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Autore: BornOfVengeance    11/08/2014    1 recensioni
Avevo mai avuto un amico in vita mia? Avevo quattordici anni e non riuscivo a ricordare una sola persona che avesse avuto, almeno per qualche tempo, il ruolo di amico nella mia vita, nemmeno una fottuta persona. Io ero timido, solitario e non spiccicavo più di cento parole in un anno, a molti dovevo sembrare stupido, ad altri dovevo sembrare un antipatico che non parla con nessuno perché si sente troppo fico per farlo, e altri ancora avevano solo paura di me, perché ero alto 1.80m e apparivo sempre imbronciato, come se potessi scoppiare da un momento all’altro, quindi in sintesi tutti mi stavano alla larga. Nessuno mi aveva mai capito
Storia di un'amicizia inossidabile fra James e Cliff.
Solo amicizia? Scopritelo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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...Really?

Aprii gli occhi, avevo un mal di testa tremendo. Mi guardai intorno in quella casa sconosciuta, cercando di trovare Cliff, ma avevo la vista annebbiata e un ronzio strano nelle orecchie, giurai a me stesso di non fumare mai più una canna. Mi trovavo in una stanza con letto matrimoniale, io e Cliff la sera prima eravamo andati a questa festa e c’eravamo strafatti, lui aveva bevuto come un matto, io da bravo astemio, non avevo toccato alcol, ma mi avevano convinto a farmi una canna e già dopo il primo tiro ero entrato in paranoia e non avevo capito più nulla. Erano passati tre anni da quando io e Cliff c’eravamo conosciuti e eravamo davvero ottimi amici, non ci separavamo mai per più di mezza giornata, eravamo nella stessa scuola e quell’anno avevamo anche qualche classe insieme, visto che lui si era fatto bocciare l’anno prima.
Dall’altra parte del letto c’era qualcuno. Chi mi ero mai scopato quella notte? Mi girai verso il lato del letto in cui stava dormendo l’altra persona e vidi una biondina tutta truccata, alzai le coperte e notai con piacere che era ancora nuda, mi era andata molto bene! Cercando di fare il più piano possibile, mi alzai dal letto e mi vestii in fretta e furia, non volevo che si svegliasse e che si attaccasse a me come una cozza. Una volta pronto uscii fuori dalla stanza e mi preparai a cercare Cliff, anche se non si preannunciava una cosa semplice. Cominciai ad aprire tutte le stanze,notando che quasi tutte erano occupate da coppie che la notte prima si erano date un gran bel da fare, finché non arrivai a quella che sembrava la camera degli ospiti, aprii la porta e lo vidi, nudo e con un ragazzo attaccato addosso, nudo anche quello, a quel punto mi avvicinai e lo scossi leggermente, chiamandolo a voce bassa, riuscii a svegliarlo dopo poco, aveva il sonno molto leggero.

<< James? >>
<< Si >>
<< Che ore sono? >>
<< Le undici del mattino >>
<< Ma...ah! >>

Si massaggiò le tempie con un’espressione di dolore dipinta in viso.

<< Quanto ho bevuto ieri? >>
<< Troppo direi. Devi smetterla >>
<< Non fare la suora e passami i vestiti! >>
<< La suora stanotte si è scopata Tiffany, la più figa delle fighe! >>

Lui non rispose, si limitò soltanto a guardare in basso e scuotere lentamente la testa, in quel periodo era più distratto e triste, e beveva di più, ma proprio non riuscivo a farmi dire cosa gli prendesse. Gli passai i vestiti e lui se li infilò velocemente, poi diede un ultimo sguardo al ragazzo che gli stava vicino e fece per uscire, ma lo bloccai.

<< E tu invece? Chi ti sei fatto? >>

Gli chiesi con un qualcosa di strano che mi ribolliva nelle vene, odiavo sorprenderlo a letto con qualcuno, anche se non avevo mai capito il perché di quelle sensazioni omicide, rivolte sempre a chi dormiva accanto a lui in una notte di follie. Lui poi se ne portava a letto molti, quindi le persone che mi infastidivano erano numerose e sempre pronte a lasciargli qualche biglietto dentro l’armadietto o ad inseguirlo nei corridoi della scuola, a quel punto lui se li scollava con delicatezza, dando sempre dei buoni motivi per cui fra di loro non avrebbe potuto funzionare. Il soggetto di quella mattina mi incuriosì ed infastidì particolarmente, si trattava di una persona meschina e viscida, che si dimostrava omofoba al di fuori, ma che a quanto pare, non lo era davvero.

<< Lascia perdere, andiamo e basta...>>
<< Ma è Ricky! Quello che gioca a baseball! Chi l’avrebbe mai detto! >>
<< Smettila di fare il coglione e andiamo, prima che si svegli...>>
<< In effetti se si svegliasse sarebbe un guaio...non riusciresti mai a scollartelo. >>

Così uscimmo dalla stanza e poi dalla casa ed entrammo in macchina, la sua macchina. Rimanemmo fermi ancora per qualche minuto, giusto il tempo di svegliarci un po’ di più, così lo guardai e vidi che qualcosa in lui proprio non andava, quel giorno era peggio del solito.

<< Cliff, amico, ma che ti prende in questo periodo? >>
<< Sono stanco...>>
<< Di cosa? >>
<< Di tutto...stanco di stare in quella cazzo di scuola, stanco di “abitare” con i miei, che si inventano tutti i pretesti del mondo per stare fuori casa e lasciarmi da solo...stanco di essere solo. >>
<< Tu non sei solo, ci sono io con te >>
<< E per quanto ancora? Ti troverai la ragazza ed io finirò abbandonato...ti sei già scopato mezza scuola, non passerà molto tempo che troverai una troietta stabile...e quale ragazza vorrebbe l’amico gay del suo ragazzo sempre tra i piedi? >>

Detto ciò mise in moto e partì, da quello e dai suoi gesti nervosi capii che la discussione doveva finire ed era finita. Poco dopo ci fermammo in un bar a prendere un caffè, che in quelle circostanze era qualcosa di sacro. Mi sedetti vicino a lui, praticamente appiccicato e poggiai la testa sulla sua spalla, poi gli circondai la vita con un braccio, lui sembrò irrigidirsi, era da un po’ che non ci abbracciavamo ne che ci dimostravamo l’affetto che l’uno provava per l’altro. Avvicinai le labbra al suo orecchio e gli sussurrai “che ne dici se stasera stiamo da te? Da soli?” lui mi guardò come se avessi detto una cosa strana, poi annuì ed io gli sorrisi. Dopo aver bevuto il caffè andammo direttamente da lui, ormai casa sua era il nostro covo, e adesso che lui era più grande, i suoi lo lasciavano solo anche per settimane, senza farsi alcun problema, andando ognuno con il rispettivo amante.

<< Cliff, ti dispiace se faccio una doccia? >>
<< Fai pure >>
<< Grazie! >>

Entrai nella doccia e feci scorrere l’acqua, ad un tratto il mal di testa sparì e fu come se non avessi mai avuto alcun problema in tutta la mia vita. In quella doccia pensai alla prima volta che io e Cliff c’eravamo visti nudi, a come avessi provato una sorta di eccitazione nel guardarlo. Adesso eravamo due uomini, io ero diventato quello che si scopava tutte e lui sembrava solo guardarmi con disprezzo. Forse avrebbe solo voluto che io fossi rimasto il ragazzino ingenuo di un tempo...forse anch’io l’avrei preferito. Uscito dalla doccia, vidi che nell’altra stanza c’era Cliff sdraiato sul letto, così andai lì e mi tolsi l’asciugamano proprio sotto i suoi occhi, volevo vedere come avrebbe reagito. Sembrai attirare la sua attenzione, soprattutto quando mi piegai per raccogliere l’asciugamano che avevo lasciato cadere, lui alzò la testa di scatto e lo sentii ridacchiare maliziosamente.

<< Hetfield, il tuo culo mi fa impazzire! >>
<< Ah si? >>
<< Oh si! In tre anni non ne ho mai scopato uno così bello! >>
<< Sei un pervertito! >>
<< Ma senti chi parla! >>
<< Vuoi palparmi in culo? >>
<< Se vieni qui adesso questa è la volta buona che ti violento, lo giuro! >>

Allora andai lì, mi sdraiai accanto a lui e poggiai la testa sul suo petto, cercando di raggiungere i suoi occhi con i miei. Rimase rigido per qualche secondo, forse non si aspettava che sarei andato da lui per lasciarmi toccare davvero. A dire il vero non sapevo nemmeno io quello che stessi facendo, era il mio corpo a dirmi ciò che dovevo fare, come se avessi impostato il pilota automatico. Il cuore mi batteva velocemente, quasi come se prendesse la rincorsa per uscire dal mio petto. Dopo qualche minuto riuscì a guardarmi negli occhi, io misi una delle mie gambe ancora umide fra le sue mentre continuavo a guardarlo, poi gli accarezzai il viso con una mano e mi avvicinai di più a lui, a quel punto sentii le sue dita ruvide e lunghe da bassista che scorrevano sulla mia coscia, avanti e indietro, mi passò un braccio dietro la schiena e con la mano libera mi teneva delicatamente per la nuca, quasi come se avesse paura che io potessi scappare. La mano che prima mi accarezzava la coscia si spostò più su, arrivando ai glutei, il suo viso si avvicinò sempre di più al mio e io potei sentire chiaramente il suo odore di tabacco e profumo che mi fece perdere la testa, a quel punto le sue labbra si appoggiarono delicatamente sulle mie, con un po’ di indecisione, in quel momento io sembrai più risoluto di lui, io, l’etero bastardo che fino alla notte prima si era fatto una donna. Pian piano le nostre labbra si schiusero e le nostre lingue si incontrarono lentamente ed iniziarono a giocare l’una con l’altra, mentre ormai la sua mano teneva stretto il mio gluteo. Senza che ce ne accorgessimo io ero finito sotto e lui sopra, io ero già nudo e stavo spogliando lui. Da quando le nostre labbra si erano incontrate non si erano più separate. Quando anche le sue mutande furono state gettate via, lui si separò da me e mi rivolse lo sguardo più dolce che io avessi mai visto sul suo viso, in quel momento lo amai più di chiunque altro. Le nostre labbra tornarono ad unirsi e con la massima delicatezza, nonostante la quale sentii dolore, lui entrò dentro di me, strappandomi un gemito di dolore, poi, quando mi fui abituato, iniziammo a muoverci lentamente e con dolcezza, mi sentivo in paradiso. Non fu niente di fugace, accadde tutto molto lentamente e con la massima consapevolezza di entrambi, fu dolce e passionale e mi piacque da morire. Quando entrambi arrivammo all’apice del piacere e raggiungemmo l’orgasmo contemporaneamente ci guardammo negli occhi, poi lui si sdraiò accanto a me e rimanemmo lì abbracciati ed in silenzio per qualche minuto. Lui mi guardò come se non potesse ancora credere a quel che era successo, ad un tratto lo guardai e, proprio come accadde quando gli dissi che gli volevo bene per la prima volta, le parole fecero tutto da se e sussurrai un “Ti amo” appena accennato. Per me era nato tutto come un gioco, invece mi ero  accorto di essere innamorato di lui sul serio, e capii che quella che provavo nei confronti dei ragazzi che si faceva era gelosia. Lui mi guardò stupito, arrossì e sussurrò un “anch’io”, poi sorridemmo l’uno all’altro e tornammo a pomiciare. Facemmo una pausa solo alle quattro del pomeriggio.

<< James...tu sei serio? >>
<< Si Cliff >>
<< Non ti credo. >>
<< Cosa?! E credi che ti avrei detto che ti amo senza una ragione?! >>
<< Ma tu sei etero! >>
<< Io amo te, e nessun’altro! >>
<< Lo volevo fare da sempre >>

Disse mentre tornava a baciarmi. Aveva ragione, stare con un uomo era un’esperienza bellissima, la più bella della mia vita.



E rieccomiiii!! Eccovi il capitolo caramelloso (anche più degli altri) che tutte le mie ff possiedono! Spero che vi sia piaciuto (come a me è piaciuto scriverlo) e scusatemi per il ritardo D:
Buona serata a tuttiiiii
  
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