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Autore: FreDrachen    10/08/2014    3 recensioni
SOSPESA
La vita scorreva lenta e noiosa per Nidafjoll,principessa della Terra del Sole. L'unico a capirla é la sua viverna, Ratatoskr con cui aveva stretto un legame eterno.
La vita di corte così assillante per la sua natura indomabile,viene scardinata dall'arrivo di San eroe di una guerra combattuta anni prima di cui la principessa è all'oscuro. L'uomo sembra l'unico disposto a darle spiegazioni alle strane visioni sulla Gilda degli Assassini, annientata cinquant'anni prima.
Gli eventi crolleranno quando Nida verrà a sapere di un'atroce verità su di sé e il suo passato che la trasformeranno dalla principessa indomita che era,in una guerriera pronta a tutto per ottenere vendetta.
Della sua rabbia e del suo rancore approfitteranno gli elfi per riconquistare il Mondo Emerso.
Forze millenarie determineranno le sorti del mondo.
Nida riuscirà a scegliere tra la dannazione e la salvezza del suo mondo?
[crossover Mondo Emerso/Ragazza Drago]
Dal prologo:
Dubhe brandì la spada e la trapassò da parte a parte. I suoi uomini la imitarono.
La Gilda degli Assassini aveva cessato di esistere portandosi con sé questa tremenda previsione. In elfico.
Il nostro tempo tornerà.
Genere: Dark, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dubhe, Nuovo personaggio, Rekla, San
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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CAPITOLO 1

Vita di tutti i giorni

 
Il sole era già alto quando un’ancella andò a svegliarla.
«Sveglia principessa», la ammonì aprendo le tende.
La principessa tirò le coperte sul viso, coprendo gli occhi e mormorando, con la voce ancora impastata dal sonno: «Ma è presto... Torna più tardi».
«Vostra Altezza non vorrà far arrabbiare vostro padre, e trascurare i propri regali doveri. Suvvia, alzatevi: il mattino è già inoltrato».
Con uno sbuffo scivolò fuori dalle coperte piazzandosi davanti alla specchiera per lavarsi il viso.
Questo fu il modo in cui cominciò la giornata della principessa Nidafjoll, Nida per gli amici. Capelli lunghi e biondi, orecchie leggermente a punta, corpo snello e scattante. Aveva degli strani occhi, inquietanti. Erano di un verde splendente, ma uno era segnato da venature dorate, mentre l'altro da venature nere. Si contemplò allo specchio. Ne era fiera. Si sentiva un po' speciale.
Prima di tutto andò nella stanza da bagno. Attraversò un lungo corridoio pieno di tappeti ed enormi lampadari, che separava la sua stanza con il bagno. Appena aprì la porta, una nuvola di vapore l’avvolse. Si tolse la veste da notte, e rimase per un istante in piedi sul bordo dell’enorme vasca di marmo incastonata nel pavimento, con una piccola scaletta intagliata direttamente nel marmo, e circondata da colonne. Le ancelle scaldarono l’acqua in grosse pentole, che poi versarono nella vasca. Poi le intrecciarono i capelli. A operazione finita, la ragazza scese i gradini, e s’immerse nell’acqua fumante.
Poi fu la volta della prova degli abiti.
Con lo stomaco che brontolava per la fame.
Arrivò il sarto di corte, un uomo minuto e sottile come un giunco, con mani nervose e tremanti, tanto che, qualche volta, la pungeva con gli spilli.
«Ahi!»protestava Nida.
«Non vi preoccupate Principessa. Ho quasi finito»la rincuorava il sarto, con voce sottile. Alla fine, dopo un’ora abbondante, si ritirava per confezionare il nuovo abito, che si sarebbe aggiunto agli innumerevoli che aveva.
«Ma a cosa mi servono tutti questi vestiti? Ne ho a bizzeffe».
«Principessa per le cerimonie di rappresentanza. Ma ora dovete vestirvi. I vostri genitori vi attengono per la colazione»le rispose dolcemente l’ancella, indicandole il vestito steso sul letto.
Sebbene fosse un abito semplice, privo di tutti gli orpelli che era costretta a indossare nelle occasioni ufficiali, era comunque un vestito elaborato,di un violetto delicato, a mezze maniche.
L’ancella l’aiutò a stringere i lacci che percorrevano tutta la schiena, e a infilarsi i bracciali metallici con delle borchie. Poi le annodò i capelli in una morbida crocchia, e le fece indossare la corona. Quando ebbe finito, l’ancella la guardò, soddisfatta del suo lavoro.
«Ecco, siete bellissima».
Nida si contemplò allo specchio, che le restituì una ragazzina compita, elegante e graziosa, l’immagine perfetta di una figlia amorevole. Si lisciò la gonna.«Possiamo andare».
 
Non appena giunse nella sala da pranzo c’erano tutti. Sua nonna Dubhe le rivolse appena un’occhiata. A volte, a Nida, pareva soffrisse nel vederla, come se le ricordasse un incubo, o qualcosa del genere. Sua madre Fea le rivolse un’occhiataccia per il perenne ritardo, mentre i suoi fratelli, Amina e Kalth, cercavano di soffocare una risata. E infine suo padre Neor, che, non appena la ragazza prese posto accanto a lui, le diede un bacio sulla guancia.«Buongiorno»le disse dolcemente. Lei gli rispose con un caldo sorriso. La colazione fu un vero e proprio supplizio. Quando finì, fu ancora peggio.
«Padre, vado a volare con Ratatoskr»avvertì Nida i suoi genitori.
«E no, signorina. Tu ora vai a lezione del Maestro Oromis».
«Ma…»stava per controbattere, quando Neor intervenne.
«Fea, le abbiamo concesso un’ora da dedicare al suo amico. Lasciala fare».
«Lo sai quanto me che per lei quell’ora sono sempre due o tre. E sai anche quanto sia importante lo studio».
«Cercherò di arrivare puntuale a lezione»promise Nida, con sguardo supplice.
Fea alzò gli occhi al cielo, poi sospirò.«E sia. Puoi andare».
Nida era sul punto di abbracciarla, quando si ricordò dell’etichetta.«Grazie madre» disse. Le suonava falso l’affetto che aveva cercato d’infilarci, come se lei fosse lontana, una persona completamente estranea a quella parola.
Si catapultò nella sua stanza,e ordinò ad un'ancella di aiutarla a togliersi l'abito. La serva la guardò, stupita.
«Non posso cavalcare conciata così»disse, indicando l'abito.
L'ancella sospirò, ma ubbidì. Non appena fu libera dal vestito, indossò la sua tenuta d’allenamento:un corpetto viola con casacca e calzoni neri infilati in stivali neri anch’essi. Si contemplò allo specchio. "Ora si che si ragiona". Solo in quei panni si sentiva al suo agio.
 Si diresse verso la scuderia dei draghi. Andò speditamente verso lo scudiero, intento a riempire le carriole di carne fresca, destinate ai draghi. Non appena la notò, lo scudiero s'inchinò.«Principessa, la vostra cavalcatura sta ancora dormendo». Nida gli rivolse un segno d'assenso. Si diresse alla quinta nicchia a sinistra, dove riposava quello che ella chiamava il suo amore.
In realtà non era un drago: gli mancavano le zampe anteriori, e sembrava un serpente alato. Era una viverna nera come la notte,con una gemma viola nel mezzo della fronte.
Dormiva ancora, e questo le fece provare una tenerezza ancora più grande nei confronti della creatura.
“Sveglia pigrone. Non vorrai dormire tutto il giorno, spero” ,lo apostrofò ironicamente Nida con il pensiero.
“E va bene... Sono sveglio, sono sveglio!”,ribatté la viverna sbadigliando, per poi prenderla in giro: “Comunque,gradirei essere svegliato dolcemente, senza irruzioni improvvise nella mia mente da parte tua”.
La ragazza gli rispose: “Come sei permaloso,Ratatoskr”, aggiungendo: “Se vuoi che voliamo insieme, ti consiglio di sbrigarti. Sono già in ritardo”.
“Allora muoviamoci”.Detto questo, la viverna si erse in tutta la sua altezza ed esortò la ragazza a salire.
«Ticho, apri la volta»disse, rivolta allo scudiero. Questi annuì e sparì da qualche parte. Avvertì un forte cigolio e alzògli occhi. Il tetto sopra la nicchia si stava aprendo, muovendosi su due grosse ruote dentellate, fissate ai vertici delle pareti. Un cielo di un blu assoluto iniziò a occhieggiare dall'apertura. Ratatoskr gettò un ruggito al cielo. "Pronta?"domandò. «Pronta»rispose Nida, con convinzione.
Uscirono all’aria aperta e la viverna si alzò in volo.
“E’ troppo bello”,  pensarono contemporaneamente. Volare riportò nelle loro menti frammenti del loro passato….
 
Si erano conosciuti all’età di otto anni, nella foresta a sud di Salazar, nella Terra del Vento. La città era, in quell’anno, la sede di riunione del Consiglio, che si svolgeva annualmente in una delle Otto Terre; lì vi si radunavano tutti i sovrani del Mondo Emerso. Nida, quella volta, si era dimostrata particolarmente recalcitrante: la noia che un’occasione di quel genere, in cui c’erano solo adulti, dava a una bambina attiva come lei, era troppo grande da sopportare. Il re suo padre, tuttavia, l‘aveva costretta a venire.«Una principessa non può mancare a un’occasione così importante per il miglioramento dei rapporti con gli altri Regni». Quel giorno, i sovrani si erano fermati a discutere in una radura nella foresta, quando Nida, annoiata e irritata, si allontanò furtivamente dall’occhio vigile dei soldati posti a guardia del luogo, si addentrò nella vegetazione e si ritrovò faccia a faccia con Lui.
Era una strana creatura, assai simile a un drago ma con tratti più eleganti e delicati. Nida, benché fosse completamente sola, non ne ebbe paura, ma anzi percepì il timore di quell’esserino e, d’istinto, gli si avvicinò e lo toccò sul muso.
 Al contatto con la sua pelle squamosa si sentì travolgere da un’ondata d’energia. Da quel momento, Nida comprese che non avrebbe mai più voluto separarsi da Lui.
Ci volle molto per convincere i suoi genitori e i nonni a tenerlo. “Potrebbe essere pericoloso”, la ammonivano; maNida non li ascoltava. Il dolce pensiero di quel musetto cancellava dal suo animo ogni paura e diffidenza nei confronti della viverna. Sentiva che poteva fidarsi di lui.
Alla fine i sovrani si arresero alle suppliche della bambina, colpiti dalla sua perseveranza e persuasi dal coraggio che ella dimostrava prendendosi cura di quella creatura, che tutti osservavano con timore e diffidenza. Di lì a poco, Nida iniziò ad affezionarsi a Lui e, parlandogli mentalmente, gli trasmetteva i suoi pensieri. All’inizio la viverna era un po’ titubante, ma ben presto divenne il suo migliore amico, sempre disposto ad ascoltarla. Ma il cammino per la felicità non è mai privo di ostacoli.
Quel giorno, Nida aveva appena varcato la soglia della scuderia, come faceva ogni mattina da cinque anni, quando intravide il muso della sua adorata viverna dietro a delle sbarre. La ragazza tentò di liberarlo, ma la serratura della gabbia svolgeva bene il suo compito.
«Come mai è rinchiuso?», chiese allarmata.
Una delle guardie ribattè sgarbatamente con un’imprecazione: «Questa bestia è una maledizione! Non si lascia avvicinare da nessuno. Il bastardo ha quasi ucciso uno scudiero che ha provato a dargli da mangiare». Per un qualche inspiegabile motivo,Nida fu immediatamente certa che non fosse vero.
«Scoprirò cos’è successo veramente. E non usare questo tono con me e con lui! Chiedi subito scusa», ordinò. Poi rivolse un pensiero alla viverna: “ Stai tranquillo. Farò il possibile”.
L’episodio generò grandi difficoltà per la loro amicizia. I sovrani, appresa la notizia, proibirono alla figlia di recarsi ancora alle scuderie per fare visita alla viverna. Nida le tentò tutte: implorò, supplicò, espose le sue lamentele, mise il broncio e cercò di spiegare che la sua viverna non era pericolosa e, se aveva aggredito lo scudiero, lo aveva fatto solo per difendersi. Ma Neor, suo padre, non cambiò idea. Così la ragazza decise di andare alla radice del problema: lo scudiero.
Lo trovò nell’infermeria della servitù, con un’ampia fasciatura sul torace. Stava dormendo, e Nida ritenne che fosse il momento giusto per agire.
«Nyissameg a fejében»,mormorò. La sua mente si aprì a quella dell’uomo, rendendole possibile capire cosa fosse realmente accaduto. Poi, senza riuscire ad aspettare la luce del giorno, si precipitò negli appartamenti di suo padre. «Padre, io so quello che è successo. Ratatoskr è innocente», esclamò Nida, piombando ai piedi del letto del re.
«Che ore sono? E chi è Ratatoskr?» le chiese il padre, allarmato dal comportamento della figlia.
«La mia viverna, ma adesso non importa come si chiama. Importa che lo stiate tenendo imprigionato ingiustamente! Non è colpa sua. E’ colpa dello scudiero, che l’ha colpito, anziché dargli da mangiare, per irritarlo, e lui si è semplicemente difeso, com’è nella sua natura».
«Nida, stai colpevolizzando un uomo senza alcuna prova a sostenere la tua accusa…».
«Ma io ho le prove. Manda un mago a sondare i ricordi dello scudiero e vedrai che ho ragione».
 Dopo aver visto che la figlia era nel giusto, Neor si arrese alla sua volontà e, prima di tutto, fece rinchiudere lo scudiero colpevole nelle segrete. In seguito, a mente fredda, si chiese come la figlia avesse fatto a scoprire la verità.
«Avevi ragione», disse semplicemente a Nida. La ragazza si limitò a sorridergli.
Quello fu l’unico episodio negativo nel rapporto tra Nida e Ratatoskr, che divennero in poco tempo amici inseparabili. La viverna iniziò ad aprire il proprio cuore alla ragazza, raccontandole la sua vita prima del loro incontro e rivelandole il suo segreto.
 
Nida arrivò in ritardo alla lezione del maestro Oromis. «Sempre in ritardo, principessa Nidafjoll», la rimproverò l’uomo con la sua voce irritante.
«Mi dispiace. Domani arriverò puntuale», si scusò Nida, cercando di mostrarsi il più contrita possibile.
«Domani, domani…Tutti i giorni la stessa storia! Per punizione, per la prossima lezione ricopierai dieci volte l’ode di Baldwin Alla sera. E ora, siediti!». Detto questo, il maestro iniziò uno dei suoi noiosi discorsi sulla letteratura antica.  Nida sperò intensamente che quelle ore in balìa delle sue chiacchiere passassero rapidamente.
Ma il peggio doveva ancora avvenire.
 
Trovò la sua istruttrice di buone maniere già ad attenderla.
«Ben arrivata Principessa»la salutò Lady Kempten.
Nida represse una smorfia al pensiero di ciò che l'aspettava.
Infatti la donna batté le mani e dalla poeta i materializzò un ragazzo alto quasi due metri ma sottile come un giunco. Al suo fianco si sentiva bassa e goffa.
«Iniziamo con un lento».
Uno schiocco di dita e l'orchestra iniziò a suonare.
Cail,così si chiamava il ragazzo,cercava in tutti i modi di farla volteggiare come una lieve farfalla. Ma il risultato era che Nida gli finiva perennemente addosso dato che perdeva l'equilibrio pesandogli sempre il piede.
Lady Kempten si portò una mano davanti agli occhi esasperata.
«Siete un disastro»commentò. Come sempre.
Nida incassò il colpo ma non replicò.
Poi su la volta del ricamo. Se c'era qualcosa di peggio della danza era proprio il cucito.
A che serviva starsene seduti lì a intrecciare fili,dato che esistevano i sarti?
E Lady Kempten trovava sempre qualcosa da obbiettare.
«Lì dovevate passare solo una volta il filo».
«Cos'è quello scempio? Doveva realizzare un arazzo con l'emblema del vostro casato non quello...sgorbio».
Nida la fissava sempre male senza però proferire parola.
«Misericordia»mormorò asciugandosi il viso.
«Siete un disastro».
La congedò con un cenno della mano.
Nida con sollievo uscì di volata dalla stanza.
Era tardi pomeriggio. Il che significava una sola cosa.
Il suo sfogo abituale la stava attendendo.
 
Tiro, assalto, affondo. Tiro, assalto, affondo. Dopo una noiosa lezione sui poeti antichi e noiosissime lezioni di bon ton, non c’era niente di meglio di un po’ di scherma per svuotare la mente e rilassarsi.
«No, no. Non ci siamo. Devi mettere più energia in quelle gambe, quando salti», le urlò il suo maestro di scherma Democrito dall’altra parte del campo. La ragazza, sudata e affannata, annuì, eseguendo l’ordine con maggiore impegno.
La cena non fu meno noiosa. Dovette indossare panni nei quali non vi si ritrovava. E in più la rigida etichetta che sua madre Fea imponeva a tutti le impediva di lasciarsi andare ai suoi veri sentimenti con la sua famiglia.
La giornata trascorse monotona come tutte le altre. Prima di gettarsi sul letto, lanciò un'occhiata ai fogli di pergamena e la penna nel calamaio sopra la scrivania. Ah, si. La punizione del vecchio gufo.«Duplizieren»mormorò toccando con un dito il foglio, su cui apparve la poesia copiata per dieci volte, scritta in bella calligrafia. Nida si affacciò alla finestra della sua camera per ammirare la città illuminata, ma soprattutto il tanto amato cielo, con le sue due lune, alla ricerca di qualche stella cadente, finché, stanca e spossata, non s’infilò sotto le coperte, nell’attesa speranzosa che la sua vita diventasse più interessante.
 
*trad:duplicazione










Angolo autrice:ciao a tutti ^_^
Eccomi con il primo vero capitolo di questa storia.
Vorrei ringraziare magicadark007 e nihaltali99 per il loro sostegno( sarei impazzita da tempo ormai XD) e tutti voi lettori/lettrici silenziosi, a cui lascio(se volete)l'invito di dire la vostra :D
Alla prossima :)
   
 
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