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Autore: Meggie    11/01/2005    6 recensioni
Sono passati sei anni dalla fine di Hogwarts... Ron e Hermione si sono sposati e sono felici... ma è tutto come sembra? E gli altri, che fine hanno fatto? Dov'è Harry? E che cosa nasconde Ginny? (R/Hr)
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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OUR LAST TEARS

OUR LAST TEARS

 

Look at your young men fighting
Look at your women crying
Look at your young men dying
The way they've always done before

Look at the hate we're breeding
Look at the fear we're feeding
Look at the lives we're leading
The way we've always done before
?

 

(Civil War – Guns ‘n Roses)

******

 

Capitolo 5: Old memories – The past returns

 

Hermione tamburellava le dita sul tavolo, e muoveva il piede in continuazione.

 

Ron continuava a camminare avanti e indietro, le braccia conserte e lo sguardo fisso a terra.

 

E aspettavano. Non potevano fare altro. Aspettavano che Ginny comparisse con la soluzione ai loro problemi. Senza di lei, non avrebbero mai potuto far molto. E questo li faceva agitare.

 

Se Ginny fosse tornata a casa tardi? Se non riuscisse a scoprire qualcosa in tempo? Se loro non potessero arrivare in tempo?

 

E non potevano far altro che aspettare. Con un attesa che li stava devastando e con la consapevolezza che non potevano fare niente… niente… e questa parola li uccideva.

 

Non poter far niente era la paura più grande che avevano. Non arrivare in tempo. Non riuscire a combinare qualcosa. Essere vinti… come avrebbero potuto continuare?

 

Ron si fermò di colpo. “Senti io vado a cercarla…”

 

Hermione scosse stancamente la testa. “No… tu non vai da nessuna parte… non possiamo esporci troppo… e non possiamo mettere nei casini lei… vedrai che arriverà…”

 

“Non ci credi nemmeno tu…” rispose Ron.

 

Hermione lo fissò. “E cosa dovrei fare? No, forse non ci credo pienamente… diciamo che ci spero…”

 

“Con le speranze non si va da nessuna parte Mione… lo sai meglio di me…”

 

La ragazza abbassò lo sguardo. “Lo so bene…” mormorò “… ma da molto tempo è l’unica cosa che ci rimane…”

 

Con un rumore sommesso Ginny si materializzò nella stanza. Ron ed Hermione non riuscirono nemmeno a esprimere il loro sollievo…

 

“Ginny! Oddio… meno male… avanti… hai scoperto qualcosa?”

 

Ginny sembrava preoccupata. Molto preoccupata, in effetti. Aveva lo sguardo fisso a terra e si torturava le mani…

 

Annuì meccanicamente senza riflettere troppo.

 

“Allora?” la esortò Ron.

 

Lei evitò lo sguardo del fratello. “… non dovreste andare…”

 

Ron si spazientì. “Senti Ginny piantiamola… è come le altre volte… avanti… dici tutto e facciamola finita…”

 

Ginny si impose di guardare il fratello. E Ron non potè fare a meno di pensare come fossero incredibilmente tristi i suoi occhi.

 

La ragazza sospirò. “Parigi… zona Montmartre… tra un’ora esatta…”

 

Ron strabuzzò gli occhi. Che diavolo era la zona Montmartre?

 

Hermione sembrò leggere lo stupore negli occhi del ragazzo, perché intervenne subito. “Non mi spiego la scelta di questa zona… avrebbero potuto scegliere altri posti… Parigi è grande… ed è piena di gente…”

 

“Non c’è un motivo particolare. Anche questa zona è frequentata… c’è una chiesa, mi pare, molto famosa… e poi non è una gran bella zona… anzi… si insomma… non sarà difficile per loro raggiungerla e non farsi notare troppo…”

 

Ron guardò la sorella. “Un giorno me lo dirai vero? Come fai a sapere tutte queste cose…”

 

La ragazza si limitò ad alzare le spalle e a fare un sorrisetto tirato. Si vedeva lontano un miglio che sorridere, era l’ultima cosa che aveva voglia di fare.

 

Ron tornò a guardare Hermione. “Beh… andiamo… dobbiamo avvertire gli altri, non abbiamo molto tempo…”

 

Hermione annuì, ma prima di poter dire qualcosa Ginny riprese a parlare… ancora più preoccupata di prima, se possibile…

 

“Io… non ho detto tutto.” Ron la guardò e lei proseguì titubante. “si… cioè… molto… molto probabilmente… si, di sicuro insomma… ci sarà anche Lucius Malfoy…” Ginny chiuse gli occhi quasi d’istinto. Sapendo fin troppo bene cosa, quel nome, riportava nelle loro menti…

 

Hermione fece un passo indietro con gli occhi sbarrati, mentre Ron serrò forte i pugni fino a far diventare le nocche bianche.

 

La mente del ragazzo iniziò a svuotarsi. Tutto divenne bianco… e lui tornò a quel giorno…a quelle parole… e tutto era bianco… e la morte era bianca… di nuovo…

 

“Ma che piacere rivederla signor Potter… peccato… peccato che presto ci lascerà…”

 

Harry strinse forte la bacchetta e lo guardò con disprezzo. Quello… era uno dei tanti che avevano causato la morte di Silente. La sua mente ricevette l’unico impulso di ucciderlo. Ucciderlo con le sue stesse mani. E fargliela pagare, per tutto quello che aveva fatto. Per tutto quello che gli altri facevano… doveva pagare… doveva morire… e voleva essere lui ad ucciderlo…

 

“Qui l’unico che lascerà questo mondo sarai tu…”

 

L’uomo scoppiò in una fastidiosa risata. “Oh io non credo proprio mio giovane Potter… perché quando il Mio Signore avrà finito con te, resteranno solo i tuoi stupidi occhiali…”

 

Harry fece un passo avanti, ma Malfoy gli puntò la bacchetta addosso.

 

L’uomo riprese a parlare. “Mi raccomando, Potter… salutami i tuoi genitori e il signor Black, quando sarai arrivato all’inferno…”

 

Quando sarai arrivato all’inferno…

 

quando sarai all’inferno…

 

sarai  all’inferno…

 

all’inferno…

 

inferno…

 

Inferno.

 

“Ron!”

 

Il ragazzo trasalì e guardò acanto a sé. Hermione gli aveva appoggiato una mano sulla spalla e lo fissava preoccupata.

 

Inferno. Come un flash quella parola gli attraversò, nuovamente, la mente.

 

“Herm… abbiamo aspettato sei anni… sei lunghi anni… facciamola finita… andiamo a prendere quel pezzo di merda…”

 

Hermione annuì decisa, e senza aspettare oltre si smaterializzarono.

 

Ginny rimase lì. In cucina. Da sola. Con gli occhi fissi nel punto in cui pochi attimi prima c’erano suo fratello e la sua migliore amica.

 

Sentì lo stomaco precipitare. E il cuore farsi piccolo piccolo. Mentre gli occhi si stavano riempiendo di lacrime.

 

Tirò un profondo respiro e si smaterializzò, per ricomparire qualche attimo più tardi nel salotto di casa sua.

 

Vicino al caminetto vi era qualcuno. Lì, in piedi. E le dava le spalle. Ma sapeva bene che era arrivata, che era tornata. Non si voltò. Continuò a fissare il camino davanti a sé, mentre il suo volto assumeva una lieve maschera di preoccupazione.

 

Ginny non si mosse. Si limitò a fissare le sue spalle. Senti il suo cuore mancare un battito, per poi riprendere a pulsare a ritmo sostenuto.

 

Spostò il suo sguardo sul pavimento. Non che fosse particolarmente interessante, ma almeno non dava emozioni. E senza neanche accorgersi la sua bocca si mosse, e udì quella che doveva essere la sua voce, anche se non la riconobbe come tale.

 

E nelle orecchie Ginny sentì solo il suono della sua stessa voce che pronunciava due piccole parole: “Mi dispiace…”

 

******

 

Someone told me love will all save us.
But how can that be, look what love gave us.
A world full of killing, and blood-spilling
That world never came.

And they say that a hero can save us.
Im not gonna stand here and wait.
I'll hold onto the wings of the eagles.

 

(Hero - Chad Kroeger faet. Josey Scott)

 

******

 

Non aveva mai pensato che la morte fosse bianca. Non aveva mai pensato seriamente alla morte.

 

La riteneva lontana. Da classico bambino undicenne non si era mai posto il problema. Da bravo ragazzo invece sì. Perché lui la morte l’aveva vista. La morte lo era venuto a prendere. E lui le era sfuggito, con l’unico proposito di vendicarsi. E l’avrebbe fatto.

 

Per sei anni aveva svolto il suo lavoro al meglio. E niente sarebbe cambiato. La morte poteva anche tornare… ma non se ne sarebbe andato da solo. Avrebbe prima ucciso tutti i responsabili di quella situazione. Li avrebbe tolti uno per uno sulla faccia della terra. Non importava come. Non importava quando. Ma lo avrebbe fatto.

 

E sapeva di potercela fare… perché Hermione era con lui. E se la donna che amava era con lui, allora niente e nessuno avrebbe intralciato il loro cammino…

 

Niente e nessuno…

 

******

 

Stavano girando per quelle vie da almeno dieci minuti, eppure non avevano ancora trovato niente…

 

Non facevano che camminare avanti e indietro… aspettando… aspettando… aspettando…

 

“Ne ho pieni i coglioni di continuare a girare come un povero pirla!” sbottò Ron.

 

Hermione alzò le spalle, continuando a far scorrere i suoi occhi sui passanti. “Lo so bene anch’io… ma non possiamo saltare fuori, gridare ‘tutti fermi’ e vedere chi si muove per primo…”

 

“Si, ma anche giocare al gatto e il topo non mi sembra una cosa molto intelligente…”

 

“Intelligente forse no… ma è l’unica cosa che possiamo fare adesso…”

 

Ron sbuffò. Non era corso a Parigi armato di tutto punto, per poi lasciarsi sfuggire quei bastardi.

 

Quel bastardo…

 

Si appoggiò alla parete di un palazzo, quando improvvisamente sentì la strada sotto di lui tremare. Come un terremoto. E poi sentì un grande boato, proveniente poco distante da lì a giudicare dal rumore.

 

Non capì come, ma le sue gambe iniziarono a muoversi da sole. Iniziò a correre. Un passo dietro di lui c’era Hermione.

 

Sentì il bip bip del suo orologio. Qualcuno della zona colpita aveva dato l’allarme.

 

Bella roba ‘sti affari… come  se uno non se ne accorgesse  da solo, con tutto sto casino… no… loro  ti fanno pure presente che devi muore il culo…

Arrivarono sul luogo dell’esplosione in breve tempo. Ron si guardò intorno. Un fumo denso e nero oscurava la vista a tutta la zona. Sentiva soltanto delle persone urlare, probabilmente ferite, o semplicemente spaventate da tutto quello a cui avevano appena assistito.

 

Si voltò verso Hermione, ancora dietro di lui. “Herm! Fai qualcosa per questo fumo… io vado avanti…” e corse via. Se si fosse fermato qualche istante di più avrebbe potuto sentire la voce preoccupata di Hermione mormorargli “Stai attento”…

 

Continuò a correre. Non sapeva dove stava andando. Più che altro cercava di raggiungere le urla di disperazione che sentiva.

 

Si fermò all’improvviso. Il fumo stava sparendo leggermente. Hermione doveva aver fatto un incantesimo. Strinse ancora più forte la sua bacchetta. Adesso che la visibilità aumentava, aumentava anche il rischio di essere attaccato…

 

… ma anche di attaccare…

 

E Ron non aspettava altro. Si voltò leggermente a destra e strinse gli occhi per riuscire a mettere a fuoco bene.

 

“Eccoli!”

 

Davanti a lui un gruppo di tre ex Mangiamorte erano fronteggiati da  Sophie Birke… e la ragazza sembrava parecchio in difficoltà.

 

Ron si chiese dove fosse Karl… in generale non abbandonava mai da sola la sorella… eppure non riusciva a vederlo…

 

Corse ancora più veloce, fino ad arrivare a pochi metri da Sophie. Un uomo si voltò verso di lui e Ron lo schiantò subito. Sophie si girò dalla sua parte e, finalmente, si accorse della sua presenza. Gli fece un sorriso affrettato, per poi continuare a combattere contro gli altri Mangiamorte davanti a lei.

 

Ron si portò di fianco alla ragazza e l’aiutò a far fronte ai nemici. Che ben presto vennero tutti spediti a terra.

 

Sophie si voltò verso Ron preoccupata. “Hai visto Karl? Era dietro di me… ma adesso non c’è più…” i suoi occhi iniziarono a vagare per la via, alla ricerca di un qualche movimento sospetto.

 

Ron scosse la testa. “Vado a cercarlo… ci pensi tu con questi?”

 

Sophie annuì. Punto la bacchetta verso gli uomini stesi a terra e mormorò “Enferria”. Delle grosse e pesanti catene si avvolsero alle loro caviglie e ai loro polsi.

 

Ron si guardò in giro. Adesso che la visibilità era tornata normale, poteva vedere i danni causati dall’esplosione. La strada era distrutta e ovunque, a terra, si potevano scorgere uomini, donne… persino bambini e anziani… tutti morti… morti semplicemente per essersi trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato.

 

Poco distante da lui c’era un uomo e suo figlio. Ron sentì la rabbia aumentare. Si sentiva fremere. Il bambino era quasi sicuramente morto a causa di un Avada Kedavra… ma il padre… il padre era stato chiaramente torturato. E molto probabilmente era stato sottoposto alla maledizione Cruciatus…

 

Si obbligò da solo a distogliere lo sguardo.

 

Vide arrivare di corsa Hermione. E anche in mezzo a una battaglia si ritrovò a pensare a quanto era bella. E a quanto l’amava. E a un mucchio di altre cose, forse banali e scontate, ma che lo fecero sorridere leggermente…

 

All’improvviso Ron sentì un urlo squarciare l’aria. Senza pensarci due volte iniziò a correre di nuovo. Era l’urlo di una ragazza quello che aveva sentito.

 

Per un momento il suo pensiero andò ad Hermione. Ma la sua Hermione non avrebbe mai urlato… la sua Hermione combatteva. E vinceva. Sempre.

 

Davanti a lui due Mangiamorte incappucciati stavano torturando una ragazzina. A giudicare dal suo volto non doveva avere nemmeno vent’anni.

 

Avanzò velocemente con la bacchetta alla mano. Non riuscì a fare che pochi passi che vide Karl arrivare di corsa e gridare “Expelliarmus”.

 

Karl vide Ron e gli fece un cenno con la testa. E Ron capì che lì, se la poteva cavare da solo.

 

Si stava per voltare quando una voce alle sue spalle lo fece trasalire. “Sei morto Weasley… getta la bacchetta e voltati lentamente”

 

Ron serrò i denti con forza. Sapeva chi era. Quella voce. Quell’orrenda voce apparteneva solo a una persona. La persona che lui avrebbe ucciso. Non doveva andare così. Non poteva finire così. Non avrebbe vinto ancora. Non ancora. Non poteva vincere. Lui doveva morire. Doveva morire. Perché era a causa di quelli come lui che Silente era morto. Che Harry era morto… e allora anche lui sarebbe morto.

 

Si girò, tenendo ben salda la bacchetta nella sua mano.

 

Non riuscì nemmeno a vederlo completamente, che Malfoy gridò “Crucio”.

 

Ron sentì le ginocchia molli. E il suo stomaco contorcersi. E il cuore stringersi. Come se qualcuno l’avesse in mano e volesse romperlo. E non riuscì più a respirare. Sentì che tutto il suo corpo era schiacciato a terra. Non aveva la forza di alzarsi.

 

Ma non poteva finire così. Non doveva finire così. Si era immaginato quel momento tante di quelle volte che tutto era già pronto. Doveva essere lui, Ron, a gridare “Crucio”… e vedere quel bastardo a terra… e poi l’avrebbe gridato di nuovo… e ancora… fino a quando Malfoy non l’avesse pregato di smettere… non poteva finire così… non poteva finire così…

 

In un secondo davanti ai suoi occhi si susseguirono delle immagini… quelle immagini… la morte di Silente… la risata di Malfoy… la morte di Harry… l’uccisione di Voldemort… la distruzione di Hogwarts… le lacrime di Hermione… le lacrime di Ginny… le sue lacrime… Hermione… Hermione… Hermione… Hermione…

 

E fece tutto in un istante… con l’immagine di Hermione davanti a sé… alzò la bacchetta, ancora stretta nella sua mano… e urlò con tutto il fiato che aveva “Avada Kedavra”…

 

Un tonfo.

 

E poi di nuovo quelle immagini.

 

Hermione… Hermione… Hermione… la morte di Lucius Malfoy… Hermione… Hermione…

 

E il suo sorriso…

 

Ecco… era così che doveva finire.

 

******

 

Capitolo più lungo del previsto… ^___-

Devo dire che ne sono abbastanza soddisfatta… si… direi che questo capitolo mi piace…

Mi piace molto la fine… con quella serie di immagini che scorrono davanti agli occhi di Ron… e poi mi piace molto la scena di Ginny che torna a casa e mormora “Mi dispiace”… si… in effetti è abbastanza importante come scena… ^___- ma non vi dico di più!

 

E così si è scoperto un pochino di più sulla morte di Harry… piano piano ci si arriva…

 

Vi consiglio di leggere questo capitolo ascoltando “Civil War” dei Guns ‘n Roses… mi ha ispirato molto… e poi è molto bella… e per un’atmosfera di guerra come questa è perfetta…

 

Vi avviso che il prossimo capitolo sarà tenero e romantico… li lascio un po’ in pace questi poveretti… ^___- Non so dirvi però quando arriverà… sicuramente settimana prossima, perché non posso nemmeno promettervi che lo scrivero nel weekend visto che non sarò quasi mai a casa…

 

Come sempre grazie a tutti quelli che hanno recensito!! ^______-

 

Prima di tutto: grazie Sabry… la prima persona che ha letto questo capitolo cinque  e la prima che mi ha scritto… e grazie perché a volte mi fai sentire veramente un “genio”…

 

Pepy: dai sono stata piuttosto brava… in fondo non è passato tanto tempo dal capitolo 4… anzi! Spero che ti piaccia comunque ^________-

Dorothea: sono contenta che ti piaccia… e in effetti si, ribadisco il concetto: questa è una storia drammatica e triste…

Kamomilla: spero di riuscire a far evolvere ancora questo rapporto… e poi è proprio così che li voglio: dipendenti l’uno dall’altra… in effetti hai centrato pienamente il fulcro… è proprio per questo che la storia va in una certa direzione…

Patty: dai… non ti abbattere! L’importante è che mi hai scritto… (rifatti con il prossimo capitolo! ^____-)… per l’idea dei “corrotti” di Ginny? Come procede? Ti dico subito che questo capitolo ti può aiutare MOLTO…

_Miwako_: Non sai che piacere mi ha fatto leggere la tua recensione… sei una delle mie autrici di hp preferite… e poi adoro le tue storie! Grazie mille per i complimenti… e sono contenta di essere riuscita a emozionarti così tanto da farti versare qualche lacrima (ma sul serio?)… grazie ancora

 

Un saluto anche a Silvia che so che legge questa storia ^_____- e che è la fans n° 1 della STORY… e chi deve capire ha capito…

 

Alla prossima!!

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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