Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: FiammaBlu    14/08/2014    2 recensioni
I desideri del cuore sono quelli che maggiormente influiscono sulle nostre decisioni, spesso portandoci in direzione completamente opposta proprio per non veder sparire quel sogno.
Seguite Maya e Masumi in questo 'finale' immaginario del manga ancora incompiuto!
Ultima REVISIONE Luglio 2016.
Una nuova Dea Scarlatta sarebbe sorta dalle ceneri di quella di Chigusa Tsukikage come una fenice, che avrebbe ereditato i diritti di quell'opera meravigliosa e imparato da lei tutte quelle nozioni per portarla in scena nella prima del due gennaio.
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Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5



Maya, distesa ancora nel futon, fissava la scatola con il nastro scarlatto. Era lunedì e aveva già la tremarella. Spostò lo sguardo sulla sveglia e schizzò a sedere.

- È tardi! - volò via la coperta e si accorse che Rei non c’era. Scattò in bagno, si lavò rapida, si vestì e scese di sotto. Rei stava guardando la posta che doveva appena aver preso da fuori.

- Buongiorno! - le sorrise - Guarda, Maya, c’è una lettera per te - e gliela porse.

- Buongiorno Rei! Perché non mi hai svegliato? - si lamentò, prese la lettera incuriosita e si sedette. Rei si alzò e le preparò la colazione.

Aprì la lettera e la lesse congelandosi.

- Cosa vuoi per… - quando Rei si voltò la vide sbiancare - Maya! -

- Rei… - mormorò - È del signor Hayami - e fissò gli occhi spalancati nei suoi.

- Masumi ti ha scritto? - Rei si avvicinò incredula.

- No… suo… suo padre E-Eisuke - balbettò e deglutì porgendole la lettera.

- Eisuke Hayami? - scorse la lettera e faticò a mantenere la calma - Ti invita per un tè a casa sua! -

- Cosa vuole da me, Rei? - balbettò Maya riprendendo la lettera.

- Indovina? - e si mise le mani sui fianchi con atteggiamento battagliero.

- La Dea Scarlatta… ma io ancora… - iniziò Maya, ma Rei la interruppe.

- Metterà le mani avanti… È una vita che tormenta la signora Tsukikage… se avrai tu i diritti vorrà che glieli ceda! - ringhiò con sguardo minaccioso.

- Oh Rei! Cosa devo fare? - Maya la fissò disorientata e impaurita.

- Affrontalo, come hai sempre fatto con suo figlio, senza paura! - la incoraggiò serrando un pugno come se brandisse una spada.

- Affrontarlo? Ma io… - abbassò lo sguardo e si fissò le mani in grembo.

- Sarebbe interessante sapere se suo figlio è a conoscenza di questa mossa… - sussurrò Rei portandosi una mano al mento pensierosa.



Le prove al Kid Studio proseguivano molto più serenamente di quanto Kuronuma si fosse aspettato. L’intesa fra Maya e Yu si era incredibilmente accentuata, non aveva idea del perché e sinceramente neanche gli interessava. Tutti gli attori risentirono positivamente di quel loro cambiamento e le scene in generale erano ormai pronte.

Masumi Hayami non l’aveva mai ricontattato e i giornali riportavano notizie vaghe circa il suo imminente matrimonio con Shiori Takamiya. Il vecchio Hayami voleva fortissimamente quell’unione ed era sicuro che Masumi se la sarebbe risparmiata volentieri. Doveva essere terribile amare una donna ed essere costretto a sposarne un’altra.

Fissò Maya che stava magistralmente interpretando Akoya sul greto del fiume in una delle scene più belle. Le battute ormai le uscivano naturali come respirare e in quell’istante era proprio Akoya, l’incarnazione dello spirito della natura. Le aveva riproposto di camminare sul pavimento inondato d’acqua e si era mossa con tale grazia che non si era udito alcun rumore! Come ci fosse riuscita era un vero mistero.

Era indubbiamente la candidata perfetta per la Dea Scarlatta. Aveva qualcosa di magnetico nello sguardo quando recitava e dovevi guardarla, riusciva a modulare la voce in modo incredibile e quando indossava la maschera, nessuno poteva eguagliarla, neanche Ayumi Himekawa, ne era sicuro.

Yu si avvicinò, meravigliato per l’amore che lei gli stava dichiarando, le prese il volto fra le mani e la baciò con trasporto. Kuronuma fece un passo avanti e tutti gli altri attori si zittirono. Kitajima si abbandonò al bacio, completamente avvolta dall’amore che provava per Isshin. I due ragazzi proseguirono la recitazione fino alla fine della scena e quando lasciarono le loro maschere si fissarono incantati.

- È così che deve essere, vero? - mormorò Yu arrossendo.

- Sì - annuì Maya diventando paonazza.

- Scusa… - balbettò Yu abbassando lo sguardo.

- Non ti scusare, anche Akoya lo voleva - e gli sorrise in modo così dolce da farlo tremare fin nel profondo.

Tutti gli attori applaudirono e anche Kuronuma si complimentò con loro per la spontaneità della scena.

- Finalmente vi vedo un po’ partecipi! - e picchiò il copione arrotolato sulla spalla di Yu, che sussultò.

Hijiri aveva osservato la scena dietro una porta, sorrise, si voltò e uscì.

Ora la capisco signor Masumi, so esattamente come si sente…



Maya aveva fatto recapitare una risposta a Eisuke Hayami, accettando il suo gentile invito. Era mercoledì, quel pomeriggio lo avrebbe incontrato ed era già nervosa.

- Devi mantenere la calma, Maya - le consigliò Rei mentre camminavano.

- Non è facile Rei… lo descrivono come un vecchio cattivo e acido - borbottò lei infastidita. Non solo il figlio, mi tocca affrontare anche suo padre!

- Fa parte della vecchia guardia, ma non lasciarti intimorire e soprattutto non temerlo mai, qualsiasi cosa ti dica! - Rei mimò il movimento di un samurai e Maya rise.

- Mi raccomando prendi un taxi - aggiunse poi l’amica. Maya annuì e la seguì con lo sguardo finché sparì in mezzo alla gente.

Maya raggiunse il Kid Studio e si concentrò sulle prove scacciando dalla testa ogni altra distrazione. Ma, come se si fossero dati appuntamento, la sua concentrazione e la distrazione si incontrarono magicamente. Dopo una sequenza di scene particolarmente lunga, Maya e Yu presero un caffè nella sala ristoro e quando uscirono si bloccarono entrambi.

In fondo al corridoio, prima della porta delle sale, c’erano Kuronuma, la signorina Mizuki e Masumi Hayami. Dovevano per forza passare di lì. Mizuki sollevò appena una mano per salutarla, lei ricambiò avvampando, poi afferrò Yu per un polso e lo trascinò di nuovo dentro la stanza.

- Maya, ma che fai? - brontolò Yu scrollando il braccio, infastidito. Quando c’era lui perdeva il controllo delle sue azioni.

Mi batte il cuore troppo forte… mi devo calmare… si sposa con Shiori Takamiya, si sposa con Shiori Takamiya, si sposa con Shiori Takamiya, si sposa con Shiori Takamiya…

Quella cantilena mentale la calmò e le permise di riacquisire un contegno.

- Non ci ha visti, vero? - e lo fissò spaventata.

- Da quando temi di affrontarlo, Maya?! - quanto erano cambiate le cose…

- Io… non lo so… ma come facciamo a raggiungere la sala prove? - balbettò insicura torcendosi le mani.

- Passiamo dall’esterno e entriamo da una finestra - le disse piatto Sakurakoji, le mani sui fianchi.

- Davvero? - chiese entusiasta lei illuminandosi.

- No! Stavo scherzando! Andiamo, smettila di fare la stupida! - e la prese per un polso, ma lei puntò i piedi a terra terrorizzata.

- Maya! - e la tirò, ma con l’altra mano doveva tenere la stampella quindi non riusciva ad esercitare tutta la forza che avrebbe voluto.

- No… - si lamentò lei piagnucolando.

- Basta! Mi hai stancato, mi aspettano per la scena, io vado, tu fai come vuoi! - la lasciò andare e lei cadde a terra con un gridolino. Si rialzò di scatto e lo seguì, ma lui era già nel corridoio.

- Aspettami! - gridò e l’unica cosa che ottenne fu di attirare l’attenzione. Kuronuma, Masumi Hayami e Mizuki si voltarono contemporaneamente.

Maya e Yu li raggiunsero e li salutarono con un lieve inchino.

- Ragazzina, dovevo immaginarmelo, dove ci sei tu è come se passasse un ciclone… - la canzonò Masumi e immediatamente la rabbia le montò dentro sostituendosi all’emozione di averlo davanti. Ruotò di scatto la testa ignorando la sua provocazione e salutò la signorina Mizuki. Ma quanto è lunatico?

- Come stai, Maya? - le sorrise Saeko con gentilezza e Maya si domandò come facesse a lavorare per lui…

- Bene grazie! - rispose entusiasta brillando di felicità.

- Le prove? -

Maya si fece più vicina a Yu e Masumi assottigliò lo sguardo, particolare che non sfuggì all’acuto Kuronuma.

- Vanno bene! - piegò la testa e sorrise a Sakurakoji illuminandosi e lui ricambiò lo sguardo.

- Sono contenta - annuì Mizuki sorridendo.

- Ehi, voi due, lo decido io se le prove vanno bene! - ruggì Kuronuma sventolando il copione arrotolato - E ora dentro a provare! - abbaiò imponendosi con la sua figura terrificante.

Yu salutò con un lieve inchino, passò in mezzo al gruppo zoppicando e aprì la porta della sala. Maya lo seguì con il cuore che batteva all’impazzata, cercò di non guardarlo, ma quando gli passò accanto fu inevitabile.

- Ah, ragazzina - e Maya fu costretta e fermarsi - Volevo chiederti scusa per il mio comportamento dell’altra volta - le parlò come se intorno a loro non ci fosse nessuno, ma sia Mizuki, che Kuronuma che Sakurakoji rimasero stupefatti.

- Eh? - Maya lo fissò stralunata, il naso all’insù immersa nei suoi occhi azzurri.

- Era stata una giornata molto difficile, mi dispiace di essermela presa con te. Prometto di farmi perdonare - le disse porgendole la mano.

Chi lo capisce è bravo… però che sorriso dolce… sarà per me?

Allungò la mano e gliela strinse. Il ricordo di quelle parole velenose dopo la crociera le fece venire i brividi.

- Non importa, signor Hayami… io… capisco… - mentì, in realtà non lo capiva per niente, ma quella risposta sembrò soddisfarlo perché le sorrise e le lasciò la mano - Non c’è necessità che faccia niente per me - aggiunse lei dopo un attimo con aria di sfida e lui scoppiò a ridere facendo stupire ancor più i presenti. Maya proseguì ed entrò in sala mentre Yu le teneva la porta aperta. Il giovane lanciò un’ultima occhiata a Masumi Hayami, entrò e chiuse la porta.

Era il suo modo per scusarsi davvero? Maya aveva il cuore che batteva così forte che temeva Yu lo potesse sentire.

- Cosa significavano quelle parole, Maya? - indagò Sakurakoji appoggiando la stampella ad una sedia. Maya si riscosse dai suoi pensieri e lo fissò con gli occhi spalancati.

- Oh… non lo so… qualche giorno fa l’ho incontrato ed è stato molto scortese, forse voleva scusarsi… - balbettò lei abbassando lo sguardo e avvampando.

- Hayami che si scusa? Non ce lo vedo proprio… - mormorò Yu lasciandola ai suoi pensieri.

La porta della sala si aprì mentre Yu prendeva posizione e i tre entrarono. Maya trasalì all’idea che lui restasse a guardare le prove. Non erano vietate agli spettatori?

- Sakurakoji! - urlò Kuronuma - Dai una dimostrazione del tuo Isshin! - Yu annuì e prese posizione insieme al generale Terufusa e iniziarono a recitare.

Mizuki si sedette accanto a Maya in silenzio, ma lei sussultò lo stesso.

- Sei nervosa, Maya? - le chiese sottovoce.

- No, signorina Mizuki - mentì Maya usando tutte le sue doti di attrice.

- Era un po’ che non ci vedevamo -

Maya annuì e continuò a fissare Sakurakoji salvo lanciare uno sguardo al regista e al signor Hayami in piedi davanti alle doppie porte della sala.

- Perché siete qui, signorina Mizuki? - le chiese sussurrando appena e guardando sempre la scena.

- All’inizio ero sicura che il signor Masumi dovesse parlare con il regista Kuronuma, ma poi tutto è stato chiaro -

Maya si voltò di scatto e Mizuki le sorrise gentilmente.

- Cosa significa? - balbettò Maya con occhi spalancati.

- Voleva solo scusarsi con te - spiegò lei come se fosse ovvio.

- Perché? - mormorò Maya incapace di articolare una frase completa.

Mizuki la osservò per qualche istante prima di rispondere.

- Il signor Hayami non è uomo che normalmente si lascia andare ad uscite come quella, soprattutto in pubblico. È sempre controllato e pacato. Era sinceramente dispiaciuto per come ti aveva risposto e probabilmente ha sentito la necessità di dirtelo - cercò di aggirare il discorso anche se Maya era così ingenua che avrebbe potuto dirle tutta la verità e non era sicura che lei l’avrebbe compresa appieno.

- Oh… capisco - abbassò lo sguardo e arrossì lievemente.

Coraggio Maya, manca poco, resisti ancora un po’... fidati di lui, tutto quello che sta facendo è per te… per voi…

- Kitajima! - urlò Kuronuma e lei scattò sull’attenti provocando una risata generale.

- Sì, signore! - rispose arrossendo e fissando davanti a sé.

- Scena del fiume, avanti! - gridò. Lei si voltò lentamente sbiancando.

Perché proprio quella scena?

- Avanti! - l’aggredì il regista vedendo che esitava. Era proprio curioso di osservare Hayami in questo particolare frangente.

Maya annuì, chiuse gli occhi per qualche istante e Mizuki vide tutti gli altri attori ritirarsi ai bordi della sala. Quando li riaprì era Akoya, in tutto e per tutto, Saeko se ne accorse immediatamente dal volto, dal movimento delle mani e dal suo modo di camminare.

Quando iniziarono a recitare, completamente coinvolti, Mizuki si accorse che era la scena dell’innamoramento. Si voltò lentamente verso il signor Masumi e come si era aspettata lo trovò teso e serio. Si chiese se per caso il regista Kuronuma avesse scelto di proposito quella scena…

Maya e Sakurakoji espressero perfettamente la tensione e l’accettazione di quell’amore, non c’era nessun altro intorno a loro, erano nella valle dei susini e si amavano. I toni accalorati, gli occhi allacciati, ogni cosa indicava il loro amore e il destino che li legava indissolubilmente. Maya si avvicinò alla fine della sua battuta culmine e Yu le prese il volto fra le mani e la baciò dolcemente all’inizio, poi il bacio si fece intenso caricando la scena di tensione e liberando infine quel sentimento represso per tanto tempo che finalmente si erano dichiarati.

Mizuki, completamente rapita dalla scena perfetta, trovò il coraggio di voltarsi lentamente verso il signor Masumi e rimase scioccata dalla sua espressione vuota e rigida. Si rese anche conto che il signor Kuronuma lo osservava a sua volta e fu certa che quella scena, per una ragione a lei sconosciuta, non era stata scelta a caso.

La scena giunse al termine e quando i due attori ripresero piena coscienza di loro scoppiò un caloroso applauso mentre i due giovani si guardavano intorno disorientati, probabilmente ancora presi dalla scena recitata. Maya era arrossita, ma sorrideva felice e i suoi occhi erano luminosi e pieni di energia.

Si voltarono entrambi verso i loro ospiti facendo un lieve inchino. Maya non ebbe il coraggio di guardarli in faccia così restò con lo sguardo basso, Yu invece non esitò a guardare il signor Hayami e non si accontentò. Zoppicando lentamente lo raggiunse e gli tese la mano.

- Sono lieto che abbia potuto assistere signor Hayami, proviamo questa scena così tante volte al giorno che quando arriveremo allo spettacolo dimostrativo sarà perfetta… - e gli sorrise.

Masumi lo fissò qualche istante, poi gli strinse la mano.

- Stai facendo un ottimo lavoro, Sakurakoji, la compagnia Ondine ne godrà di riflesso - poi si voltò verso Kuronuma - La ringrazio per averci fatto assistere, signor Kuronuma - e il regista annuì particolarmente compiaciuto.

Mizuki si avvicinò a Maya e si congratulò con lei.

- La ringrazio! Le avevo detto che siamo migliorati! - Maya era sinceramente entusiasta e non poteva immaginare certo cosa provasse il signor Masumi ogni volta che la vedeva in certi atteggiamenti.

Masumi lasciò la sala prove e Mizuki lo seguì dopo un breve saluto.

È venuto davvero qui per scusarsi con me? E questo cosa significa? Si è scusato per la forma o per il contenuto di ciò che mi ha detto? E perché se ne è andato via senza dire niente? Perché deve essere sempre tutto così complicato?



Due ore dopo il taxi la lasciò di fronte a villa Hayami. Un alto muro esterno la separava dal mondo, ma il portone d’ingresso era di legno curato e lucido. Strinse la borsa e con aria decisa raggiunse il campanello. Suonò e dopo qualche secondo la porta si aprì rivelando un inserviente in livrea scura che la accolse con un lieve inchino che lei ricambiò.

- Benvenuta signorina Kitajima, mi segua la prego - le sorrise l’uomo in modo genuino.

- La ringrazio - lo seguì su quel sentiero bianco in mezzo ad un giardino bellissimo che si sviluppava a destra e a sinistra dell’entrata. Di fronte a loro invece c’era la villa vera e propria, su due piani, in legno e pietra.

- È bellissima… - sussurrò rapita e il suo accompagnatore sorrise gentile.

- È una villa antica - annuì contento che le piacesse.

Il signor Hayami vive qui fin da quando è stato adottato…

Arrossì al pensiero, ma per fortuna sapeva che non lo avrebbe incontrato lì, era sicuramente ancora al lavoro. E poi lo scontro di qualche ora prima le era bastato.

La fece entrare in casa, un misto di arredamento giapponese e occidentale la colpì piacevolmente, tutto era armonioso. Nell’aria aleggiava odore di incenso, ma sentiva anche quello di fumo e una traccia sottile di profumo da uomo. Arrossì di nuovo e abbassò la testa.

Ma che mi viene in mente!

L’inserviente la accompagnò in uno studio dove il legno scuro e i tessuti ricamati la facevano da padrone dando alla stanza un aspetto lussuoso anche se datato. L’uomo chiuse la porta e la lasciò da sola.

No anzi, ora che ci faceva caso, c’era qualcuno alla finestra, un uomo con un bastone, ma era in ombra. Maya fece qualche passo avanti, titubante, poi la voce dell’uomo la colse di sorpresa. Era bassa e profonda. Si voltò e la fronteggiò.

- Benvenuta nella mia casa, signorina Kitajima, è un piacere conoscerla… di nuovo - e le sorrise.

Maya si portò una mano alla bocca e rimase pietrificata.


   
 
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