Quando arrivò alla pista si mise seduta per terra a piangere e guardare il parcheggio che piano piano si allagava.

Che avrebbe fatto quando l’acqua sarebbe arrivata al marciapiede sotto la tettoia?

Altea rimase a lì per quello che le sembrò un tempo infinito, finché non vide una figura farsi avanti in mezzo alla pioggia.

Quando fu abbastanza vicina perché la pioggia permettesse di distinguerla, la riconobbe e balzò in piedi.

«Altea! Stai bene?» chiese la voce preoccupata di Michael.

Era tornato indietro per cercarla.

La ragazza gli si buttò letteralmente al collo.

«si, sto benissimo! Ma non posso tornare a casa! È tutto allagato!»

il ragazzo, imbarazzato dal suo abbraccio, quando si accorse delle lacrime che le scorrevano sul viso, le cinse dolcemente la vita.

Quando ebbe riacquistato un autocontrollo sufficiente, Altea sciolse l’abbraccio e si scusò per il suo comportamento.

«scusa.. sono stata una stupida.. è che ero preoccupata..»

«no.. non preoccuparti..» rispose Michael, le cui gote si erano tinte di un lieve color papavero.

«la pioggia sta diminuendo» disse la ragazza dopo qualche minuto imbarazzante silenzio.

E in effetti la pioggia stava davvero diminuendo. Tutto quello che restava del temporale erano alcune rade gocce.

«hai ragione» convenne il ragazzo.

«è meglio se mi avvio verso casa..» disse Altea.

«aspetta.. prendi questo..» arrossendo ancora di più il ragazzo le offrì il suo ombrello.

Altea allora capì perché era tornato indietro. Stava cercando lei perché non voleva lasciarla da sola sotto la pioggia.

Era tornato per lei.

sorrise dolcemente, ma rifiutò.

«altrimenti tu come fai?»

«io abito vicino.. tu sei dall’altra parte della città..»

in quel momento alla ragazza venne l’idea.

«accompagnami fino a casa! Ti va?» propose.

Michael abbassò lo sguardo, un po’ a disagio.

«se vuoi.. va bene» acconsentì alla fine.

«fantastico!»

Altea si infilò sotto l’ombrello e insieme si avviarono verso il centro.

Facendo attenzione a evitare tutte le guardie della protezione civile, avanzarono nell’acqua alta della piazza finché lei non si fermò di colpo.

«tutto bene?» chiese il giovane.

«guarda!» Altea indicava qualcosa nel cielo.

Michael alzò lo sguardo, ignorando le gocce di pioggia che cadevano e lo vide.

sopra di loro c’era l’arcobaleno.

«è bellissimo» esclamò, a voce bassa.

Poi posò lo sguardo sulla ragazza che aveva di fianco.

Lei se ne accorse e a sua volta abbassò il suo.

Si avvicinò a Michael e fece per baciarlo, ma temendo che il ragazzo si spaventasse per la sua impulsività, tentennò un attimo, il viso talmente vicino a quello di lui che i loro nasi potevano toccarsi.

«quando sono tornato indietro e non ti ho visto.. mi sono sentito morire- confessò il ragazzo, con la voce che era poco più di un sussurro. –ti ho cercata ovunque. E finalmente eccoti là, da sola, in lacrime. Sono tornato per te. Altea, ti voglio bene»

poi, le cinse la vita dolcemente e la baciò.

Le loro bocche si congiunsero nel più dolce dei baci e i loro cuori presero a battere all’unisono, entrambi emozionati, entrambi innamorati.

Non importava che stessero affondando nell’acqua fino ai polpacci, non importava che lei fosse bagnata fradicia.

Altea e Michael si scambiarono un bacio pieno di passione, sotto la pioggia, con l’arcobaleno che vegliava e risplendeva su di loro.