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Autore: Jade Tisdale    11/08/2014    2 recensioni
Una terrestre che non è riuscita a sottrarsi al destino che il Dottor Gelo aveva previsto per lei.
Un androide che si è fatta assorbire da Cell e che da quel giorno ha iniziato a sognarlo.
Una moglie che non riesce a dimostrare il proprio affetto verso il marito.
Una madre che si chiede se sua figlia potrà avere una vita serena.
Un cyborg che sta cercando di progettare un futuro da umana.
Ma C18 che cos'è davvero?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 18, Altri, Crilin, Marron | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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30. Due splendide sorelline.

 

 

«Bra, è la terza volta che ti vedo qui in cucina a mangiare del gelato. Non pensi sia il momento di smetterla?»
La bimba dai capelli celesti controllò di non aver sporcato di cioccolata il vestitino a pois. 
«No no!» esclamò, continuando a mangiare.
«Sì, invece.» continuai. «Questo è l'ultimo, altrimenti ti verrà mal di stomaco.»
Gli occhi di Bra cominciarono ad inumidirsi.
«Ma... Ma..» balbettò. «E' stata Marron a dirmi che potevo mangiare tutti i gelati che volevo...» 
La tempia destra cominciò a pulsarmi e la figlia di Vegeta cominciò ad indietreggiare. Uscii in fretta dalla Kame House e localizzai subito mia figlia: era seduta sulla sabbia assieme alla piccola Pan e insieme stavano costruendo un castello.
Proprio in quel momento, arrivarono Goten e Trunks.
«Scusa il ritardo tesoro, ma sai com'è mio padre quando si tratta di allenamenti!» esordì il sayan più grande.
Mia figlia scosse la testa. «State tranquilli, io...»
«Ti rendi conto di ciò che hai fatto?» sbottai, mettendomi davanti a loro.
Marron alzò un sopracciglio.
«Di che parli, mamma?»
Mi voltai verso i sayan che, spaventati dal mio sguardo, cominciarono a tremare e se ne andarono a gambe levate con le bambine.
«Allora?» continuò, incrociando le braccia. 
«Hai detto a Bra che poteva mangiare tutti i gelati che voleva!?»
«E quindi? Ce ne sono tantissimi, mica rimaniamo senza!» 
«Non è questo il punto, Marron. Se tre gelati di fila fanno star male tuo padre, figuriamoci che effetto potrà mai avere su una bambina di sette anni!»
Mia figlia sbuffò. «E' una mezza sayan e i sayan non si fanno problemi col cibo.»
«Non importa. Un giorno anche tu avrai un bambino e dovrai responsabilizzarti e capire cosa è giusto e cosa non lo è.»
«Proprio tu vieni a dirmi una frase del genere?» concluse, dirigendosi all'interno della casa.

 

Erano passati più di cinque mesi da quando io e mio fratello eravamo andati a vivere all'orfanotrofio, quattro da quando avevo conosciuto Kiku. Quella bambina era riuscita, piano piano, a strapparmi un sorriso di tanto in tanto. Nonostante avesse qualche anno in meno di me, era l'unica amica che avevo.
Quel giorno, non avendola vista a fare colazione, andai nell'ufficio della direttrice dell'orfanotrofio e chiesi di lei.
«Mi dispiace tanto Harumi, ma qualche settimana fa una coppia ha fatto richiesta per adottare Kiku... Nemmeno lei ne era al corrente, anzi, l'ha saputo solo ieri e questa mattina, prima che voi vi svegliaste, i suoi nuovi genitori sono venuti a prenderla...»
Dopo aver sentito quelle parole, mi sembrò come se il mondo mi fosse crollato addosso per la seconda volta.
Rimasi tutto il giorno in camera mia a piangere, ma verso sera, la disperazione si trasformò in rabbia.
Perché le cose brutte devono succedere tutte a me? pensai. E così, dissi a dei bambini che erano stati messi in adozione perché i loro genitori li odiavano. Quella fu la prima cosa brutta che feci nella mia vita.

 

In quel periodo Marron era strana. Certo, col suo carattere lo era sempre, però... Era diverso. Ogni volta che venivano Pan e Bra a giocare lei era al settimo cielo, ma quando andavano via sul suo volto si formava un'espressione malinconica e parlava molto poco. Non si era mai comportata così.
Un giorno, Marron chiamò i fratelli delle due bimbe e gli chiese di farle venire alla Kame House, ma i due sayan le dissero che Pan era andata coi suoi genitori a fare un picnic, mentre Bulma avrebbe portato Bra in città. Mia figlia ci rimase male e si mise a guardare ripetutamente il nostro album di foto.
«Sarà la quarta volta che lo ricominci.» dissi ad un tratto, sedendomi vicino a lei. «Si può sapere che ti prende?»
Lei fece spallucce e si soffermò su una fotografia che avevamo scattato il giorno del suo primo compleanno.
«E' tutto ok.»
«No, non lo è. Voglio che tu mi dica cosa ti turba.» Rimasi in silenzio per qualche secondo. «Ultimamente non fai altro che stare con Bra e Pan e quando loro non ci sono ti zittisci. Perché ti comporti così?»
Marron chiuse di scatto l'album e mi guardò negli occhi.
«Io... Io...» sussurrò, cominciando a piangere in silenzio. Si coprì gli occhi con le mani e singhiozzò. «Mamma, è tutto ok... Davvero, io sto bene, non c'è niente che...»
La strinsi con forza in un caldo abbraccio, accarezzandole lentamente la schiena nella speranza di calmarla un po'.
«Io... Sono triste perché...» cominciò a dire, con la voce tremante. «Io... Sono triste per... Per Jirou...»
Spalancai gli occhi. Negli anni, anche se con un po' di fatica, ero riuscita a non sentire la mancanza di Jirou più di tanto, ma mai avrei immaginato che anche Marron avrebbe sofferto.
«Tesoro, io... Io non so che dire...» ammisi.
«Non c'è niente da dire.» continuò, asciugandosi le lacrime. «Mi manca una persona che neanche ho conosciuto...»
«Era tuo fratello, Marron. E poi, anche io sono molto dispiaciuta, ma...»
Mi bloccai. Una parola sbagliata e mia figlia sarebbe -sicuramente- scoppiata nuovamente in lacrime.
«Marron, cosa c'entra Jirou con l'affetto che provi verso Bra e Pan?» chiesi, cambiando completamente discorso.
Lei scosse la testa. «Niente, solo che la loro presenza mi ha fatto capire che avere un fratello o una sorella ti rende davvero la vita migliore. Così ho iniziato a pensare a Jirou e a come sarebbe stata la mia vita se lui fosse nato...»
Singhiozzò e riprese a piangere.
In quell'istante, qualcuno suonò il campanello diverse volte, ma io non mi mossi dal divano e continuai ad abbracciare mia figlia. Dopo un po', Muten, che era nella sua stanza, andò ad aprire e nel salotto giunsero le piccole Bra e Pan.
«Marron!» esclamarono all'unisono, correndole incontro.
Mia figlia sciolse l'abbraccio.
«Cos'è successo?» domandò la sorella di Trunks.
«Perché piangi?» continuò l'altra.
Marron si asciugò di nuovo le lacrime. 
«Siete venute qui da sole?» chiese, non rispondendo così alle loro domande. 
Pan annuì. «Ci dispiaceva di non essere venute a giocare oggi, allora ti abbiamo fatto una sorpresa!»
Marron sorrise e accolse le due bambine tra le sue braccia.
Non hai bisogno di Jirou pensai. Davanti a te hai già due splendide sorelline. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono le 00:25 ed ecco a voi il numero 30!
E' tardi e mi sentivo ispirata, però non ho ricontrollato il capitolo (domani mattina, con la mente un po' più lucida, lo farò xD) 

   
 
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