Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: AyeRivaille    11/08/2014    1 recensioni
"Che diavolo vuole da me? Che diavolo vuole dalla mia vita?! Come fa ad essere così freddo anche in una richiesta come questa? NON DOVREBBE ESSERE IN CAMERA SUA A DIVERTIRSI ADESSO?!
Dunque, io mi chiedo... Sono le 4.45/5.00 di mattina, inizio primavera, fa ancora freddo, siamo sperduti nel niente, ed è ancora buio... Quante cavolo di possibilità ci sono che lui, proprio lui, l'Heichou in persona abbia avuto la mia stessa idea e sia
uscito a prendere aria? Quante?! Rispondo io. NEMMENO UNA. Nemmeno mezza. Nemmeno un millantesimo di miliardo di milione di mezza (millantesimo?). Odio questa cosa. La odio. Il dolore ha lasciato spazio alla rabbia.
Ho l'impressione che potrei andargli vicino e spaccargli ogni minimo osso di quel corpicino minuscolo (...)"
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo, personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"Amor Vincit Omnia"

“Hai visto? Alla fine non è stato terribile...”
“E ci credo, papà non si è praticamente mai fatto vedere, e mamma... Mamma era stanca, e si vedeva..”
“Su, Shina, su, non ci pensiamo adesso... Adesso prepariamoci per questa nuova uscita e basta, d’accordo?”
“D’accordo”
“Buonanotte, tesoro mio”
“Buonanotte Maximilien”
Mi bacia la fronte e poi torna nella sua divisione a preparare le ultime cose. E’ sempre così affaccendato prima di ogni spedizione fuori dalle mura. Non so se è vero e proprio zelo, oppure un semplice modo di affrontare l’ansia. In ogni caso, devo andare da Levi. Quel nano isterico mi vuole parlare. Non che abbia tutta questa voglia di vederlo eh. Ma in fondo è il mio capitano e quindi... Mi tocca.
 
-
 
“Maximilien, Axel! Shina Rose! Come sei conciata? Ovvia ragazzi, fate i bravi, riassetatevi e sistemati, che fra poco dobbiamo andare al matrimonio della zia Griselle... Tu Shina, vieni con me, che ti cambio il vestito che lo hai tutto sporcato...”
“Ma, mamma!! Io voglio giocare con loro!”
“Su Shina, vai con mamma che fra poco dobbiamo andare... Io e Axel adesso andiamo a sistemarci, vero fratello?”
“Anche io voglio giocare!”
“Axel!”
“Va bene mamma...”
Maximilien baciò la sorella e prese sotto braccio il fratello, accompagnandolo nelle camere per prepararsi.  Axel, Maximilien e Shina odiavano le feste e le cerimonie: Axel e Shina infatti dovevano cercare di fare i bravi, senza correre, giocare o fare la lotta, e spesso per delle ore, Maximilien invece doveva recitare una parte che non era la sua, la parte del bravo figlio, che segue le idee del padre, rispettoso e obbediente, fiero ed orgoglioso del proprio stemma di famiglia, della propria casata, della propria dinastia... E poi doveva incontrare gente veramente orribile, falsa, ipocrita, pronta a tradire in qualsiasi momento... Sì, anche lui odiava le cerimonie, ma era costretto a fare finta di niente, a dare l’esempio ai propri fratelli e a fare buon viso a cattiva sorte, sempre silenzioso e imperturbabile.
Al tempo del matrimonio della zia Griselle aveva 16 anni, Shina 10 e Axel 6. Axel e Shina erano seduti vicini durante il banchetto di nozze, e passavano il tempo dandosi pedate sotto il tavolo senza farsi scoprire dalla mamma (che tuttavia alle volte mandava loro occhiate da far paura) e a ridere sotto i baffi della formosa pancia di qualche lontano zio o dei capelli decisamente troppo finti di qualche amico di famiglia di vecchia data.
Maximilien invece veniva presentato a destra e a manca, al procuratore di chissà dove, al famoso capo delle industrie che producono scarpe, al finanziatore dei lavori delle chiese principali del culto, insomma, a tutte quelle persone di un certo spessore nella società, che Maximilien vedeva solo come dei viscidi vermi che fanno ricchezza togliendo da mangiare alla gente comune. Quei tipici individui sfrontati, pronti a vendere anche le proprie mogli e le proprie figlie per fare soldi, quelli che sono tanto contrari alle spedizioni fuori dalle mura della Legione semplicemente perchè loro all’interno delle mura ci stanno bene, e temono un qualsiasi “incoveniente” che possa intaccare la loro ricca felicità. Eppure stava lì, Maximilien, in piedi, con un sorriso sulle labbra, a salutare con estrema umiltà tutti coloro che gli venivano presentati dal padre.
Ad un tratto cambiò tutto.
“... Oh, ma guarda chi si vede! Signor Grey! Con la dolce figlia, la signorina Elizabeth! Venga qua, le presento mio figlio maggiore, Maximilien!”
“Ma salve signor Black. Piacere di fare la sua conoscenza, signorino Maximilien Black”
“Onorato di conoscerla, signor Grey, ma la prego, mi chiami solo Maximilien...”
“Che ragazzo simpatico! Ecco vi presento mia figlia, Elizabeth, appunto...”
Luce. Un’immensa luce che proveniva da quel volto. Maximilien rimase sconvolto dall’incredibile bellezza di quella ragazza. Una dea, un angelo, un fiore appena sbocciato. Tutto il resto si bloccò, non sentiva più parlare, non sentiva più niente, vedeva solo quella immensa luce che quella meravigliosa creatura scaturiva.
Tre anni dopo divenne sua moglie.
 
-
 
Rassegnata mi avvio verso la  stanza di Levi, o meglio, la stanza in cui dorme quando siamo nella base in città. Per stanotte infatti noi della Legione dobbiamo dormire nelle diverse basi in città, perchè domani è il grande giorno.  Arrivo, guardo la porta, busso. Aspetto, sospiro, incrocio le braccia. Quando apre non sono pronta a vederlo. Apre nel momento esatto in cui la mia testa ripete il duecentoventisettesimo “No, me ne vado”.
“Buonasera Heichou,  mi ha fatto chiamare, desidera?”
“Così sembra”
Fanculo. No senti. Fanculo. Davvero.
Lo guardo con uno sguardo che dice “Hai intenzione di farti prendere a botte?”
“Entra”
Entro.
Chiude.
Io rimango in  piedi sempre con lo stesso sguardo.
Si gira verso di me.
Mi guarda, con il suo solito sguardo gelido. Eppure mi riempie di caldo.
Improvvisamente siamo soli. Lo eravamo anche prima, e non è affatto la prima volta, ma ora mi rendo conto che siamo davvero soli. Io e lui. Nessun’altro. E fa così caldo.
“Quindi, Heichou?”
Sta in piedi.
Mi guarda, si avvicina.
Mi passa le mani intorno al collo, poi dietro la testa
Mi  bacia.
Mi sta baciando.
Mi sta baciando.
Sento le sue labbra, e la sua lingua, il suo caldo, sulla mia pelle, le sue mani che mi stringono, si incrociano dietro la mia schiena, e sembrano dire “Ne ho bisogno”, i suoi capelli che profumano, il suo profumo intenso, che mi accarezza tutto il corpo e finisce lì, nel suo bacio. Le sue labbra morbide, sono così fredde, le sue mani anche, gelide, gelide ma emanano calore. Non ho freddo, non ho freddo, avverto solo caldo, un caldo bellissimo. Come può il ghiaccio emanare calore?
Una reazione portata all’estremo, genera l’opposto.
 
 
Non penso più a niente.
Ora sono felice.



Grazie di aver letto! ^_^
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Lo so che sto aggiornando freneticamente, ma per questo capitolo non ce la facevo
proprio ad aspettare :3
Ho già scritto quasi tutta la storia, però giuro, stavolta aspetto a pubblicarla eh? XD
Amo questa coppiaaaa :')
Lasciate pure un commento :3

AyeRivaille
  
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