Anime & Manga > Uta no Prince-sama
Segui la storia  |       
Autore: Starishadow    11/08/2014    2 recensioni
Che Ai e Syo siano come cane e gatto è una cosa risaputa, ma cosa può cambiare quando uno dei due esagera, e le sue parole vanno a colpire dritte dritte il fondo del cuore dell'altro? Quali saranno le conseguenze del loro ennesimo scontro? E mentre le ombre del passato iniziano ad allungarsi verso il presente, riusciranno quei due a proseguire per la loro strada, o verranno raggiunti da quel buio?
Se pensate che la storia possa piacervi, entrate pure e leggete! ^^
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ai Mikaze, Syo Kurusu, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 7. Fighting

Ai entrò di soppiatto in camera, guardandosi attorno circospetto, per poi sospirare di sollievo quando si accorse che la stanza era vuota, così come il bagno la cui porta era aperta e la luce spenta. Syo non c’era.
Chiudendosi la porta alle spalle, si diresse verso l’armadio e recuperò qualche vestito, si sciolse i capelli che gli scivolarono ai lati del collo, come se fossero felici di non essere più oppressi dall’elastico, e si diresse in bagno, dove cominciò a spogliarsi dopo aver chiuso la porta con un calcio.
Quando non c’era nessuno intorno, poteva anche permettersi un po’ di malagrazia dopotutto.
Quando l’acqua gli si rovesciò addosso, Ai smise di controllare la sua espressione facciale, lasciando che i muscoli si rilassassero, le labbra si piegarono leggermente verso il basso agli angoli, e i suoi occhi si presero il lusso di versare qualche altra piccola lacrima di cui non erano riusciti a liberarsi prima.
Aveva appena realizzato qual’era la cosa che gli faceva più male di tutte.
Non era il fatto che i Quartet Night, o gli Starish, o gli altri suoi colleghi potessero trovarlo insopportabile che gli creava problema.
Era il fatto che era stato Syo a dirglielo, a parlargli in quel modo.
Era quello che gli faceva male.
 
“Smettila di fare l’imbecille in una stanza vuota e esci” si disse Syo, tentando di convincersi per l’ennesima volta a lasciare il suo rifugio, lontano dagli occhi ciano di Ai che trasudavano tristezza e vulnerabilità. Si alzò, mordendosi brevemente il labbro, poi si raddrizzò e uscì dalla stanza.
Doveva scusarsi sul serio con Ai, non c’erano scuse.
Poteva essere insopportabile, poteva essere freddo, poteva sembrare spietato, ma era pur sempre un ragazzino, ed era pur sempre il suo senpai. Sebbene non facessero che litigare, alla fine Ai a modo suo l’aveva aiutato più di una volta, lasciando cadere commenti con tono indifferente che contenevano suggerimenti ben nascosti.
«Oh, Syo-kun» si voltò verso Haruka, che lo raggiunse «ehm… Kotobuki-san, Jinguji-san e Hijirikawa-san mi hanno mandata a dirti che la cena sarà pronta fra dieci minuti…» la ragazza avvampò, come ogni volta in cui rivolgeva la parola ad uno di loro.
Un tempo tutti l’avevano trovata una cosa adorabile, poi normale, e ora completamente indifferente.
«Ah, ok grazie Nanami» le sorrise, lei ricambiò e si allontanò verso la camera di Tokiya e Otoya, lui si diresse verso la sua.
Entrò e lanciò il cappello sull’attaccapanni vicino al letto, dove si infilò perfettamente su uno dei bracci.
Scompigliandosi i capelli, si lasciò scappare un sospiro esasperato. Sapeva di dovere delle scuse ad Ai, eppure qualcosa sembrava impedirglielo.
E a proposito di Ai…
Notò che il bagno era vuoto, ma i vetri del box doccia ancora leggermente appannati, e la abat-jour del lato della stanza del senpai era ancora accesa.
Si voltò verso il letto del ragazzo e si trattenne a stento dall’urlare di sorpresa. Ai sembrava profondamente addormentato sopra le coperte, con indosso solo i pantaloni.
Controllando che il suo cuore riuscisse a calmarsi da solo, Syo si avvicinò lentamente, incuriosito.
Non aveva mai notato che Ai, nonostante fosse abbastanza mingherlino, era decisamente muscoloso per la sua età.
E non aveva nemmeno mai notato che, con i capelli ciano sparsi attorno al viso, con alcune ciocchie che lo coprivano, sembrava molto più innocente di quando era sveglio.
I suoi occhi indugiarono sul suo viso, sulle palpebre pallide che tremavano ogni tanto mentre gli occhi sotto di esse si muovevano in sogno, sul naso sottile e dritto, le labbra morbide, leggermente dischiuse… la sua espressione non era tranquilla, c’era qualcosa di triste nel modo in cui le sue sopracciglia erano corrucciate, e gli angoli della bocca sembravano tendere verso il basso.
Si accorse con un certo disagio di aver iniziato a respirare più rapidamente, e che il suo cuore si stava prendendo delle libertà nel suo petto.
“Sta’calmo tu” si trovò a pensare, farsi venire un attacco per via di Ai era proprio l’ultima delle cose che avrebbe voluto anche solo immaginare.
Però, accidenti, Ai era decisamente…
«Ti piace quello che stai vedendo?» la voce atona e leggermente roca dal sonno del ragazzo gli strappò un mezzo urlo, facendolo balzare indietro.
… decisamente un gran bastardo.
Un paio di occhi cerulei si aprì e lo fissò beffardo, lui indurì il suo sguardo:
«A dire il vero mi chiedevo come potessi nascondere tutta la tua cattiveria mentre dormi» replicò duramente, e lo sguardo di Ai si rabbuiò per un momento:
«E tu come fai a nasconderne tanta in un corpo così piccolo?» chiese tranquillamente.
L’orgoglio di Syo si ribellò, ogni buon sentimento di scusarsi andato ancora una volta a ramengo.
«Almeno non me ne vado a piangere in un angolino se qualcuno mi insulta» disse freddamente.
“Accidenti Syo, sai esattamente cosa dire per passare per mostro senza cuore” notò distaccatamente.
«Non ne sarei così sicuro, Kurusu. Ricordati che dividiamo la camera, ti sento piagnucolare qualche notte»
Il più grande si irrigidì. Che cosa?!
Se Ai l’aveva sentito “piagnucolare” voleva dire che aveva sentito quando stava male di notte. E quindi sapeva…
«A dire il vero volevo scusarmi con te» disse di punto in bianco il ragazzo dai capelli azzurri, cogliendolo di sorpresa «per aver esagerato con gli allenamenti. Ma a quanto pare io sono solo un insopportabile moccioso spietato, quindi non mi crederesti nemmeno se lo facessi» la voce fredda e apatica rese le sue parole anche più affilate, anche più dolorose quando affondarono una ad una nel petto di Syo. Il più giovane si alzò, recuperò una maglia dalla sedia vicino al letto, e superò l’altro ragazzo «Con permesso» scandì con tono cattivo, vicino al suo orecchio, prima di uscire.
Syo rimase immobile, troppo stravolto dalla sorpresa e dall’incredulità per fare altro.
“Complimenti, davvero, sei proprio un cretino” gli disse una vocina nella sua testa. E aveva terribilmente ragione.

A cena, né Syo né Ai si guardarono, rimasero concentrati sul cibo e, occasionalmente, su qualche compagno di band che rivolgeva loro la parola.
Natsuki, che li aveva osservati, immaginava già cosa li aspettava una volta tornati in camera.
Sperava solo che quei due non si saltassero alla gola appena si fosse distratto un attimo.
Le previsioni di Natsuki non si rivelarono né troppo giuste né troppo sbagliate, alla fine, perché appena arrivarono in camera, Ai consegnò loro i loro nuovi orari di allenamento, e Syo, leggendo il suo, iniziò a dare in escandescenze, ma i suoi insulti parvero andare a finire contro una parete di gomma, Ai sembrava non averlo nemmeno sentito:
«Se uno di voi due arriverà in ritardo, ne pagherete entrambi le conseguenze» fu l’ultima cosa che disse prima di chiudersi in un silenzio che sarebbe durato fino al mattino dopo.
Syo fissò l’orario che aveva fra le mani, accartocciando i bordi; il suo incubo si era avverato.
Il suo nuovo allenamento era per la maggior parte vocale e sulle norme di comportamento degli idols e cose simili, la parte fisica era stata ridotta al minimo.
Anche Ai aveva cominciato a trattarlo come se fosse debole.
Non sapeva se l’aveva fatto per qualche forma contorta di bontà o per pura cattiveria, ma il dubbio bastava a farlo sentire al tempo stesso irritato e grato verso il senpai.
«Syo-chan, perché il tuo fascicolo ha una pagina in più del mio?» chiese Natsuki, notando il dettaglio.
Syo prese la pagina in questione, e quasi cadde sul letto per il capogiro che gli venne leggendola.
Era una copia della sua cartella clinica, dove veniva riportata la sua condizione.
C’era un’aggiunta a mano, in basso, con la grafia di Ai:
Perché non me l’hai detto?
La cosa peggiore era che la data e l’ora di stampa del foglio, in basso a destra, tanto piccole da poter sembrare inutili, era la data di quel giorno, a malapena un’ora prima che lui iniziasse ad urlargli contro.
Ai aveva preparato quel nuovo programma perché sapeva della sua condizione, e aveva scritto quella domanda solo per lui, prima che lui lo definisse spietato.
«Adesso mi sento davvero una merda» sussurrò, nascondendo la faccia nel foglio.
Natsuki non disse nulla, si limitò a dargli qualche pacca leggera sulla schiena, e di tanto in tanto lanciava uno sguardo triste ad Ai, raggomitolato sotto le coperte.
Quanto poteva essere difficile per quei due andare d’accordo?
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Uta no Prince-sama / Vai alla pagina dell'autore: Starishadow