Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: AyeRivaille    13/08/2014    2 recensioni
"Che diavolo vuole da me? Che diavolo vuole dalla mia vita?! Come fa ad essere così freddo anche in una richiesta come questa? NON DOVREBBE ESSERE IN CAMERA SUA A DIVERTIRSI ADESSO?!
Dunque, io mi chiedo... Sono le 4.45/5.00 di mattina, inizio primavera, fa ancora freddo, siamo sperduti nel niente, ed è ancora buio... Quante cavolo di possibilità ci sono che lui, proprio lui, l'Heichou in persona abbia avuto la mia stessa idea e sia
uscito a prendere aria? Quante?! Rispondo io. NEMMENO UNA. Nemmeno mezza. Nemmeno un millantesimo di miliardo di milione di mezza (millantesimo?). Odio questa cosa. La odio. Il dolore ha lasciato spazio alla rabbia.
Ho l'impressione che potrei andargli vicino e spaccargli ogni minimo osso di quel corpicino minuscolo (...)"
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo, personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il braccio mi fa parecchio male, ma non penso  sia niente di grave, assolutamente. Rientriamo in città e sento gli sguardi della gente addosso, sento i pianti delle madri e delle mogli, le bestemmie, i sussurrii di disapprovazione, ma anche le grida di approvazione dei bambini come ero io, e dei ragazzi come sono io, e come era Maximilien.  Non penso di potercela fare, sento di sprofondare, ho bisogno di un appiglio, adesso, qui. Mi manca il fiato, mi nascondo sotto la coperta, mi stringo tra le braccia. Ad un tratto sento una mano che si appoggia sul mio ginocchio, metto il naso fuori, è Levi. Ammetto di essere leggermente stupita, ma continuo a non avere tempo per stupirmi, mi si avvicina, si siede accanto a me e mi abbraccia. Mi abbraccia, sempre in silenzio, e io appoggio la testa sul suo petto. Ha sentito che ne avevo bisogno, ho forse semplicemente ne aveva bisogno lui, e sento che tra le sue braccia sono calma, e che anche lui, tenendomi stretta sembra più tranquillo, o almeno soffrire meno.
Arriviamo a destinazione, mi prende in braccio e poi mi accompagna in infermeria.  Io non capisco ancora un granchè, non capisco che cosa sia successo, non capisco che sono ferita, non capisco quali siano le intenzioni di Levi, non capisco che devo andare a parlare con Elizabeth, Axel, mamma, papà... Non capisco ancora niente, solo mi stringo nella mia coperta, e mi rendo conto di aver perso troppo sangue per poter camminare da sola. Levi mi lascia in infermeria, mi guarda, mi accarezza, mi bacia sulla fronte.
“Tu non hai idea di cosa abbia provato io quando non ti ho visto ritornare. Tu non hai idea di cosa abbia sentito quando mi sono reso conto che se fossi arrivato un attimo più tardi, se avessi esitato un attimo di più per venirti a cercare tu ora non saresti qua con me... Tu non ne hai idea, non puoi neanche lontanamente immaginare...”
Lo guardo con uno sguardo ingenuo, e stanco.
Sospira, poi mi bacia la testa e sta per andarsene. Lo prendo per un braccio, ancora una volta.
“Vuole abbandonarmi anche lei, Heichou?”
Non si volta, guarda avanti a sè. Sospira.
“No, Shina, non lo farei mai...”
“E allora rimanga sempre con me... Mi salvi ancora, e ancora, e ancora, come ha sempre fatto, Heichou... Per.. favore...”
La mia mano scivola sul suo braccio, e proprio nel momento in cui si sta per staccare lui me la prende, con la sua, e la stringe.
“No, Shina..”
Sussulto.
“Sarai tu a rimanere sempre con me... Sarai tu a salvare me ancora, e ancora, e ancora... Come hai sempre fatto...”
 Rimango lì, attonita, lui dolcemente mi lascia la mano e poi va via, e io aspetto che qualcuno mi curi il braccio.
 
-
 
Appena mi hanno dato le cure adeguate esco dalla sala. Trovo lì fuori un mucchio di gente che chiede informazioni sui propri cari, e, d’improvviso, mi appare Elizabeth davanti agli occhi, con mia madre accanto. Oh mio Dio, devo affrontare la cosa. Non voglio. Non voglio, voglio scappare, non voglio pensarci ancora, non voglio, non ce la faccio...
“Shina Rose! Grazie a Dio stai bene, ma che hai fatto al braccio? Tutto bene? Oh signore quanto sono felice di vederti, non ne hai idea! Ma Maximilien? Dov’è? Vi siete separati, sai mica dove trovarlo? Elizabeth non vede l’ora di vederlo, e poi gli deve dire una cosa importantissima! Su, Elizabeth, dillo anche a Shina dai!”
“Shina, ho scoperto di essere incinta! Diventerai presto zia! Non vedo l’ora di dirlo a Maximilien! Ho aspettato perchè non volevo si compromettesse la missione, ma ora finalmente glielo dirò!!”
Io mi sento mancare la terra sotto i piedi. Rimango lì, a bocca aperta, inizio a mugulare, piano piano mi inizia ad uscire un suono dalla bocca e inizio a piangere, forte, senza freni, singhiozzo, non riesco a fermarmi. Anche a mia madre inizia a tremare la voce.
“C-cosa è successo Shina? Perchè piangi? Dove... Dove è Maximilien?”
“Dov’è Maximilien,  Shina? Dove?! Dove cazzo eh?? Dov’è?? Perchè non è con te?!”
Elizabeth inizia ad urlare, ad un certo punto mi spintona anche, io non riesco a reagire, tengo la testa tra le mani e piango, piango, piango.
“Non... Non è... vero figlia mia? Non.. no... Ti prego, no... Ti prego Shina dimmi la verità... ti prego”
Io alzo la testa, non riesco a parlare, ma a grandi linee tra i singhiozzi spiego ciò che è successo.
Mia madre rischia di svenire, un signore lì vicino l’aiuta a sedersi, e poi inizia ad infierire contro la legione esplorativa, contro i titani, contro il mondo intero. Poi si mette a pregare, in silenzio, chiudendo gli occhi e le mani. Elizabeth scoppia a piangere, casca a terra, inizia a strapparsi i capelli, a tenersi la pancia, a urlare, a dire cose senza senso, come se fosse impazzita.
Mi metto anche io a terra e l’abbraccio, lei si lascia abbracciare, ma non la sento mia amica, come eravamo prima, tanto unite, la sento lontana, distante, come se il mio abbraccio fosse solo un semplice rito, e niente di più.
Forse anche lei, come me, oggi è morta.
 
 
Il giorno dopo, il funerale. Non riesco  ad affrontarlo, non ci riesco proprio. Gli sguardi di tutti, tutti i miei parenti che mi guardano, come se fosse colpa mia, e sussurrano, piano “Guardala, guarda lì” “E’ distrutta” “Dicono che abbia provato ad aiutarlo ma non ci sia riuscita” “Lei c’era eh, era lì, che incompetenti quelli della Legione!”
Tutti che parlano e sparlano, mia madre che è disperata, ma tace, Elizabeth che invece non ha dormito tutta la notte, che segue la bara urlando e piangendo, toccandosi la pancia, quel bambino che non conoscerà mai suo padre. Axel ha gli occhi gonfi, prova a non piangere, e sostiene me, che non riesco a camminare, che provo il più grande dolore esistente, il dolore di non essere riusciti a salvare chi si ama, e di sentirsi la colpa e il disprezzo delle persone addosso; ma nonostante tutto non ce la fa, ogni tanto si gira verso di me, o Elizabeth e piange, anche lui, lui che è così grande, così alto e forte, e piange, perchè un dolore così forte non si può sopportare.
E poi c’è mio padre.
 
-
 
“Tu, inutile stupida bambina viziata, tu, come... come hai potuto, come! Ah, è tutta colpa tua, tutta colpa tua! Se solo ti avessi vietato di avere rapporti con lui, adesso, adesso lui sarebbe qui con me, e farebbe le cose che un uomo come lui avrebbe dovuto fare! Tu, è solo colpa tua!”
“Alexander... ma, ma che dici! Non dirle queste cose, lei è...”
“Tu, taci! Sai che è cosi! So che la pensi così anche te, come la pensa chiunque abbia un minimo di cervello! Il mio povero figlio! Il mio povero Maximilien, l’onore e la gioia di questa famiglia! E’ morto! Non ci sarà nessun’altro che possa portare avanti il nome di questa famiglia come lo avrebbe fatto lui!” (1)
 
-
 
Quelle parole. Io.. non vorrei crederci... Io.. Non è colpa mia... non è colpa... Non è...
Adesso c’è Axel qui con me. Mi stringe, mi ripete di non credere alle parole di nostro padre, perchè è solo accecato dalla rabbia, e poi... e poi è fatto così...
Ma io sono troppo debole in questo momento per capirlo, e dentro di me sento che in fondo, probabilmente è colpa mia, e se Maximilien è morto è solo colpa mia.
Solo colpa mia.
 
-
 
La sera torno nella base. Avrei potuto rimanere a casa ma non ce la facevo a stare lì, troppi ricordi, troppi per me. E poi, l’aria, così pesante, in quella casa aleggia il dolore, il lutto e, per me, il rimorso. No, non potevo rimanere, avevo bisogno di stare da sola. Torno nella base, entro nella mia stanza, mi siedo sul letto. Non piango, non mi escono lacrime, non sento niente, solo dolore, una volta ancora. Un’altra volta ho paura di essere morta ancora, ma improvvisamente mi tornano in mente le parole di Levi. Improvvisamente mi torna in mente che ho un sacco di conti in sospeso, che ho lasciato aperte un miliardo di questioni, che devo chiudere, al più presto. Mi viene in mente che dal giorno prima, dalla nostra ultima conversazione così strana in infermeria, non mi ha più rivolto parola, non mi ha detto niente, come se avesse dimenticato tutto. Forse era solo il momento, tutto ciò che ha detto non lo ha mai pensato, ed io ho solo immaginato e sognato tutto.  Mi alzo, esco dalla stanza. Cammino nel corridoio, Levi sarà sicuramente fuori a quest’ora, lui dorme pochissimo. Ed infatti lo trovo giù, nel campo che c’è vicino alla base cittadina della Legione, che cammina, silenzioso, freddo, impassibile.
Uscendo mi blocco un secondo. L’aria fresca mi attraversa l’anima, chiudo gli occhi, respiro forte. Quando li riapro mi rendo conto che Levi, lontano da me una decina di metri si è fermato e mi sta guardando. Io faccio un grande respiro, e mi inizio ad avvicinare. Cammino verso di lui, e quando arrivo a pochi metri sento di voler scappare. Me ne voglio andare, non tornare mai più, stare lontano da tutto e tutti, ma, dove posso andare in realtà? Dove? Da nessuna parte, questo mondo è rilegato in pochi ettari di terra, dove posso andare?
Anche lui sta camminando verso di me, sembra... ansioso.. Levi. Ansioso. Quando mai. E’ notte, probabilmente ho visto male. E’ il dolore che mi offusca i sensi, si deve essere così. Arriviamo vicini e stiamo in silenzio.
“Heichou, io...”
“Non parlare, Shina..”
“No, Heichou. Devo parlare. Ho bisogno di sapere”
Tipica frase da coppietta in crisi. Sei scontata, Shina.
“Dimmi cosa vuoi sapere”
Freddo. Il gelo, il gelo più totale.
“Voglio sapere... Voglio sapere...”
Mi appare in un secondo in testa la sera prima della missione, in cui tutto andava bene, e tutto era perfetto.
“Voglio sapere che cosa ha nella testa, che cosa vuole fare con me, perchè prima mi bacia, mi porta a letto, mi salva e mi dice di non lasciarla mai, e poi mi lascia lì, come una stupida, come una bambina piccola. Perchè prima mi abbraccia e poi mi abbandona, prima mi salva e poi mi uccide. Voglio sapere perchè ha baciato Petra, e poi ha detto che era tanto che voleva baciare me. Voglio sapere perchè mio fratello è morto, perchè io sono qua adesso, perchè non sono a casa mia, perchè ogni volta torno qua da lei e mi metto in ridicolo.Voglio sapere perchè, nonostante tutto, lei è sempre così freddo, perchè non mostra emozioni. Voglio sapere per quale motivo la amo, Heichou, e voglio sapere se lei ama me, o se sta solo scherzando, o se ho solo immaginato tutto...”
Mi sto per rimettere di nuovo a piangere, ma mi trattengo perchè ultimamente sono diventata una fontana, e per fare questo aumento la velocità del mio discorso. Lui mi guarda, fermo, con le mani incrociate. Quando taccio, però, lascia scivolare le mani, guarda verso il basso e inizia a ridere. Lui. Inizia a ridere. Ho fatto ridere il caporale Rivaille. Non so se mettermi a ridere anche io o mandarlo veramente a fanculo. Mi giro, me ne sto andando. Mi prende per un braccio, mi gira e, non so come, mi ritrovo abbracciata a due centimetri dal suo viso.
“Tutto ciò che vuoi sapere, penso, si risolve con un ‘ti amo’.”
Taccio. Apro la bocca e prendo fiato come se stessi per dire qualcosa, ma poi taccio. Faccio così due o tre volte, e lui inspiegabilmente continua a guardarmi e a ridere. Ha una risata così bella...
Alla fine mi bacia, un bacio dolce, ridendo, un bacio che mai mi sarei aspettata da lui, mai, perchè lui non è così. Eppure eccoci qua, in una sera di primavera, che in un bacio lungo e senza pensieri, sciogliamo tutti i dolori e le matasse di questa vita che con noi è stata così dura.
Vorrei ancora sapere di Petra...
Ma glielo chiederò domani.





Grazie di aver letto! ^_^
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(1) e dall'altra stanza, Axel "Grazie pà!" XD

Avevo detto che avrei aggiornato domani, ma dato che ho promesso
ad una mia lettrice di aggiornare stasera, eccolo qua, solo per te :3
Non mi uccidete se la tiro tanto per le lunghe, ma ho da dire talmente tante cose che rischio
di appesantire un sacco ogni capitolo D:
Domani ci sarà il momento della verità, giuro e gli ultimi due o tre capitoli ;)
Con affetto,

AyeRivaille
  
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