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Autore: RemusTonks98    14/08/2014    1 recensioni
Sono passati pochi anni dalla Battaglia di Hogwarts ed i nostri protagonisti Harry e Ginny hanno deciso di rifarsi una vita, proprio come tutti gli altri loro amici.
Dalla storia:
"La sveglia suonò. Ginny rimase a letto, ad occhi chiusi, assaporando quel momento. Tutto era normale: il letto caldo, i suoi capelli rosso rame distesi sul cuscino... Mosse piano la mano per cercare quella di Harry ma non la trovò, sbattè contro il muro. Fu in quel momento che aprì gli occhi e si accorse che era tutto diverso..."
Spero vi piaccia :)
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 33
 

“HOSPITAL”
 
Ginny era quasi svenuta quando aveva udito le ultime parole del poliziotto.
Ha fatto un grave incidente…
No, non poteva essere.
Harry, il suo Harry, suo marito, era solo andato a Diagon Alley con i bambini per sbrigare un paio di commissioni.
Eppure i due poliziotti l’avevano guardata in quel modo, come se si trovassero davanti ad un piccolo cagnolino bastonato, e le avevano proposto di portarla all’ospedale.
Perchè? Perchè certe cose dovevano capitare proprio a lei?
Prima Fred, poi la litigata con George… Ora Harry.
Mentre saliva gli scalini di Grimmauld Place diretta verso la sua stanza da letto, continuava a risentire la voce bassa del poliziotto.
Ha fatto un grave incidente…
Ha fatto un grave incidente…
Si tolse velocemente la vestaglia e s’infilò un paio di pantaloni della tuta di velluto blu e una maglietta candida, che erano rimasti appoggiati sulla sedia dalla sera precedente.
Poi si sedette sul letto, una mano appoggiata al cuscino di Harry.
Non riusciva a piangere. Non poteva piangere. Non doveva farlo…
Solo quando qualcuno bussò alla porta, Ginny scattò in piedi e andò ad aprire, trovandosi di nuovo di fronte ai poliziotti babbani.
 << Ci scusi Signora Potter, ci stavamo preoccupando. Andiamo? >> chiese uno degli sbirri.
La rossa fece cenno di sì con il capo e si avviò giù per le scale.
Sei una Grifondoro, Ginevra. Fatti coraggio!
 
La rossa si era svegliata e, senza nemmeno aprire gli occhi, capì che si trovava in ospedale, seduta sul pavimento di plastica freddo, la testa appoggiata dolcemente su un materasso troppo duro, mentre nella mano destra stringeva qualcosa.
Quando le sue iridi marroni misero a fuoco la  situazione, comprese che l’oggetto che teneva stretto con la destra non era nient’altro che la mano di suo marito.
Alzò la testa e si guardò in torno, confusa.
Era davvero seduta sul pavimento di una puzzolente stanza verdognola di un ospedale londinese.
Harry era sdraiato a pancia in su sopra un lettino, le mani che gli ricadevano mollemente lungo i fianchi. Oltre la sua sagoma la rossa riusciva a scorgere un divanetto bianco e, sopra di esso, una finestrella con le candide tendine socchiuse. La luce filtrava debole dai lati della finestra.
Dal pallore del sole, dedusse Ginny, doveva essere l’alba.
Si alzò, stiracchiando le gambe addormentate a causa della posizione scomoda in cui aveva dormito, e guardò suo marito.
Guardando i tubicini trasparenti che gli sbucavano dal naso e udendo il suono lento e regolare del suo battito cardiaco, le venne in mente quello che i medici le avevano detto la notte precedente.
Brutto incidente… Coma… Figli… Braccio rotto… Non possiamo sapere… Si risveglierà…
Le loro parole risuonarono sconnesse nella sua testa, ma non ci volle molto perché realizzasse quello che era successo.
Dopo che i poliziotti erano entrati in casa e le avevano dato la triste notizia, si era vestita e loro l’avevano scortata fino all’ospedale. I medici erano stati subito diretti con lei e non avevano usato molti giochi di parole per dirle che suo marito aveva preso una botta alla testa e ora era in coma nella stanza 321. I bimbi invece stavano bene e si trovavano all’asilo. Teddy, d’altra parte, si era rotto un braccio ed era stato portato in pediatria e ingessato. La sua stanza si trovava al primo piano ed era la 112.
Dopo aver fatto un salto all’asilo e aver trovato James e Albus addormentati, si era diretta al primo piano per vedere come stesse Teddy. Anche lui dormiva, il braccio ingessato appoggiato sul ventre. I suoi capelli, notò Ginny, erano di un grigio spento.
Infine aveva reso l’ascensore ed era entrata nella 321, trovando il marito disteso sul lettino.
Si era seduta e gli aveva sussurrato parole dolci, tranquillizzanti, anche se lui non poteva sentirla. Poi, si era addormentata.
 << Signora? >> chiese una voce alle sue spalle.
Ginny si voltò di scatto e notò che un’infermiera aveva fatto irruzione nella stanza con un kit per la medicazione.
 << Dovrei cambiare la benda in testa a suo marito. >>
La rossa la guardò poi, con passo lento, si diresse verso il divanetto e vi si buttò sopra.
Sentì un rumore di plastica e forbici, poi la porta che si richiudeva alle spalle dell’infermiera.
Harry… Harry, ti prego, svegliati. Ho bisogno di te… Il bambino deve avere un papà, deve conoscerlo. Abbiamo bisogno di te…
La Grifondoro intonò una sottospecie di muta preghiera, finchè non udì di nuovo la porta aprirsi e vide un infermiere che la osservava con occhi dolci.
 << Vengo dall’asilo. >> disse << I suoi figli vogliono vederla. >>
 
 << Mamma! MAMMA! >> strillò James, seduto su una sedia, che teneva in braccio il piccolo Albus.
 << Shhh… piccolo, ci sono dei bimbi che dormono. >> disse Ginny materna, mentre correva ad abbracciare i figli.
 << Papà? Teddy? >> chiese James mentre si scioglieva nell’abbraccio della madre. La rossa sgranò gli occhi, chiedendosi cosa avrebbe voluto sapere suo figlio.
 << Stanno bene? >>
A quella domanda Ginny si stupì. James non aveva mai parato così bene in vita sua, e ora voleva addirittura sapere come stessero Harry e suo fratello.
 << Stanno bene, James. >> sussurrò per tranquillizzarlo.
Poi cadde in ginocchio, la testa tra le mani, e non riuscì a trattenersi.
Ginny, Ginevra Weasley, colei che non crollava mai, si lasciò andare in un pianto disperato.
 
Continua…

SPAZIO AUTRICE:

Sono tornata...
Scusatemi davvero tanto, tanto, tanto se ho pubblicato cosi tardi ma ho avuto un sacco da fare. :(
Vi giuro che le prossime volte farò più in fretta.
Vi avviso già che il prossimo capitolo vi segnerà moIto... ma, non vi preoccupate, lo scriverò il meglio possibile.
Spero, come al solito, che questo capitolo vi piaccia e... RECENSITE! :)


RemusTonks98
  
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