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Autore: visbs88    10/08/2014    1 recensioni
Un miagolio stranamente simile ad una risata si aggiunse al chiasso e i due bambini si voltarono a guardare Kirara, seduta a gambe incrociate su un masso in riva al laghetto, in un'ottima posizione per godersi l'intera scena. In quel momento si copriva la bocca con una manina, ma gli occhi chiusi e i piccoli sussulti delle sue spalle la smascheravano: non fu una sorpresa quando rivelò un sorriso divertito e allo stesso tempo dolcissimo, che indirizzò in particolar modo a Kohaku. Lo guardò negli occhi senza cambiare espressione e fece guizzare le sue due code, così lunghe da far capolino dietro alla sua testa.
Cinque brevi incursioni nella vita di una sterminatrice di demoni e della sua compagna più vicina, dall'infanzia alle prove più dure – ma sempre con tanta, tanta dolcezza.
[Humanizing; hurt/comfort]
[Seconda classificata al contest L'estate e i suoi attimi fugaci indetto da Mokochan sul forum di Efp, vincitrice del Premio Miglior (Crack) Pairing e del Premio Macedonia con il quinto capitolo]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Kirara, Kohaku, Sango
Note: Raccolta | Avvertimenti: Furry
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3. By surprise

Prompt: Bacio inaspettato/Ricambiato?

 

 

L'enorme tigre ringhiò minacciosa, scoprendo i denti e arricciando il naso, piegata sulle zampe e tesa come se stesse per compiere un balzo. La sterminatrice, però, fu più veloce e risoluta: attaccò per prima, correndo verso l'avversaria con la spada in pugno.

Menò un fendente a vuoto, perché l'agile animale si scansò di lato all'ultimo momento, ingannandola; alzò una zampa per colpirla al fianco e non ci riuscì per un soffio, perché la ragazza si portò fuori tiro a propria volta con un salto all'indietro. Poi la tigre spiccò un balzo per travolgerla, ma lei si abbassò prontamente e si allontanò con una capriola, rialzandosi con un movimento fluido per tornare subito a combattere. Scansò con abilità la fiammata appena scaturita, insieme a un ruggito, dalle fauci della fiera, e provò a colpirla di lato: fallì di nuovo e si ritrovò faccia a faccia con le zanne da cui avrebbe dovuto tenersi lontana. Con prontezza di spirito indietreggiò per recuperare equilibrio e spazio, ma venne caricata dalla tigre e costretta ad un secondo salto atletico per sfuggirle.

Il combattimento continuò così a lungo, senza che alcuna delle due riuscisse a ferire l'altra, fino a quando una zampata traditrice non disarmò all'improvviso la sterminatrice. A quel punto la ragazza si gettò a terra, fingendo di inciampare, per poi rivelare una lama nascosta nella fascia che avvolgeva il suo avambraccio destro: la puntò al collo della tigre, che subito si era gettata su di lei, anche se con uno strano attimo di esitazione. Anche in quel momento era ferma e non cercava di sventrarla con gli artigli, come le sarebbe stato facile; allora la sterminatrice piegò un ginocchio e provò a respingerla. Non le aveva ancora toccato davvero il ventre quando la belva si lasciò cadere di lato, proprio come se fosse stata colpita.

La fanciulla, vittoriosa, con un gesto di grande coraggio salì sopra la sconfitta e alzò la sua arma per il colpo di grazia.

Rimase ferma, ansimando forte, quindi sorrise.

– Per oggi basta, vero?

La tigre uggiolò, per poi essere avvolta da un lampo di luce. Quando questo si dissolse, al suo posto distesa al suolo non c'era altro che un'esile ragazza dal volto gentile, che sorrise di rimando e annuì.

Sango abbassò il braccio per asciugarsi la fronte dal sudore. Il sole picchiava accecante sopra di loro e il caldo era torrido: premeva sulla sua pelle e pareva salire anche dal terreno polveroso. In realtà non si sentiva poi così stanca, ma aveva l'impressione che Kirara lo fosse: quel giorno si erano attardate ad allenarsi anche se tutti gli altri sterminatori avevano finito da un pezzo i loro esercizi giornalieri. Come se non bastasse, Sango non era l'unica a trovare in Kirara un buon finto avversario: in tanti le chiedevano qualche rapido scontro, perché misurarsi tra esseri umani era ben diverso dall'abituarsi a muoversi con creature a quattro o più zampe. Lei non era capace di rifiutare nessuna richiesta ed era dunque la combattente che faticava di più, anche se non se ne sarebbe mai e poi mai lamentata.

– Adesso andiamo a casa e facciamo un bel bagno – le disse Sango, per poi lasciarsi andare a una risata allegra. Kirara scosse forte la testa, anche se sorridendo, perché sapeva che si trattava di uno scherzo: da quel lontanissimo giorno al laghetto, quella era una battuta che la ragazza le rivolgeva spesso. In realtà, per lavarsi le bastava assumere la propria forma demoniaca e ripulirsi con cura usando la lingua, alla perfetta maniera dei gatti, creature notoriamente capaci di mantenersi linde senza troppi sforzi. Di tanto in tanto era vista bagnarsi la testa alla piccola sorgente vicino al campo di addestramento, ma solo quando il caldo era davvero opprimente e sempre con molta parsimonia e attenzione.

– Se non vuoi andare via restiamo qui, ma combattiamo come dico io! – rise ancora Sango. Passò subito alle dimostrazioni pratiche: si mise a fare il solletico alla pancia lasciata scoperta dalla fascia che cingeva il petto di Kirara. L'effetto fu immediato: alla povera vittima piacevano i grattini ovunque, tranne che lì, quindi iniziò a divincolarsi per evitarli – come d'altronde avrebbe fatto chiunque. Ma Sango rideva e anche i miagolii di Kirara tradivano divertimento, tanto più che dopo pochi secondi le mani della ragazza erano già state bloccate da quelle simili a zampine dell'altra: lo scherzo si stava trasformando in un accapigliarsi affettuoso nella polvere, come avrebbero potuto fare due bambine o due cuccioli. Finirono anche per rotolare per qualche metro: quando si separarono e si misero a sedere, erano più sporche e più affannate di quando avevano deciso di concludere l'allenamento. E ridevano più che mai.

Kirara era adorabile, con quell'espressione gioiosa sul viso arrossato. Emetteva ancora quei suoi simpatici miagolii divertiti, quando fissò Sango negli occhi e poi si sporse verso di lei.

In un attimo la ragazza sentì due piccole labbra calde premere contro le sue.

Tra tutte le sorprese che aveva avuto in vita sua, quella poteva ambire, senza ombra di dubbio, al primo posto nella classifica delle più inattese e disarmanti in assoluto. Sango rimase immobile, senza la minima intenzione di ritrarsi, ma senza nemmeno fare nient'altro: lo sgomento era troppo, anche se non era uno sgomento indignato, o turbato, o furioso.

Kirara si staccò dopo pochi secondi. La guardò negli occhi e le rivolse un sorriso a metà tra la scusa e la dolcezza più infinita. Il delicato versino che emise l'istante successivo sembrò una richiesta di approvazione, di conferma, mentre le sue guance assumevano una tinta da far invidia ai papaveri che si agitavano pigri poco lontano da loro.

Sango rimase immobile qualche altro momento. Avrebbe dovuto usare quel tempo per riflettere, ma la sua mente era come bloccata; per fortuna, ciò non le impedì di fare, alla fine, la cosa giusta: sorridere ed essere felice.

Strinse una mano di Kirara con la propria e finalmente prese coscienza di quanto il proprio cuore battesse forte; Kirara sembrò risplendere di gioia e si tuffò ad abbracciarla stretta come non aveva mai fatto. Sango ricambiò e nemmeno lei avrebbe potuto immaginare l'espressione radiosa che aveva in quel momento: sapeva solo di sorridere e che era tutto perfetto così.

Si rialzarono dopo qualche minuto, sciogliendo la loro stretta solo a causa del passaggio di un'anziana signora del villaggio lì vicino.

Kirara fece l'occhiolino senza smettere di sorridere festante. Sango le diede un bacio sulla guancia e poi le rimase vicina, per poterle bisbigliare all'orecchio.

– Sei la persona più speciale che esista al mondo.

Altre parole sarebbero state superflue e sprecate: Kirara rispose con un miagolio lusingato che suonò quasi come un “Anche tu”, poi bastarono sorrisi e sguardi, come nel buio delle loro notti d'estate. Avevano imparato a capirsi con pochi cenni grazie al tempo, alla costante vicinanza, e da quel giorno comunicare divenne ancora più istintivo.

In seguito, Sango si domandò perché fosse stata tanto sorpresa da quel bacio così spontaneo e innocente: da tempo sapeva che il suo rapporto con Kirara andava oltre ogni amicizia, ogni sorellanza, ogni legame che le altre persone avrebbero potuto immaginare. Lo avevano solo suggellato, palesando una realtà che faceva ormai parte delle fibre del loro essere e del loro stare insieme. Forse era stato per via del momento, che prima non era sembrato serbare nulla di romantico, o per il fatto che era sempre stato tutto talmente naturale tra loro che sembrava dovesse durare per sempre, una situazione di semplice armonia e totale intesa; comunque fosse, la gioia che quel passo avanti diede a entrambe ricompensò con generosità quell'inizio improvviso.

Pur non possedendo la parola, bensì code e orecchie di gatto, Kirara era molto più umana di tanti individui meschini che avevano avuto la sfortuna di incontrare: per questo Sango non ebbe mai alcun dubbio. E quella sera ammirare la luna insieme ebbe un sapore semplicemente perfetto.

 

 

 

 

Ringraziamenti:

Grazie mille a Sesshomaru_sama e Syugi per avere recensito il secondo capitolo! ^_^

 

Due paroline due:

Insieme al precedente questo è il capitolo che meno mi convince XD mi ha aiutata solo a capire che a furia di scrivere scene di combattimento in un'altra mia long ci sto prendendo gusto, se ne ho infilata una perfino qui quando potevo benissimo risparmiarmelo. Sono contenta di aver mostrato almeno una volta Kirara nella sua forma demoniaca – anche per rendere chiaro che ne possiede una –, ma a parte questo trovo la seconda parte della storia un discreto disastro. Spero che non risulti così frettolosa come sembra a me, per quanto ci rimaneggiassi sopra. Ho sinceramente paura di aver fatto un errore ad affrontare così lo shojo-ai, ma non mi resta che attendere conferma o meno da eventuali feedback, se qualcuno sarà così carino e magnanimo da lasciarmene.

Intanto, grazie in anticipo anche a chi solo passerà a leggere, a domenica prossima!

Un bacio, visbs88.

   
 
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