Seduto a gambe incrociate nella radura, di fronte a me c’era un essere umano che teneva in braccio una chitarra, la quale si rivelò essere proprio la colpevole della melodia che mi aveva attirata fin lì.

Non riuscivo a credere ai miei occhi: un umano, uno di quelli veri! Perdonate il mio completo sgomento, ma dovete capirmi: non entravo spesso in contatto con questa specie, anche perché mi era strettamente vietato dal nostro Codice mostrarmi a loro.

E se molte delle loro storie e leggende erano piene di riferimenti agli unicorni, la colpa era solo di alcuni esemplari poco cauti che si erano fatti beccare - e vi assicuro che in seguito avrebbero pagato a caro prezzo la loro sbadataggine.

Il mio cervello mi mandò prontamente diversi segnali di pericolo, intimandomi di fuggire più in fretta che potevo: ma c’era qualcosa in quella melodia, in quell’aria pacifica che circondava l’umano che non mi permise di schiodare i miei zoccoli dalla loro posizione.

Quella musica aveva un non so che di mistico che mi attirava e mi reclamava; ero come ipnotizzata, intrappolata in quell’attimo di eterno, di pura tranquillità; paralizzata, ma al tempo stesso pervasa da un’irrazionale voglia di mostrarmi e parlare con l’artefice della magica melodia.

Infatti sobbalzai quando le timide zampette di Gels mi sfiorarono, riportandomi alla realtà.

- Cosa stai facendo Sunshine?!? Vieni immediatamente via da qui!

E’ sconcertante quanto queste parole, sebbene sussurrate, risultassero piene di apprensione e severità miste a puro terrore.

- Gels no, aspetta, solo un attimo...

- Stai scherzando spero? Ti prego ricollega quelle sinapsi di zucchero filato che ti ritrovi e scappiamo finché siamo in tempo!

- Ma io volevo soltanto…

Di punto in bianco, uno stormo di uccelli spiccò il volo proprio dall’albero sopra di noi, facendo sì che l’uomo si riscuotesse e si voltasse nella nostra direzione, interrompendo il suo dolce suonare.

- Chi va là?

- Corriamo, Sunshine!

Con il panico negli occhi, schizzai via con la mia saggia amica attaccata alla criniera, senza essere minimamente notate grazie alle mie magiche doti illusorie e ad un gioco di luci che orchestrai rapidamente.

Solo quando fummo ormai a diverse miglia di distanza mi concessi di fermarmi per riprendere fiato, lontana da quel suono che mi aveva tanto stregata.

- Adesso mi spieghi - anche Gelsomina aveva il fiato corto per lo spavento - cosa ti era preso? Sunnie, ti ha dato di volta il cervello per caso? Stavi per essere scoperta da un vero umano, cristo santo!

- Lo so, mi dispiace, è solo che non riuscivo ad allontanarmi, quella musica era incantevole e io…

- Io un corno! Mi hai fatto prendere un colpo, stupido unicorno incosciente che non sei altro! Promettimi che non farai più qualcosa di così avventato, okay?

- Okay Gels, ho capito...

Mi avviai verso la caverna, avvilita e piena di sensi di colpa, lasciando Gelsomina per farle sbollire la rabbia nei miei confronti.

Avevo sbagliato, ero stata incosciente e lei aveva pienamente ragione, ma era stato più forte di me.

Nella semioscurità della grotta cercai di riportare alla mente i tratti dell’umano: aveva i capelli scuri e una barba trasandata della stessa tonalità, ed i suoi tratti gentili e per niente spigolosi erano incorniciati da quello strano oggetto che gli uomini chiamano “occhiali”. La loro funzione mi era quasi del tutto ignota, ma devo ammettere che mettevano in risalto quel suo paio di occhi color nocciola e il suo sguardo concentrato, perso tra le note della sua canzone.

Lentamente mi appisolai, cullata dal ricordo di quella dolce ed ammaliante melodia che si rifiutava di darmi tregua.

 

Correvo. Galoppavo come mai avevo fatto prima. Un sentiero buio, nel fitto di una foresta sconosciuta. Poi, all’improvviso una luce: un nuovo paesaggio di fronte a me. Questa volta era un’alta scogliera al di sotto della quale, sporgendosi, si poteva vedere il mare che accanito si abbatteva ed infrangeva  violentemente le sue onde sulle rocce.

Indietreggiai spaventata per poi sbattere contro qualcosa; voltandomi, potei scorgere un’imponente figura incappucciata stagliarsi sopra di me, minacciosa.

Non aveva un volto, o per lo meno esso non mi era visibile. Con tono imperioso, mi rivolse queste parole:

- Molti anni or sono pronunciasti un giuramento di fedeltà solenne al Codice, al quale adesso sei vincolata. La tua natura è un dono speciale, faresti bene a ricordarlo sempre; in quanto tale, essa deve essere preservata ad ogni costo. Se un qualsiasi essere umano ti vedesse, sarebbe una sciagura per la tua intera specie; sai bene quali pene e punizioni ti aspetterebbero. Sii più prudente, Unicorno Sunshine.

Udii a stento l’ultimo avvertimento, perché stavo cadendo verso le fauci dell’oceano ignoto, che mi inghiottì.

 

Quando mi svegliai, spossata e madida di sudore, non riuscii più a chiudere occhio per il resto della notte.

Un sogno del genere non poteva significare niente di buono.

Hello! Eccomi qua, con un bel capitolo nuovo appena sfornato! I toni in questa nuova parte della storia sono un pochino più seriosi, ma tranquilli, il nonsense tornerà a fare stragi entro breve ;)
Ho ben poco da aggiungere, ringrazio di cuore chi recensisce e inserisce la storia tra le preferite\seguite, davvero, siete la mia più grande fonte di gioia ç-ç
Come sempre ringrazio quell'angelo della mia beta EvilMary, un giorno ti faranno santa, tivibi :3
Stay tuned :D
BindaYay