Jensen era nella vasca da bagno di Jared.


Non era completamente nudo.


Aveva i pantaloncini del costume.


Mentre era immerso a occhi chiusi coperto di schiuma,


Jared, gli accarezzava il petto, soavemente,
con una rosa.


Senza toccarlo.


Il petto di Jensen si alzava e si riabbassava.
 

Era da tanto tempo che non provavo più delle sensazioni cosi forti….

Sentimenti?
 

Forse….se baciassi me….
 


Jensen senti il viso di Jared vicinissimo, durante quella frase, ma non scattò nessun bacio….
 


Forse…capiresti meglio che…io sono la sola…che tu possa amare….


Non lo vedi che sono a due passi da te……
 


Non posso….non posso….
 
 
 
 
 
 


*

I loro visi vicini.


Le certezze di Jensen che cominciano a vacillare, e poi a crollare.


La tristezza che sentiva solo dieci giorni fa, quasi lontana.


Quasi dimenticata.
 

Vicki è un’immagine sempre più lontana….
 

Jared. Le sue labbra, che timidamente toccano le sue.


La sua mano, sul suo mento, una carezza languida.
 

Mi sto innamorando di te, Jared…..
 

Perso. Jensen si sentiva perso.

“Ti voglio. Voglio te. Ti voglio.” Gli sussurrava Jensen all’orecchio , quasi disperato da quella realizzazione.

“Questo tuo lato non lo conoscevo. Jay…”
 

Dio, gli ho dato un diminutivo…come…come gli innamorati…
 

Jared si lasciò guidare nei baci, nelle carezze,  e guidò nello stesso momento, alternandosi, e Jensen aveva come l’impressione che non era solo lui, Jensen, a sentirsi coinvolto. 
 
 
 
 


*

“Mmm qualcuno si è svegliato bene stamattina.” Gli disse Jared.


“Il merito è tuo, tesoro…il tuo corpo è un ottimo rifugio in cui rifugiarsi.” Gli disse Jensen, accarezzandogli i lineamenti.
 

“vorrei che stessimo insieme oggi, vorrei passare la giornata con te…tu hai qualche impegno?” gli chiese Jensen, facendogli passare una mano sui capelli.
 

Jensen si rendeva conto che stava dicendo parole forti, ma era come se non riuscisse più a controllarsi, a fermarsi.

Voleva solo stare con Jared e non voleva dividerlo con altri.
 
 
 
 
 


*

“padalecki, lei non è un tipo molto professionale..che cosa diranno i suoi clienti?”


“Che probabilmente sono occupato con una persona fantastica” disse Jared, riuscendo ad ammutolirlo.

 

Jensen ne era rimasto cosi colpito, e contento! E lo baciò per arginare il fiume di emozioni che sentiva prorompere nel petto.
 

Si fermarono ad un bar per una merenda, e presero dei milkshake, e Jensen, il grand’uomo, si lasciò addirittura imboccare da jared, che gli passò il milkshake con la cannuccia.
 

Jensen pensò che simili cose non le aveva fatte neanche con Vicki.

Detestava queste sdolcinerie infantili. Le prendeva in giro.
Questi sentimenti forse neanche con Vicki….

Si distrasse solo per un attimo, e si accorse che qualcuno lo stava guardando.

Non ci fece caso. Forse era una delle sanguisughe che volevano il suo Jared.

Beh, non lo avrebbero avuto. Non oggi.
 
 
 
 


*

Mentre cenavano ad un motel qualunque, Jensen si allontanò con una scusa, decidendo di tagliare le gomme della macchina.
 


Era una follia, e lui era un criminale, si disse mentre cercava di decidere se usare un coltellino o no.
 


“So che forse non dovrei preoccuparmene, perché non è la mia macchina, ma non ne hai davvero bisogno. Ti avrei chiesto comunque di restare per la notte” disse jared sorridendo e accennando a una risatina.


L’aveva scoperto! E Jensen era tipo diventato di tutti i colori.


“Non è come pensi.” Borbottò.


“Infatti non lo è. Credevo che amassi quella macchina, ma di sicuro mi sono sbagliato.” Ridacchiò Jared.


“Infatti è cosi.” Disse mortificato.

“Allora è davvero grave la questione…”


“Credo che lo sia, si.” Disse Jensen, sorridendo.
 
 
 


Jensen aveva riconosciuto il tipo incontrato al parco. Era un amico in comune con Vicki.

Aveva il terrore che andasse da lei a dirgli qualcosa.

Che andasse da lei a dirgli che l’avevano visto con Jared.

Non gli importava più di lei, ma di Jared si.
Non poteva perderlo.

E aveva cosi terrore di questa cosa che pensò addirittura di tagliare le gomme della macchina.

Tutto pur di non perderlo di vista.

Una volta tornato a casa poteva incontrare chi voleva, chiunque poteva dirgli qualsiasi cosa.

L’avrebbe perso!
 
 
 
 


*


“Mi sento strano, Jared…”
 

Mi sto innamorando di te, Jared…
 

“Quando sono con te…io non ricordo più chi sono…” disse Jensen.
 

Sono Jensen, ma sono anche Dean…e ti amo cosi tanto…
 
 
 


“Il cuore mi batte cosi forte che non so se ne sono in grado. Mi sputeresti in faccia se ti chiedessi di farlo domattina?”
 


Jared lo guardò bene in faccia e poi sorrise:


“Sputare in faccia a una cosa tanto meravigliosa? Sarei pazzo a farlo.”


“Io…non sono meraviglioso, Jared.”
 

“Schhh…lascialo decidere a me.” Gli disse jared, mettendogli un dito sulle labbra.
 


Jensen lo abbracciò di nuovo, e jared ricambiò.


Un abbraccio dolce, struggente.


Jared era felice, cosi felice che non diede peso alla stretta di Jensen, quasi disperata, timorosa del fatto che Jared potesse scivolargli via.
 
 
 


E poi il dramma.

La morsa che schiacciava il petto di Jensen.

Le sue suppliche di non rispondere al telefono.

La sua disperazione.

Le preghiere.

Il rifiuto.

Desolazione.

Solitudine.

Vergogna.

L’addio.

 

Il cuore in frantumi.
 
 
 












* "Dammene un altro. Ty. i miei ricordi galleggiano ancora."