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Autore: No_one_here    13/09/2008    3 recensioni
Mi risvegliai col volto coperto di sangue, intorno a me c’era solo buio. Un angosciante buio. Non sapevo dove mi trovavo e neanche come ero finita lì. Ero distesa su di un terreno gelido con i vestiti stropicciati, avevo freddo, non solo per la temperatura, ma anche perché solo all’idea di quello che potrebbe essere successo mi faceva paura.
Benvenuto nella terra della confusione.
Genere: Dark, Avventura, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Naruto Uzumaki, Sorpresa
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Land of Confusion

Capitolo 4. Merce di scambio

Camminai a testa bassa, ma a passo veloce nonostante la mia debolezza, mi sentivo impotente e non sapevo cosa mi sarebbe successo fuori di lì. Avevo la bocca arida, non bevevo da ore e in più la tensione mi faceva stare ancora più male.

Per tutto il tempo del tragitto nessuno osò aprir bocca, fino a quando non ci trovammo fuori da quell’edificio, quando mi girai mi accorsi che era più grande del previsto, sembrava una fortezza medioevale… rimasi ferma a guardare per lo stupore.

«Vuoi muoverti?» il ragazzo dai capelli rossi mi afferrò il braccio e iniziò a trascinarmi, per un attimo sentii lo stomaco ingrovigliarsi per il nervosismo.

«Lasciami.» dissi nervosa, ma lui non rispose, «Lasciami ho detto.» agitai il braccio fino a quando non lasciò la presa. Mi guardò infuriato, ma l’uomo con la maschera lo fermò prima che potesse fare qualcosa.

«E’ solo una mocciosa.» gli disse in modo troppo tranquillo «e poi la vogliono viva, non morta.». Ecco, queste parole mi incutero terrore, ma soprattutto “la vogliono” mi fece preoccupare di più.

«E va bene…» rispose il ragazzo fissandomi con odio.

Io cercai di stare tranquilla pensando ad altro, ma era molto difficile - Facciamo un resoconto della situazione… 1. non so dove mi trovo, 2. sono stata catturata da dei tipi poco raccomandabili, 3. adesso non so dove mi portano. Che allegria! – pensai ancora nervosa, quando spostai lo sguardo notai che il ragazzo biondo, probabilmente quello più giovane, aveva uscito da una sacca dell’argilla bianca. –Argilla? - lo fissai, fino a quando non mi accorsi che c’era qualcosa che non andava, improvvisamente l’argilla scomparve dentro una fessura che sembrava trovarsi proprio sulle mani… o almeno era quello che pensavo io, infatti dopo un po’ mi accorsi che da quella “fessura” uscì, oltre a una strana statuetta simile ad un pennuto, una viscidissima lingua, mi accorsi anche della presenza di una dentatura. Sgranai gli occhi stupita, non avevo mai visto niente del genere prima d’ora. Per un attimo il biondino, soddisfatto della mia reazione, mi guardò dicendomi «ammira l’arte, mocciosetta.».

Dopo che la strana creatura uscita dalla sua mano prese il volo il ragazzo farfugliò qualcosa di incomprensibile, stranamente l’animaletto si trasformò in un enorme pennuto, rimasi nuovamente a bocca aperta - No… Non ci posso credere… - .

«Non mi pare proprio il momento di far vedere quanto sei “bravo”, Deidara.»

Il ragazzo sbuffò offeso, poi salì sullo strano animale con un agile salto.

«Sali.» mi ordinò il tizio con la maschera.

«… eh? … dovrei salire su quel coso?» farfugliai perplessa guardandolo confusa.

«Ma da che pianeta viene questa qui?!» esclamò il biondino offeso, probabilmente mi aveva sentita, «questa è arte!».

«Non ci riesci?» mi domandò il tizio con la maschera con un tono convincente e gentile.

«… ehm…posso provarci…» mi aggrappai ad un ala e faticosamente riuscii a salire sul volatile, sentivo l’umidità dell’argilla sulle mani. Era una strana sensazione, davvero strana, eppure a scuola avevo lavorato con questo materiale e non avevo mai provato niente del genere. Mi sedetti il più lontano possibile da lui, ovvero vicino alla coda dell’animale.

Il biondino mi guardò male, «Ehi! Ehi! Attenta a dove metti le mani, non rovinare la mia arte.»

-Arte? Questo pennuto sarebbe arte? Caro, fumi troppo.- pensai guardandolo con la coda dell’occhio. «Scusa.» dissi sottovoce e imbronciata.

«Trattatela bene. La vogliono viva.», l’uomo con la maschera si intromise indifferente e con un tono piuttosto severo, come se stesse rimproverando dei bambini.

-“La vogliono viva”, “la vogliono viva”…si, ma chi? Chi mi vuole?!- fissai pensierosa le mani ancora appiccicose per colpa dell’argilla.

«Bah, Deidara può cavarsela benissimo da solo.» il rosso mi guardò ostile «infondo è una missione perfetta per lui.»

«Cosa stai volendo insinuare?»

«Che è un lavoretto perfetto per un moccioso come te.»

«Finitela. Sasori, tu andrai comunque, non sappiamo se possiamo fidarci o no di loro.»

«… e va bene.» con un balzo salì sul pennuto.

In quel momento mi sentii un’incapace e stringendo i denti per la gelosia mi dissi -Maledetti.-

Il pennuto iniziò a muovere le ali, in pochi istanti eravamo già ad alta quota. Continuai a guardare giù, e per quanto mi facesse impressione quell’altezza non riuscivo a staccare gli occhi da quel panorama, lo fissavo come una bambina che guarda un enorme barattolo di caramelle e cioccolatini. La sensazione di volare era talmente forte e terrificante che allo stesso tempo mi affascinava. Mi sentii per un attimo libera... già, per un attimo… fino a quando spostando lo sguardo non vidi quei due ragazzi d’avanti a me, che però, grazie al cielo, guardavano altrove in silenzio. Alzai gli occhi, più ci allontanavamo da quel luogo e più sopra di noi si faceva di un azzurro sempre più intenso. –Che bello…- pensai come ipnotizzata, avevo dimenticato quasi del tutto la mia strana situazione. –Possibile che tutto questo è un sogno? Forse se mi butto mi risveglierò… ma sfortunatamente la mia curiosità mi impone di rimanere vedere come va a finire. Se tutto questo è un sogno allora da una parte mi sentirei davvero delusa… -

Il viaggio sembrava non finire mai, le forze mi stavano anche abbandonando e in più la sete si faceva sentire. Mentre mi lamentavo mentalmente mi accorsi che i due farfugliavano qualcosa. Non riuscii a sentirli, ma sembravano molto seri e tesi, o almeno il biondino, dato che l’altro sembrava non avere sentimenti. Ecco, rimasi a fissarlo per almeno cinque minuti cercando di studiarlo… -Si, ad una prima impressione sembra davvero il tipo che si crede “bello e dannato”… ha uno sguardo da assonnato nonostante sembri piuttosto sveglio… sarà sicuramente uno di quelli dal passato triste e burrascoso… genitori morti e infanzia difficile? Un classico… che culo. – … poi si girò verso di me guardandomi, io intimorita e imbronciata spostai lo sguardo altrove.

«È questo il luogo dell’incontro?» disse il biondo al rosso mentre il volatile scendeva di quota.

«Si…»

«Bene.»

Il pennuto atterrò con cautela sul terreno soffice di una verde distesa d’erba, il forte vento continuava a spostare i miei capelli fastidiosamente sul viso impedendomi di vedere chiaramente dove mi trovavo. Intanto scesi scivolando lungo l’umida pelle della strana creatura, arrivai perfettamente in piedi senza perdere l’equilibrio, cadere goffamente a terra in quel momento così teso sarebbe stata più che una figura di merda. Senza accorgemene scesi prima dei due, infatti sentii addosso i loro sguardi a dir poco furiosi e contrariati.

«Non…Non scappo…» gli dissi cercando di mantenere la situazione stabile –Questa si può chiamare già figura di merda? … che ho fatto di male stavolta? – mentre pensavo questo involontariamente spostai lo sguardo dietro di me. Sgranai gli occhi per lo stupore. All’orizzonte un intero esercito vestito di nero si stava avvicinando impetuoso, qualcosa mi diceva che erano venuti per me.

Fermarono la loro marcia 10 metri più distanti da noi.

«Abbiamo portato il Jinchuuriki come avevamo promesso. La ragazza è questa?» domandò un uomo robusto dalla folta barba brizzolata squadrandomi dalla testa ai piedi.

«Si. Prima il Jinchuuriki, poi la ragazza.» rispose il ragazzo dai capelli rossi.

«Non è meglio contemporaneamente?» disse gentilmente l’uomo con un sorrisetto molto cordiale.

«E sia…»

Il biondino mi diede uno spintone a tradimento facendomi avanzare verso quello strano esercito, contemporaneamente un uomo piuttosto forzuto trascinò verso di loro una gabbia con dentro una strana bestia.

Avanzai terrorizzata e incredula, mentre accanto a me passava quell’essere in gabbia. Per lui provai pena e compassione, continuava a dimenarsi rabbiosamente dentro la cella come se sapesse che gli sarebbe successo qualcosa di terribile. Ci scambiammo un occhiata triste a vicenda, in quel momento notai una piccola lacrima sul suo viso. Merce di scambio, per loro eravamo questo.

Quel tratto di strada sembrava interminabile… sentivo come se fosse stato meglio restare e sopportare il digiuno da quei ragazzi che andare da questi… una brutta sensazione prese il sopravvento, facendomi sentire sempre più vulnerabile. Diamine che brutta situazione…

Una volta arrivata vicino a quei sconosciuti esitai a camminare, mi fermai e guardai intimorita quell’uomo che stava avanzando verso di me con passo lento e deciso. Spostai un attimo lo sguardo per non incrociare il suo, ma continuai a restare vigile fissandolo con la coda dell’occhio. Quando fu abbastanza vicino sentii un forte dolore alla nuca, qualcosa di molto pesante mi aveva colpito in pieno senza che me ne fossi accorta. Per l’ennesima volta caddi a terra, ma non persi subito i sensi, perché, sinceramente, ormai ero stufa di essere trattata come qualcosa di inutile. Mentre cercavo di rimanere cosciente vidi, ma molto sfocato, l’uomo che con facilità mi posò rozzamente sulla sua spalla come se fossi un sacco di farina o di patate. In quel momento l’esercito si aprì in due formando un varco che permise all’uomo di passare avanti. Probabilmente era un loro superiore, in effetti si capiva anche dal suo aspetto più “raffinato”, ma i suoi modi sicuramente non erano degni di un nobile.

Intanto riuscii a vedere quei due ragazzi andarsene, mentre quel volatile portava nel becco quella belva stranamente priva di sensi. Senza volere mi scappò un debole e soffocato «no…».

Ciò che vidi al mio risveglio non fu affatto piacevole…

***

Inizia Settembre, inizia la scuola e come consolazione continuano le Fanfiction.

Grazie per aver letto e spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Alla prossima!

p.s.: perdonate gli errori, al più presto li correggerò

  
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