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Autore: Callitmagic    11/08/2014    0 recensioni
“Ci sarà sempre un’altra opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza.
Per ogni fine c’è un nuovo inizio.” -Il Piccolo Principe
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Questa è una semplice storia che ne racchiude tante. La Figlia Di Ecate vuole scavare nel passato, e attraverso un’impresa con i suoi amici dovrà salvarsi dalla morte. Ognuno di noi ha peccati, segreti e perdite lasciati ormai alle spalle ma che minacciano ogni giorno di tornare.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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 Chirone, l'uomo-cavallo
secondo capitolo
|Louder-Neon Jungle|

 


Mal di testa. Fu la prima cosa che penso appena mi sveglio. Ricordo solo di aver superato la porta della fattoria (anche se non sono ben sicura) e di svenire, sbattendo la testa a terra.
«Hei» mi fa una ragazza pallida sentendo gemiti di dolore.
«Ho un mal di testa tremendo» le dico. Se fosse stata una persona normale, credo che non mi sarei mai lamentata. Ma, essendo in infermeria, suppongo sia una delle aiutanti. Fuori dalla finestra c’è un paesaggio magnifico e moltissimi ragazzi, anche della mia età, che combattono o si allenano.
«Lo so, hai preso un brutto colpo, ma il nettare sistema tutto. Non ti preoccupare» mi rivolge un sorriso da sotto i riccioli bruni che le cadono sulla fronte. Vedendo il mio sguardo interrogatorio, si presenta «Sono Abbie, piacere. Tu sei…»
«Meg» dico «Meg Cartwright»
«Mi piace il tuo nome» sorride. Poi aggrotta la fronte e gesticolando dice «Non ci siamo già viste da qualche parte? Forse…»
Alzo un sopracciglio con sguardo interrogativo, ma subito cambia argomento.
«Le tue condizioni salutari sono alquanto gravi. Voglio dire, hai delle ustioni di primo grado che vanno dalla nuca alla spalla, sul polpaccio e dal polso al gomito, il che inferisce sui tuoi movimenti. Ma ancora un po’ di giorni e potresti tornare a posto».

Ho sospeso l’ascolto dalla parola ‘polpaccio’ poiché in stanza entra un il ragazzo coi capelli cioccolato e… un cavallo. No aspetta, un uomo. Un uomo cavallo.
«Abbie, credo che il mio mal di testa sia peggiorato» le dichiaro preoccupata. Abbie si volta e li saluta con la mano.
«Signor Chirone, che piacere» dice sorridendo.
«La nostra ospite come sta?» chiede l’uomo cavallo fissandomi.
«Il nettare ha sistemato quasi tutto, signore». Ora tutti mi fissano e io resto lì, a bocca aperta osservando sconvolta il ‘posteriore’ dell’uomocavallo.
«Okay» mi riprendo «potreste spiegare QUESTO» dico nel modo più calmo che trovo.
«Certo, se puoi seguirmi dobbiamo parlare» sorride l’uomo cavallo e si avvia verso l’uscita. Intanto, il ragazzo con i capelli cioccolato (da adesso soprannominato Cioccolato) mi guarda insieme ad Abbie. Ma entrambi hanno delle facce stordite, come se non capissero un problema di geometria scritto sulla mia faccia.
«Che c’è?» domando.
«I tuoi occhi» rispondono all’unisono.
«Si, sono strani» dico.
«Cambiano colore continuamente » ribadisce Abbie.
«No io li vedo viola» affermò Cioccolato.
«O siete daltonici o qualcuno mi ha messo le lentine colorate» . Cerco di mettermi in piedi soffocando le urla di dolore, ma le ustioni non sono affatto piacevoli. Soprattutto se hai due tizi appena conosciuti che ti osservano in maniera inquietante.
Poi Cioccolato mi accompagna all’uscita dell’infermeria, dopo aver salutato Abbie e aver promesso che ci saremo riviste a cena (per quanto ero sbadata non avevo chiesto l’ora).

Usciti mi rendo conto che alle 5 di pomeriggio fa maledettamente caldo e il sudore non ha pietà di me. Inoltre Abbie mi spiegava che, poiché non si può dare troppo nettare (che non so ancora bene cosa sia, so solo che è strabuono), non sono guarita del tutto, ma ho migliorato le mie condizioni, o adesso sarei uno zombie.
«Sei la guardia del corpo o il cameriere di Chirone?» chiedo seria a Cioccolato. Allora, non ottenendo nessuna risposta, ripropongo la domanda. «E’ il tuo miny-pony?». 
A questo punto scoppia a ridere, e forse non capisce che io ero del tutto seria.
«Il mio mini-pony? » mi guarda ridacchiando e scuotendo la testa.
«Sai, fanno anche il cartone. Tranne che il tuo non ha nessun fiocchetto o smalto agli zoccoli. Dovresti modernizzarti» ribatto ironica. «Così non è chic, voglio dire».
«Beh allora mi spieghi che posto è questo? »
«Un posto che ti potrebbe piacere» sorride, e noto che delle fossette i formavano sulla guancia. Eppure, in tutta quella bellezza e innocenza, c’era qualcosa che non andava. Ecco, forse avevo capito.
Sembrava incredibilmente falso.
«Perché sono qui? »
«Questo dovresti dircelo tu» Chirone compare fuori la porta dell’infermeria con il suo strano trotto. Beh, devo ammettere di essere ancora scossa da tutto. Sembrava uno stupido sogno. 
Insieme c’è un’altra ragazza con gli occhi marrone chiaro e i capelli biondi. La osservo meglio e noto che è magrissima, e intendo anoressica. Le cosce non erano nemmeno un terzo della mia.
Cioccolato le va incontro e poi se ne vanno allegramente mano nella mano (ora si spiega tutto) verso il lago, lasciando me e Chirone soli.
«Ti andrebbe di fare un giro?» chiede Chirone, e io di tutta risposta annuisco.
Non passiamo davanti al centro del campo, ma davanti alla ‘Casa Grande’ (che è veramente grande) e intanto lui inizia il suo importante discorso
«Sai perché sei qui? ». Scuoto la testa. «Perché sei come tutti noi» e a quella affermazione vorrei accompagnare molte risposte sarcastiche, ma decido di tacere. «I mortali non possono oltrepassare la porta del Campo Mezzo-Sangue. Ma tu si, perché tu sei un semidio».
«Un semidio?»
«Metà umana, metà divina. Nella mitologia ce ne sono molti, non ne conosci nessuno, Meg?» ‘Come faceva a sapere il mio nome’ penso.
«Beh, conosco Achille, Ercole. Ma quelle sono tutte storie inventate, signor Chirone. Perché cercate di imitarle?»
Lui di tutta risposta ride, poi mi da una pacca sulla spalla. «Allora immagina che fosse tutto vero. Se non mi credi, te ne accorgerai da sola, cara»
«Supponiamo che fosse tutto vero, io di chi sarei figlia?» chiedo curiosa. Sarebbe tutto assurdo, lo so. Ma cosa mi rimane? A cosa posso credere ormai?
«Lo scopriremo presto, non credi? » e mi chiede «Potremmo partire da semplici accorgimenti. Per esempio, hai notato qualche strano potere? Quali sono i tuoi passatempi preferiti? E hai un padre o una madre? »
Di fronte a tutte quelle domande non avevo risposte pronte. «Sono una semplice ragazza adottata» rispondo scrollando le spalle. Un po’ mi meraviglio del modo in cui mi sono rassegnata alle cose, e del fatto che credo a Chirone. D’altronde è l’unica cosa che posso fare, l’unico posto in cui restare. Tanto vale provare.
«Si aggiusterà tutto, vedrai. Ti accompagnerà Ryan e ti farà visitare per intero il campo prima della cena. A stasera, cara»
«Signor Chirone?»
«Si?»
«Lei è un mini-pony?»







  Angolo Callitmagic (autrice)

capisco che può sembrare molto noioso per adesso MA abbiate pazienza.
Non pensate che Meg sia una disagiata mentale
"Ma in effetti è così"
OKAY FORSE HO ESAGERATO CON LA STORIA DEI MINY-PONY ma è troppo carina!

anyway CREDO che dobbiate almeno arrivare al 6 capitolo per avere idee chiare :)
buona lettura :) aw

*se volete potete seguirmi tu twittah : @shielvd

   
   
 
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