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Autore: Obsessjoe    13/08/2014    3 recensioni
Cosa succederebbe se una ragazza trovasse negli occhi di un ragazzo, affondato nei pregiudizi di tutti gli abitanti della città, guardasse a fondo nella sua vita e scoprisse che non è come tutti pensano?
Harry usa le donne solo per divertimento, dopo essersele portate a letto infatti le abbandona senza rimorso e passa alla prossima "preda"; così vuole fare anche con Paige, che, incuriosita dal fatto che lui ha la fama di essere uno spacciatore di droga e grazie ad una scommessa fatta col suo migliore amico, va a parlargli.
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*Dal quarto capitolo*
«Senti, ti do il mio numero di telefono e se accetti di uscire con me questa sera mi scrivi va bene? Comunque sono Harry Styles.»
Annuii e mi salvò il suo numero sulla rubrica con il nome di "Harry il figo", che mi fece scoppiare a ridergli in faccia.
«A stasera eh, ci conto.»
Mi fece un cenno con la testa e mi superò lasciandomi alle sue spalle, mi girai per osservarlo mentre se ne andava per qualche secondo, ma quanto tempo avevo passato con quel ragazzo? Mi erano sembrati secoli, così guardai l'ora e vidi che erano passati solamente cinque minuti, com'era possibile?
Genere: Dark, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO UNO

"First day in school"

<< Paige svegliati, devi andare a scuola oggi. >>
Mugugnai qualcosa di incomprensibile e aprii gli occhi, venendo travolta dalla luce che entrava dalla finestra che mia madre aveva aperto; mi passai una mano sul viso ed alzai il busto, stiracchiandomi in modo pigro e lento, come era mio solito fare. In un primo momento non riconobbi la stanza ma poi ricordai del trasloco, del McDonald's, della nuova scuola e mi venne un nodo alla gola. Mi alzai dal letto e mi preparai facendomi una doccia calda ed indossando l'uniforme composta da una giacca blu, una camicia azzurra ed un kilt blu e truccandomi leggermente, per poi scendere a fare colazione insieme a mia madre.
<< Sicura di non volere che ti accompagni in macchina? Ho paura che ti possa perdere. >>
<< Mamma, é a mezzo isolato da qui la scuola, devo andare sempre dritta dopo aver girato a sinistra alla fine della via, se tu mi accompagnassi ci farei solo una brutta figura. >>
<< Come vuoi tu...mi fido. >>
Dopo aver mangiato delle fette biscottate con la marmellata in fretta feci lo zaino con i libri nuovi che avevo dovuto cambiare da una scuola all'altra e dopo essermi messa le ballerine -che secondo l'uniforme erano obbligatorie- uscii di casa.
Dopo dieci minuti arrivai alla Patcham High School, davanti ad essa c'erano moltissimi studenti, tutti raggruppati in piccoli gruppi dove si capiva subito la popolarità e la "classe sociale": c'erano i secchioni, che avevano i libri in mano e stavano studiando, consultandosi probabilmente su delle formule matematiche; i fighetti, composti dai ragazzi più popolari della scuola, tutti perfetti e che si atteggiavano per far emergere la loro superiorità; i palestrati, formati solo da maschi tutti muscolosi, che avevano già la divisa da rugby addosso e infine c'ero io, che non ero in nessun gruppo e me stavo in disparte seduta su un muretto, con la testa bassa a guardare le gambe penzolanti aspettando il suono della campanella con timore.
Dopo poco entrai dalla grande porta di vetro e camminai lungo il corridoio venendo spinta da alcuni ragazzi, che mi guardavano con una faccia interrogativa non avendomi mai visto, ma che però non si fermavano a chiedermi chi ero e probabilmente l'avrebbero domandato ad un loro amico che avrebbe alzato le spalle perché nessuno era a conoscenza della mia presenza in quel posto. Ricordai che alla prima ora avevo algebra così cercai la classe giusta ma ci misi un po' di tempo e di conseguenza arrivai in ritardo; mi avvicinai alla porta tremando, non sapendo se sarei stata sgridata e la faccia che avrebbe fatto il professore. Bussai e sentii un' "avanti" di una voce femminile, così entrai e gli occhi di tutta la classe mi si puntarono addosso.
<< Buongiorno signorina, desidera? >>
<< Salve...sono Paige Edwards, sono nuova in questa scuola. >>
<< Si si il preside mi ha parlato brillantemente di te, fai un quadro di te generale agli altri per far capire che tipo sei. >>
<< Ehm... Mi chiamo Paige, ho diciassette anni e mi sono trasferita ieri a Brighton da Manchester con mia madre perché mio padre fa il militare ed é in una missione in Palestina. >>
Sentii dal fondo della classe qualcuno aveva detto "sai che si farà ammazzare?" e commenti vari ma li ignorai, sapevo che mio padre sarebbe tornato sano e salvo a casa come mi aveva sempre detto mia madre.
<< Dicci -anche se sembrava solo lei interessata- quali sono i tuoi hobby?>>
La donna sulla sessantina si sistemò gli occhiali rotondi alla Harry Potter sul naso e mi guardò sorridendo, quella professoressa mi piaceva di primo impatto, sembrava gentile.
<< Non ho dei veri e propri hobby, mi piace scattare fotografie e stare in mezzo alla natura, lo trovo rilassante. >>
<< Ottimo, ora puoi andare a sederti....>> guardò i banchi e gli studenti <<...in terza fila, in fianco alla finestra c'é un posto libero, spero tu sia al nostro passo con gli argomenti.>>
Durante la lezione alzai più volte la mano per dire il risultato -quasi sempre corretto- delle equazioni dettate dalla professoressa; non ero una cima a scuola ma, oltre al fatto che mi piaceva algebra, scoprii di essere più avanti nel programma in confronto agli altri quindi ero avvantaggiata. Alla fine dell'ora raccolsi le mie cose e attraversai la classe ma mentre camminavo uno degli studenti mi fece lo sgambetto e caddi sbattendo il mento sul pavimento, provocando la risata di tutti; così mi alzai il più velocemente possibile, presi lo zaino e mi avviai nel il corridoio verso la prossima lezione.
Nelle ore successive si ripeteva sempre la stessa cosa: entravo, mi presentavo alla professoressa, mi sedevo in uno dei banchi liberi, mi annoiavo a sentire argomenti già trattati ed al suono della campanella ci mettevo una marea di tempo a cercare la classe in cui sarei dovuta entrare. Alla fine sesta ora, mentre mi dirigevo verso la mensa, un ragazzo alto e con un i capelli alzati in una cresta nera mi si parò davanti sbarrandomi la strada e mi puntò un dito sul petto.
<< Non ci piacciono le saputelle, hai capito? Visto che sei nuova ci metto un secondo a farti diventare lo zimbello di tutta la scuola, così impari a non fare la leccaculo coi professori. >>
Dopo avermi praticamente minacciato si spostò e corsi in bagno a darmi una rinfrescata con l'acqua; perché già il primo giorno di scuola doveva fare schifo? Non volendo essere derisa decisi di non rispondere più a ciò che sapevo durante tutte le lezioni, forse ero ancora in tempo per non venire emarginata. Entrai in mensa e nessuno si voltò a guardarmi, pensai fosse un buon segno quindi andai a prendere il pranzo in uno dei vassoi rossi posti sopra ad un bancone ma mentre andavo verso uno dei tavoli liberi una ragazza mi venne addosso, facendomi cadere tutta l'insalata di patate, il succo e la minestra addosso, provocando la risata di gran parte dei ragazzi presenti nella stanza.
<< Oh mi dispiace, non ti avevo proprio vista, sai...sei come invisibile qui, un pesciolino sperduto in mezzo all'oceano, quindi attenta agli squali. >>
Nonostante la pessima similitudine capii che voleva dire la stessa cosa del ragazzo nel corridoio: dovevo starmene al mio posto essendo nuova. Andai a sedermi a testa bassa in uno dei tavoli liberi, consapevole che per il resto della giornata avrei avuto l'uniforme sporca e che non avrei mangiato ma dopo un po' vidi venire verso di me un ragazzo biondo con gli occhi azzurri.
<< Sei qui anche te per dirmi che non devo fare la leccaculo? Perché i tuoi amici mi hanno già fatto capire il concetto. >>
Si mise a ridere e scosse la testa in senso negativo.
<< Veramente sono nuovo anche io alla Patcham, mi chiamo Niall. >>
Sorrisi arrossendo per la figuraccia, gli porsi la mano e lo invitai a sedersi vicino a me battendo la mano nella sedia.
<< Io sono Paige, scusa per l'accusa, pensavo facessi parte degli stronzi. >>
<< Fa niente, ti capisco: anche a me hanno rotto le palle appena sono arrivato. >>
<< Ma cosa vogliono? >>
<< Fanno solo i fighi, alla fine sono degli sfigati pure loro ma sono popolari e credono di essere i padroni del mondo. >>
<< Capisco... >> Mi misi a pensare e lo fissai con un sopracciglio alzato << Che accento strano che hai, da dove vieni? >>
<< Sono irlandese, vengo da Mullingar. >>
<< Infatti eri troppo strano per essere inglese. >>
<< Ah ma grazie eh! >>
<< Intendevo che il tuo accento é strano, tu non sei strano no no. >>
Ci mettemmo a ridere, che bella risata che aveva, pura e cristallina, sembrava simpatico come ragazzo, inoltre era la prima persona nella scuola che mi aveva rivolto la parola quindi speravo diventassimo amici.
<< Da quanto sei in questa scuola? >>
<< Io sono arrivato una settimana fa, infatti mi sono un po' orientato in questo posto enorme. >>
<< Io sono arrivata oggi e non ci capisco una minchia di come sono fatti i corridoi e dove si trovano le aule. >>
<< Guarda che siamo nella stessa classe, lo so che sei arrivata oggi, dopo tutte le presentazioni che hai fatto potrei scriverti una biografia. >>
Riflettei sul fatto che era nella mia classe, non lo avevo visto nelle precedenti ore, ma in effetti mi ero concentrata più sui professori che sugli alunni.
La campanella che dichiarava il pranzo -per quanto non avessi messo nulla in bocca- concluso suonò e di conseguenza tornai in classe e forse per la prima volta nella giornata arrivai in anticipo, grazie a Niall che mi guidò per la scuola e cercò di insegnarmi un po' la forma della struttura che a me sembrava un labirinto.

 


Questa è Zoe Sugg, che nella mia fan fiction interpreta Paige Edwards

 



Angolo autrice
Dopo più di una settimana ho aggiornato con questo primo capitolo in cui succedono diverse cose; mentre nel prossimo la storia sarà proiettata in avanti di una settimana, in modo che Paige si sia ambientata nella scuola ed abbia fatto amicizia con Niall, che per ora é l'unico dei ragazzi ad essere entrato nella storia (o forse no?).
Comunque, la scuola dov'è ambientato la fan fiction esiste veramente e si trova a Brighton, dove appunto abita Paige; é una città vicina al mare nel sud dell'Inghilterra e non immaginate la fatica che ho fatto per trovare un posto in cui ambientare la storia e documentarmi sui luoghi di esso; anche la via dove abitano la protagonista e sua madre é reale e verrà resa nota in uno dei prossimi capitoli.
Detto questo, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, visto che é la mia prima fan fiction scrivetemi nelle recensioni dei consigli per scrivere meglio e li prenderò di sicuro in considerazione; io evaporo visto che questo spazio autrice é lungo trenta chilometri, al prossimo capitolo!

   
 
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