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Autore: BuryIt    13/09/2008    4 recensioni
Una misteriosa ragazza, ricercata dall'impero, che per un brutto scherzo del destino (e a lei ne capitano davvero tanti!) si ritrova nella tana del lupo... e non si tratta del castello di Galbatorix! Una piccola ff, per favore recensite in tanti!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rientrai nella tenda a testa bassa, sconfitta mi lasciai cadere sul letto. Quello stupido gatto mi aveva fatto perdere tempo.
Il Cavaliere prese una sedia e si sedette davanti a me, la maga fece lo stesso, prendendo posto su uno sgabello in un angolo. Con la coda dell’occhio vidi lo strano gatto entrare tenendo la coda a scovolino ritta e con un balzo saltare sulle ginocchia dell’erborista, solo per riprendere a scrutarmi.
-Questo lo prendo io- vidi il Cavaliere chinarsi e sfilarmi il coltello dallo stivale. Gli scoccai un’occhiata truce e mi sembrò di vedere l’ombra di un sorriso divertito sul suo volto.
Lo osservai meglio. Delle profonde occhiaie scure gli sottolineavano gli occhi e il volto che sembrava segnato da una profonda sofferenza. I capelli biondo scuro erano scarmigliati e disordinati. Al fianco gli pendeva una lunga spada coperta da un semplice fodero di pelle.
-Mi scuso per l’aggressione di poco fa, non era nostra intenzione assalirti, una freccia è partita incontrollata.-
Lo guardai negli occhi e per un attimo rividi il lampo azzurro che avevo visto prima di perdere conoscenza.
-Dovreste imparare a controllare i vostri soldati, Cavaliere.- Calcai sull’ultima parola.
Il sorrisetto divertito dipinto sul suo volto si allargo, acuendo la mia irritazione.
-Fatto sta che non potrai andartene senza prima averci dato alcune spiegazioni.-
Spiegazioni? Io non dovevo un bel niente né a lui né (e soprattutto) ai Varden!
Assunsi un’espressione spavalda, pronta a replicare ma lui continuò.
-La tua amica è con noi, ma la cosa che ci interessa è l’uomo che è stato trovato in vostra compagnia, morto. Iris ci ha detto che lo avete trovato sulle Grande Dorsale, poco meno di due mesi fa, ma dovremmo esaminare anche la tua mente, per accertarci che sia la verità e evitare di introdurre nell’accampamento altri traditori, ce ne sono stati fin troppi.- La sua voce si abbassò e il suo sguardo si fece cupo. Ma io non vi badai.
Le sue parole avevano dato voce ai miei più grandi timori. Sentivo la rabbia pulsarmi sorda nelle orecchie. Tutta colpa mia e del mio dannato orgoglio. Dovevo per forza seguire Iris, se no non mi sarei ritrovata nei guai e io non sarei stata contenta! Immobilizzai i muscoli.
Nessuno sarebbe entrato nella mia mente. Nessuno.
Con la coda dell’occhio vidi lo strano gatto di prima entrare a passo lento nella tenda, la coda a scovolino ritta.
-Non penso sia possibile- dissi gelida.
-E perché mai?- rispose beffardo.
Mi trattenni dal mollargli un pugno sul naso e rovinargli il suo bel faccino.
Prima che potessi rispondere a tono però fuori dalla tenda si udì un gran trambusto. Volsi lo sguardo incuriosito all’entrata della tenda. Il gatto acciambellato sulle ginocchia di Angela soffiò.
-Lasciatemi passare, dannazione! Ho bisogno di parlargli!- urlava una voce furiosa.
-Non è possibile, il Cavaliere ha detto esplicitamente che non vuole essere disturbato mentre interroga la prigioniera.-
Prigioniera.
Scoccai un’occhiata infuriata al Cavaliere, ma lui rimase impassibile.
Lo vidi alzarsi in fretta.
In quel momento fece irruzione nella tenda un uomo. Aveva il viso arrossato e contratto dalla furia. In mano impugnava un pesante martello.
-Eragon! Perché diamine non me lo hai detto subito? Lo sono venuto a sapere solo poco fa e solo perché ho sentito Horst parlarne!Diavolo.. lui...- non terminò e strinse più forte le mani che tenevano in mano il martello.
-Roran, calmati- cercò di tranquillizzarlo Eragon, posandogli le mani sulle spalle. -Non te l’ho detto subito proprio perché temevo una reazione del genere, ti saresti solo fatto accecare dalla rabbia. Fratello, te lo avrei detto non appena avessi finito con lei- scoccò un’occhiata nella mia direzione -Viaggiava con lui.-
Vidi Roran abbassare lo sguardo sulle mani tremanti che ancora impugnavano il martello.
-Che fine ha fatto la guardia?- chiese Eragon.
-L’ho solo tramortita-
-Aspetta fuori ne parliamo dopo.-
Roran fece un impercettibile cenno si assenso. Respirava ancora affannosamente.
Si volse e fece per uscire quando si voltò e guardò negli occhi Eragon.
-Ricordati della promessa.-
-Non l’ho mai dimenticata.-
Roran annuì di nuovo e uscì con passi di marcia dalla tenda.
Eragon si voltò verso di me. Ricambiai il suo sguardo con curiosità.
Poi distolse lo sguardo e sospirò. In quel momento mi sembrò incredibilmente stanco, le occhiaie sotto i suoi occhi mi sembravano più evidenti che mai.
-Non ti costringerò ad aprire la tua mente. Non è mia prerogativa farlo. Ma fino a che non desidererai farti esaminare dovrai rimanere reclusa in questa tenda. Non ti sarà permesso uscire. Angela per te è un problema?- chiese poi rivolgendosi all’erborista.
Lei fece cenno di no. -Sarà interessante.- Disse scrutandomi.
Eragon annuì e uscì senza una parola o uno sguardo in mia direzione.
Rimasi sola con Angela.
-Sarà interessante ragazza- ripetè la donna guardando me e poi il gatto.
Rimasi in silenzio.
   
 
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