Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Nyssa    14/09/2008    10 recensioni
Sequel de: Le Relazioni Pericolose
Sono passati circa diciotto anni da quando abbiamo lasciati Harry, Draco, Hermione e tutti gli altri e molte cose sono cambiate nel frattempo.
Adesso sono i loro figli a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria, divenuta stranamente tranquilla; ma non tutto è come sembra perchè misteri e fantasmi del passato stanno tramando nell'ombra e Hogwarts potrebbe non essere il posto apparentemente pacifico che sembra.
E i nostri nuovi protagonisti, la new generation, affascinati dai misteri come lo erano stati i loro genitori, chiaramente non intendono lasciarsi sfuggire l'occasione di vivere qualche avventura tra le antiche mura della scuola e rompere così la noiosa routine di tutti i giorni!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Tom O. Riddle | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Richiamato alla realtà da quella voce tanto familiare, dalla voce del suo migliore amico, l’unico che potesse seriamente influenzarlo in qualche modo, il vampiro si voltò di scatto e, riconoscendo il fisico, i suoi occhi piano piano tornarono normali, le

E’ da molto che non scrivo più una premessa ad un capitolo, lo faccio perché voglio ringraziare la mia migliore amica di esistere, di essere sempre al mio fianco e di darmi sostegno, supporto e comprensione anche quando, forse, non me lo merito…

E’ vero, hanno ragione quelli che dicono che faccio le cose più grandi di quel che sono, ma questa è la mia natura e il passato, forse sono io che l’ho esagerato, ma è stato molto doloroso e non posso semplicemente saltarlo a piè pari, non è stato una passeggiata, mi ha segnato profondamente e ormai fa parte della mia vita.

Quando ho bisogno di te, tu sei qui e mi stai a sentire, ora che ho avuto bisogno di te, tu c’eri.

Grazie.

Tu non leggerai mai questa storia, ma…

 

ti ringrazio, Lilli, per essere con me.

Saremo amiche per sempre, vero?

Ti voglio un mondo di bene, tua…

Monica

 

Ok, a questo punto credo che non avrete capito niente, ma devo lasciare un merito alla mia Lilli perché come lei non se ne trovano; tutti abbiamo dei difetti, io poi una marea e lei pure, però sono fortunata ad avere un’amica come lei e, anche se siamo tanto diverse, ci vogliamo un mondo di bene.

Scusate per la digressione…

 

*          *          *

Richiamato alla realtà da quella voce tanto familiare, dalla voce del suo migliore amico, l’unico che potesse seriamente influenzarlo in qualche modo, il vampiro si voltò di scatto e, riconoscendo il fisico, i suoi occhi piano piano tornarono normali, le pupille si scurirono fino al nero mentre lui chiudeva la bocca, consapevole che il proprio segreto doveva rimanere tale anche col suo migliore amico.

 

-          Christopher? – chiese dopo un attimo di silenzio che gli era occorso per richiamare a sé tutta la sua personalità reale

-          C’è una cosa importante che dobbiamo discutere su… i turni di domattina – sparò alla fine

Non si era aspettato di interrompere qualcosa quindi la sua scusa doveva sembrare penosa, forse Karen non se ne sarebbe accorta, ma Leonard di sicuro gliene avrebbe dette quattro.

Anche se la sua espressione pareva molto differente da quella di ora quando aveva varcato la soglia.

 

Allontanandosi rapidamente dal letto, Leonard lasciò la sua ospite e uscì con Kitt dalla stanza.

Senza fermarsi nel corridoio dove generalmente si poteva chiacchierare anche a notte fonda, il corvonero lo condusse al piano superiore e poi aprì la porta finestra e lo fece uscire sull’ampio terrazzo di marmo spazzato da una brezza gelida e sferzante.

Il moro si appoggiò alla balaustra con gli avambracci, guardando lontano oltre l’orizzonte e oltre la luna; Leonard si sistemò di schiena, poco incline a guardare la foresta verdeggiante che presto sarebbe diventata la sua tavola per la cena.

-          Ho interrotto qualcosa? – volle sapere il giovane Black, l’altro scosse la testa

-          È stato meglio così, avrei fatto un macello… - Kitt annuì sorridendo, grazie al cielo, proprio come aveva sospettato Gardis, Leonard non era eccessivamente arrabbiato della cosa

-          Tua sorella però mi aveva detto che non l’avresti toccata neppure con un dito – aggiunse riferendosi alla piccola Longbottom, l’altro alzò un sopracciglio stralunato

-          Gardis lo sa? – Chris annuì – e perché diamine non è venuta a riprendersela?

-          Karen le aveva fatto promettere che, nel caso, non ti avrebbe fermato…

-          Stupido orgoglio Gryffindor – borbottò Leonard – nessun Malfoy si è mai curato delle promesse!

-          Lei è estremamente leale

-          Anche troppo

-          Però era preoccupata e ha mandato me

-          Sai che ti dico? Per una volta ha fatto bene! – era una rarità sentire il maggiore dei Malfoy elogiare seppure indirettamente la sorellina, ma Gardis aveva la testa sulle spalle e lo sapevano tutti e tre, Gardis sapeva sempre qual era la cosa giusta da fare e sapeva che gli altri ne erano a conoscenza.

-          Credevo che avessi più confidenza con le ragazze – lo schernì Kitt

-          Ragazze non significa stupide vergini, eppoi… non avrei dovuto toccarla, Gardis lo sapeva, ma… lei ha fatto una cosa che mi ha fatto perdere la ragione

-          Sembravi posseduto quando ti ho visto, credimi, ero davvero preoccupato, ancora un attimo e ti avrei pietrificato con la bacchetta

-          Beh, non sarebbe stata una cattiva idea

-          Vuoi tornare da lei? – domandò incerto il moro sentendo la brezza sulla pelle e assaporando l’odore di abete che proveniva dalla radura verdeggiante poco distante

-          No. Dov’è Gardis?

-          Alla vecchia torre, l’ho lasciata lì dopo che è venuta a cercarmi

-          Andrò di sotto a raccontare qualcosa a quella piccola sconsiderata e poi devo parlare con lei

-          Sappi che non tradirà quella promessa neppure sotto tortura, quindi non aspettarti che ti dica di non farle niente

-          Lo so, è una dannatissima testarda!

-          Come te? – chiese Chris che era sempre in vena di farsi del ridere

-          No, di più… - borbottò seccato lo Slytherin

 

*          *          *

 

La camera era illuminata e tutto era come l’aveva lasciato.

Facendo uno sforzo per resistere temporaneamente alla tentazione di morderla, l’odore del sangue era ancora vivido nella sua mente e nella stanza, aprì la porta e guardò la bionda seduta sul letto, ormai non più singhiozzante

-          Mi dispiace – pronunciò appena lei – non avrei dovuto, so che è così che si fa, ma… - Leonard prese un respiro e la interruppe prima che il suo autocontrollo vacillasse di nuovo per l’essere stato troppo a contatto con lei

-          Devo andare, ci sono delle questioni urgenti di cui devo occuparmi – Karen annuì, troppo ingenua per riconoscere una bugia ben detta da una mezza verità

-          Sì. Gardis ti ha parlato?

-          Cosa c’entra mia sorella? – ora non mentiva, Gardis non l’aveva ANCORA incontrata. La Gryffindor parve sollevata

-          Apri la finestra – le ordinò prima di uscire – e poi tornatene in camera, non so per che ora terminerò

E senza aggiungere altro tornò di sopra.

 

Karen si guardò, Leonard doveva considerarla una stupida. Ma anche se in molti le avevano spiegato come andavano le cose tra uomini e donne, si era sentita un po’ spaesata dall’aggressività con cui Leonard le si era lanciato addosso e anche dalla velocità con cui sembrava che stesse accadendo il tutto.

E quando aveva avvertito le labbra di lui sulla pelle non era riuscita a non rabbrividire e aveva chiuso gli occhi come se la stessero violentando quando invece era stata tutta un’idea sua. Ma le labbra di Leonard l’avevano spaventata, le erano sembrate così fredde… quasi una paura ancestrale che veniva a galla.

 

*          *          *

 

La torre dove Kitt lo stava conducendo era gelida e una corrente birichina si insinuava all’interno della sezione circolare spolverando i gradini antichi e roteando a spirale nella tromba delle scale.

Salirono fino all’ultimo piano e quando la porta si spalancò videro la bionda intenta a scrutare la luna.

Gardis guardò prima Christopher e poi suo fratello.

Non dissero niente, ma lei capì dal suo sguardo quello che era accaduto e annuì riportando la sua attenzione sull’astro in lontananza.

Un attimo dopo si alzò in piedi e, stringendosi la copertina sulle spalle rivolse uno sguardo serio al suo migliore amico

-          Potresti scusarci un istante? Vorrei discutere di una cosa con mio fratello

Sapendo di essere di troppo, il moro uscì e si chiuse la porta alle spalle, sedendosi poi nel pianerottolo e attendendo paziente.

 

Leonard e Gardis si fissarono per un attimo: tre occhi color dell’oro e uno color del cielo; lei sospirò e poi fece per far scorrere il tessuto ruvido della coperta sulla spalla destra; abbassò appena il colletto della camicia, quel tanto che bastasse perché suo fratello non intravvedesse quel segnetto rosso che ancora aveva sotto la clavicola, poi gli porse il collo

-          Avanti, ne avrai bisogno

C’era una serietà che si sarebbe potuta tagliare a fette con un coltello e l’aria era pregna e greve.

Con più autocontrollo di prima e senza una parola, il biondo si avvicinò, scostò un lembo con una mano mentre, meno repentinamente, gli occhi diventavano nuovamente rossi e i canini di nuovo in mostra, grazie al cielo Leonard non era irruento come era accaduto nei minuti precedenti.

Un attimo e poi, senza tutta la foga di quando aveva visto Karen, i denti si conficcarono nella carne pallida e leggera di lei.

 

Trattenendo un gemito di dolore, Gardis si morse le labbra e attese continuando a guardare in lontananza.

La bocca di suo fratello si allontanò e gli occhi tornarono normali senza traumi.

-          Si rimargineranno in dieci minuti – disse suo fratello indicando i due buchetti, quasi a scusarsi, lei annuì: non era la prima volta.

-          Leonard – aggiunse a sua volta – non fare pazzie, d’accordo?

La testa annuì impercettibilmente poi il primogenito aprì la porta e uscì facendo semplicemente un segno di saluto al suo amico e aggiungendo, senza che la bionda nell’altro vano lo sentisse

-          Stai un po’ con lei e riportala in camera, mi pare un po’ scossa

Kitt si affrettò ad annuire senza sapere che il pallore non era dovuto allo shock, ma a dell’altro.

 

Con gesti molto più lenti e delicati dello Slytherin, Christopher rientrò nell’aula e la vide mentre si risistemava un bottone alla luce della luna.

Gardis gli sorrise dolcemente e fu allora che, percorrendo la linea delle spalle, lui notò una chiazza rossa proprio sotto la clavicola. La gryffindor si affrettò a coprire con le mani i due forellini appena creati sul collo e alzò il colletto del pigiama.

-          Che cos’è quello? – chiese imperterrito il corvo

-          Niente – rispose evasiva, temendo che si fosse accorto del morso

A quel punto gli occhi blu del Black si fecero cupi e profondi

-          Te l’ho lasciato io quel segno, vero? – indagò

Seguendo il suo sguardo si accorse che non era puntato sotto l’orecchio, ma appena sopra il petto, arrossì colpevole, dopodiché annuì imbarazzata e l’altro si sentì tremendamente a disagio.

L’aveva notato subito perché ricordava perfettamente quanta cura avesse messo nella follia del pomeriggio precedente e, soprattutto, quanta ne avesse messa in QUEL punto per lasciare QUEL segno.

E dire che era quasi riuscito a relegare quei ricordi senza che saltassero fuori ogni volta che la vedeva, ma appena c’era riuscito, ecco che comparivano le prove schiaccianti

-          Mi dispiace – le sussurrò, lei scosse la testa, ancora rossa in volto – vuoi tornare al Grifondoro? – le chiese vedendo i piedi nudi sulla pietra fredda, un'altra negazione

-          No, voglio rimanere qui. Questo posto e mio fratello sono legati in maniera indissolubile e in questo momento più che mai. E io sono legata a mio fratello.

L’altro annuì senza aver capito davvero molto di ciò che aveva detto, ma se lei voleva restare non poteva impedirglielo, glielo doveva.

 

E senza accorgersene, l’attimo successivo, si avvicinò a lei e con dita tremanti scostò appena i lembi dello scollo a V della camicia mentre il marchio rosso risaltava sulla pelle candida come la luna nel cielo.

Con un gesto gentile e fluido, abbassò la testa e baciò quel punto trasformando il colorito della pelle di lei da chiaro ad una tavolozza di rosso imbarazzato

-          Considerala una scusa per quanto accaduto, devo essere impazzito più del solito

Senza indagare su quel “più del solito”, accettò quel gesto e si affrettò a riabbottonare la camicia, dopodiché lui le infilò dalla testa il suo gilet grigio con lo stemma dei Corvonero bene in vista sul petto per ripararla dal freddo della notte.

-          Il blu ti dona – le disse scherzoso – saresti stata un ottimo Prefetto anche da noi – lei gli sorrise grata e inspirò dalla lana costosa, grigia e ben cardata, il profumo che lo caratterizzava.

L’attimo dopo si era addormentata come una bambina vinta da tanti shock che aveva ricevuto. Lui la prese in braccio e la riaccompagnò alla Torre.

Doveva davvero darci un taglio con lei, ma non ne era capace e nonostante quello fosse il suo dovere, non era così certo di volerlo fare.

Se lei sarebbe stata bene anche tra i Corvi, lui stava nascondendo una insospettabile repulsione alle regole che ne avrebbe fatto un degno allievo di Salazar e un intraprendente grifone.

 

 

*          *          *

 

Leonard riaprì la porta della sua stanza sperando ardentemente che Karen avesse accantonato la sua idea balzana e, spaventata dalla sua reazione (assai poco legittima), fosse corsa piangente dai suoi compagni a farsi consolare.

Qualunque cosa avesse scelto, comunque, ora era pronto ad affrontarla, il sangue che sua sorella gli aveva donato era più che sufficiente per tenere a bada il suo aspetto mezzo demoniaco fino a sabato.

Sfortunatamente, però, la bionda era ancora nella stanza, addormentata sul letto con una mano sotto la testa. La finestra era spalancata e alcune delle candele che illuminavano l’ambiente si erano spente per via della brezza.

La guardò raggomitolata come una bambina, le spuntavano le mutandine dalla gonna, ma non avrebbe ceduto per così poco, aveva altro per la testa.

La piccola Longbottom mormorò qualcosa nel sonno e lui le sorrise, dopodiché uscì di nuovo, andò alla Torre di Corvonero ed entrò nella camera del Prefetto di soppiatto: Ciel Longbottom.

A quel punto era l’unica persona che potesse rimettere le cose a posto.

 

*          *          *

 

Ciel dormiva beata nel suo letto, ma non appena udì il cigolio sinistro della porta si svegliò, seccata che qualcuno fosse venuta a disturbarla, la bacchetta pronta in mano e il caschetto di capelli scuri un po’ spettinato.

Guardò il suo ospite con odio mentre si risistemava l’acconciatura e posava il legno sul comodino chiedendosi cosa fosse venuto a fare in camera sua a quell’ora di notte, pregò solo che non si trattasse di uno dei soliti scherzetti di cattivo gusto che piacevano tanto alle serpi.

-          Cosa vuoi, Leonard? – chiese sgarbata, dopotutto a nessuno andava di farsi svegliare a quell’ora senza un motivo preciso

-          Beh, immagino che visto che sei tu questo sia il massimo dell’accoglienza che puoi riservarmi… - pigolò con falsa innocenza

-          Ho detto “cosa vuoi”, vedi i sbrigarti, ho sonno e certo non il tempo di passare la notte con te

-          Tua sorella evidentemente ne aveva parecchio, allora

-          Mia sorella? – chiese scettica

-          Tua sorella Karen, questa sera, era molto intenzionata a perdere la verginità con me – la voce si era fatta grave e bassa

-          Karen?!

-         

-          Che le hai fatto? Dov’è adesso?

Fedele alla regola “mai far preoccupare papà”, Ciel aveva ereditato gran parte della personalità della mamma ed era sempre pronta a correre in aiuto dei membri della famiglia prima che il genitore si accorgesse di ciò che stava accadendo.

L’apprensione, però, era una caratteristica particolare e visto che Karen, anche se era la secondogenita, veniva considerata la piccola di casa, era normale che le sorelle più grandi e più piccole avessero tutto questo riguardo verso di lei.

-          Al momento sta bene, anche se è addormentata nella mia stanza

-          Perché sta nella tua stanza?

-          Perché è venuta ad espormi la sua teoria su come perdere la verginità

-          Karen non ha teorie del genere – sbuffò la maggiore

-          Appunto

-          E allora?

-          Voleva perdere la verginità senza neppure sapere come – la mora si lasciò scappare un risolino, Karen aveva preso molto da papà…

-          E tu che le hai fatto?

-          Beh, l’ho spaventata a morte e poi sono dovuto andare a occuparmi di alcune cose

-          Immagino urgentissime – celiò lei, lui si fece serio

-          Assolutamente

-          Bene, che vuoi da me?

-          Riprenditi quella peste prima che cambi idea, riportala in camera e se domani è ancora dell’idea di questa sera, credo che dovrai insegnarle un paio di cosette

-          Va bene

Scendendo dal letto, Ciel andò all’attaccapanni e ne prese la vestaglia azzurra che vi stava appoggiata, dopodiché nascose la bacchetta nella tasca, chiuse l’abito con la cintura e insieme al suo divertito ospite si diresse verso i sotterranei.

 

Esattamente come lui aveva affermato, Karen era addormentata sul suo letto, illesa. Niente macchie di sangue, grida di terrore che echeggiavano per le mura e nessun segno di costrizioni varie.

Agitando la bacchetta, Ciel fece levitare il corpo della sorella e lo condusse verso il grande camino bianco alla parete, l’attimo dopo scomparve e si ritrovò nella stanza al Grifondoro, la svestì e la mise a letto, poi tornò di sotto.

 

-          E adesso vedi di spiegarmi tutto per bene – con la bacchetta in mano e lo sguardo che minacciava fuoco e fiamme, Ciel pareva pronta per l’interrogatorio

-          Non volevi tornare a dormire? – le domandò lui sedendosi sul letto e, finalmente libero da ogni peso, si accese una sigaretta e la guardò

-          Sono molto preoccupata

-          Da cosa?

-          Da quello che mia sorella potrebbe fare – iniziò – e da quello che tu potresti fare a lei

-          Non ti fidi di me? – le chiese con innocenza

-          No – se non altro era sincera

-          Cosa vuoi sapere? – concesse con un sospiro

-          Cosa farai se lei tornerà, non hai mai rifiutato una ragazza nel tuo letto, perché con lei è diverso?

-          Punto primo – cominciò come se stesse insegnando un’ovvietà ad un bambino tardo – è vergine e le vergini portano guai. – Ciel arrossì, ma non si scompose più di tanto – Punto secondo: è tua sorella e la migliore amica di Gardis: se dovessi toccarla con un dito mi lincereste senza farvi troppi scrupoli

-          Puoi scommetterci

-          Appunto – la conferma di tutto – se lo facessi perderei l’uso di qualche braccio e un’amica… interessante – aggiunse – preferisco tenermi l’amica e rinunciare ad una notte con lei, ci sono ragazze meno pericolose e più semplici da trattare che posso fare felici col braccio che mi mancherebbe

-          Sempre per quella storia delle vergini, immagino – aggiunse caustica

-          Precisamente. Portano guai. – sottolineò come sempre

Lei storse le labbra in una smorfia e annuì, poi fece per andarsene, offesa.

 

Afferrandola per un braccio lui la tirò indietro finchè non si ritrovarono entrambi distesi sulle coperte

-          …e, punto terzo, avevo promesso ad una vergine di mia conoscenza piuttosto permalosa – aggiunse sfiorandole l’orecchio – che dopo di lei non avrei toccato nessun’altra

-          Nessun’altra vergine – puntualizzò la Ravenclaw

-          Cerchi sempre il pelo nell’uovo – le sorrise e baciò piano il lobo

-          Chissà invece quante “non vergini” ti sei passato da allora – fingendosi oltraggiata cercò di sottrarsi alle sue coccole, ma si accorse che stava decisamente sopravvalutando le sue capacità di resistergli…

-          Sei gelosa? – le chiese con un ghigno

-          No

-          Mh… io dico di sì

-          E io dico di no - sbuffò lei

Beh, che doveva fare? Aveva rifiutato una ragazza quasi compiacente e stava cercando di sedurne una che invece non voleva avere niente a che fare con lui, strano il mondo, specie se si considerava che queste due erano sorelle…

Ad ogni modo quella che teneva tra le braccia era l’esatta prova vivente che le vergini portano solo guai, lo diceva anche papà, perché da allora non era più riuscito a toccare nessun’altra ragazza senza sentirsi stranamente in colpa: tutto merito della mamma e del suo buonismo congenito…

-          Dimmi una cosa, Ciel, qual era il tuo sogno proibito prima…

-          Prima di che? – chiese lei

-          Prima che decidessi di diventare una cattiva ragazza che si concede ad uno sporco Slytherin, come tua sorella, dopotutto…

-          Ho anche sangue Serpeverde – si difese ricordando che sua mamma era stata nella Casa di Salazar – eppoi dovresti accontentarti di me e lasciare in pace mia sorella

-          Veramente è lei che è venuta qui

-          Fa lo stesso

-          Cioè vorresti che io ignorassi tua sorella e poi mi sfogassi i miei bassi istinti da lei provocati su di te

-          Detta così sembra una cosa orribile – lo rimbrottò

-          Però il concetto è quello. Anche se non credo che la tua piccola Karen mi potrebbe spingere così in là…

-         

-          Beh, se non altro non sei più vergine… almeno tu

-          Già e indovina un po’ di chi è il merito

-          Tutto tuo – lei sbuffò – ricordati che se tu non avessi ceduto io non avrei fatto niente

-          Sì e io sono la Fata Turchina

-          Stai diventando acida

-          Sei tu che mi fai quest’effetto, mi irriti terribilmente

-          Ma davvero… in genere non è così

-          Amen

-          Ad ogni modo qual era quel sogno?

-          Prima che decidessi di compiere una delle più grandi follie della mia vita? – domandò con le sopracciglia sollevate mentre lui ridacchiava – perdere la verginità, ovvio

-          Siete un po’ scontate

-          Non ti ho chiesto un parere.

-          D’accordo. E il sogno di adesso?

-          Non sono affari tuoi

-          Ti ricordo che tua sorella è ancora disponibile – sussurrò complice

-          Mi stai ricattando? – pareva costernata

-          Più o meno, ma rammenta che sei stata tu a mettere giù il patto

-          Sì, ma così è sleale!

-          Sono una serpe! Nessuna serpe è leale… - che novità

-          Così è troppo, non sono una sgualdrinella da una botta e via – bofonchiò fingendosi offesa, anche Ciel cominciava ad usare le parolacce quando si irritava

-          Ci stiamo arrabbiando, eh? E tu che mi hai ignorato per un sacco di anni? Cosa dovrei dire io?

-          Tu mi hai trattato come una stupida e mi facevi quegli scherzi irritanti, al secondo anno

-          Ciel, avevamo dodici anni…

-          Non cambia la sostanza – lui sbuffò e la strinse e lei si accorse che dopo aver sentito il proprio nome uscire dalle sue labbra con quel suono caldo e sensuale non sarebbe riuscita a resistergli molto a lungo.

 

*          *          *

 

L’aula conferenze di Hogwarts ospitava al momento le persone destinate all’accoglienza e alla gestione delle scuole che sarebbero presto state ospiti.

Il Comitato d’Accoglienza era disposto in prima fila con la testa ciondoloni che dondolava stancamente le gambe domandandosi come mai fossero stati coinvolti quando nessuno di loro aveva mai chiesto di fare parte di suddetto comitato.

Il Consiglio Studentesco faceva bella presenza nella fila dietro con tutte le stravaganze del caso.

Il club teatrale, il club di giornalismo e il club di artistica erano disposti con poco ordine nelle tre bancate, c’erano poi i due Caposcuola e il Prefetto dei Grifoni nell’ultima fila, lontani da tutti, che si facevano i beneamati fatti loro, ciascuno con la luna storta a modo suo.

Leonard, nel posto di sinistra, subiva quella tortura solo perché la McGranitt glielo aveva imposto. Ne veniva da una nottata “agitata” (lui avrebbe preferito “bollente”, ma Ciel l’aveva minacciato che se solo provava a pensare una cosa del genere durante la giornata l’avrebbe ucciso e a poco erano servite le sue dichiarazioni che era un ottimo occlumante) e quella mattina, anziché potersene rimanere per conto proprio aveva dovuto accantonare tutti i suoi affari e andare ad ascoltare quella lagna.

 

Gardis, dall’altra parte, era stanca e mezza addormentata e certo non aveva voglia di rimanersene due ore ad assistere le prediche di Ruf; donare del sangue a suo fratello era un gesto estremamente altruistico, ma molto spossante e se fosse stato per lei, avrebbe finto un’anemia e se ne sarebbe rimasta a letto per l’intera giornata a finire quel libro che, dalla sera prima, non era ancora riuscita a concludere.

E Kitt, al mezzo dei due, era inevitabilmente coinvolto dal loro cattivo umore.

 

Dalla postazione del club di teatro, Karen si voltò verso la sua amica e, arrossendo, la salutò piano con la mano.

Quella mattina era tutta giuliva perché si era ritrovata nel suo letto, cambiata e tranquilla e l’unico che poteva averle fatto quello era il suo caro Leonard. Chiaramente non aveva tenuto in considerazione la realtà dei fatti.

Appena alzata, comunque, era andata a bussare alla porta del Prefetto chinandosi e scusandosi per la promessa che le aveva strappato e per tutte le preoccupazioni che doveva averle dato; fingendo indifferenza, Gardis tentò di non ammazzarla per averla svegliata alle sole otto di mattina quando avrebbe poltrito altre due ore, ma si trattenne per amore della loro amicizia e finse anche di non sapere nulla a proposito di quanto accaduto tra lei e suo fratello. La biondina, allora, le aveva raccontato che si era lasciata un po’ spaventare e Leonard era poi stato chiamato per qualcosa di urgente e lei aveva finito per addormentarsi. E lui l’aveva riportata in camera!

Stupita da quel comportamento cavalleresco da parte di una persona che voleva continuare a rimanere il cattivo della storia, la Malfoy aveva alzato un sopracciglio scettica e annuito con poca convinzione per poi sentirsi dire che, comunque, non era disposta a lasciar cadere così la cosa. Avrebbe fatto quanto aveva deciso, se non era successo era solo colpa sua perché lui l’aveva “presa di sorpresa”. E se n’era andata lasciando una delle sue migliori amiche a scuotere la testa come se fosse stata sua nonna di fronte ai giovani d’oggi.

Poco convinta, quando aveva dovuto presenziare la riunione aveva indagato un po’ con suo fratello, ottenendo un resoconto decisamente diverso e un misterioso trasportatore di giovani addormentate di sesso femminile, non vampiro, Ravenclaw e rispondente al nome di Ciel, altrimenti conosciuta come “sorella maggiore”.

Leonard non si era preoccupato di realizzare i sogni principeschi della piccola Karen…

 

Kitt invece aveva avuto una giornata piena. Alle sette del mattino aveva ceduto un altro tubo alla loro Torre di Corvonero e la Sala Studio era allagata da almeno mezzo metro d’acqua.

Dopo che qualcuno era riuscito a trovarlo, con la Casa nel panico, era dovuto correre alla ricerca di Vitius.

Credendo di poter finalmente dedicarsi ai suoi compiti, si era accorto che sulla sua scrivania facevano spettacolo tre missive: una di Dishman che lo richiamava per discutere nuovamente del menu, una del Comitato Studentesco con le sue folli idee e una della Chips con gli aggiornamenti sulle condizioni dei malati di morbillo perché non si era più fatto vedere in infermeria.

La conversazione con il cuoco era stata spossante. Il Consiglio aveva tirato fuori due o tre pazzie irrealizzabili e il numero di appestati cresceva a ritmo esponenziale, perfetto! E mancava una settimana all’arrivo del Mahora!

Si poteva quindi intuire con quanto entusiasmo si fosse presentato all’orientamento della McGranitt+Ruf per spiegare agli studenti ignoranti qualcosa sui loro ospiti.

Beh, se non altro non era il solo che non ne aveva voglia perché, accanto a lui, Leonard si dondolava sulla sedia in posizione pericolante sognando di farsi un giro con la Nimbus 3001 e Gardis sognava di massacrare Montague con la Icarus 333.

Ah, dimenticava che era anche arrivata posta da casa, il massimo!

 

-          Un po’ di attenzione! – stava intanto blaterando il prof di Storia della Magia – l’Istituto di Magia ed Arti Orientali Mahora è una scuola importante e molto frequentata che raccoglie la maggior parte dei giovani maghi dell’Oriente – spiegava – il complesso scolastico occupa un’intera isola e ricopre un ciclo di studi completo. Si contano migliaia di studenti che partecipano alle lezioni di età compresa dai sei anni ai diciotto.

Qualcuno annuì svogliato in modo che il baffuto fantasma non li deliziasse con la frase “Capito?” come era suo uso

-          Al Mahora si studiano magie orientali e occidentali, hanno materie differenti e utilizzano metodi diversi da nostri, molto spesso sfruttano la persona stessa quale amplificatore del proprio potere magico anziché la bacchetta. In molti casi i maghi lavorano a coppia, in quel caso si hanno due livelli: se il mago e il suo aiutante sono entrambi dotati dello stesso potenziale magico il rapporto viene detto di familiar. Altrimenti vengono chiamati partner ed esiste l’entità dominante, il mago, il master, e il suo minister.

Un’onda di assenso percorse la svogliata platea.

-          Le scuole di magia europee con cui avrete a che fare si somigliano quasi tutte come corso di studi e materie di apprendimento, tuttavia sia Drumstrang che Beauxbatons, a differenza di Hogwarts, non hanno la possibilità di diversificare i loro studi dopo il terzo anno. Gli studenti posso quindi sceglie di frequentare le cosiddette Sedi Separate, ovvero scuole dove si approfondisce una ed una sola determinata materia. Cantarena, la scuola italiana di cui ospiteremo alcuni allievi, è proprio un istituto di questo tipo specializzato nel controllo dei fenomeni atmosferici e terrestri: cambiamenti meteorologici, terremoti ecc.

-          E se qualcuno non vuole frequentare una scuola da previsioni del tempo? – domandò candida Vanessa

-          Ne esistono molte altre in giro per il mondo – spiegò la McGranitt fulminandola da oltre le lenti – una delle più rinomate è quella che si occupa delle formule e approfondisce gli incantesimi, si chiama Santa Sofia e sta a Istanbul. Da lì sono usciti alcuni dei più rinomati studiosi di incantesimi della storia del Mondo Magico

-          E se uno studente di Hogwarts volesse frequentare queste scuole? – chiese Gardis con un minimo di interesse

-          Per loro non è necessario frequentarle perché le nozioni che gli studenti apprendono dal terzo anno trasferendosi lì è possibile assimilarle anche alla nostra scuola. Per conseguire il diploma specifico è necessario solo passare l’esame finale, una specie di M.A.G.O. molto specialistico – la bionda annuì e tornò a farsi gli affari suoi

-          Domande?

Il silenzio di tomba percorse la platea distratta e svogliata strappando un sospiro disperato ai due professori presenti

-          Fate del vostro meglio, mi raccomando – aggiunse la vicepreside con carisma, ma senza troppa convinzione.

Tutti annuirono e i professori cominciarono a distribuire le divise decorate appositamente dal Comitato Studentesco; sia la McGranitt che la maggior parte dei destinatari di quei preziosi doni guardarono schifati la camicia e l’abbinamento pantaloni o gonna.

 

Gardis, salutando appena fratello e amico, si lanciò giù dalle scale di malumore più che decisa a tornarsene nella sua stanza e rimanerci per il resto della giornata.

John Johnson, l’essere più insignificante della scuola, era sul gradino del palco con una pila di indumenti in mano, in pratica stava facendo da mobile agli studenti che provvedevano gli altri dei vestiti

-          Gardis! – urlò senza muoversi, continuando a reggere camicie e pantaloni – hai dimenticato di ritirare la tua divisa

Voltandosi seccata, alzò un sopracciglio e si fermò un istante a fulminare con lo sguardo l’essere immondo che aveva osato interrompere la sequenza di epiteti mentali che aveva lanciato a Vanessa Vermyl mentre scendeva le scale.

Si voltò e disse aspra

-          Io non indosso vestiti di seconda mano

E senza aggiungere altro, continuò per la sua strada lasciandolo impietrito. La presidentessa del Comitato, con i suoi capelli tinti di un rosso poco naturale, gli si fece accanto e gli posò una mano sulla spalla scuotendo la testa, probabilmente spiegandogli che Gardis era uno di quei pochi e fortunati esseri che non erano soggetti alla loro autorità e, quindi, era anche esentata dall’indossare l’indumento.

 

Leonard, che stava scendendo assieme a Kitt, sorrise compiaciuto e dando le spalle alla presidentessa, la sfilò senza degnarla di uno sguardo, con un bel ghigno trionfante sulla bocca.

Christopher le accennò un saluto con il capo. Tutti e due evitando di raccogliere il necessaire di accoglienza, era bello quando Gardis si ribellava alle regole.

 

*          *          *

 

Spazio autrice: ciao a tutti!

Sì, lo so, sono in ritardo… mi dispiace moltissimo, davvero davvero molto, scusatemi! Sono desolata, ma tra un colloquio di lavoro e l’altro e le mie migliori amiche che cominciano l’università sono un po’ sotto pressione, infatti non riesco a scrivere molto, grazie al cielo il capitolo era pronto da una settimana…

Come ho detto, è quasi mezzanotte e non voglio che venga domani perché sennò sembrerebbe che ho tardato ancora di più con la consegna, tra l’altro sono terribilmente di fretta (ma va?), spero che mi perdonerete se non saluto tutti ad uno ad uno, ma mio cugino che ha 5 anni e che a quest’ora dovrebbe essere nel mondo dei sogni da almeno un paio di ore, mi sta strattonando la manica intimandomi di andare a dormire perché lui, che ha sonno, non dormirà finchè non vado anche io (e se i miei scoprono che l’ho fatto stare alzato fino a quest’ora mi posso anche seppellire da qualche parte…).

Mi perdonate, vero?

Pazientate, ancora un capitolo e poi arriva il Mahora!

Mi raccomando, commentate in tanti che aspetto il vostro giudizio, ciao!

 

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nyssa