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Autore: Pseudomonas    13/09/2008    13 recensioni
Un pomeriggio qualsiasi ad Hogsmade, un gioco insolito e bizzarro, l'ennesima furiosa litigata. Ma se questa volta fosse il pretesto buono per spingere Ron a fare un passo avanti?
[Delicatamente Ron/Hermione]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Non riusciva proprio a capire cosa ci fosse di divertente.

Erano quindici minuti buoni che aspettava, rannicchiato contro il tronco rugoso di un grosso albero.

Non poteva continuare così!

Se fosse rimasto in quella posizione ancora per 3 minuti si sarebbe ritrovato con una paralisi della colonna vertebrale. Ne era certo.

E poi chi lo avrebbe spiegato a Molly? O peggio, a Madama Chips?

Gli si serrò lo stomaco pensando a quanti vomitevoli intrugli sarebbe stato costretto a ingurgitare nel suo letto in infermeria.

E Domenica ci sarebbe anche stata la finale di Quidditch!

L’evento più atteso dell’anno! Grifondoro contro Serpeverde, entrambi in testa alla classifica!

No, non poteva permettersi di infortunarsi proprio ora!

La squadra aveva pur sempre bisogno di lui…certo non era insostituibile ed eccezionale come Harry, ma da quando era diventato portiere titolare, il suo onesto e valido contributo lo aveva pur dato, no?

Va beh, a parte la figuraccia dell’anno precedente…quando una pluffa l’aveva centrato in pieno stomaco facendolo entrare in porta con tutta la palla…

Era stato un vero disastro.

Grifondoro aveva perso la semifinale…e lui era stato relegato in infermeria per ben DUE settimane! A subire tutte le angherie e le preoccupazioni della sbavosa e appiccicosa Lavanda Brown!

Una catastrofe!

Se ripensava all’orripilante “cornetto anti-malocchio” che lei gli aveva appeso sul letto per farlo guarire in fretta, aveva ancora la nausea…i suoi compagni di casa l’avevano preso in giro per un mese.

Fortuna che poi l’aveva mollata, quell’oca di Lavanda…

Ma se non avesse fatto qualcosa, e in fretta, ci sarebbe tornato davvero, in infermeria…se non a causa di una paralisi, probabilmente perché sarebbe morto di noia nel giro di 5 minuti.

Sbuffando sonoramente, si puntellò sulle ginocchia, sbirciando cautamente oltre la sua postazione.

Hermione era ancora girata di spalle. Anche da lontano, vedeva chiaramente il suo cipiglio nervoso e i denti che affondavano nel labbro inferiore nel suo abituale gesto di concentrazione.

Maledetta Hermione!

Come diavolo aveva fatto, a farsi fregare di nuovo?

Avevano aspettato quel fine settimana ad Hogsmade con la stessa trepidazione con cui si attende il Giudizio Universale.

Era la loro unica possibilità d’evasione, e che cavolo!

Dopo nove mesi sigillati dentro Hogwarts, i rari pomeriggi a Hogsmade erano una benedizione del cielo per i ragazzi…soprattutto in quel periodo!

Ron doveva comprarsi delle nuove scarpe da Quidditch, e dei nuovi guantoni…quelli che aveva erano ormai troppo logori per poter servire a qualcosa…il primo ad averli indossati era stato addirittura Arthur Weasley! Per poi passare tra (o meglio, sulle) mani di tutti i suoi fratelli…Oramai erano inutilizzabili…erano dei guanti storici, certo, ma questo era un altro discorso…

Fatto sta che, per una volta, era riuscito a sottrarre Harry dalle grinfie di sua sorella Ginny, costringendolo a promettere che lo avrebbe aiutato a scegliere i suoi acquisti…

Ma appena messo piede nel villaggio, Hermione aveva iniziato a comportarsi in un modo strano…

Tutti si aspettavano che se ne sarebbe andata a passare il pomeriggio ad acquistare libri, come faceva di solito…

E invece, proprio mentre stavano per separare le loro strade, aveva fatto scoppiare la sua chewingum, e aveva proposto con studiata noncuranza:

-    Giochiamo a Nascondino?! –

Ginny si era voltata sbalordita, Harry si era fermato di colpo, Neville ci era andato a sbattere contro sparpagliando per terra un enorme sacco di Cioccorane, Seamus si era quasi strozzato con la Burrobirra che stava bevendo, mentre Dean Thomas si era limitato a scivolare rovinosamente su una delle Cioccorane di Neville.

In una scena a metà tra il comico e il grottesco, tutti avevano fissato Hermione.

-          Hermione sei sicura di sentirti bene? – aveva chiesto Harry con una faccia preoccupata.

-          Oh andiamo! Facciamo qualcosa di diverso! Sarà divertente! Chi perde paga pegno!– aveva proposto la ragazza con un sorriso pieno di entusiasmo e gli occhi che le brillavano.

-          Nascon…che?? – aveva chiesto Ron interdetto.


E così era da più di un ora che correvano tutti qua e là in cerca di nascondigli introvabili.

Ancora non era riuscito a capire come aveva fatto a lasciarsi convincere.  

Quella ragazza doveva averlo messo sotto Imperius, non c’era altra spiegazione.

Il bello era che, dopo un momento di titubitanza, tutti avevano accolto con esultanza la proposta di Hermione.

E sembravano anche spassarsela un mondo.

Dean, Neville e Seamus erano già stati scoperti ed eliminati, ma continuavano a mettere fuori pista la ragazza con falsi rumori ed indizi, scoppiando a ridere come degli idioti ogni volta che lei si accorgeva del sabotaggio.

A quanto pare lui era l’unico ad avere il broncio.

Spiò con la coda dell’occhio l’angolo tra il negozio di Olivander e i Tre Manici di Scopa, dove Harry e Ginny erano ovviamente nascosti insieme. Ovviamente…

Da quando si erano messi insieme, l’anno prima, erano sempre appiccicati. Peggio di due cozze…anzi, due piovre…ogni occasione era buona.

E infatti stavano approfittando anche di quel gioco stupido per…per…non importa.

Basti dire che lei mani di Harry erano avvinghiate attorno ai fianchi di Ginny e che le braccia di lei erano arpionate al suo collo, mentre dai loro movimenti si riusciva benissimo ad intuire anche da lontano ogni assurda contorsione che la lingua di uno compiva nella bocca dell’altro.

Ron roteò gli occhi, indispettito.

Ecco come mai quei due non si stavano annoiando.

E certo, poteva essere solo lui l’unico idiota che sprecava un pomeriggio con un gioco demente invece di comprarsi gli accessori per il Quidditch… o magari cercare di conquistare Hermione…

No va beh, cancelliamo pure l’ultimo punto…

Tanto era una causa persa.

Era da quando erano bambini, che manifestavano a vicenda una sorta di attrazione…una specie di complementarietà e alchimia, abilmente celata in un rapporto fatto di continui scontri e discussioni.

Avevano vissuto entrambi dei momenti bui, lui al quarto anno a causa di Krum, lei al sesto per colpa di Lavanda.

Ma dopo la rottura di Ron con quest’ultima, tutti avevano dato per scontato che era solo questione di giorni prima che finissero l’uno tra le braccia dell’altra.

E invece era passato più di un anno, e niente era cambiato.

Litigavano energicamente ogni settimana, si ignoravano volutamente per qualche giorno per poi dimenticare tutto e tornare amici come prima.

Per poi ricominciare daccapo.

Oh i suoi amici lo avevano incoraggiato, innumerevoli volte.  


Una notte Harry gli aveva detto:

-          Avanti Ron, siete fatti l’uno per l’altra, si vede. È solo una questione di pazienza. –

-          Con le donne ci vuole galanteria Ron – era intervenuto Seamus – cerca di non litigare così tanto con lei. Oppure chiedile scusa quando succede…alle ragazze piace sentirsi dalla parte della ragione. –

-    Dai retta e me Ron – si era intromesso Neville gonfiando il petto d’orgoglio – bisogna essere passionali. Afferrala, sbattila al muro e baciala. Funziona sempre, te lo assicuro! –

Tre paia d’occhi si erano voltati a fissarlo allibiti.

-          Che c’è, che ho detto? – aveva mormorato spaventato il povero Paciock.


Di conseguenza, non potendo neanche contare su un valido aiuto dei suoi migliori amici, si era gradualmente ed inesorabilmente rassegnato.

Si limitava a sentir crescere dentro di se il suo amore per Hermione, senza fare nulla per esternarlo.

Un movimento improvviso lo distolse dai suoi pensieri.

Era Harry, che cercava di attirare la sua attenzione sventolando la mano.

-    Che c’è? – gli sussurrò.

Il suo migliore amico e sua sorella indicavano disperatamente qualcosa con  il dito.

Seguendo la direzione dei loro sguardi capì cosa stavano cercando di dirgli.

Continuando in silenzio il suo giro di perlustrazione, Hermione era arrivata a pochi metri
dall’albero che lo nascondeva. Se avesse fatto ancora qualche passo in avanti, lo avrebbe certamente scoperto.

In preda ad un’improvvisa scossa di adrenalina, scandì ad Harry con un nitido labiale:

-    Aiutami! –

Lui dovette capire immediatamente, perché sollevò il pollice in gesto affermativo.

Dopodiché, lui e Ginny uscirono rumorosamente allo scoperto, iniziando a correre come dei forsennati verso il grande lampione che fungeva da punto di partenza.

Con una prontezza di riflessi straordinaria, Hermione si voltò nel momento esatto in cui le sue due prede accennarono il movimento. Rivelando un’agilità che mai Ron aveva sospettato potesse possedere, iniziò a correre talmente veloce che se avesse aperto le braccia probabilmente avrebbe preso il volo.

Tra le urla sguaiate dei tre compagni già eliminati, arrivò al suo obbiettivo prima dei due piccioncini.

-          Tana! Tana per Harry e Ginny! – strillò in preda al fiatone.

-          Hey Herm! Complimenti! – le urlò Harry massaggiandosi la milza – non pensavo che fossi così veloce!

-          Già! Uno scatto davvero formidabile! Avresti dovuto vederti Harry, sembravi inseguito da Voldemort in persona! – convenne Neville in preda ad un attacco di risa isteriche.

-          Ragazzi, solo perché non gioco a Quidditch o non faccio sport, non vuol dire che io sia una totale imbranata – spiegò lei pazientemente. – Ora mi manca solo Ron! – annunciò eccitata.

-          AhAh! È vero! Ron manchi solo te! Se riesci a non farti prendere vinciamo tutti quanti! – ululò Seamus ormai completamente ubriaco di Burrobirre.

E mentre il quintetto attaccava un coro di incoraggiamento, un ritmico Ro-nald, Ro-nald, Ro-nald!, Hermione riprese la sua caccia, dirigendosi con sicurezza verso il fatale albero che offriva riparo all’ultimo superstite.

Con un fremito di eccitazione, Ron comprese che Hermione aveva capito.

Sapeva che lui era nascosto lì dietro.

Ma certo che lo sapeva. D’altronde aveva già scoperto tutti gli altri.

Era sveglia la sua Hermione, che credete. Bella, brava, brillante e anche…

Stop, no era meglio non divagare.

Stava per essere beccato.

Valutò rapidamente le opzioni che aveva, maledicendosi per essersi lasciato coinvolgere suo malgrado dal ritmo del gioco.

Poteva saltare fuori all’improvviso, sperando di coglierla di sorpresa e approfittare del suo sconcerto per correre come un razzo a liberare tutti i suoi compagni, ma visto come erano andate le cose ad Harry, non era il caso di rischiare.

E non c’era modo di distrarre Hermione un’altra volta, visto che ormai lei sapeva dove si nascondeva.

Ma non poteva neanche restare fermo lì, presto lo avrebbe trovato comunque.

Cazzo, ci voleva un’alternativa.

Visto che tutti gli altri non erano stati in grado di spuntarla, se lui fosse riuscito a vincere magari avrebbe potuto dimostrare ad Hermione la propria abilità. Forse l’avrebbe addirittura guardato con uno sguardo ammirato, invece del solito cipiglio carico di rimprovero per la sua sbadataggine.

Non era una grande consolazione, ma dato che ormai avevo buttato via tutto il pomeriggio con quel gioco demenziale, tanto valeva cercare di trovarci dentro qualcosa di utile.

All’improvviso ebbe un’idea.

Quando la ragazza era sul punto di scorgerlo, tirò fuori la bacchetta e si smaterializzò.

Riapparve giusto davanti al punto di partenza, tra le urla gioiose dei suoi amici.

-    Tana! Tana per tutti! – esultò tra l’entusiasmo generale.

Dean, Neville e Seamus, ormai completamente fuori di testa, lo presero in spalla facendolo volteggiare in aria, accompagnandolo con frasi festose.

Non appena riuscì a liberarsi dalla presa di quei tre matti, Ron vide la figura di Hermione avvicinarsi frettolosamente.

Aveva il fiato corto, era accaldata e con le guance completamente rosse. Dio, com’era bella con i riccioli scuri che le ricadevano accanto agli occhi!

-          Ron, hai barato! – gli annunciò non appena fu a portata di orecchie.

-    Perché? – chiese lui visibilmente perplesso.

Hermione sospirò scostandosi una ciocca di capelli dal viso.

- Perché non hai rispettato le regole del gioco – rispose con il tono di chi sta spiegando ad un bimbo di due anni come tirare lo sciacquone.

-    E perché non avrei rispettato le regole? – la canzonò il rosso alterandosi.

Ginny toccò sconsolata il braccio a Harry, il quale fece immediatamente cenno agli altri tre di allontanarsi.

Così li lasciarono in disparte, mentre stava per infuriare la loro ennesima litigata.

-          Perché hai usato la smaterializzazione! – stava intanto esclamando la ragazza.

-          E allora? Quando mi hai spiegato come funzionava non hai mica specificato che non si poteva usare! –

-    Perché era semplicemente ovvio, Ronald! Ti ho detto che Nascondino è un gioco dei bambini babbani! È sottinteso che non si usa la magia, visto che loro non sanno cosa sia! Lo hanno capito tutti tranne te! –

Il viso di Ron raggiunse presto lo stesso colore dei suoi capelli.

Quello era l’ennesimo insulto alla sua intelligenza.

Aveva sperato di poter surclassare tutti gli altri, soprattutto Harry, per portarsi per una volta in primo piano agli occhi di Hermione. E ora veniva addirittura accusato di essere più stupido di Neville?!

Senza offesa eh, Neville era un gran bravo ragazzo…ma talvolta aveva la brillantezza di un Troll.

Lui era cento volte meglio! Come osava quell’essere mingherlino di appena un metro e sessanta sminuirlo così?!

-    Già è vero. Dimenticavo, i bambini babbani! Non c’è da stupirsi che si divertano con questi giochi cretini, visto che non hanno poteri magici! E io che ci ho pure perso un pomeriggio invece di procurarmi gli accessori per la finale di Quidditch!

Nel momento esatto in cui terminò la frase, si pentì di averla detta.

Hermione divenne il ritratto della furia.

-    Ah è così? I babbani sono stupidi, vero? I loro giochi sono cretini come i loro cervelli, non è così? La loro infanzia non è degna di essere vissuta perchè non è divertente come quella dei maghi, non è vero? Cresci Ronald! Sei solo un bambino viziato! Al diavolo tu, i Purosangue come te e anche il Quidditch! –

E dopo averlo investito come un tornado, gli voltò le spalle e se ne andò, livida di rabbia.

Ron guardò Seamus, sconsolato.

-    Coraggio Ron - lo confortò l'amico avvicinandosi. - Ricordati ciò che ti ho detto...galanteria!Vai e chiedile scusa...vedrai che capirà... -

Guardarono entrambi la figura snella di Hermione allontanarsi veloce.

E per una volta in vita sua Ron decise che avrebbe fatto la cosa giusta.

-    Hey Hermione, aspettami! - le urlò rincorrendola.

Lei non rallentò.

-    Hermione, per favore fermati! -

Non si girò neppure.

-    Hermione!- Esclamò infine superandola e sbarrandole la strada.

      -     Vado di fretta, siamo in ritardo. Fammi passare per favore - disse cercando di sorpassarlo.

Ma lui l'afferrò saldamente per le braccia, parandosi nuovamente di fronte a lei.

Rabbrividirono entrambi a quel contatto improvviso. Raramente Hermione era stata toccata da Ron, o viceversa. Era Harry quello che l'abbracciava, che le dava il bacetto della buonanotte e del buongiorno, che le cingeva le spalle con le braccia per consolarla da un compito andato male.

Da quel punto di vista il suo rapporto con Ron era sempre stato molto freddo. Molto più di quello che avrebbe voluto, per lo meno.

-    Devo dirti una cosa - le spiegò lui - per favore ascoltami - la implorò guardandola negli occhi.

Lei sentì qualcosa sciogliersi davanti a quelle iridi blu.

-    Che cosa c'è Ronald? - chiese stancamente con aria triste.

      -     Beh io...ecco...ehm... - farfugliò - volevo...chiederti scusa! Scusa per quello che ti ho detto prima! Insomma non volevo offenderti con quelle stupidaggini sull'infanzia babbana! - buttò  fuori tutto d'un pezzo.

Il cuore di Hermione mancò un battito.

-    Oh, ehm, ok...d’accordo Ron...ho capito...scuse accettate. Ora mi lasci andare per favore?-

Il rosso si accorse solo allora di avere ancora le mani spasmodicamente artigliate ai sottili bicipiti della grifoncina.

Le sue orecchie raggiunsero in un lampo un'accesa tonalità a metà tra il fucsia e il viola.

-    -Ah, ma ce-certo... - balbettò mollando la presa, imbarazzato- c'è un'ultima cosa che volevo chiederti...

     -      Si...? - lo incitò stupita.

     -      Insomma...riguardo al gioco...si era stabilito che l'ultimo pagava pegno...ma vista le nostre controversie non siamo riusciti a decidere chi avesse perso...ecco io avrei la soluzione! -

Hermione aggrottò le sopracciglie, scettica.

-    E...sarebbe? –

     -     Ti propongo un patto...uno spareggio! Chi vince sceglie la penitenza dell'altro...ma stavolta il gioco lo decido io!Ci stai?- chiese lui speranzoso.

Tutta la rabbia della ragazza svanì davanti al suo disarmante sorriso.

       -      D’accordo. Ci sto. A cosa vuoi giocare?-

Ma prima che lui parlasse, sapeva già la risposta. Riconosceva il luccichio di sfida che divampava nei suoi occhi.

-    Scacchi! –







Spazio Autrice
Questa è una commedia sentimentale, leggera e senza pretese. Era nata come one-shot, ma alla fine ho deciso di dividerla. Potrei anche continuarla, le ultime due parti potrei riuscire postarle entro la fine della settimana prossima, ma DIPENDE dalle recensioni che riceverò. Se riceverò tante da convincermi che vale la pena continuarla, molto presto avrete il secondo capitolo! Spero che vi sia piaciuto questo inizio!
Un bacio
Tayla
   
 
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