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Autore: Dryas    14/09/2008    5 recensioni
Si può possedere una persona? Questa è la domanda che si pone Shikamaru e che confonde il grande genio di Konoha. La risposta determinerà la scelta fra le due donne a cui vuole più bene, Ino e Temari. Chi sceglierà?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Temari, Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I’M YOURS

-a che pensi?-
La sua voce ormai gli era diventata tanto familiare che gli sembrava strano pensare di conoscerla da così poco. Era sempre con lui, faceva parte di lui. Aveva ritrovato in lei quello che gli mancava, la sua determinazione, la sua forza e la sua grinta completavano il suo carattere pigro e svogliato per natura. Aveva sempre pensato che fosse perfetta perché opposta a lui. Lui che pensava di essere ben lontano dalla perfezione.
-a noi- rispose.
Non si girò, sapeva che i suoi occhi verdi lo stavano guardando sorpresi e divertiti, perché non amava parlare della loro relazione. Che c’era da dire? Stavano insieme e basta. Ma, come diceva sempre, le donne sono strane e ogni volta vogliono complicare tutto.
-a noi?- domandò lei pensando di aver capito male -e da quando ti sforzi di farlo?-
-da adesso- rispose sollevandosi dal terra e mettendosi a seduto.
-non so se esserne felice o cominciare a preoccuparmi- disse Temari -ti sei persino distratto dal guardare le nuvole, è un evento-
Le piaceva prenderlo in giro, il suo sarcasmo era spesso pungente, ma d’altronde anche lui era così. Quello era un lato che avevano in comune, l’ironia era innata dentro di loro. E non era sempre un bene perché certe volte si scatenavano dei botta e risposta che potevano durare giorni e ogni tanto scappavano anche battute taglienti.
-voglio solo farti una domanda Temari- le disse -solo una domanda-
-sono a tua completa disposizione Shikamaru- rispose lei mettendosi comoda -su, spara-
-io ti appartengo?-
Era una domanda strana che poteva avere diverse interpretazioni, ma Temari era una ragazza innamorata e non poteva che pensare all’amore. Se gli apparteneva? Certo che gli apparteneva, pensò immediatamente, ma sapeva che la mente di Shikamaru non era così semplice: dietro a quella domanda apparentemente innocua si doveva nascondere qualcos’altro.
-qual è la risposta che vuoi sentire?- gli chiese sospettosa.
-la prima che hai pensato- disse -la più sincera-
-allora la risposta è sì- continuò Temari -il mio cuore subito mi ha detto sì, senza esitazione-
-bene, grazie- rispose Shikamaru rimettendosi sdraiato con le braccia dietro alla nuca. Ovviamente sapeva che voleva domandargli il perché di quella domanda, che moriva dalla voglia di scoprire cosa gli frullasse in testa, ma anche Temari era consapevole che i suoi dubbi non sarebbero stati colmati, non quel giorno. Lei lo conosceva bene.
-felice di esserti stata d’aiuto cry baby- gli disse semplicemente mettendosi sdraiata accanto e continuando come se niente fosse a stargli vicino. Ormai non poteva più farne a meno, quel ragazzo perennemente senza energie lo aveva influenzato a tal punto che aveva assunto alcune sue abitudini, come quella di guardare le nuvole. Aveva capito anche lei quanto fosse bello.
Ripensò alla sua domanda. Shikamaru gli apparteneva perché lei ormai non poteva più vivere senza, era la sua droga e la sua medicina. Non glie lo disse, era sicura che lo sapesse. E non gli disse nemmeno che anche lei gli apparteneva, lei che era stata la prima a far comparire un sorriso sul suo volto dopo la morte di Asuma, lei che lo capiva e lo amava.
-verrai a Suna?- gli domandò.
Se la risposta sarebbe stata un sì come la prima volta che glie l’aveva chiesto allora voleva dire che tutto andava bene, altrimenti avrebbe dovuto cominciare a preoccuparsi. Il viaggio a Suna sarebbe stato decisivo per loro, significava dichiarare apertamente che fra loro era una cosa seria e che i passi per il futuro erano ormai certi. Convivenza e poi matrimonio, questo era quello che avevano deciso.
-ne parleremo un’altra volta- disse alzandosi -ora devo andare-
Shikamaru si allontanò senza vedere l’espressione amareggiata di Temari. Quello non era un sì, ma nemmeno un no, il che significava solo una cosa: Shikamaru Nara era confuso. Quando mai era successo? Lui aveva sempre le idee chiare, aveva sempre un piano, ma questa volta no. Forse dipendeva dal fatto che quel giorno era uno dei più brutti dell’anno, l’anniversario della morte di Asuma. Forse era solo un momento di sbandamento, pensò Temari prima di mettersi di nuovo sdraiata.
Shikamaru camminò con il solito passo lento diretto al cimitero e proprio mentre stava per arrivare cominciò a piovere. Era una pioggia di quelle pesanti, con gocce spesse e fitte, estremamente adatta a quella ricorrenza dolorosa. Si fermò di fronte alla tomba del suo maestro, me era riduttivo chiamarlo così perché per Shikamaru non era un semplice insegnante, era il modello da imitare, era la sua guida per la vita. Ma se n’era andato, lasciandolo in balia di se stesso. Avrebbe voluto chiedergli cosa secondo lui era più giusto fare, quale scelta sarebbe stata la migliore, ma non era più possibile, doveva cavarsela da solo stavolta.
Si accese una sigaretta, ignorando il fatto che la pioggia l’avrebbe spenta perché quello era un puro atto simbolico e il gesto più concreto che gli ricordasse Asuma. Poi sentì la sua mano essere stretta da un'altra, mentre una testa bionda si appoggiava alla sua spalla. Sapeva benissimo chi era, non c’era bisogno di girarsi. Strinse la presa sulle sue esili dita, perché conosceva quello che provava. Si rimproverò di essere stato troppo duro con lei, non avrebbe mai dovuto trascurarla così.
-per un attimo mi sei sembrato lui lo sai?- gli disse -gli sei diventato così simile, Shikamaru, e tu probabilmente non te ne sei nemmeno accorto-
-no, infatti- rispose lui -mi sembra di aver dimenticato così tante cose di lui che a volte mi chiedo come faccia a volergli ancora così bene, maledetto Asuma-
-è solo una tua impressione- disse lei -in realtà hai assimilato gran parte dei suoi atteggiamenti e ti sembra di averli dimenticati quando invece fanno soltanto parte di te-
-allora sarà una continua sofferenza stare con me, Ino- ribatté lui -se te lo ricordo talmente tanto-
-no, invece- rispose lei -sono felice perché in un certo senso tu lo fai rivivere. Piuttosto sarai tu a soffrire se mi dici che lo senti così lontano-
Shikamaru non rispose. In quel momento si rese conto di come le solite cose che faceva con Asuma le facesse ancora, ma con Temari. Giocava a scacchi, parlava, scherzava e guardava le nuvole come un tempo e faceva anche qualcosa in più dato che era con Temari che le faceva.
Questa presa di coscienza improvvisa lo sconvolse più di quanto possa sembrare, ma almeno gli diede la scossa che gli serviva. Ora sapeva che cosa doveva fare.
-senti Ino- cominciò -secondo te io appartengo a Temari?-
-no- rispose subito lei -io ho sempre pensato che le persone non sono come gli oggetti che si possono possedere, ma al limite si può stare loro accanto, anche se si tratta di due innamorati. Come mai questa domanda Shikamaru?-
Lui non rispose nemmeno stavolta. La decisione che aveva preso era dura e difficile, ma era sicuro che fosse quella giusta. Temari era la prima donna che aveva amato, la prima persona che aveva trovato ad accoglierlo dopo la morte di Asuma e si era attaccato così tanto a lei da creare un legame che sembrava inscindibile ma che invece stava soffocando entrambi. Lui la usava per sostituire Asuma, non perché era Temari, e lei gli aveva creduto. Stava ingannando se stesso e lei fin dall’inizio. Questo non era giusto.
-sono d’accordo con te Ino- le disse poi girandosi a guardarla -cercare di appropriarsi di una persona è inutile, la sola cosa che si può fare è camminare mano nella mano* e accompagnarla durante il suo cammino, senza lasciarla mai-
E a quel punto sollevò la mano di Ino fino alla sua bocca e la baciò.
-grazie di farlo con me Ino- le disse. Poi la lasciò e si allontanò. Aveva una faccenda da sbrigare e doveva farlo al più presto.
-Shikamaru- lo richiamò Ino e lui si girò.
-se non ci fosse Temari- gli disse -tu mi ameresti mai?-
Lui sorrise. Era la stessa domanda che anche lui si poneva da mesi ormai e finalmente una risposta ce l’aveva. Aveva sempre amato Ino, amato come è giusto che fosse, non con secondi fini.
-non dovrai più farti questa domanda Ino- le rispose sorridendo -perché fra poco avrai la risposta, aspettami-
Si girò di nuovo e se ne andò. Stavolta Ino non lo richiamò, le lacrime che si mischiavano con la pioggia incessante era tutto quello che aveva da dirgli. La felicità di quel momento le toglieva tutto anche la capacità di parlare, e lelasciava solo due possibilità: o ridere o piangere.
E lei le scelse entrambe.














*Ren, Nana









ANGLO DRYAS:
Esperimento Shika-Ino-Tem dopo la ri-rilettura di Nana ^^. Che ne pensate? Potete dire tutto ovviamente, anche se la pensate in maniera diversa riguardo alla risposta alla domanda. Dico solo che è solo una provocazione non la mia opinione personale, però mi sembrava un tema carino.
Aspetto qualche commento, pleaze!

Baci, Dryas
   
 
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