Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: AyeRivaille    13/08/2014    3 recensioni
"Che diavolo vuole da me? Che diavolo vuole dalla mia vita?! Come fa ad essere così freddo anche in una richiesta come questa? NON DOVREBBE ESSERE IN CAMERA SUA A DIVERTIRSI ADESSO?!
Dunque, io mi chiedo... Sono le 4.45/5.00 di mattina, inizio primavera, fa ancora freddo, siamo sperduti nel niente, ed è ancora buio... Quante cavolo di possibilità ci sono che lui, proprio lui, l'Heichou in persona abbia avuto la mia stessa idea e sia
uscito a prendere aria? Quante?! Rispondo io. NEMMENO UNA. Nemmeno mezza. Nemmeno un millantesimo di miliardo di milione di mezza (millantesimo?). Odio questa cosa. La odio. Il dolore ha lasciato spazio alla rabbia.
Ho l'impressione che potrei andargli vicino e spaccargli ogni minimo osso di quel corpicino minuscolo (...)"
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo, personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Uno a destra.
Giù.
Uno a sinistra.
Ruota. Giù.
Giù. Giù. Giù. Un altro. Un altro. Un altro.
Tutti, li voglio uccidere tutti.
Ne avvisto uno, mi avvicino, lo guardo negli occhi, e poi giù.
Mi volto, ne vedo un altro, giù.
Non mi importa se è pericoloso quello che faccio, non mi importa di morire: io sono già morta, lì, su quel cadavere. Tutto ciò che mi dicevano di non fare davanti ad un titano lo faccio, tutto ciò che mi avevano insegnato nella scuola di addestramento l’ho dimenticato, o meglio, fingo di averlo dimenticato. Non mi importa di niente, non mi importa di niente. La mia vita non vale un soldo, la mia vita è finita, non potrò più provare niente, e adesso non sto provando niente. La mia mente, e la mia vista sono completamente offuscate, il mio cuore è freddo, ricoperto, soffocato da uno strato di ghiaccio, non può più sentire niente. Io stessa non sento niente.
Uno a destra, uno a sinistra.
Giù.
Li ucciderò tutti.

 
Il mio gas sta per finire. Chi se ne importa? Quando finirà li ucciderò a piedi, mi arrampicherò sopra il loro lurido corpo e taglierò il loro lurido collo, bagnandomi del loro sangue infetto, che non è reale, non è reale perchè dopo poco sparisce. Niente è reale in questo mondo, niente, solo il dolore. Tutto il resto non è altro che una semplice mera illusione, perchè poi scompare, nel niente. Dolce morire. Amaro morire continuando a vivere.
Presto morirò anche io.

 
Uno a destra, uno a sinistra.
Giù.
Quanti ne avrò uccisi? Sette? Otto? Chissà.
Non basteranno mai, mai.

 
Improvvisamente, eccomi qua, l’attrezzatura inizia a sobbalzare, il gas sta finendo. Abbasso lo sguardo sul mio fianco. Sì sta finendo, anzi no, è già finito. Cado, crollo, finisco a terra e rotolo. Sono piena di graffi, perdo sangue da una spalla oltretutto, ma non avverto dolore. Mi alzo. Mi volto. Non sento niente. Dietro di me, un titano. Eccolo, mi guarda, sta fermo. Classe 5 metri. Io guardo lui, ferma, con lo sguardo spento. Ad un tratto, grida. Grida, emette un suono, un rumore, spaventoso. Spaventoso sì, ma non per me, io non provo emozioni. Inizia ad avvicinarsi, vedo il niente che ha negli occhi, attualmente io e lui non siamo poi così diversi. Mi sgancio l’attrezzatura, rimango solo con le spade in mano e aspetto che venga, che mi prenda, così che io possa combattere l’ultima battaglia della mia vita, perdere, e morire.
Eccolo, si avvicina, sempre di più, sempre di più. Chiudo gli occhi. Ci siamo. Ci siamo...
 

Ad un tratto mi sento prendere per i fianchi, mi sento portare via. Non è un titano. Apro gli occhi.
 Non è un titano.

 E’ Levi. (1)

 

Rimango in silenzio, mi lascio portare via. Ho il viso stanco, gli occhi spenti, come chi ha pianto per tante notti, e ora non ha più lacrime da versare, e piange con il corpo. Levi mi stringe forte al suo corpo, guarda avanti, non parla. Io lo guardo invece, anche io in silenzio, senza espressione.
Ci fermiamo su un grande ramo di un albero, mi appoggia per terra, io sono seduta, mi abbraccio le ginocchia, vi appoggio il viso, e piango. Lui si avvicina, si abbassa, appoggia un ginocchio a terra, mi prende con una mano il viso e mi guarda negli occhi. Tace ancora. Sa cosa è successo, lo sento che lo sa. Mi guarda ancora, non capisco quale sia la sua espressione, so che mi inonda ancora di qualcosa, e piango piango piango. La sua sola vicinanza mi ha ridato un pò di vita, anche se molto poca. Lui sa tutto quello che sto pensando, tutto ciò che mi sta passando per la testa.
“Adesso stai pensando che non te ne frega più un cazzo di vivere, non è così? Pensi che non abbia più senso rimanere in vita, che non ci sia più un motivo, giusto? Bene...
Adesso il tuo motivo sono io”
 

Mi bacia. Ancora. La sensazione di ieri sera, le sue labbra, la sua lingua, mi viene da piangere, ora.. Ora... Mi ha salvata, mi ha salvata ancora, come fece anni fa, come ha fatto 5 minuti fa, da quel titano, mi ha salvata ancora, perchè ora sono qui, sono viva, provo emozioni, e voglio continuare a vivere, per lui, per Axel, per Maximilien, per la mia vita.. Perchè la vita è un dono pazzesco, e va vissuta, fino in fondo, senza mai smettere di lottare. Bisogna sempre trovare un senso, un motivo, ed andare avanti, ed andare avanti. Sento ancora le sue labbra sulle mie, sento che le mie lacrime stanno bagnando il suo viso, ma ora sento che ce la posso fare, che posso andare avanti. Lo farò per te Maximilien, lo farò per te, perchè so che è quello che vorresti, perchè so che è quello che mi hai sempre insegnato... Mai smettere di lottare, per niente al mondo.
Lo farò per te, Maximilien, e porterò avanti il tuo sogno, perchè tu, tu, non muoia, realmente, mai.
Ti voglio bene, tesoro mio.
 
 
-
 
“Adesso andiamocene da qui..”

Levi si alza, mi cinge un’altra volta i fianchi con il braccio, mi stringe forte, e non so perchè, ma nella sua stretta mi sembra di avvertire quasi un tremolio, la sensazione di un corpo che ha avuto paura, paura di perdere qualcosa, e nei momenti dopo averla ritrovata non riesce ancora a calmarsi... Io gli passo le braccia intorno al collo, lievemente, in silenzio appoggio il mio viso sulla sua spalla. Non piango più, ma continuo ad avere il respiro affannoso, singhiozzo. Gli dico qualcosa, ma esce come un sussurro, il lamento di un gattino nato da poco.

“Grazie...”

Non so dire altro.
Lui sospira, mi stringe ancora di più, mi bacia la testa.
Torniamo ai carri, che sono fermi attendendo gli ultimi minuti per fare in modo che tutti coloro che sono sopravvissuti tornino per poi partire. Penso che la missione sia fallita, come sempre, non otteniamo mai niente, ma non m’importa, sinceramente, in questo momento. Levi mi fa sedere in un carro, dà alcune indicazioni alla gente vicino a me, e qualcuno mi porta una coperta, mi disinfetta i tagli, mi aiuta un po’ in generale. Mi rendo conto di aver perso molto sangue dalla spalla, e di starne perdendo tuttora, solo adesso sento il dolore. Mi mettono una benda e stringono forte in modo da fermare l’emorragia. Vedo Levi che sta per scendere dal carro, lo prendo per un braccio, lo tengo stretto.
“Non te ne andare...”
 Lui mi guarda, fermo, poi dolcemente scioglie la presa, mi passa una mano sulla testa e se ne va. Io capisco che comunque è un caporalmaggiore, che ha i suoi compiti e deve svolgerli, e lo lascio andare, anche se sono terrorizzata di poter perdere anche lui. Ma ormai la spedizione è conclusa, e di lì a pochi minuti il carro parte per tornare in città. Io non faccio altro che pensare e ripensare a mio fratello, alla terribile notizia che dovrò dare a mia madre e soprattutto ad Axel. Come farò a dirglielo? Come farò? Perchè è successo proprio a lui? Perchè non è successo a me? Dovevo essere io quella sdraiata, immersa nel mio stesso sangue, non lui. Lui non se lo meritava, non se lo meritava proprio per niente. Come farò a dirlo ad Elizabeth? Mio Dio, come farò a dirgli che suo marito, il suo adorato marito è morto? La persona che amava così tanto? Come farò? Non riesco a togliermi dalla testa le parole di mio padre che mi incolpa di essere la causa dell’arruolamento di Maximilien nella legione. Non riesco a togliermele dalla testa, e dentro di me, dentro di me inizio poco a poco a crederci, perchè ripetendo mille e mille volte una cosa finiamo sempre per crederla vera. Mio Dio... Se mio fratello è morto... Se mio fratello non c’è più, non potrà più avere una famiglia, un figlio, una vita felice è colpa mia, mia e di nessun’altro... E di chi altri potrebbe essere la colpa? No.. Non devo dare spago a ciò che dice mio padre, non devo dargliela vinta. Perchè se lui fosse stato un padre normale e affettuoso, probabilmente adesso non saremmo a questo punto.
Mi tornano in mente i ricordi che ho con mio fratello e scoppio a piangere ancora. Piango silenziosamente, singhiozzo nascondendomi nella coperta, e il mio pianto si unisce ai centinaia delle persone che, come me, hanno perso qualcosa a causa di questa assurda guerra senza fine.

 
 
 
 Grazie di aver letto! ^_^
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(1) Eh no, non lo definirei proprio "titano" XD

Come promesso, ecco presto un capitolo nuovo nuovo :3
Sto ancora piangendo per la morte di Maximilien ç_ç
Continuo ad amare la coppia Shina-Levi QwQ
Spero vi sia piaciuto, lasciate un commento!
 
 AyeRivaille

 
 
  
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