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Autore: Anto2000    11/08/2014    2 recensioni
Hi guys!!! Sono tornata non so se sia un bene o un male, ma va beh bando alle ciance passiamo alla storia è una RanTaku!!! Una delle mie OTP preferite. Comunque questa fic tratta temi delicati,come:autolesionismo,bullismo etc...
Ma sarà anche fluff e sentimentale,ma se non gradite questo genere di tematiche non leggete,se al contrario siete interressati spero che vi piaccia. Ed ora qualche pezzo della fic:
“Stupido perché sei venuto al mondo?! Credi davvero che un giorno qualcuno ti amerà?! Illuso,sei solo un illuso!” ora si insultava addirittura da solo.
“TI ODIO...io ti...odio” era arrabbiato,voleva scappare,voleva fuggire via da quel mondo orribile.
Spero di aver attirato anche un pò la vostra attenzione detto questo mi congedo.
Ciao^^
Genere: Generale, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Kirino Ranmaru, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Era mattina e Kirino era seduto come al solito all'ultimo banco della classe. Erano passate due settimane da quando,quel giorno al parco si era lasciato andare,non sapeva nemmeno lui il perché,lo aveva solo fatto.

“Buongiorno Kirino”parli del diavolo e spuntano le corna,era proprio Shindou,sorridente,era arrivato e si stava sedendo al banco vicino al rosa.

“Buongiorno”ricambiò al sorriso.

“Senti volevo chiederti...”aveva iniziato il moro “Visto che non ho capito niente nell'ultima lezione d'inglese,non è che potresti spigarmelo tu? Sei davvero bravo tu,io invece non capisco un tubo. Che ne dici se oggi alle quattro ci incontriamo a casa mia? Ti prego” erano davvero poche le cose nel quale Shindou falliva e l'inglese era una di queste.

“Va bene,oggi alle quattro allora”

“Si!” era strano come in sole due settimane Kirino stesse pian piano ritornando a sorridere,non del tutto naturalmente ma era da tanto che non si sentiva davvero felice con qualcuno,ed era quasi sicuro di aver trovato un amico di cui fidarsi,o forse qualcosa di più. Ranmaru era quasi certo di essersi innamorato,anche se non voleva ammetterlo né a se stesso né tanto meno a Shindou. Se ne era accorto dall'inizio che quel ragazzo aveva qualcosa di speciale e che quel cuore di ghiaccio che possedeva si stava incominciando pian piano a sciogliere, ma non sapeva nemmeno se questi fosse omosessuale, e poi non voleva rovinare questa sua nuova amicizia,così iniziò a far finta di niente,tanto prima o poi gli sarebbe passata.

La giornata passò velocemente,Kirino intanto,dopo aver salutato il moro,era tornato a casa. Erano le tre del pomeriggio e dopo aver guardato un po di tv,c'era ancora tempo prima di andare a casa del suo nuovo e unico amico,così optò per andare in camera a riposare. Entrò nella stanza e subito la sua attenzione venne catturata dal cassetto del comodino,che era leggermente aperto.

Era il cassetto dove conservava le lamette. Ora si tagliava sempre meno,grazie al supporto di Shindou,anche se questi ne era completamente all'oscuro e Kirino pensava non avesse alcun sospetto. Aprì il cassetto e osservò quelle lame,poi si scoprì le braccia e rivelò linee e segni rossi,quelle racchiudevano tutte le sue sofferenze,per lui erano semplici tagli che servivano per ricordagli che era solo un inutile scarto della vita. Si sfiorò con il dito ogni singolo taglio,poi prese una lametta e ne aggiunse un altro sul polso. Non sapeva perché lo avesse fatto,sapeva solo che adesso aveva paura,paura di se stesso.

Era un mostro.

Che strano,eppure da piccolo aveva sempre avuto paura dei mostri,ed ora lo era lui.

Lo aveva fatto solo per sentirsi bene,ed era strano anche questo. Prima era solo una via di fuga da questa realtà spaventosa,ora lo faceva solo perché era l'unica cosa che lo faceva sentire bene.

La lametta cadde dalla sua mano,mentre il polso sanguinava e lui iniziava ridere,già a ridere. Una risata isterica che presto si trasformò in pianto,in lacrime e terrore.

Si accasciò a terra e vi rimase per un bel po' di tempo,poi il telefono incominciò a squillare.

Si alzò,prese il telefono e vide che la persona che lo stava chiamando era Shindou,strano perché erano ancora presto erano le.....cavolo erano le quattro e mezza,era naturale che lo stesse chiamando,non si era presentato all'appuntamento.

Ed ora cosa gli diceva? Prese un gran respiro e rispose al telefono.

“P-pronto?” caspita la sua voce era molto bassa e dall'altro lato del telefono Shindou capì che c'era qualcosa che non andava.

“Kirino che è successo? Stai bene?”aveva chiesto preoccupato il moro.

“Si Shindou non ti preoccupare, è solo che mia nonna oggi è venuta a trovarmi e se ne è andata solo poco fa. Volevo chiamare per avvisare ma lei mi ha tolto il telefono dicendo che mi dovevo dedicare solo ed esclusivamente a lei. Scusami arrivo subito” aveva mentito,intanto non poteva di certo dirgli la verità.

“Ah menomale,allora ti aspetto ciao”

“Ciao”.

Chiuse,poi si sistemò e si rese più presentabile,preparò la borsa e infine uscì di casa e dopo poco arrivò a casa del moro.

“Oh Kirino finalmente,vieni entra”lo aveva accolto con il suo solito sorriso.

Entrarono nella stanza di Shindou e Kirino cominciò a prendere i libri per studiare.

“Allora questo è il present perfect e...Shindou mi stai ascoltando?” il moro infatti stava tutt'altro che facendo attenzione all'inglese. Era da più di un'ora che spiegava ma non veniva ascoltato ed ora cominciava ad irritarsi.

“Oh certo,dicevi del past simple giusto?”

“No”

“Ehm allora era il condizionale no?”

“Per niente,insomma Shindou dimmi a che stavi pensando di così importante per non ascoltarmi”il volto del moro si fece subito serio.

“Alza la manica della felpa”Kirino era rimasto spiazzato,perché quella domanda? Che se ne fosse accorto?

“Eh? Perché?”

“Fallo e basta”il tono di voce del moro era duro.

“No..”rispose secco “riprendiamo la lezione”

“Non me ne frega niente della lezione,alza quella cavolo di manica o lo faccio io!”stava quasi gridando,Kirino non aveva mai visto,da quando lo aveva conosciuto,quel suo lato, ed un po' ne aveva paura.

“Io...non posso..”aveva abbassato il capo. Shindou però si era alzato e con uno scatto aveva alzato la manica della felpa di Kirino rivelandone le sue cicatrici.

“Come immaginavo,perché Kirino?” si era sbagliato fin dall'inizio,evidentemente aveva già dei sospetti e la scusa delle ripetizioni d'inglese serviva solo per confermare.

“Non sono affari tuoi, ora scusa ma devo tornare a casa,si è fatto tardi. Ci vediamo doma-” non finì di parlare e fu interrotto dal moro,che andò verso la porta e la chiuse a chiave.

“Ehi che fai fammi uscire da qua!”

“Non prima di avermi spiegato il motivo per cui lo fai”ribatté Takuto.

“Ti ho già detto che non sono affari tuoi!”

“Si invece,dimmelo!”

“Come se non lo sapessi..” aveva di nuovo abbassato lo sguardo ed ora gli occhi incominciavano a pizzicargli.

“Che significa?”

   
 
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