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Autore: demilennon    13/08/2014    1 recensioni
"Mi prometti che rimarrai con me fino all'ultimo giorno della mia vita? E ,che ogni volta che ti farò del male,mi perdonerai? Ma soprattutto mi prometti che mi amerai ogni minuto della tua vita come farò io?"
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Lennon, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Across the universe

                                                                                                                                                  -“Nothing is gonna change my world”



Ero in un turbine nero e bianco. I miei pensieri volavano. Una grande forza, simile ad un vento,  li spargeva. Poi venivo trasportata anche io in questo turbine di energia immensa. Ma non ero io. Era una Stella senza mente. La mente e il corpo separati, come se fossero due cose completamente diverse. Vedevo me stessa senza vita immersa dal nero, e vedevo i miei pensieri che si rivolgevano verso il bianco. Pensieri di ogni tipo, e sotto ogni forma, sotto forma di oggetti, sottoforma di immagini, sottoforma di parole.
Non è forse così che è la morte? Uno stato di benessere e di separazione completa di corpo e anima, di bene e male, di nero e bianco.
In un angolo del turbine vidi lui, John, forse un poco invecchiato, che mi salutava. Si trovava vicino ad un enorme edificio, in una città straniera, di certo non Liverpool. Agitava la sua mano e mi chiamava, io gli rispondevo, ma lui non sentiva. Poi si avvicinava un uomo, anzi un ragazzo, e gli chiedeva un autografo. Forse era davvero riuscito a diventare famoso. Ma, del resto, con la sua bravura, mi sarei dovuta sorprendere se non lo fosse diventato.
Ma il ragazzo era strano; tremava, sbiancava e balbettava. Poi il ragazzo cacciava una pistola dal suo zainetto, mentre John era ancora intento a fargli una dedica. Era stato un attimo. Avevo gridato, ma lui non mi aveva sentita. Mi ero agitata ma lui non mi aveva vista. Avevo provato a correre ma non ero riuscita a muovermi. Era stato un attimo. Ora il corpo di John si muoveva senza vita nel turbine, tra il mio di corpo e i miei pensieri. Ed io continuavo a gridare. Nessuno mi sentiva.
 


Mi svegliai di colpo. La sveglia portava le 4.14. Era ancora buio e faceva freddo. Ma io ero completamente sudata.

Era quello il prezzo che John doveva pagare per diventare famoso. La sua vita in cambio di fama, soldi e notorietà. Ma io che lo amavo lo dovevo proteggere, e invece non avevo fatto nulla per salvarlo dalle grinfie di quell’assassino.
Quel sogno sembrava così realistico che mi sconvolse tantissimo, tanto che faticai a prendere sonno di nuovo, e così alle 5 ero già in piedi, in cucina a prepararmi la colazione. Ero in ansia. Avevo paura che quel sogno si avverasse o che si fosse già avverato.

Decisi così di andare io stessa a controllare. Andai a casa di john e mi arrampicai su verso la sua finestra.
Ma lui c’era, ed il suo corpo era vivo. Dormiva, respirando pacatamente sotto il manto di coperte. Non volevo svegliarlo. Gli diedi un leggerissimo bacio sulla fronte e tornai indietro.

“Stella!”

“Buongiorno.” Dissi, accennando un sorriso. “Scusami se ti ho svegliato, ho fatto un brutto sogno e avevo voglia di vederti.”

“si, ma ora non andare. Vieni qui, accanto a me, ci stringiamo e ci entriamo entrambi.”

Lui e il suo letto erano come al solito impregnati di quel profumo di dopobarba e sigarette, quel solito profumo che mi dava sempre i capogiri per quanto potesse essere inebriante.

Sospirai un “ti amo” e poi mi addormentai.

La mattina dopo lui era sempre lì, ed io accanto a lui che lo osservavo. Osservavo i suoi lineamenti, imperfetti ma belli lo stesso. Gli occhi piccoli, il naso lungo, la bocca secca. Ma quest’ insieme di caratteristiche lo rendeva unico. Dove avrei mai potuto trovare un altro uomo con degli occhi del genere, o con dei denti così minuscoli e leggermente accavallati.
Lo fissai ancora, e mi dissi che se l’amore non era lui, allora l’amore era solo un’invenzione. Mi dissi anche che probabilmente non sarei riuscita a vivere senza lui, mi sarei sentita persa ed inutile. Gli umani non sono fatti per stare da soli, Dio li ha creati per farli amare. E se non hai trovato ancora l’anima gemella, sta’ tranquillo, la troverai. Perché Dio è troppo buono per non concedere ad ogni umano uno spezzone di paradiso, quello in cui vivi quando sei innamorato. 
 
 
Qualche giorno dopo John mi disse che durante quella estate sarebbe partito insieme ai ragazzi. Avevano trovato un ingaggio ad Amburgo. Una di quelle occasioni che capitano una volta nella vita, diceva, una di quelle che si devono prendere al volo, perché del resto proprio io gli avevo detto sempre “carpe diem”.
Ma io non sarei riuscita a stare lontana da lui per tutto quel tempo. Forse era un amore malato, il nostro, chi può dirlo, ma io avevo bisogno di lui. Era impensabile che gli stessi lontana per 3 mesi.

“Mi hai fatta innamorare e ora mi pianti in asso per andare ad Amburgo, ad inseguire i tuoi sogni di rock’n’roll. Me lo dovevo aspettare da uno che è andato con tutte le ragazze di Liverpool.” Gli dissi, con le lacrime agli occhi.

“Stella! Ma cosa dici. Davvero pensi queste cose di me? LO sai benissimo che con te è diverso e che tu non sei una come le altre. Ti giuro, ma davvero, ti giuro… ti giuro su mia madre che ti penserò sempre e che ti scriverò ogni sera. E soprattutto che non penserò ad altra ragazza che non si chiami Stella. Ti puoi fidare di me, te lo assicuro.”

Gli buttai le braccia al collo e lo tenni stretto a me per un buon quarto d’ora.

“John Winston Lennon, se mi rimpiazzi con un’altra ti rompo questa bella faccia che ti ritrovi. E non scherzo.”
"Io sono diverso dagli altri, io non ti lascerò." mi disse.

 
  
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