Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: AyeRivaille    11/08/2014    1 recensioni
"Che diavolo vuole da me? Che diavolo vuole dalla mia vita?! Come fa ad essere così freddo anche in una richiesta come questa? NON DOVREBBE ESSERE IN CAMERA SUA A DIVERTIRSI ADESSO?!
Dunque, io mi chiedo... Sono le 4.45/5.00 di mattina, inizio primavera, fa ancora freddo, siamo sperduti nel niente, ed è ancora buio... Quante cavolo di possibilità ci sono che lui, proprio lui, l'Heichou in persona abbia avuto la mia stessa idea e sia
uscito a prendere aria? Quante?! Rispondo io. NEMMENO UNA. Nemmeno mezza. Nemmeno un millantesimo di miliardo di milione di mezza (millantesimo?). Odio questa cosa. La odio. Il dolore ha lasciato spazio alla rabbia.
Ho l'impressione che potrei andargli vicino e spaccargli ogni minimo osso di quel corpicino minuscolo (...)"
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo, personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Uno. Due. Tre. Quattro.
Controlla il respiro.
Guarda avanti.
Guarda in alto, il cielo.
Respira.
Il cielo, il cavallo.
Il cavallo al trotto, ora al passo, trotto ancora.
Ce la posso fare, ce la posso fare.
Stai calma, Shina Rose. Stai solo andando a casa. Va tutto bene. Non sarai da sola, ci sarà Maximilien. E devi soltanto stare due giorni. Non è la fin del mondo.
Respira.
Il cielo, il cavallo.
Pensa ad altro.
Levi è davanti a te. Proprio davanti a te. Guardalo. Ammiralo, perditi. Perditi in lui, nel suo modo di andare a cavallo, di ergersi davanti a te.
Respira.
Respira...
 
-
 
“Andiamo Shina...”
“Ma io sai, avrei, come dire, da andare prima... Si insomma, sai quel panificio no? *risatina isterica* Dove andavamo sempre, quello che...
“Shina.”
“No sai perche facevano delle buone... schiacciatine...”
“Andiamo.”
“Ok, Maximilien...” *vocina rassegnata*
Non amo andare dai miei. No, non proprio. Diciamo che lo odio. Che sono terrorizzata, completamente. Mi mette ansia. Mamma mi mette ansia. Papà mi mette ansia, anzi, paura. Paura di non sentirmi più a casa mia, paura di sentirmi di nuovo fuori posto, un’estranea. Paura di sentirmi ancora come se non fossi davvero loro figlia, ma una persona, e basta, come mi sentivo quando ero piccola. Quel freddo... Ho paura di questo, ancora, un’altra volta, come tutte le volte in cui torno, come appena prima di andarmene. Quando ho deciso di arruolarmi la situazione è peggiorata ancora di più. Mia madre è caduta in paranoia. Sua figlia, la sua unica figlia femmina, quella che avrebbe dovuto essere il simbolo dell’eleganza e della candida purezza femminile della famiglia si è arruolata in un gruppo militare e oltretutto di opposti orientamenti rispetto a quelli della famiglia stessa. Mio padre non se ne è interessato molto in realtà. Non gliene è mai fregato veramente un granchè di me, lui si è solo e sempre interessato dei maschi di casa, in particolare Maximilien. Io ero per lui un semplice “accidente avvenuto tra i due figli”, tutto qua. Niente di più. Quindi non si è fregato molto di me, piuttosto si era preoccupato di Maximilien, e falsamente di nascosto aveva iniziato a dire che “Ah, dunque è colpa di Shina se Maximilien ha scelto questa strada eh... Lui l’ha fatto per rendere felice la sua sorellina adorata... Stolti! Entrambi!”. Non so cosa l’abbia spinto a pensare una cosa tanto stupida, se la necessità di dare la colpa a qualcuno per i comportamenti del figlio su cui aveva riposto tante speranze, o la mancanza di conoscenza del carattere dello stesso. Fatto sta che la colpa è ricaduta tutta sull’unica e adorata sorella, che si è così ritrovata caricata di un peso e una responsabilità che mai avrebbe potuto sostenere. Ovviamente, Maximilien non sa di tutto questo.
Ed insomma eccoci ancora qua, a tornare a casa per salutare i propri cari per quella che potrebbe essere l’ultima volta. Eppure lo faccio solo per Axel, che non vedo l’ora di riabbracciare, solo per lui. Forza Rose, non può essere così terribile. Non può essere così terribile.
 
-
 
La salita di casa.
*Respira*
Il campanello.
*Respira*
I passi aldilà della porta.
Ci siamo.
 
“Buonasera, madre”
“Oh Sante Mura! Siete tornati! Salve Maximilien, ciao Shina Rose! Entrate su, venite!”
Questo freddo.
“Perchè non ci ha aperto la governante?” Dico piano, entrando.
“Su Shina, sii buona”
Perchè non ci ha aperto lei. Lo so perchè. Lo so perfettamente. Perchè per quanto finga di essere sorpresa, mamma sapeva perfettamente che oggi saremmo tornati, e ci stava aspettando, sì, ci stava aspettando, lì, su quella porta, su quel divano, in quell’ingresso. La conosco troppo bene, troppo bene.
“Axel?” Dice con un sorriso Maximilien.
“E’ fuori per delle commissioni di lavoro, doveva già essere qua in effetti, tornerà a momenti... Sedetevi intanto, vi faccio portare una tazza di tè... Su, Shina, fammi un bel sorriso...”
Come faccio ad odiarla? Non ci riesco. Nonostante tutto, non ci riesco, forse perchè è mia madre, forse perchè le voglio troppo bene, forse perchè.. Non so, non so, ma non riesco ad odiarla. Sorrido. E sorride anche lei.
 
Quando torna Axel è festa grande. Baci, abbracci, salti fra le braccia, schiaffetti e pugni amichevoli, eccoci qua, di nuovo insieme. Ridiamo e scherziamo come tre matti, e mamma seduta su un divano che ci guarda e ride. Sempre così. E’ sempre stato così, sempre. Siamo fatti così, noi, e non cambieremo mai. Nostro padre si affaccia solo per un secondo per augurarci ciò che l’etichetta richiede che venga augurato, e poi, spinto da non si sa bene quali impegni lavorativi torna nel suo studio e non si vede più. Noi giochiamo e torniamo di nuovo bambini, quando io e Axel facevamo la lotta e Maximilien che ci teneva a bada. Verso metà pomeriggio corriamo addirittura al nostro albero. Eccoci lì, come 10 anni prima, io a cavalcioni di un ramo, Axel appoggiato all’altro e Maximilien ai piedi dell’albero con la schiena appoggiata al tronco, a leggere a voce alta per tutti. Siamo proprio noi tre, non cambieremo mai.
 
-
 
“... e fu felice, perchè si rese conto di aver riportato al villaggio ciò che gli era stato così brutalmente sottratto: la libertà. Fine”
“Ma.. Ma è morto!”
“Eh sì Axel”
“E la dolce principessa?”
“E’ felice per lui, perchè sa che ha raggiunto il suo scopo”
“Ma non potranno stare insieme!”
“Ma, Shina, lui rimarrà sempre con lei nei suoi ricordi e nel suo cuore”
“Ma non è giusto!”
“Eh, Axel, molte cose sono ingiuste in questa vita... Guarda questo cavaliere... Ha riportato la libertà, il valore più grande ed importante dell’uomo, ma a costo della sua vita... Non è giusto, lo so, che si debba morire spesso per raggiungere ciò in cui si crede, ma è così che funziona realmente la vita.. E noi dobbiamo capirlo, e scegliere così la nostra strada... Ma adesso andiamo, papà vuole farci una delle sue lezioni sulla teologia...”
“Io continuo a pensare che non sia giusto...”
“Ma alla povera principessa non ci pensa nessuno?!”
“Andiamo, nanerottoli!” *risata fraterna*
“NON SIAMO NANI!”
 
-
 
Mi riscuoto d’improvviso. Perchè mi è rivenuto in mente tutto ciò? Quanti anni sono passati da quando leggemmo quel libro? Nove? Forse dieci. Eravamo proprio qui, su quest’albero, come adesso. Che bei ricordi.. Come quando stavamo tingendo casa, ed io caddi nella vernice e divenni completamente verde. Non ho mai visto Maximilien ridere tanto, mentre mamma si metteva le mani tra i capelli e poi scoppiava a ridere anche lei.. Avrò avuto 6 anni, Axel era nato da poco...
Mi rendo conto di essere offuscata dai ricordi, un sacco di cose mi vengono in mente, mentre Axel e Maximilien stanno a discutere su quale sia la torta più buona tra quella di mele e quella di ciliegie (“Io preferisco la crostata all’albicocca, poi fate voi”).
Alla fine, dopo essere stati a ridere e prenderci in giro a vicenda, e ad aver rievocato un sacco di ricordi divertenti torniamo dentro. Sta iniziando ad imbrunire, e fa quasi freddo.
Strano come stare con le persone che ami possa cambiare le situazioni. In fondo stiamo per partire per una missione terrificante, dalla quale al 60% non torneremo mai più, eppure sembriamo tre bambini che scherzano e giocano insieme anche alla propria madre subito dopo essere usciti da scuola; siamo tanto sereni che ceniamo e poi andiamo a dormire tranquillamente, con il sorriso sulle labbra e, come sempre, tutti nel letto di Maximilien.






Grazie per aver letto! ^^
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 Ed ecco qui, a distanza di una notte, anche il quinto capitolo
Un po' più lungo dell'altro ;)
Buona lettura!


AyeRivaille

 
  
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