Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: Mikayla    12/09/2008    3 recensioni
Dopo tutto quello che avevano vissuto assieme, Hotaru, Setsuna, Michiru e Haruka erano una vera famiglia.
Anche se Hotaru non era più un infante, loro tre erano ugualmente i suoi genitori.
Quei tre anelli gemelli che avevano sancito quel patto brillavano ancora al dito delle tre donne, ed uno nuovo aveva fatto capolino anche alla mano di Hotaru.
Erano una famiglia, e nessuno avrebbe mai potuto negarlo...
[ Della serie Tales of True Life. ]
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Hotaru/Ottavia, Michiru/Milena, Setsuna/Sidia
Note: What if? (E se ...), Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'e'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Parla l’autrice:
Bene, Takashi è riuscito a sopravvivere al secondo incontro ed ora dovrà affrontare l’ultimo e più difficile! (a voi l’interpretazione di ultimo XD) Oddio, detto così ci sembra di assistere ad un incontro di box XDD
*ed ecco che all’angolo destro abbiamo Myokatono Takashi! Ragazzo sveglio e dal sorriso solare, nonché fidanzato del premio in palio: Tomoe Hotaru! Nell’altro angolo, invece, la grandiosa Tenou Haruka aka Sailor Uranus guerriera del vento! Donna dalla potenza devastante e padre del premio! Chi dei due contendenti riuscirà a spuntarla, ma soprattutto verrà uccisa l’autrice perché ha osato definire Hotaru un premio? Questo ed altro nella prossima puntata!*
Coff… coff… scusateci, ci siamo lasciate prendere la mano ^__^’’’’
Dicevamo… niente! Vi lasciamo all’atteso match–– presentazione del fidanzato con il padre.
Buona lettura! (speriamo)





Presentazioni - Haruka




Hotaru, dopo le prime due presentazioni, si trovava spesso e volentieri a tremare ogniqualvolta la sfiorasse anche solo il pensiero di suo padre e Takashi nella stessa stanza.

Se Haruka-otou-chan avesse anche solo osato torcere un capello a Taka-chan nessuno l’avrebbe salvata da un Death Ribbon Revolution.

« Hota-chan, ci sei? »
« È in ritardo. »
« Mnh?! Chi? »

Tomoe si morse la lingua: aveva parlato toppo.
Tenou guardò preoccupata la figlia. Erano un po’ di giorni che era… diversa. Come se qualcosa la preoccupasse.

« Hota-chan, c’è qualcosa di cui vuoi parlarmi? »

La ragazza deglutì rumorosamente, insospettendo ancora di più il padre -già per natura ansioso.

« Tou-chan, tu vuoi la mia felicità? »

Haruka la guardò incuriosita, poi si sciolse in un sorriso meraviglioso e annuì con vigore.

« Certo, neko-chan. »

Hotaru annuì a sua volta, ma non aggiunse altro.

« Per me, la tua felicità è la prima priorità. »

Ammise Tenou decisamente in imbarazzo.
Aveva le gote imporporate, per niente abituata a rivelare un lato così dolce del suo carattere.

Hotaru la abbracciò con slancio.

« Ti voglio bene, tou-chan! »

Haruka era sul punto di collassare, quando suonò il campanello della grande villa.
E visto che erano sole a casa, Hotaru la lasciò per andare ad aprire.

Haruka si scoprì debitrice di chi aveva suonato.

Quando poi, sulla porta del salotto, comparve un bel ragazzo, alto, con occhi color lampone e riccioli castani il suo sorriso sparì e pure la sua riconoscenza.

« Tou-chan, ti presento una persona… »

Takashi si inchinò cerimoniosamente, ricordando che la fidanzata gli aveva detto di essere il più rispettoso possibile. Anzi, il più rispettoso impossibile.

« Konnichi wa, Tenou-sama. Sono Myokatono Takashi. »

Speranzoso rimase inchinato per un minuto, attendendo un invito ad accomodarsi.
Quando non arrivò e il silenzio si fece massiccio e simile ad una spada di Damocle, il ragazzo rinunciò e si mise composto.

Per Haruka non fu un mistero capire che odiava chi aveva suonato. Indipendentemente dal fatto che l’avesse salvata da una morte per imbarazzo.

La donna si alzò lentamente, scoccando uno sguardo penetrante al ragazzo.
Lo scannerizò con gli occhi chiari.
Si fermò sul volto, e concluse di non essere per niente soddisfatta.

« Chi saresti? »

Takashi deglutì, e si portò istintivamente una mano al collo, a proteggere la giugulare - Haruka era peggio di un cerbero inferocito.

« Myokatono Ta–– »
« Non sono sorda. »

L’aria si fece pesante, e Hotaru sudava freddo.
Takashi deglutì sonoramente e i suoi occhi guizzarono in cerca di quelli ametista.

Gesto intercettato da Haruka, alla quale non piacque per niente.

La donna stava quasi digrignando i denti e i pugni erano visibilmente contratti, pronti e vogliosi di accarezzare la guancia del ragazzo se avesse dato la risposta sbagliata.

« È il mio fidanzato, tou-chan. »

Il tono sicuro con cui Hotaru pronunciò quelle parole ferì Haruka.
Tenou quasi si accasciò al suolo, boccheggiando come un pesce fuor d’acqua.

« Forse, in effetti, sono sorda. »

Si corresse la donna, supplicando che la sua bambina non avesse pronunciato quelle fatidiche parole.
Hotaru si accostò al ragazzo, proteggendolo col suo esile e minuto corpo dagli sguardi omicidi del padre.
Senza farsi notare da Takashi mimò una falce che oscillava.

« Taka-chan è il mio fidanzato. »

Quella pugnalata al cuore uccise Haruka sul momento.
La donna svenne sul colpo, e non riprese i sensi fino al giorno dopo.






« Mi-mi… Michiruuu! »
« Ruka-chan… suvvia, lo sai che è grande. »
« Ma… Ma… Ma! La nostra bambina! »

Kaiou sospirò, stringendosi al seno la donna quasi in lacrime.
Possibile che, dopo aver scoperto che tutto quello non era un sogno, l’unica cosa a cui aveva pensato era stato uccidere Takashi-san? E ci aveva pure provato!

« Mi… Mi… Hota-chan mi ha tradita! »

Nuovo sospiro e nuova pacca sulla spalla.
Perfino la donna si era stufata di dover subire tutte quelle paranoie, quando non doveva tenerla per la collottola e impedirle di disintegrare il ragazzo.

« Mi… Mi… Oh, mi ha minacciata con il Death Ribbon Revolution! »

Michiru, a dire la verità, era stata più che felice della cosa: almeno da quel giorno gli scatti improvvisi diretti all’offesa di Takashi erano drasticamente calati.
Da trentanove in un ora erano arrivati a due in un giorno.

Decisamente un successo.

Michiru si promise di ringraziare la figlia, appena sarebbe riuscita a parlarle a quattrocchi.

« E… E… E poi! Oh! L’ha buttata sulla felicità! »

Tirò rumorosamente su col naso, suscitando il disgusto della compagna.

« Lo sa, che io voglio sia fe-fe felice! E ha detto che lei era felice con quel… quel… coso! »
« Si chiama Takashi. O fidanzato, se preferisci. »

Haruka finalmente scoppiò in lacrime.
Michiru si appuntò mentalmente di buttare l’abito dopo che tutto quello fosse passato.

Guardò la compagna con compassione e provò a consolarla in qualche modo.

« Dai, pensaci, è normale che abbia un ragazzo, no? È cresciuta! E con ogni probabilità non sarà neppure il primo… Non costringerla a scegliere tra te e lui. »

E Haruka si sollevò.
Lo sguardo raggiante inquietò oltremodo Michiru.
Il sorriso che le era comparso sul volto sembrava quello di un pervertito. O di un pazzo omicida. A seconda dell’inclinazione da cui lo guardavi.
Ad ogni modo, inquietante.
E non prometteva nulla di buono. Proprio nulla.

« Ha–Haruka? »
« Ti amo, Michiru! »

Si alzò, e non venne mai più presa dallo sconforto.







« Tou-chan? »

Hotaru rimase sconcertata, quando la vide sulla soglia della cucina mente Takashi era lì con lei.

« Hota-chan. Takashi-san, konnichi wa! »

A Takashi la mano divenne di pasta frolla e gli cadde la tazza di tè, che precipitò sul suo grembo bagnandolo del liquido bollente. Il tutto mentre la sua bocca spalancata e gli occhi sgranati si rivolgevano a Haruka.

Dopo un urlo disumano e aver ricomposto la faccia da ebete, Takashi rispose al saluto.

« Konnichi wa, Tenou-sama. »

La donna storse il naso.

« Chiamami Haruka-san, per favore. »

La bocca di Takashi tornò a spalancarsi.

« Michiru, andresti a prendere i miei pantaloni beige? Non possiamo lasciare Takashi-san bagnato! Hotaru, lo accompagni in bagno? Intanto io pulisco e faccio dell’altro tè. »

Hotaru, Takashi, Michiru e Setsuna la guardarono, muti e occhi sgranati.

Che fosse un nemico travestito?

Kaiou le si avvicinò di soppiatto, ma non sentì alcuna energia negativa.
Allora le toccò la fronte ma non sentì neppure una linea di febbre.

« Va tutto bene? »
« Lo chiedi a me?! Haruka, sei tu quella strana! »
« No, assolutamente. Ora andate! »

E mentre ripuliva il tè, da sola, le tornò il sorriso inquietante.

« Tanto si lasceranno, ed io sarò lì a consolarla! Tou-chan è il meglio! »




Parla l’autrice, di nuovo:
Okay… niente pomodori, grazie!
Spero di non aver deluso nessuno, con questo capitolo (che è dovuta essere una one-shot: Haruka mi avrebbe fucilato se l’avessi costretta in una flash-fic come tutte le altre…).
Ora, piccole noticine per distrarvi da quello che avete letto e così non ci uccidete ^_^ alloooooora… Neko-chan significa gattina ^.^ Haruka è dolce dolce sotto la scorza dura che dimostra! E il Deth Ribbon Revolution è l’attacco finale di Hotaru: è con esso che nella terza serie rischia di distruggere tutta la terra ma alla fine uccide solo Pharaon 90; quindi non minaccia solo Haruka di morte, ma minaccia di fare una vera e propria strage… insomma, avrà pur preso qualcosa dal padre, no? XDD
However, passiamo alle cose serie: i ringraziamenti.

Kalos (grazie, cara! :* ), Nemo TheNameless (dici che ho tirato fuori qualcosa di decente dal cappello magico? XD) e chiarucciapuccia (temo che Haruka le cesoie non le possa usare, se non vuole finire la sua vita precocemente XD spero ti abbia fatto ridere comunque -e non morire, suvvia! Hotaru non ha voglia di fare altro lavoro per colpa mia XD), grazie mille per le recensioni lasciateci, ne siamo veramente grate ed onorate! *Inchino kungfuico*


Au Revoir!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Mikayla