dal ramo di un albero. Era completamente affascinata e dimentica di ciò che aveva intorno.

- Hai fatto tutto ciò che ti ho chiesto? - sussurrò Masumi guardandola rapito.

- Sì, come sempre - annuì Karato sorridendo. Scese le scale seguito dal capo e si avviò alla macchina. Quando Maya sentì la portiera aprirsi si girò di scatto e il suo sguardo incontrò quello di Masumi. Il suo volto si illuminò e cercò di raggiungerlo senza cadere.

- Indubbiamente le fai un bell’effetto… - constatò Hijiri sorridendo e salendo in macchina.

- Sì... e ancora mi domando come ciò sia possibile - mormorò Masumi guardandola stupefatto.

L’auto ripartì nell’istante in cui Maya lo raggiunse.

- Ciao Maya - la salutò Masumi sorridendo, lei rispose con un sorriso birichino, poi gli lanciò la palla di neve che teneva dietro la schiena e scoppiò a ridere felice scappando.

Masumi si riprese dall’attimo di meraviglia, raccolse della neve e gliela tirò. Si rincorsero ridendo e lanciandosi la neve, complici di una felicità che sapevano preziosa dato che per loro era difficile trascorrere del tempo insieme.

Maya si abbandonò fra le sue braccia quando non riuscì più a scappare.

- Presa… - le sussurrò nell’orecchio, il respiro veloce per il gioco appena terminato.

- Ho le mani ghiacciate nonostante i guanti! - ansimò lei gettandogli le braccia al collo.

- Dentro ci aspetta un tè caldo, andiamo - le prese la mano e la guidò in casa.

Nell’istante in cui varcò la soglia Maya ricordò ogni cosa anche se c’erano dei mobili diversi e gli addobbi natalizi. Lì aveva trovato la sua Helen Keller e tutto grazie al suo ammiratore delle rose scarlatte.

- Stai ricordando, vero? - le chiese Masumi osservando il suo volto dalle guance arrossate, la bocca schiusa che respirava affannosamente. Lei annuì.

- Anche a me è accaduta la stessa cosa quando sono arrivato - si tolse il giubbotto e tutto il resto appendendoli in un guardaroba dietro la porta. Prese il suo cappotto e lo appese. La precedette nel salotto e quando Maya entrò si fermò di nuovo.

L’ho incontrato in questa stanza… la scala, il divano, il tavolo in cui sono inciampata quando mi sono bendata…

Masumi si fermò voltandosi e lei gli corse fra le braccia.

- Maya… - sussurrò il suo nome con tale devozione che Maya si commosse per la felicità.

- Eri tu… come ho potuto non capire… mi dispiace io sono stata una stupida… - singhiozzava.

- Non dire così… la responsabilità è solo mia… perdonami se puoi - sussurrò lui stringendola forte come allora. Ma, a differenza di quella volta, le prese il volto fra le mani e la baciò con passione, spezzando quell’attesa che aveva vibrato fra loro nell’aria fin da quando si erano visti fuori.

- Avevo così voglia di vederti! - gli sussurrò sulle labbra appoggiando poi la testa al suo torace.

- Anch’io Maya… anch’io - ripeté con voce arrochita dal desiderio. La prese per mano e l’accompagnò al divano, il tè e le tazze erano pronte sul tavolino. Il camino era stato acceso e in casa c’era caldo.

Solo abbracciarla mi fa perdere il contatto con la realtà… quando la bacio io rischio ogni volta di perdere il controllo… e l’unica cosa che vorrei è…

Bevvero in silenzio, unica compagnia lo scoppiettio del fuoco, mentre fuori il sole del tramonto cedeva il passo alle tenebre della notte.

Masumi fece per alzarsi, ma Maya lo fermò.

- No, per favore non accendere la luce - lo pregò alzandosi e raggiungendolo. Gli si mise cavalcioni mentre lui emetteva un suono di sorpresa.

Maya… ogni volta con te è una scoperta, nessuna è riuscita a meravigliarmi come fai tu!

- Io sono proprio una frana in tutto e mi dispiace, - iniziò titubante e Masumi sussultò quando gli appoggiò le mani sulle spalle - ma noi siamo due metà che si sono ritrovate e non mi importa cosa pensino gli altri. Il filo rosso che ci lega è vicino ora e vorrei che tu non lo spezzassi mai - sussurrò con voce ansimante piena d’emozione.

Il filo rosso! Anche lei pensa la stessa cosa…

Maya lasciò scorrere le mani lungo le braccia fino a trovare le sue mani. Le prese e le appoggiò sui propri fianchi espirando tutto il fiato quando sentì il tocco.

Che sensazione… il cuore sta per scoppiarmi… dove lo trovo questo coraggio? È il terrore che tutto svanisca in un sogno? Che niente sia vero?

- Devi solo pazientare ancora un po’ e tutto andrà a posto, Maya, te lo prometto - sussurrò lui facendo risalire le mani sulla schiena nuda sotto il maglione. La sentì rabbrividire e l’avvicinò a sé per baciarla. Maya partecipò con ardore incrociando le mani fra i suoi capelli e godendo di ogni attimo di quell’unione fremente.

Quando lui mi tocca perdo la cognizione del tempo e delle cose… quando mi bacia io…

Si tolse il maglione di scatto e lo stesso fece fare a lui.

- Toccami, per favore - lo implorò col respiro accelerato e il corpo che avvampava, stringendogli i capelli in un atteggiamento di possesso di cui si stupirono entrambi.

- Maya… - mormorò appoggiando le labbra sul collo morbido.

Non posso più starti lontano Maya, non posso permettere che altri ti guardino con le mie stesse idee in testa, non spezzerò mai quel filo, lo rafforzerò!


Aprì gli occhi e si stirò nel letto dalle lenzuola candide. L’aria in casa era calda, anche se era nuda non sentiva freddo e, si rese conto, non sentiva più l’imbarazzo che aveva provato in passato. Si girò lentamente e lo vide in piedi davanti alla grande finestra. Fuori il cielo stellato era reso argenteo dalla luce lunare. Indossava solo un paio di pantaloni di tessuto morbido. La luce della luna segnava il suo contorno, le spalle ampie, la schiena diritta, i fianchi stretti e le lunghe gambe. Lo vide passarsi una mano fra i capelli, guardava fuori qualcosa, era completamente assorto.

Se mi fermo a riflettere su ciò che sta accadendo penso che potrei impazzire… Come posso essere qui con lui in questo modo? Potremo mai smettere di nasconderci e dire a tutti che età e rango non hanno importanza e che ci amiamo?

Maya si avvolse nel lenzuolo e lo raggiunse con passo lieve. Lui allargò un braccio e lei si lasciò avvolgere.

- È una notte bellissima - disse Maya guardando fuori, la luna si riversava sui dintorni imbiancati dalla neve, ogni cosa brillava come in un paese delle favole. Il cielo era punteggiato da miriadi di stelle luminose.

Masumi si voltò a guardarla e lei sollevò gli occhi sorridendo felice. Si scostò leggermente e le sfiorò una guancia con una mano. Maya si appoggiò sfregando il volto e chiudendo gli occhi per il sentimento che le riempiva il cuore.

- Maya… - sussurrò lui e la sua voce calda e profonda l’avvolse come un bozzolo.

- Sì? - rispose lei appoggiando le mani sul suo petto caldo.

- Io ti amo. Mi vuoi sposare? - la vide spalancare gli occhi e gioì di quella reazione. Sollevò la mano sinistra e le mostrò un anello che teneva fra pollice e indice e che brillava come una delle stelle del cielo. Maya osservò per un attimo il bellissimo diamante con il cuore che le martellava in petto poi tornò a guardare i suoi occhi che la fissavano pieni d’aspettativa in attesa della sua risposta.

Perché me l’hai chiesto adesso? Io… ancora non so come andrà lo spettacolo… come posso legarti a me se non dovessi riuscire? Sei un uomo di successo e io una nullità, non voglio che…

- Io… - rispose balbettando e Masumi si scurì in volto - ...era così tanto che sognavo queste tue parole, anche la mattina in cui volevi cedermi la Rainbow io in realtà credevo che… - parlò rapida e veloce - ...ma ora non è importante. Ti chiedo solo di aspettare la prima della Dea Scarlatta… Ci sono delle cose che devo sistemare… - mormorò titubante osservando il suo sguardo turbato.

- Pensi di essere inadeguata? - le lesse lui nel pensiero e lei annuì abbassando lo sguardo per la vergogna. Stava per aggiungere che non gli importava chi lei sarebbe diventata, ma Maya gli mise un dito sulle labbra zittendolo.

- Aspettami… - lo implorò di nuovo. Masumi le sollevò il mento e la baciò.

- Aspetterò sperando che mi darai la risposta che desidero più di ogni altra cosa al mondo - le sussurrò sulle labbra stringendo l’anello nella mano.

Ancora non hai compreso le parole di Akoya che mi ripeti sempre? Età, aspetto e rango non contano niente per me, non mi importa chi diventerai, l’importante è che tu sia mia...


 

   
 
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