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Autore: Clawdia    13/08/2014    3 recensioni
La storia di Santana e Brittany dopo le vicende di "Insegnami ad Amare".
Tutti adorano le storie idilliche, perfette, in cui tutti si amano e vivono felici e sereni nel loro universo di cristallo vero? A quanto pare non proprio tutti. Vivere la loro vita insieme è tutto ciò che hanno sempre cercato e voluto, hanno lottato per il loro amore e continueranno a farlo sempre nelle loro strambe, complicate, divertenti, tristi, normali e pazze giornate. Perché chi ha detto che il matrimonio è la fine dell'amore non ha mai visto le due Signore Pierce-Lopez!
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Insegnami a...'
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«La vedi? Sta arrivando?»
«DIOS SARA. Non so se hai notato ma non sono un gigante, ne un falco per cui mi viene veramente difficile avvistare una chioma bionda da questa distanza e con questa marea di gente. Son già in ansia di mio, non peggioriamo la situazione...»
«In ansia?» chiese la bambina tirandomi nuovamente la manica per attirare l'attenzione.
«Non ci vediamo da due settimane. Hai presente quante cose cambiano in quel tempo?»
«Come il nostro rapporto?» chiese ridacchiando e mettendosi in punta di piedi per continuare a cercare una sagoma che sembrava non voler apparire. L'aereoporto era un luogo veramente caotico, valige ovunque, persone che si materializzano come funghi, di tutto e di più stipato in quel complesso mastodontico dove per non perdersi bisogna portarsi dietro un GPS. Inoltre l'attesa mi sbriciolava i nervi, ogni santa volta.
«Esatto! Guardaci, tu eri un idiota...»«...tu una stronza»
«E ora sei una stronza...»«...e tu un idiota.»
Ci guardammo in silenzio prima di scoppiare a ridere come due deficienti attirando l'attenzione di una coppia di anziani che cominciarono a guardarci sconvolte. «Che avete da fissare?»
Chiesi, ancora ridendo, allarmandoli e portandoli ad allontanarsi e tornare per la loro strada. 
«Continuo a non sopportarti eh!» precisai subito.
«E io ti considero sempre una vecchiaccia.»
Le abitudini erano dure a morire, quello che avevamo costruito in quei mesi non poteva essere disfatto ma finalmente tra noi stava crescendo un legame di fiducia e approvazione reciproca. Qualcosa che ci abbracciava dal profondo e che non potevamo controllare.
«Comunque non devi preoccuparti. Brittany ti adora, ti si lancerà contro appena arriva.»
«Dici?» odiavo quell'ansia e quell'insicurezza. Odiavo terribilmente preoccuparmi così ogni volta che la mia bionda mi si allontanava dal fianco ma non potevo farci nulla. Ero pazza di lei, pazza di noi e il solo pensiero di poter incrinare qualcosa nel nostro rapporto mi mandava fuori di testa. Erano solo due settimane, era lavoro e ci eravamo sentite praticamente ogni giorno da quando era partita ma la sua assenza mi aveva debilitata.
«Per quanto ami prendermi gioco di te oggi sei...favolosa.»
Sara mi sorrise, guardandomi con quei suoi grandi occhioni scuri. A volte dimenticavo che avesse solo poco più di 10 anni. A volte la consideravo quasi una mia pari, parlando del più e del meno come se niente fosse. A volte dimenticavo che era solo una bambina e quando la guardavo in viso, tra quei lineamenti delicati e quelle guancette colorate, sentivo uno strano calore. Quasi mi emozionavo. Stavo proprio perdendo colpi!
«Grazie...» risposi togliendomi una ciocca dalla fronte sorridendo per quel complimento.
Noi non eravamo tipe da complimenti, e anche se effettivamente mi ero veramente data da fare per la preparazione di quel giorno, non pensavo le avrei mai sentito dire qualcosa di così carino.
«Allora la vedi?»
Ecco. Rovinato il momento magico.
Possibile che dovesse essere così petulante? Bambini tse.
«Per la decima volta...NO. NON LA VEDO.»
Sbuffai continuando a sporgermi in avanti nel tentativo di scorgere il mio angelo varcare quelle porte ma purtroppo passavano solo alti e abbronzati ragazzi in vacanza, qualche uomo d'affari e cinesi pronti ad esplorare il continente. Di Brittany ancora nessuna traccia.
«Perché non si muove?» mugolò quella creaturina incrociando le braccia al petto.
«La tua mamma preferita ama le entrate di spessore.»
«Cioè? Che c'entra lo spessore?»
«OH DIO. OH MIO DIO. FERMI TUTTI. UNA COSA CHE SARA NON SA? SPUMANTE. ORA.»
«Idiota.»
Le diedi un colpetto ridacchiando mentre ancora fingevo di essere confusa da quella sua mancanza e mi guardavo a terra spaesata. «AHAHAHAHHA scusami ma è proprio un evento! Diciamo che è una sorta di modo di dire, come a dire un entrata in grande stile...»
«Aaaahn, e non potevi dirla così?»
Ma sentitela «Da che pulpito...»
Stavamo per darcele di santa ragione, verbalmente si intende, quando una voce familiare ci rimise ai nostri posti riportandoci alla realtà. Avrei riconosciuto quel suono ovunque, avrei potuto riconoscere mia moglie anche dentro una folla caotica come quella.
Mi alzai in punta di piedi per vederla correre verso di noi scarrozzando quell'enorme valigia che sembrava molto più piena di quando l'avevamo lasciata alla partenza. Brittany era bellissima, distrutta dal volo, con i capelli raccolti in una semplice coda non più perfetta come qualche ora prima e un foulard stretto al collo, un'anonima maglietta e annessa giacca e dei semplici pantaloni ma in quel momento mi sembrò di non averla mai vista tanto meravigliosa. Si lanciò letteralmente su di noi, afferrandoci entrambe in un abbraccio che ci costrinse ad indietreggiare di qualche passo per non cadere a terra malamente. 
«Quanto. Mi. Siete. Mancate.» scandì stringendoci forte e venendo contraccambiata. Il suo profumo mi paralizzò, i miei sensi fecero la ola. Ero un turbinio di emozioni per questo quando si staccò per poter stritolare bene la piccola mocciosetta avvertì quasi una delusione pari solo alla gelosia nei suoi confronti. 
«Ma è possibile che tu mi sembri più grande di prima? Due settimane...» commentò allontanandosi un attimo per poterla osservare bene per poi ributtarsi tra le sue braccia.
Sara era radiosa, avrei giurato di aver perfino visto una lacrimuccia rigarle una guancia.
Tutte quelle attenzioni aveva sopraffatto anche lei, la piccola bambina che nessuno aveva mai avuto l'accortezza di amare prima di allora, prima di loro.
«E tu...» mi indicò ad un tratto rimettendosi in piedi «Oh tu.» disse prima di tirarmi per la maglia e catturarmi in un bacio che avrei voluto durasse per sempre. Sentì la sua mano posizionarsi sulla mia nuca, come richiamata dalla forza dell'abitudine e l'altra raggiungere il mio fianco per attirarmi a lei in uno di quei baci che era solo nostro. Uno di quei baci che attendi per tutta la vita, che fanno arrossire le persone, che costringono la gente a distogliere lo sguardo. Uno di quei baci che mi facevano girare la testa, intrappolandomi in un vortice di emozioni dalla quale era difficile uscire una volta dentro. Oh quanto la amavo.
«Ciao.» sussurrai tra le sue labbra prima di baciarla nuovamente «Ciao.» rispose lei sfiorandomi il naso e sorridendo come mai prima. Il mio cuore perse un battito.
«Baciami così un altra volta e giuro che non risponderò più di me stessa.»
«Non mi sfidare...» soffiò lei maliziosa lasciando che la sua mano percorresse lentamente la mia schiena prima di congiugersi all'altra che aveva stabile dimora sul mio fianco.      
«Ehm...»
La vocina di Sara che rossa in faccia ci implorava di rimandare i nostri saluti ci fece ridere come matte e ben presto contagiammo quella risata anche a lei. 
«Dai, non vedo l'ora di tornare a casa!» esordì Brittany passandosi un braccio sulla fronte
«Non avete idea di quanto sia stancante un volo simile...» continuò provando ad impedirmi di portarle la borsa e la sua valigia. DIOS. Quella bionda era proprio una dolcissima testarda.
«Proprio per questo non dovresti affaticarti! Preoccupati di tenere tua figlia per mano e di non perder di vista tua moglie, al resto ci penso io.» sorrisi guardandola sbuffare teneramente e circondare con le braccia quella piccola mocciosetta. «Agli ordini!» mi disse portandosi la mano alla tempia prima di prendere in braccio Sara e avviarsi verso l'uscita. Ecco, questo non era ciò che intendevo. Doveva proprio sfiancarsi portando quel piccolo peso morto? Incredibile. Roteando gli occhi velocizzai il passo per raggiungerle e inforcando gli occhiali da sole mi preparai per il viaggio d'auto che ci aspettava.

Le ore successive volarono.
In macchina non facemmo altro che straparlare e riempire quei pochi attimi di silenzio con della buona musica che avevo selezionato prima di partire. Brittany ci raccontò ogni dettaglio del suo viaggio, almeno le parti divertenti, quelle di svago e relax, tralasciando invece gli aspetti lavorativi che dovevano averla veramente provata. La sua mano non lasciò la mia sino a che non giungemmo a casa, mi fece compagnia sulla leva del cambio senza aver la possibilità di scrollarmi i brividi che mi correvano lungo il braccio. Questo era l'effetto che mi faceva ed era incredibile quanto mi fosse mancato, quanto quei piccoli dettagli che riscoprivo in auto facessero alzare la mia temperatura corporea. Una volta sistemati i bagagli ci dedicammo ad una veloce cena dato che probabilmente la mia bionda sarebbe presto caduta con la faccia sul piatto. La vedevo lottare contro la stanchezza mentre mi guardava sorridente nella speranza di riuscire a non far cadere le palpebre. Era una scena di una dolcezza disarmante e colsi con la coda dell'occhio perfino Sara intenta ad osservarla sognante. Si stropicciava gli occhi pigramente tra una forchettata e l'altra e giuro che contai almeno una decina di sbadigli trattenuti. Quando Brittany non ce la fece più, colsi tutti i segnali più drammatici, portai Sara nella sua camera da letto, le rimboccai le coperte e la lascia così senza il bacino della buonanotte che nessuna delle due aveva voglia di condividere. Avevo un altra piccolina di cui occuparmi ma prima di questa pensai fosse una buona idea farsi una doccia veloce, calmare i bollenti spiriti con dell'acqua tiepida e darsi una generale rinfrescata prima di farle compagnia sotto le lenzuola. Pessima idea.
Quando infatti entrai nella nostra camera, i capelli ancora coperti dall'asciugamano e con indosso solo la biancheria intima pulita mi ritrovai davanti ad una splendida bionda con i capelli lucenti, la pelle candida e i lineamenti delicati COMPLETAMENTE addormentata al centro del nostro letto. Risi senza nemmeno rendermene conto ma tentai di fare piano, per quanto possibile. Dormiva così pacificamente che non me la sentì di svegliarla, avremmo avuto tanto tempo per noi, tanto tempo per parlare e per fare l'amore. Ora aveva solamente bisogno di qualche ora di sonno, anzi di decine di ore di sonno e dato che aveva praticamente assunto la posizione a stella marina impedendomi di mettermi al suo fianco senza compromettere la sua dormita optai per il divano. Non altrettanto comodo, non altrettanto bello ma sicuramente una soluzione dell'ultimo minuto per la quale mi avrebbe ringraziato il giorno seguente. 
«Britt si è addormentata?» chiese dal nulla quell'ombrosa figura dall'alto delle scale facendomi letteralmente saltare dalla paura. Con una mano sul petto a tentare di placare il cuore pulsante mi voltai verso la mocciosetta con un aria eccessivamente minacciosa.
«Ma sei impazzita? Cosa ci fai ancora in piedi? Corri a letto!»
«Ti ho sentita scendere le scale...» mormorò sporgendosi in avanti.
«La tua mammina si è addormentata profondamente e si è impossessata del letto quindi stanotte la passerò qua. Tu corri a dormire che domani abbiamo una lunga giornata di scuola da affrontare!»«Non le dirai nulla vero?» sussurrò facendomi quasi sorridere. Il suo tono era così impaurito, dolce e bambinesco che mi venne quasi spontaneo risponderle affermativamente senza nemmeno pensarci. No, non avrei detto a Brittany cosa fosse successo, avrei dovuto, probabilmente, ma avevo ancora tempo per pensarci. E poi non volevo incasinare tutto proprio ora che le cose cominciavano ad andare bene tra me e Sara.
Con questi pensieri mi avvolsi in una coperta e lasciai che gli scomodi cuscini del divano mi massaggiassero la testa. 
---

Oooh il paradiso. Brittany. Una spiaggia. Perché stava sorseggiando il mio cocktail? DIOS, le avevo detto mille volte di aspettarmi prima di bere sulla spiaggia. MARE. SOLE. Che meraviglia. Ci trovavamo in vacanza? Chi si ricordava. Vedevo solo il suo splendido costume scuro, le sue forme nascoste da quella stoffa ingombrante. Lei su un amaca, con quel bel cappello di paglia e un sorriso che era rivolto solo a me. A ME. Sua moglie.
«Arrivo...» mormorai nel sonno mentre lentamente venivo richiamata alla realtà. Tutto incominciò a divenire sfuocato, le immagini svanirono lentamente a rallentatore. Avvertì una sensazione umida sul collo, una pressione sul fianco, una carezza sul viso e poi...spalancai gli occhi. Stavo sognando. Avevo sognato la mia splendida moglie e me in chissà quale luogo tropicale, a sorseggiare alcool e goderci la vita come solo in luna di miele avevamo fatto.
Se pensavo alle Hawaii morivo lentamente dentro, quanto ci eravamo divertite.
Sbattei le palpebre più e più volte prima di mettere a fuoco la realtà e quella cascata di capelli biondi  che non mi appartenevano. DIOS. Quasi imprecai quando mi accorsi che Brittany stava su di me, le labbra sul mio collo, gli occhietti vispi che mi osservavano di nascosto. «Ehi...» mugolai con la bocca ancora impastata e la classica voce da primo mattino. Dovevo essere terribile, mi ero rigirata decine di volte prima di trovare una posizione comoda, solo dio sapeva in quali condizioni dovevano essere i miei capelli. PUTA.
«Ehi...ti sei svegliata finalmente.»«Ma sentila un po'...» ridacchiai sfiorandole il viso.
«Volevo farmi perdonare per averti cacciata dal letto ieri notte!»
«E violentarmi nel sonno ti sembrava una buona idea?» ricevetti un bel colpo per quella risposta, alla spalla, DOLORE. «AHI.» gridai poco prima di essere zittita dalla sua mano.
«Ssssh sveglierai Sara. Ti sembra una cosa carina da dire a tua moglie?»
«Ho solo detto le cose come stanno.» ridacchiai ancora sporgendomi in avanti per baciarla.
«Dunque la cosa ti dispiace?» chiese lei allontanandosi con quello sguardo indagatore e allo stesso tempo malizioso che mi faceva impazzire OGNI volta. Io la guardai divertita.
«MINIMAMENTE.» commentai prima di saltarle letteralmente addosso e catturare le sue labbra in una presa che difficilmente avrei mollato. DIOS, quanto mi era mancata.
Mentre la baciavo con passione, mentre approfondivo quel contatto con lei la lasciai togliermi via la giacchina che indossavo. Le sue mani andarono a cercare i miei fianchi e una volta trovati la colsi di sorpresa portandomela sopra. 
«Signora Lopez.» protestò lei riprendendo fiato prima di scostarmi i capelli e baciarmi il collo.
Era un punto che le piaceva particolarmente e io non dissentivo affatto. «Pierce Lopez.» 
La corressi baciandole il petto e lentamente sfilando via quella maglietta. Il suo corpo, sotto il mio tocco. Ero eccitata da morire. «Mi...mi punirà per questo errore?» ansimò cercando il mio viso con le mani per poter tuffarsi sulle mie labbra. ANCORA.
«Nemmeno immagini!» con uno scatto mi misi in piedi tenendola su per quello splendido fondoschiena che si ritrovava. Lei gridò per la sorpresa ma soffocai la sua voce con un altro bacio mentre a tentoni mi avviavo lungo le scale. «Come siamo audaci...»
«La tua assenza mi ha fatto questo...e altro.»
Labbra contro labbra. Sospirando e continuando a spogliarci arrivammo alla camera da letto con non poca fatica. La schiacciai contro la porta di camera prima di spalancarla e lanciarla su quel materasso parso sino a quel momento troppo lontano. CHE SPETTACOLO.
La mia bionda preferita era là, solo i pantaloni addosso e uno sguardo che non mi tenne a distanza per molto a lungo. «QUANTO. TI. AMO.» scandì tra un bacio e l'altro mentre mi liberavo dell'ultimo indumento che indossavo. Presto l'aiutai a far la stessa cosa. 
Pelle contro pelle. Io e lei. Nessun'altro.
«Ciao.» soffiai sulla sua bocca, gli occhi persi nei suoi.
«Ciao.» mi rispose lei prima di tirarmi per la nuca e coprire i centimetri che ci separavano.
Non c'era nient'altro al mondo come fare l'amore alla mattina. Farlo con lei. Una, due.
E anche tre volte prima di lasciarci cadere tra le lenzuola ansiamanti e soddisfatte.

«Tu mi uccidi...» farfugliò Brittany riprendendo fiato. Era bellissima.
Così, con quei capelli scomposti, il viso arrossato, la pelle che sapeva di me.
«Mmm» mormorai baciandole la spalla nuda e risalendo sino alla sua bocca.
«Mi ero dimenticata di quanto fossi brava.»«Ti eri...? EHI.» dissi dandole un colpo di cuscino e scatenando il successivo putiferio che finì con lei a cavalcioni su di me. Niente di meglio.
«Dico solo che ogni volta è sempre meglio con te!»«Salvata in corner!»
«Io come son andata? L'aria europea mi dona a letto?»
Oh oh. La ragazza faceva pure la spiritosa ora. 
«Non particolarmente.» sbuffai ricevendo un altra cuscinata in risposta. Quell'idiota!
«Scherzavo! Sei fantastica, come sempre.»«Mmm...»«Cosa? Non mi credi?»
Mi lanciai in avanti sino a baciarla prima di riessere messa al mio posto.
«Potresti farmi qualche complimento in più eh...»
Risi. Senza potermi controllare mentre afferrandola per i fianchi ribaltavo le posizioni.
Voleva dei compliementi? Quelle ore non erano sufficienti? Incredibile.
«E cosa mai potrei dirti?» mi domandai retoricamente portandomi un dito alla bocca e roteando gli occhi verso il soffitto «Che sei la donna più bella che io abbia mai visto? Che sei l'unica donna che è stata in grado di conquistare il mio amore? Che nei tuoi occhi mi ci perderei per sempre o che resterei ore ad osservarti mentre dormi solo per poter cogliere ogni tuo piccolo particolare?» vidi i suoi iridi brillare, un sorrisone comparire automaticamente sulle sue labbra. «O che ho la moglie migliore del mondo, bella, con un fisico da urlo, simpatica, dolce, tenera, premurosa, ottima donna di casa, incredibile sul lavoro tanto che me la portano via per settimane così come a letto. Una moglie di cui non mi stancherei mai nemmeno tra dieci anni, nemmeno tra venti...nemmeno...»
Non riuscì a completare la frase perché quella mia meravigliosa moglie mi si lanciò contro stringendomi il viso tra le mani e premendo le sue labbra sulle mie. DIOS. CHE MOGLIE!
Quando ci allontanammo nuovamente, ansimanti, impazienti di riprendere fiato si acoccolò al mio petto, come un cucciolo. 
«Ti amo. Ti amo Santana Lopez e giuro che non averti avuto tra le mie braccia per potertelo ripetere mi ha distrutto in queste settimane dunque...ti amo. ti amo ti amo.» continuava a ripetere lasciandomi baci umidi sulla pelle provocandomi dei brividi di piacere.
«Oh be ci son tante altre cose che dovresti dirmi no? Dobbiamo aggiornarci!»
Brittany ridacchio annuendo divertita, si sporse in avanti per controllare l'orologio in modo da stimare quanto tempo avessimo prima che la mocciosetta dovesse essere accompagnata a scuola e notando che comunque avevamo ancora un oretta buona si mise a sedere trascinando con se lenzuola e cuscini. «Da cosa vuoi che inizi?» chiese facendo spallucce.
«Mmm non so...potresti cominciare dalla tua nuova amica europea...»«La solita!»
Sbuffò lei spostandosi una ciocca dalla fronte «Laura è una persona incredibile, divertente, simpatica, solare e soprattutto fidanzata.»«Questo particolare mi piace più degli altri!»«Idiota.»
Scoppiammo a ridere tentando subito di fermarci, svegliare Sara prima del tempo sarebbe stato veramente controproducente. «Come ti ho raccontato l'ho incontrata durante una noiosissima riunione e da quel momento il viaggio si è fatto godibile. Insieme a Vivian, la sua ragazza, mi ha portata in giro per la città in posti favolosi che...oh San dobbiamo assolutamente andare a vederli insieme. Poi non abbiamo fatto altro che parlare di te!»
«Di me?»«Sì, era molto interessata al nostro grande passo.»«Il nostro matrimonio?»
Brittany sorrise «Già, Barcellona.»«Posto magico...»
«Voleva chiedere alla sua ragazza di sposarla ma era ancora impaurita dunque sentire e risentire di quello che abbiamo fatto e passato noi era tutto ciò che chiedeva.»
«Mi sta già più simpatica questa ragazza!» commentai cominciando veramente ad apprezzarla, dopotutto non era una minaccia e anche se mi ingelosivo di qualsiasi persona si avvicinasse troppo alla mia bionda da quel che sentivo mi semrbava innocua.
«La adoreresti San, è identica a te. Caratterialmente.»«Oh e fisicamente com'è?»
Sapevo che avrei ricevuto una cuscinata, ne ero certa ma nulla riuscì a trattenermi da quel commento malizioso che mandò subito Brittany su tutte le furie «DEFICIENTE.»
«Vieni qua...» sussurrai allora prendendola per la mano. Dovevo farmi perdonare con un bacio, ero già in astinenza delle sue labbra. CAVOLO. Avevo di nuovo mia moglie al mio fianco come poteva pensare che potessi resisterle a lungo?
«No, no ora stai al tuo posto!» mi rispose lei incrociando le braccia al petto e allontanandomi con il piede. QUELLA DONNA. Mi avrebbe fatta impazzire. «Ora è il mio turno per una domanda...»«Oh stiamo facendo qualche quiz di cui non sapevo nulla?»
Le strappai un sorriso così dicendo e il mio cuore fece le capriole, sempre che con vene e arterie connesse gli fosse permessa una simile rotazione cosa che sinceramente dubitavo.
«No ma tu mi hai fatto una domanda e ora tocca a me!»
La lascia fare annuendo in modo che capisse che poteva pure cominciare.
«Come son andati i colloqui?»
BUM. ECCOCI. La domanda da un milione di dollari era arrivata. DIOS.
«Vuoi la verità?» 
«San mi devo preoccupare?» chiese lei mettendosi subito in allertà, avevo scelto veramente male le parole. E poi non potevo venir meno ad una sorta di promessa!
«No no, con Sara nessun problema. Abbiamo un genio come figlia. Intendevo me...»
«Oh dai, che hai combinato ora?»«Potrei...e dico potrei...aver litigato con buona parte del comparto genitori odiosi della classe.»«SANTANA.» mi gridò dietro dandomi una cuscinata.
«Cosa? Avresti fatto la stessa cosa...»«IDIOTA. Non potevi trattenerti?»
«Britt seriamente dovevi vederli. Non hanno fatto altro che guardarci dall'alto in basso e vantarsi dei loro figli favolosi e...»«Avresti dovuto semplicemente dire che anche Sara lo era!» disse la bionda sbattendosi le mani sulle cosce. «Ed è quello che ho fatto...solo, non con le parole più politicamente corrette del mio vocabolario.»
Brittany mi guardò con quei suoi grandi occhioni blu.
«Le hai insultate vero?»
«Già.»
«Quindi non possiamo più farci vedere a scuola?»
«Praticamente. Potrei aver detto che Sara straccerà tutti i loro figli alla fine dell'anno in quanto a voti e penso che questo abbia inalzato un muro tra noi e loro.»
«Santanaaa...» mugolò lei lasciandosi ricadere in avanti, a pancia in giù e portandosi con se il cuscino. Era arrabbiata? Era delusa? Sicuramente era nuda e questo era un dettaglio che non riuscivo a togliermi dalla testa. Lentamente appoggiai la testa contro la sua schiena e cercai i suoi fianchi con le mani «Mi dispiace...»
«Non fa nulla.» soffiò lei senza distogliere lo sguardo dal muro «Se sei scattata ci sarà stata una buona ragione e in parte è anche colpa mia. Lasciarti così, da sola con Sara, tutto quello stress...avremmo dovuto dividercelo.»«Non lo dire nemmeno per scherzo!» protestai io costringendola a girarsi per poterla guardare negli occhi. Se c'era una persona incolpevole in quella storia era proprio Brittany, portata lontano da un viaggio di lavoro improrogabile.
«Tu dovevi andare, sei stata costretta a lasciarci a casa da sole e per quanto io sia cambiata sai bene che alle volte perdo comunque il controllo. Tu non hai alcuna colpa stupidina!»
Mi sporsi in avanti per baciarla sulle labbra suggellando così quel momento, nella speranza che durasse per sempre. Io e lei, poche lenzuola. Noi contro tutti. Era così che avevamo iniziato quel matrimonio ed era così che volevo continuasse. Nei minuti successivi parlammo di tutto quello che ci era capitato. Brittany si lamentò del lavoro, degli orari stressanti e delle riunioni noiose alla quale aveva dovuto assistere ma anche delle splendide nuove idee proposte e le incredibili persone che aveva incontrato. Io le raccontai invece di come ce l'eravamo cavata a casa io e Sara, omettendo le parti negative e mettendo in risalto quelle divertenti. Mi soffermai un po' sul lavoro, sul fatto che non avessi grande ispirazione ultimamente e di quanto mi avrebbe dovuto aiutare in cucina nei prossimi giorni.
Venimmo salvate dalla maniglia quando Sara si svegliò prima del previsto e ci trovò una avvolta tra le coperte e l'altra nascosta sotto il letto, nuda, che si nascondeva al meglio. 
Una normale mattinata, una mattinata di ritrovata normalità. Io e Sara non eravamo più costrette a fingere di piacerci dato che la cosa stava cominciando a diventare reale e ora che Brittany era di nuovo con noi, con i suoi occhioni, con la sua risata, con i suoi capelli dorati, con il suo viso, con la sua sola presenza ero sicura che tutto avrebbe funzionato per il meglio.
  
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