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Autore: Ambaraba    13/08/2014    1 recensioni
Questa e' una AU in cui Miles e Bass conducono una vita normale e gestiscono un bar insieme :) L'idea mi e' venuta da un'immagine su Tumblr, spero sia un esperimento riuscito!
Il nome del locale e' stato suggerito da Wildflower :)
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Mani. Sveglia. "Spegnila". Cuscini.
Bass, occhi blu, sorriso, luce, risate, "Buongiorno", tepore, caffè, sole, finestre aperte, mattina, capelli spettinati, "Vieni qua".
Miles, sonno, "Stamattina non mi alzo", occhi chiusi, calzini spaiati, barba di due giorni, magliette sparse in giro, stirarsi, sbadigliare, girarsi dall'altra parte.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Miles Matheson, Sebastian Monroe
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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AU BAR 16 Miles si sveglia e allunga la mano in cerca di Bass, ma non lo trova. In compenso, però, il profumino dolce che arriva dalla cucina gli fornisce un ottimo indizio su dove potrebbe essere.
Sbadiglia, si stiracchia, si infila i pantaloni e si mette a sedere sul bordo del letto, cercando di superare la sensazione di stordimento che prova quasi sempre al risveglio. Alza lo sguardo assonnato su Miles Jr, che ha già ricevuto la sua porzione di verdurine e sta facendo colazione, trangugiando foglie a grandi bocconi. Miles si passa pigramente le mani tra i capelli. Evidentemente, Bass è in piedi già da un po'.
Non resiste, perciò chiama a raccolta tutta la sua forza di volontà e si alza. Ha aperto gli occhi da meno di un minuto e sta già morendo dalla voglia di vederlo. Quando lo realizza, sorride.
È quello che capita, quando sei innamorato perso di qualcuno.
Quando arriva in cucina, trova Bass che sta apparecchiando, sorridente, muovendosi appena al ritmo della radio che ha acceso tenendo il volume basso, per non disturbarlo. Se fosse un cartone animato, sprizzerebbe stelline e lampi colorati tutt'intorno, pensa Miles, avvicinandosi a lui. Bass si illumina non appena lo vede, posa i piatti che ha in mano e si lancia ad abbracciarlo.  
Miles affonda il naso tra i suoi riccioli. Profuma di shampoo. Lo stringe forte a sé e gli stampa un bacio sulla tempia.
- Mmmbuongiorno... - mugola, sentendo che Bass ricambia la sua stretta con altrettanta forza.
- Buongiorno a te, - risponde l'altro, la voce attutita contro la spalla di Miles, cercando di alzarsi leggermente per arrivare a baciarlo. Miles si china su di lui per aiutarlo, perché desidera i suoi baci più di ogni altra cosa al mondo.
- Che stai combinando? - gli chiede, quando si separano. Bass sorride soddisfatto, contento che l'altro gliel'abbia chiesto.
- Sto facendo i pancakes, - risponde, posando un bacio rapido sulla guancia ruvida di Miles, che per tutta risposta lo riafferra e lo bacia ancora. - Quando mi sono svegliato era troppo tardi per rimettersi a dormire e troppo presto per fare altro, - aggiunge, posando le mani sopra quelle di Miles, saldamente strette attorno ai suoi fianchi. - Così ho pensato di fare qualcosa di diverso.
Miles scende a baciarlo sul collo. Di nuovo profumo di sapone. Sente le mani di Bass accarezzargli la schiena.
- Ma che bravo pulcino, - sussurra, prendendolo in giro.
- Mi piace cucinare per te, lo sai, - risponde l'altro, stringendosi a lui. Miles lo bacia vicino all'orecchio, in quel punto in cui i suoi riccetti diventano più sottili e sfuggenti. Quasi piume, pensa, e subito dopo capisce come si sente il gatto quando vede un uccellino svolazzargli intorno, cinguettando allegramente. Ha tanta voglia di prendere Bass quanto un gatto può averne di afferrare tra le zampe una gioiosa pallina di piume.
Uno sfrigolio proveniente dal piano cottura costringe Bass ad allontanarsi leggermente per controllare che il suo capolavoro culinario non si bruci. Miles lo lascia fare. Può sedersi e godersi la vista dell'uomo che ama che spadella tutto contento tra i fornelli e, nell'attesa, fantasticare sul momento in cui lo prenderà di peso e lo porterà a letto. Sorride sornione, proprio come un gatto che ha puntato la preda.
Deve avere un'espressione stranissima, perché Bass lo guarda e ride, gli chiede cos'ha. Miles gli rivolge un sorriso come gli capita raramente di fare, ma è troppo compiaciuto del proprio piano diabolico per poter rispondere.
Mangeranno insieme e poi Miles Matheson, la vecchia pantera, acchiapperà il pulcino ignaro e lo farà suo per almeno un'oretta.
E pazienza se faranno più tardi del solito, pensa, mentre mangiano insieme.
Dovrà pur ringraziarlo per i pancakes buonissimi che ha preparato, no?

- Devo farteli più spesso, i pancakes.
Bass ridacchiò, ignorando il ritardo mostruoso che avevano accumulato e scivolando fuori dal letto. - È lo sciroppo d'acero che ti eccita? - scherzò. Miles si alzò e gli fu subito accanto.
- No. Sei tu, - rispose, mentre si dirigevano in bagno. Per una continuare una giornata iniziata benissimo, non c'era niente di meglio di una doccia veloce insieme. Continuarono a baciarsi e coccolarsi sotto l'acqua. Bass sfregò le mani insaponate, le unì e soffiò attraverso il piccolo spiraglio che aveva lasciato aperto tra i palmi. Un'enorme bolla di sapone esplose sul naso di Miles, facendolo starnutire.
- Che ragazzino, - gli disse Miles, attirandolo a sé e insaponandolo energicamente. Bass rise e continuò con i suoi esperimenti.
- Scommetti che ne faccio una ancora più grossa?
- È da quando hai nove anni che fai questa cosa, - constatò Miles sorridendo, piazzandogli il telefono della doccia proprio sopra la testa. Quando ebbero finito, uscirono in fretta. Si sentivano meglio. Soprattutto Bass, che prima di colazione era già pronto e vestito, ma poi era stato vittima di un attacco di Miles. Non che gli dispiacesse, anzi...
Erano gli ultimi giorni di attività del bar prima delle ferie vere e proprie. Avrebbero chiuso per qualche giorno e la prospettiva li aveva resi molto più indisciplinati sugli orari, negli ultimi tempi. Semplicemente, erano molto più rilassati e il pensiero di arrivare in ritardo non li tormentava più col suo pungolo impietoso.
Miles seguì il passo rapido di Bass in cortile. Sembrava un raggio di sole: era questo l'effetto delle vacanze sul suo umore.

- Hai notato che abbiamo meno clienti? - Bass scrutò l'attività al di fuori del bar, mentre sciacquava delle tazzine.
Miles si strinse nelle spalle, mentre spazzava via tutti quei resti - briciole di cornetto, bustine di zucchero vuote, le carte dei bastoncini per girare il caffé... - che si producevano tanto rapidamente, nel giro di poche ore. Era stanchissimo, il caldo gli toglieva energie.
- Ovvio, - rispose. - Molti sono già partiti. Quelli che sono qui ora, probabilmente lo faranno a breve. Restiamo solo noi, - si appoggiò alla scopa e gli rivolse un sorriso pieno di aspettative. - Il che significa che potremmo anche anticipare la chiusura, che ne dici? - propose.
Bass lo guardò, con un sorriso che si allargava piano piano. Non vedeva l'ora.
Quella sera stessa, dal momento che entrambi ne avevano bisogno perché erano quasi giunti all'esaurimento, Miles fu felicissimo di appiccicare con il nastro adesivo, sulla serranda chiusa, un salvifico fogliettino azzurro su cui era stampato, bello grande: "Chiuso per ferie".

Quando tornarono a casa, Bass si liberò dello zainetto e lo coprì di baci quando Miles era ancora sulla soglia.
L'altro non si oppose, anzi: adorava vederlo così di buonumore.
Cominciarono a discutere di quello che avrebbero fatto nelle lunghe, rilassatissime giornate che si aprivano davanti a loro. Dopo cena si sistemarono sul divano a vedere un dvd; Bass gli si raggomitolò addosso come un cucciolo, posò la testa sulle sue ginocchia e Miles prese ad accarezzarlo, mentre entrambi seguivano Frank Grillo versione giustiziere-della-notte che sparava con la freddezza di un sicario.
- Lo sai che mi sento la persona più fortunata del mondo? - se ne uscì Bass, a un certo punto. Miles abbassò lo sguardo fino a incrociare i suoi occhioni blu. Gli spostò un riccioletto dietro l'orecchio, sorrise.
- E tu sai che io potrei dirti la stessa cosa? - rispose piano. Bass si sollevò leggermente e si allacciò intorno alla sua vita, mentre Miles continuava ad accarezzarlo.
- Vieni qua, - gli disse poi, facendogli cenno di mettersi a sedere del tutto. Voleva abbracciarlo e voleva baciarlo, voleva riempirlo di carezze. Bass obbedì e si lasciò circondare.
- Ho un programma per queste vacanze, - sussurrò Miles sulle sue labbra. Bass lo baciò di nuovo prima di fargli domande. - Cioè? - chiese.
Miles lo accarezzò sulla guancia e si chinò ancora una volta su di lui.
- Seguimi e lo scoprirai in anteprima, - sorrise, prendendolo per mano.

Delicatamente ma con decisione, lo spinse giù sul letto, seguendolo, fino a trovarsi su di lui. Gli sollevò piano piano il bordo della maglietta, baciandogli la pancia. Salì lungo l'addome, posò una fila di piccoli baci sulle sue costole e poi sul suo petto, a mano a mano che lo scopriva. Bass gli accarezzò la testa con entrambe le mani, cercò di guidarlo verso l'alto. Aveva bisogno dei suoi baci, ne aveva un bisogno che lo stava logorando.
Miles si chinò a baciarlo sulla clavicola, poi sul collo, soffermandosi a leccarlo e mordicchiarlo sulla gola e dietro l'orecchio. Fece scorrere entrambe le mani sui suoi fianchi, ormai scoperti, dall'alto verso il basso, e lo guardò negli occhi. Bass fu scosso da un tremore leggero di eccitazione crescente, mentre quella carezza lentamente saliva; lo assecondò, incapace di distogliere lo sguardo dal suo, e sollevò docilmente le braccia sopra la testa, per permettergli di sfilargliela. Quando gli ebbe finalmente tolto l'indumento, Miles si chinò sulle sue labbra, come per premiarlo del modo in cui si offriva.
Fece scorrere le mani sul suo corpo arreso, poi si sfilò a sua volta la maglietta in modo sbrigativo: non poteva pensare di poter staccare la mani da lui, nemmeno per un attimo. Accarezzare Bass era la sensazione più bella del mondo.
Ripercorse all'indietro il sentiero di baci che aveva tracciato sul corpo di Bass, e quando giunse a stuzzicargli l'ombelico con la lingua, cominciò con lentezza a slacciargli i pantaloni. Cominciò, con calma, a depositare carezze sulle sue parti intime attraverso la stoffa, e udì un gemito soffocato provenire dalla gola di Bass. Strinse con forza entrambe le mani sulle sue anche, poi si dedicò di nuovo ai baci, solamente per il gusto di farlo attendere ancora un po'. Bass gemette ancora, lo pregò.
Miles cominciò a sfilargli piano i jeans, agganciò con i pollici l'elastico della sua biancheria e lasciò che le mutande scivolassero via insieme ai pantaloni. Scoprì a poco a poco porzioni di pelle che accarezzò con dedizione; gli liberò le gambe nervose, accarezzando e baciando l'interno caldo e teso delle sue cosce, la sua pelle dorata. Bass si sentì sopraffatto da quello che stava provando, e non era ancora nulla. Provò a immaginare come si sarebbe sentito, di lì a poco, accogliendo Miles dentro di sé, e il solo pensiero lo fece rabbrividire di piacere. Chiuse gli occhi, come un gatto che fa le fusa, mentre Miles gli apriva le gambe e posava baci e carezze e sfioramenti di lingua nei punti in cui era più sensibile. Bass si sentì scoperto e vulnerabile, così aperto di fronte a lui, ma con Miles si sentiva al sicuro, e lasciò che l'altro lo esplorasse come più gli piaceva senza opporre la minima resistenza. Percepì il massaggio delicato e intenso con cui l'altro lo toccava, per procurargli piacere, e sentì i muscoli del proprio corpo reagire a quella piacevolissima tortura.
- Miles...
Sussurrò il suo nome, cercando di inspirare a fondo per controllarsi. Miles era arrivato a spalancargli completamente le cosce e ad adagiarvisi in mezzo per avere il controllo assoluto sul punto più delicato del suo corpo. Bass lo sentì scendere con le dita fino a stuzzicare il punto in cui poi sarebbe entrato. Cercava di rilassarlo, per non fargli male dopo. Poi riprese a baciarlo e risalì, spingendo il proprio bacino contro quello di Bass, premurandosi di applicare una frizione insistente e decisa tra i loro corpi. L'altro era a sua completa disposizione. L'arrendevolezza e la fiducia di Bass, mentre cercava la sua apertura, gli smossero dentro un sentimento di protezione che conosceva bene.
- Ti amo.
Miles gli cinse i fianchi nudi con le braccia, lo strinse a sé. Cominciò a muoversi. Provava, con una semplicità disarmante, il desiderio assoluto di amarlo. Voleva dimostrargli col corpo quell'amore che le loro anime facevano già.
- Ti amo, ti amo... - ripeté, spingendosi ogni volta un po' più a fondo, fino a invaderlo del tutto. Percepì ogni sensazione sublimata. Il suo profumo lo inebriava, il suono dei suoi gemiti gli riempiva di brividi di eccitazione la schiena, fin nella colonna vertebrale, e la sensazione della sua pelle calda, liscia e morbida contro la propria gli stringeva il cuore. Fece l'amore con la sua bocca come con il resto del suo corpo; sentì le dita di Bass insinuarglisi tra i capelli e tirare leggermente, e mugolò al suo gesto da piccolo selvatico. Si prese qualche istante per guardarlo, prima di godere di nuovo del sapore della sua bocca, e si sentì spezzare dentro da qualcosa che non poteva contenere, il peso schiacciante e dolcissimo di un fotogramma perfetto: il volto rapito della persona che amava, il suo sguardo celeste in adorazione. Si spinse dentro di lui, consapevole e allo stesso tempo incosciente, guidato dall'amore e dall'istinto. Lo voleva, in modo primitivo ed elementare; lo voleva, voleva sentirsi fuso per sempre insieme a lui, voleva regalargli un pezzo del proprio cuore. Poi si ricordò, con un sorriso, che non poteva: glielo aveva già donato tutto, parecchio tempo prima. Lo accarezzò e lo strinse e lo sostenne, si prese cura di lui; sentì i suoi riccioli dorati scorrergli tra le dita come seta, baciò ogni centimetro di pelle che trovò alla propria portata, sussurrò al suo orecchio che lo amava come un pazzo, e lo avrebbe amato per sempre.
Bass si strinse forte a lui, sorrise; anche i suoi occhi ridevano, incorniciati dalle lunghe ciglia chiare.
- Ti amo anch'io, Miles. Ti amo più di ogni altra cosa al mondo--
Miles si sentì in pace con l'universo. Era nel posto in cui più gli piaceva stare - Bass era il suo luogo preferito. Poteva percepire i suoi movimenti, quei piccoli scatti involontari del suo corpo la cui familiarità lo faceva sentire a casa, e si concentrò affinché il ricordo di quel momento perfetto che stavano vivendo gli restasse impresso nella mente. Si sentiva un po' un Attila, venuto a razziare una terra splendida, e un po' Colombo, intento a piantare bandierine di fantasia su quel continente che gli apparteneva di diritto - e che avrebbe difeso con le unghie e con i denti.
Bass sentì l'abbraccio di Miles stringersi e farsi più saldo, mentre piano piano si avvicinavano al culmine, e si rilassò tra le sue braccia. Si sentiva completo e sereno e appagato.
Miles lo accarezzò a lungo sulla testa, lo baciò sulla fronte, sulle guance, sul naso, e infine sulle labbra. 
- Pulcino, - disse soltanto, puntando il gomito poco sopra la sua spalla per permettergli di posare la testa sul suo avambraccio. Bass ridacchiò, sentendo quel nomignolo che gli aveva affibbiato da ragazzino e che ormai era il suo secondo nome, e si lasciò circondare. Si accarezzarono con dolcezza, mentre si baciavano altrettanto teneramente. Bass mosse piano le gambe sotto il lenzuolo, per alleviare un fastidioso formicolio d'intorpidimento, e sentì Miles incastrare una gamba tra le sue. 
- Il tuo programma per le vacanze mi piace, - sussurrò, godendosi la vicinanza di Miles. Poteva sentire il suo respiro sulla pelle, e questo lo faceva sentire al sicuro. Ultimamente Miles era più dolce del solito con lui, e gli piaceva. Ora, liberi da qualsiasi impegno, avrebbero potuto amarsi quanto volevano senza lo stress di una sveglia che suona sempre al momento sbagliato.
Miles percorse con due dita il contorno del suo viso.
- Mi fa piacere sentirtelo dire, - rise.
Si addormentarono cullati dal rumore del traffico, che filtrava insieme a una corrente leggera attraverso la finestra aperta.

  
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