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Autore: _Giuls17_    13/08/2014    2 recensioni
E' il compleanno di Clary, ma tutto ciò che noi conosciamo tramite City of Bones, verrà sovvertito dall'arrivo di Valentine Morgenstern a casa di lei, proponendole una dolce e allettante proposta: conoscere il Mondo Invisibile, conoscere suo fratello, conoscere se stessa.
Cosa deciderà di fare Clary? Proseguire sulla retta via o deragliare assieme al padre?
C2: Lei mi ha mentito per tutta la mia vita, non mi ha mai raccontato la verità, né su mio padre né su mio fratello.
C3:Clary, tu sei mia sorella e io non ti posso solo volere bene, a modo mio io ti amo...
C10:-Clarissa!- Jonathan si girò e urlò il nome verso il lago, come se lei potesse sentirla e solo allora Jace decise di agire e con la spada colpì quel punto sulla schiena
C12: Si girò di lato ed osservò il suo Marchio del parabatai sbiadito, proprio vicino all’orecchio.
C14:-Io…Ho paura, c’è questo rumore, c’è qualcosa dentro la mia testa.-
C18:-Eri morta? Clary come hai potuto tenermelo nascosto ! E tu Jace, che hai da dire?- *
La verità è che mi manchi.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Valentine Morgenstern
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Verità spinose
 
 
L’atterraggio che aveva sperato Clary non avvenne, una volta lasciatasi cadere oltre il portale atterò sul duro e sporco pavimento di Renwick, e non riuscì a trattenere un grido di dolore.
Il braccio le faceva così male che avrebbe preferito tagliarselo, solo per evitare di soffrire, provò ad alzarsi ma si rese conto che tutto il suo corpo non rispondeva alle sue richieste.
Aprì gli occhi ma vide solo ombre scure e in lontananza le parve di sentire la voce di suo fratello, mise a fuoco e trovò i suoi occhi neri come la pece a poca distanza da lei.
-Clary?!-
L’aiutò a sollevarsi ma continuò a urlare, osservò il suo braccio e un brivido le percorse la schiena, stava diventando nero.
-L’hai presa?- suo padre si stagliò davanti a lei e con un ultimo sforzo, uscì dalla tasca la carta della Coppa, e con un semplice gesto la uscì da essa.
-Ec…co.- sussurrò, cadendo di nuovo tra le braccia del fratello.
-E´ davvero lei.- disse Valentine girandosela tra le mani, ammirato e soddisfatto.
-Chi ti ha ferita?-
-Abba…don.-
-Ci serve uno stregone.-
Jonathan prese Clary in braccio e lei allacciò le mani intorno al collo, appoggiò la testa al suo petto e chiuse gli occhi, sapeva che suo fratello l’avrebbe salvata, in ogni caso.
-Portala nella sua stanza, lo chiamo subito.-
Sentì i passi del padre sempre più lontani, e le parole sussurrate dal fratello come ricordi di una vita passata, Clary stava perdendo coscienza di se e del mondo e prima di perdere i sensi la sua mente le ricordò delle iridi ambrate che la supplicavano di restare.
 
***
 
Jace era rimasto in silenzio per tutto il viaggio di ritorno all’Istituto, anche se Alec e Izzy avevano cercato di estrargli qualche informazione, era stato Simon a rispondere al posto suo, poiché qualcosa l’aveva turbato così nel profondo da togliergli, momentaneamente, la parola.
Clarissa Fray non era la ragazzina descritta dalla madre, piccola e priva di forza, poiché quella che lo aveva sbattuto al tappetto era tutt’altro che debole.
“Quella era Clarissa Morgenstern.”
Annuì impercettibilmente, aveva dovuto dare ragione alla sua mente, quella ragazza non era stata rapita, era andata volontariamente dal padre e lui l’aveva addestrata.
“Anche bene.”
Potrebbe essere quasi al mio livello.
Ma non era questo che aveva sconvolto Jace più di tanto, ma le parole della ragazza su Valentine, colui il quale lo aveva accudito e allevato per i primi dieci anni della sua vita, quelle parole gli avevano fatto crollare il mondo addosso, poiché avevano ucciso tutto quello che lui credeva.
Non era un Wayland e neanche un Lightwood e Clary con le sue parole gli aveva fatto chiaramente capire che non era neanche suo fratello, allora chi era?
Chi sono io, veramente?
Quella domanda si era insinuata così velocemente nella sua mente ed era stata anche colpa sua se non era riuscito a prevedere il colpo di Clary, colpa sua se l’aveva lasciata scappare, senza neanche provare a inseguirla.
Strinse i pugni, Hodge non sarebbe stato felice, anche se qualcosa nell’atteggiamento di Hodge lo aveva reso sfuggente negli ultimi giorni e ancora più strano era stato non ricevere nessuna risposta da Idris, che avessero deciso di non agire?
No. Non avrebbero lasciato a piede libero il loro nemico numero uno.
“Allora che fine hanno fatto?”
 
Le sue riflessioni furono interrotte da loro arrivo all’Istituto, strinse i pugni e decise di entrare per primo, nella sua vita nessuno lo aveva fermato e non si sarebbe fatto sopraffare dalle emozioni, lui era uno Shadowhunters.
-L’avete trovata?-
Il tono supplichevole di Jocelyn lo mise di fronte ad un’amara verità: aveva fallito.
-Magnus l’ha rintracciata in tempo solo che…-
-Non siamo riusciti a trattenerla.- disse Simon, guardando Jace, negli occhi.
-Cosa vuol dire? Voi siete degli esperti, lei è solo una ragazzina!-
-No… Valentine l’ha trasformata in una vera Shadowhunters, in un guerriero e poi ha immobilizzato me e Alec, Jace è stato messo al tappeto e Simon… Ha tentato con l’uso della ragione, ma lei era ferita e non ci ha ascoltato.-
-Ferita?- Luke si era introdotto nella discussione, senza dar respiro a ragazzi.
-Pensiamo che abbia lottato contro un Demone, all’interno dell’appartamento sotto al vostro.-
-Ma Madame Dorothea non è un Demone, si crede una strega!-
-Sappiamo solo che è uscita da lì, col braccio ferito, ha usato una Runa che non è presente nel Libro Grigio per bloccarci e ha colpito Jace, dimenticavo: prima però ha detto che Valentine ha addestrato Jace, per i suoi primi dieci anni, ah e dimenticavo.- aggiunse Isabelle, ironizzando per nascondere il nervosismo, -E´scappata con un PORTALE!-
Jace osservò tutti i presenti, nessuno aveva aperto bocca dopo le ultime parole di Izzy e Jocelyn guardava Luke, cercando in lui delle risposte, che solo sua figlia le avrebbe potuto dare.
Alec invece stava guardando lui e sapeva bene che cosa gli stava chiedendo, lo sentiva nell’animo, perché anche lui si era posto quella domanda.
Ha detto la verità?
Solo un leggero colpo di tosse spezzò il silenzio che si era venuto a creare fuori dall’ascensore e Jace su sorpreso di vedere Maryse e non Hodge davanti a lui.
-Andiamo in biblioteca.- sentenziò decisa.
Osservò Isabelle e capì che neanche lei doveva essere a conoscenza del suo arrivo e qualcosa lo scosse nel profondo: se Maryse era tornata all’Istituto, voleva dire che da Idris non c’erano buone notizie.
Si accomodarono tutti sparsi per la sala, ognuno alla ricerca di risposte, cercando di scacciare il sentimento di ansia e terrore che aveva preso il sopravvento.
 
 
-Alexander voglio che mi racconti tutto, e intendo dall’inizio.-
Suo figlio fece un passo avanti, per avvicinarsi alla scrivania che occupava buona parte della stanza, si schiarì la voce e iniziò a raccontare di come Jocelyn avesse raggiunto con Luke l’Istituto, il giorno di due settimane fa, chiedendo aiuto per il rapimento della figlia da parte del suo stesso padre: Valentine Morgenstern. Di come Hodge li avesse incaricati di cercarla, e di aver rintracciato lo stregone Magnus Bane che li aveva aiutati, più volte, a rintracciarla.
Spiegò anche il loro fallimento e che secondo loro la ragazza era svanita nel nulla, solo che stamattina avevano ricevuto una chiamata dallo stesso stregone avvertendoli che Clary era tornata a casa, era apparsa all’improvviso.
-Così ci siamo recati là di corsa e quando siamo arrivati, lei è uscita da casa, aveva il braccio sinistro ferito e col destro teneva una Spada Angelica, Jace e Simon hanno provato a convincerla a venire con noi, poi però le cose si sono incasinate.- ammise guardando la madre.
-Incasinate come?-
-Si è mossa subito, non sono, non siamo riusciti a prevenire la sua mossa e con una runa ci ha bloccato, letteralmente, non potevamo muovere neanche gli occhi, potevamo solo sentire e lei ha parlato con Jace, dicendogli che suo padre, Valentine, lo aveva educato e cresciuto per i primi dieci anni della sua vita, quindi non poteva disprezzarlo, poi lo ha colpito, con un calcio alla pancia e si è diretta verso il muro, le sono bastati, quanto?
Pochi secondi, ed ha aperto un Portale, e ci è caduta dentro.-
 
 
Maryse rimase in silenzio, cercando di assimilare tutto il racconto ma la verità era che tutta Idris era preoccupata e non solo per Clary.
-Dov’è Hodge?-
Alzò lo sguardo puntandolo su Jace e per la prima volta si rese conto che non aveva niente dei Wayland, che era stata davvero cieca in tutti quegli anni, ma la sua mente gli ricordò che non era neanche un Morgenstern, si chiese chi era quel ragazzo che aveva cresciuto come suo figlio per tutto quel tempo.
-Sono tornata da Idris questa mattina e non perché Hodge ci abbia contattati ma perché il Conclave ha registrato degli aumenti nelle apparizione dei Demoni, così mi hanno mandata a controllare la situazione, e cosa trovo al mio rientro? Hodge che scompare, Valentine che ritorna e che una ragazzina è riuscita ad aprire un Portale davanti a tre dei miei figli?!- sbottò, non nascondendo la rabbia.
-Mamma…- Izzy avanzò, cercando di placare la sua furia.
-No Isabelle, Hodge non poteva lasciare l’Istituto e allora io mi chiedo: come ha fatto? Era vincolato dal Conclave, era la sua pena.- disse guardando Jocelyn di sottecchi.
-Sarà stato Valentine, lui ha molto potere.- ammise la donna, abbassando lo sguardo.
-Potrebbe anche essere così e allora credo che loro due fossero in contatto, non abbiamo ricevuto le vostre richieste e se lo avessimo saputo, ci saremo mobilizzati prima.-
-Adesso?- chiese Jace, cercando di seguire il filo del discorso.
-Adesso dobbiamo catturare Valentine e Clarissa.-
-Mia figlia non centra niente!-
-Tua figlia è andata col padre di sua spontanea volontà, è pericolosa.-
-Ha solo sedici anni.-
-Lucian tu non dovresti neanche essere qua, lascia i tuoi commenti per te.- rispose fredda, la donna.
-Se la trovo io posso convincerla, posso farle cambiare idea.-
-Jace… Dovremo verificare se le parole di Clarissa sono vere o meno, dovresti recarti alla Città di Ossa e ciò vuol dire parlare con i Fratelli Silente.-
-Lo farò, ma prometti che prenderai nuovamente in considerazione la questione di Clary.-
-Chiederò al Conclave.- concluse voltandosi, -Dovreste andare adesso, ti aspettano tra due giorni.-
Maryse attese che tutti fossero usciti prima di crollare sulla sedia, tutto quello che avevano costruito da dopo il Circolo stava crollando miseramente, tutti i loro sacrifici, le restrizioni, i divieti, Valentine avrebbe agito e lei lo avrebbe fermato, lo doveva ai suoi figli.
 
***
 
Si svegliò urlando, cercò con gli occhi qualcosa di familiare ma non riconobbe quella camera, quelle coperte, quel posto.
Si passò una mano tra i capelli, sentendoli stopposi e sporchi, tolse le coperte ma prima che potesse scendere dal letto una luce si aprì nel buio.
Vide Jonathan entrare e qualcosa dentro di sei si calmò.
-Clary, hai urlato.- disse, come se fosse stata la cosa più normale al mondo.
-Io…-
-Hai avuto la febbre, ma adesso stai meglio.-
Si sedette accanto a lei e le accarezzò la guancia e i capelli, guardò il suo braccio e il colore nero che aveva visto non c’era più, solo una pesante fasciatura che le copriva buona parte della pelle.
-Quanto ho dormito?-
-Due giorni.-
Clary annuì e abbracciò il fratello, alla fine lui l’aveva salvata e lei questo lo aveva sperato fino alla fine, si era affidata a lui, con tutta se stessa.
-Quando il Demone ti ha ferito l’ho sentito.- indicò la sua runa parabatai, -Sarei dovuto intervenire, ma nostro padre non me lo ha permesso.-
-Me la sono cavata lo stesso.- disse, cercando di nascondere i suoi sentimenti; Jonathan sarebbe stato un ottimo aiuto ma Valentine aveva avuto ragione, doveva metterla alla prova e lei l’aveva superata.
-Domani ci sarà la seconda parte del piano.-
-Di già?-
-Hai preso la Coppa e prima che il Conclave se ne renda conto passeranno settimane.-
-Non se mamma passa da Dorothea.- sussurrò.
-E´un rischio, ma siamo pronti a correre.-
-Dove dovrò andare?-
-Alla Città di Ossa, ma nostro padre verrà con te, domani prima di andare lui ti dirà tutto.-
-Perché tu non vieni?- chiese guardandolo.
-Perché il mio intervento è richiesto in un altro momento, adesso dormi sorella mia.-
-Resta con me.- gli prese il polso, per bloccarlo, -Ho sognato ancora Abbadon e tutto quel dolore, non riesco se non so che tu sarai qui a proteggermi.-
-Sempre.-
Clary si stese nuovamente nel letto e sentì le braccia protettive di Jonathan stringerla forte, chiuse gli occhi, e nonostante sapesse che fosse sbagliato che lui usasse la parola “mia” come se lei fosse stata di sua proprietà, in quel momento decise che avrebbe affrontato dopo la questione, adesso aveva solo bisogno di riposare.
 
 
***
 
Simon non era riuscito ad accettare tutta quella situazione, come poteva Clary, la sua Clary mollare tutto per andare col padre? Senza ascoltarlo, senza dargli, ancora, la possibilità di dichiararsi.
Sbuffò e colpì un sassolino che stava sulla strada e si ritrovò a dover guardare la luna, aveva anche notato Jace, e il suo atteggiamento: qualcosa gli diceva che quel ragazzo stava prendendo troppo sul personale la missione.
 
“E se Jace si innamora di Clary?”
No, lei non si potrebbe innamorare del primo che capita.
“Io infatti parlavo di Jace.”
 
Quella possibilità gli fece venire la pelle d’oca e improvvisamente realizzò un fattore importante: lui e Clary venivano da mondi diversi, lui era un Mondano, lei una Cacciatrice, non ci sarebbe stato futuro per loro, non sarebbero mai stati assieme.
Scosse la testa, non avrebbe permesso che succedesse, avrebbe trovato un modo per stare con lei, avrebbe trovato un modo per dichiararsi e farle capire il suo amore.
 
“Anche se Isabelle ti sta venendo dietro, da un po’.”
Na, non è possibile.”
 
-Ti sei perso, amico?-
Simon abbassò lo sguardo e si ritrovò davanti un ragazzo che poteva avere si e no quattordici anni.
-Ti ho già visto, alla festa di Magnus.- disse invece.
-Possibile, frequento molti posti.-
-Se eri alla festa vuol dire che fai parte di quel Mondo.-
-Sì.- rispose mostrando il suo accento messicano.
-Voglio farne parte, voglio far parte del Mondo Invisibile, devo farne parte.-
-Allora hi trovato la persona giusta, chicos.- sussurrò mostrando i canini sporgenti.



Sclero personale: Ho deciso di aggiornare un giorno prima, il motivo? Vorrei cercare d fare due aggiornamenti a settimana, lo so che in estate è difficile ma avendo un paio di capitoli pronti forse posso gestire meglio la situazione!
Allota questo è una parte meramente di passaggio... Jace sarà da un lato abbattuto per non essere riuscito a salvare Clary e da qui uscirà un nuovo lato del suo carattere, mentre la nostra Rossa si farà coccolare dal fratello, anche se...
Ma Simon... Spero che la sua entrata in scena vi piaccia e vi aspettano molte novità :D

Spoiler:
“Perché gli permetti di toccarti in quel modo? Lui è tuo fratello!”
Lo so, ma io sono il suo parabatai.
“Non è questo il legame che deve esistere.”
Lo so
   
 
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