Anime & Manga > Mademoiselle Anne/Haikara-san ga toru
Segui la storia  |       
Autore: Benio Hanamura    10/08/2014    1 recensioni
[Mademoiselle Anne/Haikara-san ga toru]
“Il mio nome è Kichiji Hananoya… o meglio, questo è il mio nome dall’età di 15 anni. Fino ad allora ero Tsukiko, la sesta figlia della famiglia Yamada...”
Nel manga originale della Yamato è detto ben poco del passato della geisha Kichiji, che fa la sua prima comparsa come causa inconsapevole di gelosia della protagonista Benio nei confronti del fidanzato Shinobu, ma che poi si rivelerà essere solo una sua ottima amica e stringerà una sincera amicizia con Benio stessa, per poi segnare anche l’esistenza del padre di lei, vedovo inconsolabile da tanti anni.
Per chiarire l’equivoco e per spiegarle quale rapporto c’è davvero fra lei e Shinobu, Kichiji racconta la sua storia del suo passato a Benio, dei motivi per cui è diventata geisha, abbandonando suo malgrado il suo villaggio quando era ancora una bambina, ma soprattutto del suo unico vero amore, un amore sofferto e tormentato messo a dura prova da uno spietato destino…
Dato che questa storia è solo accennata nel manga, ma mi è piaciuta e mi ha commossa molto, ho deciso di provare ad approfondirla e di proporvela come fanfiction!
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
   Il tempo passava, ed io avevo ripreso in mano le redini della mia vita. L’addestramento di Shitaji procedeva bene e Shinobu era ormai un affezionato cliente, anche se più che per “spassarsela con le geishe”, come dicevano i suoi compagni, veniva all’okiya per venire a trovare me. Qualche volta ci capitava anche di incontrarci all’esterno, tranquillamente alla luce del giorno, perché, proprio come Koji, Shinobu non era assolutamente il tipo da preoccuparsi delle apparenze o di ciò che avrebbero potuto pensare di lui: aveva solo deciso di fare una passeggiata o di entrare in una sala da tè per chiacchierare con una vecchia amica, che male avrebbe potuto mai esserci in questo? Questa fu l’osservazione che fece quando un giorno gli espressi il mio timore che quei nostri incontri potessero danneggiare la sua reputazione, un’osservazione con la quale avrebbe voluto rassicurarmi ed invece ebbe un po’ l’effetto opposto. Ma cos’altro avrei dovuto aspettarmi? Eppure cosa significavo io per lui me l’aveva detto chiaramente fin dall’inizio, ed ancora più esplicitamente quel giorno in cui mi ero ripresa fra le sue braccia con le bende che mi stringevano i polsi, quelle bende che lui aveva disperatamente improvvisato per salvarmi la vita, e che io avevo segretamente conservato come una reliquia, macchiate così com’erano del mio sangue, nello stesso cassetto in cui custodivo la sciarpa ed altri ricordi di Koji, l’omamori della mamma e le lettere della mia famiglia.
   Avevo sempre saputo la verità, eppure impulsivamente avevo fatto una cosa così assurda: nonostante la vita in risposta alle mie aspirazioni mi avesse già sbattuto in faccia l’amara realtà avevo nuovamente osato pensare chissà cosa! Senza contare che avevo dimenticato un altro aspetto della realtà che non avevo mai seriamente considerato, e col quale avrei dovuto fare prima o poi i conti. E quel giorno arrivò prima che potessi immaginare, una sera durante un ozashiki in cui i giovani che circondavano Shinobu parevano particolarmente allegri e vivaci, ed il chiasso che facevano attorno a lui si sentiva fin dal piano di sopra, quando ero ancora in camera mia per gli ultimi ritocchi prima di scendere.
  “Devi sapere, Kichiji, che oggi è un giorno molto importante, ed è proprio per questo che siamo qui a festeggiare!” esordì Ogawa, il più rumoroso del gruppo che sembrava già un po’ alticcio, non appena mi fui avvicinata al loro gruppo per capirci di più.
  Al che guardai con aria perplessa Shinobu, che cercava di trattenerlo, invitandolo anche ad un maggiore contegno, ovviamente invano.
  “Finalmente è arrivato anche il suo turno, è stato preso all’amo, il nostro Ijuin si è ufficialmente fidanzato!!!” sbottò infine Ogawa, ridendo sguaiatamente e  dandogli forti pacche sulle spalle.
  “Cos’è questa faccia, Ijuin, capisco che hai perso la tua libertà e troppe fanciulle dell’aristocrazia piangeranno, ma non sarà peggio di un funerale, quindi beviamoci sopra dopo un altro brindisi… Kanpai!!!” disse Ito, un altro suo compagno fino ad allora rimasto zitto.
   “KANPAI!!!” gli fecero eco tutti gli altri, a cominciare da Ogawa, che si era avvinghiato al festeggiato in un abbraccio che sembrava di più una stretta di arti marziali.
  Nonostante la stretta soffocante Shinobu manteneva come da suo solito un atteggiamento composto e si limitò a sorridere garbatamente ai compagni intenti a festeggiarlo. Allo stesso modo sorrisi anch’io, ma fu una di quelle volte in cui per riuscirci dovetti sforzarmi, e subito dopo annunciai che sarebbe stato il caso di assentarmi per un attimo per andare a prendere qualche altra bottiglia di sakè. Ero diventata una geisha esperta, e sapevo bene come districarmi in certe situazioni, infatti nemmeno Kiyoko, Kikyo-san  e le altre lì presenti sospettarono di nulla. Fra l’altro è anche vero che avevo smesso di farmi troppe illusioni di poter avere prima o poi una vita diversa, ed anche se negli ultimi tempi mi erano nate alcune fantasie su Shinobu Ijuin queste non erano minimamente paragonabili a quelle su Koji. Ormai nemmeno l’idea di avere prima o poi un qualsiasi danna non mi sembrava più così abominevole come un tempo, ma semplicemente avevo iniziato a considerare il danna come una componente come tante della vita di qualsiasi geisha, alla quale era precluso il vero amore, e la vita era stata fin troppo generosa con me donandomi quegli splendidi mesi insieme a Koji. Shinobu era gentile, generoso, leale, non si dava arie come avrebbe potuto un giovane aristocratico come lui, aveva il senso dell’umorismo, nonostante avesse anche lui sofferto fin da bambino: amavo il suo carattere, ma essendo ormai divenuta più matura mi rendevo conto che non avrei potuto sperare niente di più che magari potesse diventare lui il mio danna un giorno, date le sue nobili origini. Un danna, non certo un marito, perché un giovane del suo rango, per quanto incurante del giudizio altrui e delle apparenze, non avrebbe mai potuto abbassarsi a sposare una geisha, e più anziana di lui per giunta! Sua moglie sarebbe stata un’altra, una fanciulla del suo ceto sociale, ed una come me avrebbe al massimo potuto condividere un uomo di quell’ambiente, non certo frequentarlo ufficialmente e tanto meno averlo tutto per sé!
    Mi felicitai con tutto il cuore con Shinobu, gli dissi quanto quella fanciulla fosse  fortunata e gli chiesi di raccontarmi, la prossima volta che ci saremmo visti, com’era andato il loro primo incontro, previsto per l’indomani. Non gli feci quell’ultima richiesta per farmi sadicamente del male, in quel momento pensai davvero che se la mia condizione di geisha mi privava del diritto di avere sogni troppo ambiziosamente romantici mi sarei contentata di vedere felici le persone a me care, ed ero certa che un ragazzo come Shinobu, mio amico tanto quanto del mio Koji, avrebbe potuto sposare soltanto una fanciulla bella, intelligente, sensibile e gentile. Insomma, una donna a lui affine, che sarebbe stata un’ottima moglie e lo avrebbe reso felice, esattamente come avrei fatto io al suo posto, perché ad uno come lui era impossibile non volere bene.
   Shinobu promise, e la nuova occasione si ripresentò più o meno un mese dopo. Fu lui a contattarmi, chiedendomi di incontrarci. Purtroppo però la sua fidanzata, una certa Benio Hanamura, non era affatto come l’avevo immaginata. Come al solito Shinobu pareva prendere la situazione con molto umorismo, ma ciò che mi raccontò non mi fece ridere affatto, anzi! Quella ragazzina non solo l’aveva schiaffeggiato quando si erano casualmente incontrati prima che lui arrivasse a casa sua, ma poi lo aveva persino sfidato a duello battendosi con lui in presenza del padre! E come se non fosse bastato, non aveva preso affatto bene la decisione del padre e perciò non si era fatta alcuno scrupolo a fuggire con un altro ragazzo!!! Lui stesso li aveva ritrovati ed aveva ricondotto la sua fidanzata dal padre, ma ciò che era accaduto non lo aveva fatto desistere dalla decisione di sposarla e lei ormai si era trasferita a casa sua, come apprendista sposa della famiglia Ijuin, e continuava a combinarne una nuova ogni giorno, col dichiarato intento di farsi scacciare.
   Non riuscivo proprio a comprendere Shinobu, che non solo non si era minimamente offeso per l’atteggiamento continuamente ostile della signorina Hanamura verso di lui e verso il suo ambiente, ma addirittura pareva sempre più entusiasta di lei da come, anche nel corso dei nostri successivi incontri, mi raccontava tutto ciò che lei combinava ogni giorno: conoscevo fin troppo bene la sua generosità, ma quel suo atteggiamento pareva rasentare il masochismo, anche se sapevo che si comportava così per compiacere la nonna. Finché iniziai a notare una luce particolare nei suoi occhi ogni volta che pronunciava il suo nome, inequivocabile segno che quel suo entusiasmo inizialmente legato alla comicità di certi atteggiamenti di quella strana ragazza, meritevole di aver rotto la monotonia della sua vita da rampollo di una nobile famiglia ancora troppo legata alle vecchie tradizioni, si stava trasformando in qualcosa di ben diverso, ovvero una simpatia sincera, se non addirittura amore!!! Anche se una geisha come me non avrebbe mai dovuto osare nemmeno sognare di poter avere una vita felice accanto ad un uomo come lui decisi che avrei dovuto fare qualcosa: qualunque cosa fosse accaduta in futuro Shinobu sarebbe rimasto almeno il mio migliore amico e perciò dovevo fare di tutto per aiutarlo, per impedirgli di rovinarsi la vita, restando intrappolato in un matrimonio che lo avrebbe condannato inevitabilmente all’infelicità.
    Solo quando ebbi modo di incontrare Benio Hanamura di persona capii di essermi sbagliata. Poverina, si era trovata in una brutta situazione proprio a causa mia, perché mi ero lasciata sfuggire che avrei voluto conoscere la fidanzata del sottotenente Ijuin davanti a certi conoscenti, alcuni giovani sbandati che frequentano il quartiere dell’okiya, e loro avevano inteso che io avessi cattive intenzioni nei suoi confronti ed avevano attaccato briga con lei! Ho avuto così modo di vederla in azione, e fin dal primo momento in cui la vidi qualcosa in lei mi colpì. Forse il suo coraggio, la familiarità che aveva nei confronti di quello strano portantino che la chiamava “capo” e l’atteggiamento che ebbe con me, che dimostrava che non era affatto altezzosa come mi sarei aspettata da una ragazza di buona famiglia… Desistetti dal mio intento iniziale e dopo aver mandato via i miei amici chiarendo l’equivoco scambiai con lei poche parole, ma mi bastarono per comprendere finalmente che una ragazza come lei era esattamente la donna ideale per Shinobu. Non solo, anche se lei non lo ammetteva era evidente ciò che provava per lui. Le feci i miei migliori auguri di essere felice con il suo fidanzato ed ero sincera, anche se non posso negare che mentre da un lato mi ero finalmente messa il cuore in pace dall’altro mi sentivo profondamente triste, come svuotata. Ma avrei superato anche questa, perché grazie al cielo mi avrebbero aiutata molto gli impegni del mio lavoro. Avrei dimenticato quella storia, ed avrei pian piano cominciato a considerare Shinobu semplicemente come un cliente un po’ speciale, una sorta di fratello minore, come sarebbe stato giusto.

 
  
Note:

Kanpai: la parola giaponese kanpai 乾杯 si utilizza quando si brinda. Noi italiani invece siamo abituati a dire "cin cin", ma è meglio non usare quest'espressione se facciamo un brindisi con un giapponese, perché in giappone con la parola cincin s'intende l'organo genitale maschile (non il termine medico, ma è un modo di dire) !!
kanpai scritto con l'alfabeto kanji è composto da due ideogrami: kan =seccare e pai = bicchiere.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Mademoiselle Anne/Haikara-san ga toru / Vai alla pagina dell'autore: Benio Hanamura