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Autore: Haley_    13/08/2014    14 recensioni
"Ognuno di noi accetta l'amore che pensa di meritare" (Stephen Chbosky)
Seguito di 'Una damigella per lo sposo'
Dal prologo:
"Ero spaesata, spaventata e non sapevo cosa ne sarebbe stato di me e della mia vita.
Ora che mi guardo allo specchio, invece, vedo una donna forte, sicura di sé e realizzata"

Dal quinto capitolo:
Sono passati appena dieci minuti e già stiamo per litigare.
“Avete legato molto a quanto vedo..” – Ignora la mia battuta per continuare – “Viene a cena da te, ti riporta a casa…”
“La mia macchina non partiva!” – Scoppio – “E poi non devo giustificarmi con te!”

AU, tutti umani
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Una damigella per lo sposo'
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Capitolo di svolta, per cui se non volete spoilerarvi non andate troppo giù nella pagina prima di leggere :)

 

Dal capitolo 13, Elena e Logan:
“Perché hai così a cuore il caso di Giuseppe?”
“Non è Giuseppe Salvatore che mi interessa”
“E chi?” Aggrotto le sopracciglia.
“Il suo socio in affari
“Che io sappia, Giuseppe ha sempre lavorato da solo”
“ Non mi sto riferendo allo studio legale, ma al suo socio nel riciclaggio di denaro sporco
“Chi è?”
“Il compagno di mia madre”

16
“Da questa parte, Mr Evans” il cameriere del The Ritz-Carlton apre la porta che conduce ad una saletta privata dove ad aspettarci c’è un tavolo già apparecchiato con quella che sembra una tovaglia pregiata e un servizio da un mucchio di soldi.
“Grazie, amico.” Logan sposta la sedia per farmi sedere e non nego di sentirmi lusingata da tutta questa galanteria.
Mi siedo facendo finta di non notare l’imbarazzante mancia data da Logan, e dopo essermi sistemata gli rivolgo un grande sorriso.
La conversazione di poco prima con Damon mi ha scossa, non lo nego, ma non ho intenzione di farmi rovinare la serata che ha tutte le potenzialità per diventare indimenticabile.
“Elena, non sai da quanto aspetto questo momento” mi prende una mano delicatamente e mi fissa con i suoi bei occhi blu.
“Sì, beh… alla fine mi hai convinto per sfinimento ad uscire con te!” provo a sdrammatizzare come mio solito per evitare le situazioni di disagio.
“Sì, è stata dura… ma ce l’ho fatta! Due anni di corteggiamento e ‘va a quel paese’ vari mi sembrano un ottimo compromesso per una serata con te”
Mi schiarisco la voce, diventando tutta rossa, e mi aggiusto il tovagliolo sulle gambe.
Beh, in effetti non sono stata proprio un fiorellino con lui.
“Sul serio, sono contento di essere qui e rifarei tutto d’accapo.” – sorride. E che sorriso! – “Poi, devo essere sincero, vederti sculettare in ufficio in quelle minigonne ha reso questa agonia più sopportabile!”
“Ehi!” – lo riprendo graffiandogli per scherzo il palmo della mano – “Io non sculetto! Forse fissarmi il fondoschiena così insistentemente ti ha portato qualche strana illusione ottica di movimento!”
“Sarà sicuramente per quello!” esclama, stando al mio gioco.
Il resto della cena passa piacevolmente, tra risate e molte prese in giro. Baci mancati, e carezze casuali mi fanno pensare che sta cercando di fare tutto alla vecchia maniera.
“Questo dolce è buonissimo!”
“Davvero? Non l’avrei mai detto dall’eleganza con cui te lo stai strafogando.”
Mi ricompongo – per quel che posso – velocemente.
Ma questa è la miglior torta al cioccolato che io abbia mai assaggiato!
“Logan, mi dispiace rovinare l’atmosfera…. Ma ho bisogno che mi ascolti”
“Tutto quello che vuoi, piccola”
Piccola.
Quel nomignolo mi fa venire in mente pensieri che ricaccio velocemente indietro.
“Ho parlato con Giuseppe e…” – mi schiarisco la voce, mentre abbasso lo sguardo per giocare con il bracciale prestatomi da Caroline per non dare a vedere il mio nervosismo cronico – “avevi ragione tu, su tutto. Non ha confessato niente, ma ha confermato tutto senza aver bisogno di parlare.”
“Mi dispiace, Elena”
Lo guardo ed è vero, è dispiaciuto. Ero sicura che avrebbe risposto con un sorriso vittorioso, dicendo ‘te l’avevo detto Elena, sei la solita ingenua’. Ok, forse non proprio così… ma che l’avrebbe perlomeno pensato. A quanto pare no.
“Perché ti dispiace?” – mi scappa una risata silenziosa ed amara – “In fondo sono loro i cattivi e tu sei il buono.”
“Io non sono buono,” – aggrotta le sopracciglia e indossa un’espressione indecifrabile, evita il mio sguardo. Cosa mi nascondi, Logan?  - “e non penso neanche che esistano buoni e cattivi… ma solo scelte giuste e sbagliate. Mi dispiace che una persona come te, che cerca di scegliere sempre il meglio per gli altri, debba rimanere ferita dalle scelte sbagliate altrui.”
Di chi stiamo parlando ora?
Una persona come me?
Ha una così bella opinione di me… la verità è che ho fatto così tante scelte sbagliate anche io. Sono stanca di passare per una santa, non lo sono. E quando lo scoprirà, deluderò anche lui.
“C’è dell’altro…” - continuo, scegliendo di accantonare per un momento le parole non dette di Logan e la mia catarsi interiore improvvisata – “Anche mio padre era immischiato in questa faccenda”
“Cosa?!”
La forchetta gli scivola tra le mani, riuscendo però, grazie ai suoi riflessi, a non farla cadere per terra.
“Grayson Gilbert. Non so se in qualcuno dei tuoi appunti hai trovato questo nome… ma Giuseppe mi ha mostrato una foto, ad uno di quei famosi eventi di beneficienza e c’era anche lui.”
“Elena…”
“Non ho finito” – lo interrompo ancora, e caccio il mio I-phone mostrandoglielo – “Ho registrato tutta la conversazione…”
Sbarra gli occhi, ma subito si ricompone sulla sedia e punta i suoi occhi verso di me con uno sguardo serio come non mai.
“Non andremo avanti se non vuoi” prende nuovamente la mia mano “se esce fuori il nome di tuo padre tu e la tua famiglia potreste avere dei problemi molto grossi”
“Logan, come posso dirti di non cercare più?! Posso decidere di non passarti la registrazione, ma non posso impedirti di buttare all’aria anni di lavoro. Sono otto anni che cerchi di incastrarli…”
“Le cose cambiano. Ho vissuto sei anni mosso dalla vendetta… non pensare a me come un eroe della giustizia, ci sono altri motivi sotto che mi hanno spinto fino a questo punto. Nell’ultimo periodo, però, qualcosa è cambiato. Ho trovato una ragione più valida per vivere.”
Sento i crampi allo stomaco, neanche fossi una ragazzina di quattordici anni alla prima cotta. Quella di Logan è una dichiarazione così velata e dolce che sento mancarmi il fiato. “Non parliamo più di questo per stasera” – afferma deciso – “Ora ho bisogno io di dirti qualcosa. Dopo ciò, capirò se deciderai di non parlarmi mai più.”
Ecco, il temuto momento.
Ho cercato di ignorare questo fastidioso pensiero per tutta la sera. Tutto troppo bello e normale per essere vero. Logan ha qualcosa da dirmi come già mi ha anticipato, e non ci vuole un grande intuito per capire che ciò che ha da dire non mi piacerà.
Spero solo che il boccone amaro non mi vada completamente di traverso.
“Logan, mi spaventi.”
“Prima di raccontarti tutto, voglio che tu sappia che mi piaci moltissimo e questo sentimento che provo per te è stato un crescendo negli ultimi due anni. Tutto quello che c’è stato tra noi è stato reale, dalla amicizia a… qualcosa di più”
“Ti prego parla, ora”
Lo imploro.
“Ti ho mentito, o meglio ho omesso dei particolari… insomma chiamala come vuoi, ma non sono stato sincero con te.” – Inizia, schiarendosi la voce. Lascia la mia mano, che ha tenuto con sé fino ad ora. Probabilmente ha anticipato la mia prossima mossa. – “Come sai, non ero un imbucato al matrimonio di… dove ci siamo conosciuti.”
Evita di pronunciare quel nome, e preferisco così.
“Lo so, stavi investigando su Giuseppe Salvatore e il tuo… suo socio in affari”
Anche io evito di pronunciare la parola ‘patrigno’, sono sicura che non voglia avere niente a che fare con quella persona.
“No, ero lì per un altro motivo. Non mi è stato difficile introdurmi al matrimonio perché…”
La suoneria del mio telefono mi fa letteralmente saltare dalla sedia, e Logan si ammutolisce completamente.
Le note di ‘I just had sex’ risuonano per la saletta e io mi affretto a rispondere per evitare di dovermi scavare una buca e nascondermi per il resto della mia vita. Il telefono non si sblocca, e la canzoncina insiste proprio sul ritornello ovviamente. Cerco di sbatterlo anche sul tavolo, finchè finalmente riesco a rispondere. Guardo Logan cercando di scusarmi per il mio essere così… imbarazzante. Lui, di rimando, ride di gusto mantenendosi la pancia, come se il discorso serio di un secondo prima non fosse mai esistito.
È questo che mi piace di Logan… e di noi due insieme.
Dannata Caroline! Ecco, perché ieri mi ha chiesto di darle il mio telefono… ha messo questa suoneria oscena per scherzo!
Parlando del diavolo.
Elena, lo so che stai al tuo appuntamento con quel figo da paura e spero di non aver interrotto niente… però questo è un SOS”
La sua voce squillante è di qualche ottava più alta del normale, infatti Logan sta ascoltando tutto e con la bocca sta mimando qualcosa del tipo ‘Sono un figo da paura? ’ indicandosi con falsa modestia.
“Caroline! Hai messo ‘I just had sex’ come suoneria?!! Cosa ti è venuto in mente?”
Che cosa?? Hai appena fatto sesso?! Non ti sento bene…”
“No! La suoneria!” Urlo a bassa voce, guardandomi intorno. Ovviamente c’è ancora Logan che ride sullo sfondo di questa paradossale situazione.
Veramente l’hai scoperto solo ora?” – ride istericamente – “Ti ho chiamato quando sei andata al supermercato per fare la spesa di proposito… pensavo te ne fossi già accorta!
“No! Avevo messo la vibrazione. Me ne sono accorta solo ora, grazie mille Caroline!”
Comunque questo non è il momento per chiacchierare, devo dirti una cosa importante!
“Nina? Sta bene?!” La mia prima preoccupazione.
Sì, benissimo. È qui con me. Il problema è Damon!”
“Cosa?!”
Scusami Elena, mi ha bombardato di domande per tutta la sera su Logan… ecco, alla fine gli ho fatto vedere una foto per farlo rosicare ed è completamente impazzito! Mi ha chiesto dove foste e io… scusami tanto.”
“Cosa gli è preso?”
Non lo so, ha iniziato a prenderlo a parolacce e ha detto che dovevo subito dargli l’indirizzo del ristorante perché doveva assolutamente venire ad avvisarti!”
“Avvisarmi di cosa?”
Non lo so, Elena. Però mi è sembrato così serio…”
“Va bene, grazie Care. Ci sentiamo dopo.”
Logan si agita sulla sedia e i suoi occhi sono diventati più scuri e inquieti.
“Andiamocene di qui” – non ho bisogno di Damon che venga in mio soccorso. E Logan mi sembrava del tutto intenzionato a dirmi di sua spontanea volontà quello che, a quanto pare, solo io ignoro. – “Hai il tempo di uscire dal locale per dirmi tutta la verità.”
Logan annuisce e lascia una consistente somma sul tavolo, probabilmente molto più alta dell’effettivo conto.
Di fronte l’entrata del locale, mi blocca per il braccio fissandomi intensamente e torturandosi un po’ le labbra.
“Ero un invitato a quel matrimonio ed ho cercato di avvicinarti per proteggere la mia famiglia.” Mi tiene ancora bloccata per le spalle, la sua presa è forte ma allo stesso tempo delicata. Non vuole farmi male, sono sicura che abbia paura che scappi da un momento all’altro.
“Chi sei Logan Evans?” Gli chiedo disperata, quasi con le lacrime agli occhi perché ormai mi è chiaro che la sua risposta mi annienterà.
“Sono il…”
“Sei un figlio di puttana!”
Succede tutto così velocemente che non riesco a focalizzare bene le immagini. Il tempo di chiudere gli occhi dallo spavento per l’impatto del pugno di Damon sul volto di Logan che è già tutto finito.
Logan è a terra e sta cercando di rialzarsi sotto lo sguardo quasi insanguinato di Damon. Quest’ultimo ha le vene che gli pulsano sul collo e il respiro affannoso, non penso di averlo mai visto così arrabbiato in tutta la sua vita. Si volta verso di me, non so se è un impressione ma vedo i suoi occhi addolcirsi e quasi dispiacersi.
“Vieni con me, Elena.” Mi tende una mano.
Logan si sta rialzando, ma non ha intenzione di rispondere al colpo anche se so benissimo che ne sarebbe capace.
“Elena, fammi spiegare”
Chi mi chiama da un lato e chi dall’altro.
“Non ha bisogno delle tue spiegazioni. Fai un piacere a lei e a te stesso e sparisci per sempre.” Damon si agita nuovamente, lo vedo da come stringe il pugno fino a far diventare le nocche bianche. Si sta trattenendo dal picchiarlo di nuovo. Velocemente gli prendo il braccio per provare a fermarlo, sebbene so che non sarebbe abbastanza se davvero volesse farlo.
“Logan chi sei?”
“E’ uno stronzo che vuole farti solo del male.” – Risponde Damon al suo posto – “Ti prego, Elena, vieni con me e dimentica tutto. È meglio per te.”
“Non mi interessa cosa è meglio!” – alzo la voce, e sono sicura che ci sia un gran numero di spettatori ad assistere a questo dramma improvvisato, ma al momento non mi importa – “Ditemi che cosa sta accadendo. Sono stanca di sentire bugie!”
“Non voglio farti del male e non l’ho mai voluto, devi credermi.” Logan ha gli occhi lucidi, è disperato e nonostante tutto mi fa tenerezza.
“Se devi dirglielo fai in fretta!” – gli intima Damon – “O lo farò io!”
“Sono il fratello di Meredith.”
Rimango impietrita, non riesco a muovere un muscolo.
Non può essere possibile.
Non può esserlo.
Sbatto gli occhi più volte, ma non riesco a rinsavire da questo stato catatonico. Solo la mia mente viaggia, sento di non essere più connessa al mio corpo o a quello che sta succedendo intorno a me.
Sapevo che Logan avesse qualcosa da nascondere, ma non che fosse qualcosa di così grande.
Quanto sono stata stupida? In questi due anni non ho fatto altro che farmi prendere in giro. Allora l’essermi trasferita ad Atlanta, il lavoro che facevo… era tutta una grande bolla di sapone che ora è scoppiata.
Non riesco a parlare e non ho niente da dire. Le voci di Damon e Logan si confondono tra loro, non so se stiano parlando a me o tra di loro.
Riesco a smuovermi e prendo il telefono dalla borsa, solo in quel momento mi accorgo che sto tremando. Cerco di non piangere mentre mi allontano e compongo il numero dell’unica persona che ora potrebbe farmi sentire meglio.
“Elena! Dove vai?” non sono sicura a chi appartenga la voce, e forse vado a sbattere anche contro qualche signore che si è fermato ad assistere alla scena.
Non ascolto più niente, l’unica cosa che faccio è allontanarmi da tutto e aspettare che lui risponda.
 
“Non sei una stupida” Mason mi rincuora per l’ennesima volta. – “Ha preso in giro tutti. Mi sento un fottuto idiota per averti spinto in questa cosa”
“Tu non mi hai spinto” – afferro un altro fazzoletto per asciugarmi le lacrime – “Avrei dovuto accorgermene. O per lo meno pensare che proposte di lavoro non cadono dal cielo, o tantomeno si presentano al peggiore matrimonio a cui sono mai stata. L’avevo capito che non era stata una casualità… ma fino a questo punto. In che gioco inquietante sono stata coinvolta?”
“Mi dispiace, Elena. Meriti di essere felice.”
Il monolocale in cui vive è ancora spoglio e penso che rimarrà tale per sempre. Si trova solo ad un paio di isolati dal nostro palazzo e sono convinta che non sia un caso. Sta vivendo il distacco in questo modo e non sono nessuno per poter giudicare. Per stanotte ho lasciato Nina con Caroline e Jenna, anche se già mi manca da morire e penso che sia lo stesso, ma proprio non ce la facevo a farmi vedere in questo stato. È una bimba intelligente e avrebbe capito che c’era qualcosa che non andava.
Mi stringo di più nell’abbraccio di Mason. Mi accarezza con le dita i capelli senza tregua, vuole calmarmi ma le lacrime e gli spasmi – anche se occasionali – non hanno intenzione di fermarsi.
“Anche tu lo meriti, ma guardaci…”
“Questo è il momento in cui, nei film, ci guardiamo negli occhi intensamente e poi ci strappiamo i vestiti sul divano” ironizza e mi strappa un sorriso.
“Mm, mi sembra che sia già successo una volta… e non è andata a finire bene” ricordo amaramente.
“Dove sbaglio, Mason?” – gli chiedo di punto in bianco – “Mi sembra di aver trascinato me stessa, e con me tutti voi, in un vortice nero. Se non mi fossi trasferita ad Atlanta e tu non ci avessi seguito… forse le cose sarebbero andate diversamente, anche per te.”
“Smettila. Se stiamo qui ci sarà un motivo. Abbiamo trascorso i due anni più belli della nostra vita, con i bambini e tutte le cene disastrose organizzate da te e Jenna. Io e Stefan che salvavamo la situazione e… Caroline. Sono momenti che non torneranno più.”
“Già… non torneranno più.”
“E poi, ora siamo qui… insieme” – mi prende il viso con la mano libera e mi guarda dolcemente, asciugando un’altra lacrima – “Questo conterà sicuramente qualcosa.”
Gli sorrido, poggio la testa sul suo petto e chiudo gli occhi.
Voglio solo riposare per adesso, ma quando mi sveglierò la prima cosa che farò sarà andare da Logan.

 


Note:
Lo so, sono imperdonabile. Vi faccio aspettare mesi, ma in mia difesa posso dire che sto continuando. I vostri commenti mi danno forza e voglia di scrivere, soprattutto alcuni... mi motivano molto. E poi sto cercando di scrivere un'altra storia, ma è come se non ci riuscissi perché sento che devo finire questa... non riesco a lasciare le cose a metà e spero che non accada!
Beh... c'è un piccolo colpo di scena che svolta un po' tutto e nel prossimo capitolo ne saprete di più.
Un bacio a tutte, fatemi sapere che ne pensate :)

Ps . Questa è la suoneria che Caroline ha messo sul telefono di Elena xD
  
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