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Autore: Nicky Rising    14/08/2014    3 recensioni
Come sarebbe se la realtà dei Guns che conosciamo oggi fosse sbagliata? Se il personaggio sempre circondato da mistero di Izzy non fosse in realtà tale perché morto alla fine del 1991?
E come reagirebbe Axl Rose a tutto ciò?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Cap. 4

GUNS N’ ROSES                                                                                    New York Times 16/12/1991
Gilby Clarke, nuovo membro ufficiale della band

E’ ormai ufficiale. Dopo il misteriosissimo abbandono di Izzy Stradlin, il degno (?) sostituto del chitarrista è Gilby Clarke, ex Kill For Thrills, altra band sleaze metal nata a Los Angles nell’88, una band, quindi, con tantissime cose in comune con i GN’R, se non il fatto che i primi non hanno mai ottenuto successo, pubblicando un solo album scadente.
Le informazioni che abbiamo sulla scomparsa di Stradlin si riducono a poche parole, le stesse che ha lasciato trapelare Duff Mckagan in una breve intervista prima di un loro concerto a New York, date che andavano dal 9 al 13 del mese, che si sono svolte al Madison Square Garden. Per la prima volta, infatti, anche i fans Newyorkesi hanno avuto modo di ascoltare la nuova formazione della band: c’è chi li ha trovati grandiosi, meglio di prima, sempre al massimo, ma anche chi ha trovato da ridire sul continuo cambio di membri, diventata ormai un’abitudine dal ‘90 quando anche il batterista Steven Adler venne sostituito da Matt Sorum, ex Cult.
Mckagan dice solo: “Izzy non è più nella band per via di comportamenti inconciliabili, nostri e suoi. Semplicemente ha seguito la sua strada. Spero che sia felice. Immagino che avrete un po’ più di informazioni quando Axl farà l’intervista con Rolling Stone.”
Questo è quello che ci promette. Il discusso frontman Axl Rose, sempre circondato da episodi che lo descrivono come uno psicopatico egoista e meschino (Parole già utilizzate dal Circus Magazine), ha quindi in programma un’intervista con RS. Intervista che si svolgerà il 2 aprile dell’anno prossimo. Dobbiamo quindi avere pazienza e farci bastare il proseguimento dello Use Your Illusion Tour, cercando di familiarizzare di più con Clarke e con la nuova formazione di una band, che ha cambiato in pochi album, due decenni di musica.


 “Io non ho mai detto un cazzo!”
“Qualcosa avrai detto..”
“Oh, sì, ora ricordo, mi hanno chiesto dove fosse Izzy e io gli ho risposto: Tutto a suo tempo, saprete da Axl. Ti sembrano le stesse cose che hanno scritto sul Times?!”
Slash alzò le spalle, divertito, per poi cambiare espressione:
“Axl non sarà felice..”
“Psicopatico, egoista e meschino..”
“Anche per quello, ma soprattutto non  aveva mai fissato un’intervista con Stone.”

“Quale intervista?”
Slash sospirò e guardò Duff con un’espressione tipo *Di questo stavo parlando*, per poi passare il giornale al cantante.
“Leggi.”
“Il New York Times ha scritto di noi?!”
“Leggi cazzo”
Gli occhi di Axl saettarono tra una riga e l’altra, ad ogni parola cambiavano espressione, prima annoiata, poi divertita, infine stupita e poi infuriata. Bingo.
“Mi sono rotto il cazzo.”
“Dove stai andando?”

“A spaccargli il culo, dove vuoi che vada”
“Ok! Aspetta un secondo!”
Slash, andò ad afferrargli le braccia e a trattenerlo nella stanza prima che potesse combinare casini, anche se il frontman sembrò calmarsi quasi subito.
Anzi. Parve sconsolato. Guardò i due musicisti. Duff era seduto su un divano rivolto a un tavolino di vetro, in cui aveva un bicchiere di vodka liscia. Slash, in piedi davanti a lui, senza maglia e con un asciugamano attorno ai ricci che aveva appena lavato.
“Sono davvero  uno psicopatico, egoista e meschino?”
Duff e Slash si guardarono.
“Dai non fate i coglioni, cazzo”
Il chitarrista scoppiò a ridere e mise un braccio sulla spalla ad Axl.
“Su, Rose, te n’è mai fregato qualcosa di quello che pensano gli altri di te?”
“Non mi avete risposto.”
“Infatti Axl, non sei il tipo! Puoi fare quello che vuoi!” Continuò il biondo.
“Non mi avete risposto.”
Alla fine Slash, titubante, aggiunse un timido:
“Solo.. Solo un pochino”
Axl fulminò con lo sguardo entrambi. E poi, incredibilmente, scoppiò a ridere.
“Alla fine, penso che essere uno psicopatico faciliti la mia carriera”

Slash rise, per poi cambiare velocemente discorso, prima che prendesse una brutta piega.
“Ci andrai?”
“Dove?”
“A fare l’intervista da Stone”
“Mi dà sulle palle il fatto che io abbia dovuto venirlo a sapere da un fottuto Times, dopo chiamo Doug e vedo se è vero. Comunque non lo so..”
Duff si avvicinò
“Secondo me dovresti andarci.. Fare un po’ di chiarezza prima che vengano a sapere la verità è meglio..”
“E allora perché non ci vai tu?! Mi sembra che abbia già detto abbastanza, o no?”
“Erano balle, Rose. E poi sei tu il frontman, secondo gli altri.”
“Secondo gli altri sono anche uno psicopatico.”
“E non hanno ragione?”
Aggiunse Slash ridendo, beccandosi uno scappellotto in fronte dal cantante.
“Mettiti qualcosa addosso, piuttosto. Così potresti cavare un occhio a qualcuno.”

Axl si dileguò e tornò nel suo camerino. In tutta la sua carriera aveva rilasciato tre, forse quattro interviste. Tutto il resto, gli articoli che scrivevano su di lui, erano stronzate. Tutto quello che scrivevano sui Guns erano stronzate. Forse l’unico modo per farli smettere era dirgli la verità. Sua madre gli diceva sempre che alla fine la verità è la spiaggia più sicura, gli altri prima o poi l’accetteranno. Già.. Proprio lei lo diceva.
Non avrebbe mai detto la verità su Izzy, mai. Nessuno avrebbe meritato di saperlo, e Izzy non si sarebbe meritato la fama da musicista deceduto nel bel mezzo della sua carriera. Non avrebbe neanche avuto la fama da club 27, aveva due anni in più..
Ma che cazzo andava a pensare. Ad ogni modo, tutti sarebbero stati più speranzosi, più fiduciosi, nel sapere di un Izzy che aveva scelto di cambiare vita per averne una migliore, fuori dal mondo dello spettacolo e della band. Tutto ok. Era pronto a prendersi le responsabilità per questo.
“Egoista meschino.”
Stronzi. Forse psicopatico lo era, ma egoista e meschino non lo poteva sostenere. Dopo tutto quello che aveva fatto.. Forse era proprio su quello che avrebbe dovuto dire la verità.
In fondo una rivista come Rolling Stones è qualcosa di grandioso, chiunque compra quel giornale, chiunque vede la sua copertina in edicola e si mette a leggerne i titoli. E mai nessuno ha mai trovato la sua faccia sotto al titolo del magazine. Fino ad ora. Sapeva di aver sempre giostrato bene il suo personaggio, che lo aveva sempre circondato del giusto mistero, del giusto carisma, del giusto fascino mixato a una perfetta dose di anormalità.
W. Axl Rose alla gente, che lo odiasse o lo amasse, interessava. E questo avrebbe fatto sì che il numero di aprile di Stone del 1992, avrebbe venduto un fottio di copie. Ne era sicuro.
Quindi, per una volta, aveva in pugno la possibilità di parlare al mondo, attraverso un giornalista che sperava non fosse il solito cazzone da tabloid.
Era quindi forse il momento per.. Per dire tutto quello che si era tenuto dentro per così tanto tempo?
Solo Izzy lo sapeva.
Quando lui era vivo, non aveva mai sentito il bisogno di dirlo ad altri, c’era già lui che lo capiva.. Ma ora.. Ora in realtà gli sarebbe piaciuto dirlo a tutti. A tutto il mondo.
Far finalmente capire a tutti quelli che lo avevano giudicato come ci si sente ad essere così.
Izzy lo sapeva da un paio d’anni: non appena Axl lo aveva scoperto, aveva subito avuto bisogno di qualcuno con cui condividerlo, chi meglio del suo migliore amico, lo stesso che quando il suo patrigno lo picchiava era il primo a bagnare le ferite con l’alcool, sopportando le urla di Axl per il tremendo bruciare che sentiva sulla pelle.
Non c’era mai stata solo gioia nella sua vita. Anzi. La gioia era rara, e di certo lui non si sentiva un Dio in terra come spesso alcuni giornalisti lo definivano.
Era una persona piuttosto umile, bisognosa di affetto. Non completamente normale.
Ed era ovvio il perché non lo fosse. Era quello che doveva rivelare a Rolling Stone. Quello e basta.
“Sì, mio padre mi ha violentato quando avevo due anni.
E, grazie ad una cura che sto facendo con la mia psicoanalista, io me lo ricordo. Mi rico­rdo tutto.”
  
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