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Autore: xperfoned    14/08/2014    6 recensioni
il suo nome è April Shave, una ragazza veramente perfetta, la più popolare a scuola e con una brillante carriera da modella alle porte. Insomma,la ragazza che tutte vorrebbero essere. Lui, Luke Hemmings, il classico ragazzo strafottente e superficiale,conosciuto grazie al comportamento che assume con le donne,delle quali è sempre circondato. Sono accomunati da un unico difetto. Loro sono soli,tremendamente soli. Una solitudine da far schifo, che serve,certe volte, a colmare il vuoto che lei stessa ti causa. Ogni giorno entrambi indossano la maschera da ragazzi popolari e fingono, dato che non hanno nessuno con cui essere loro stessi.
Luke è l’incubo di April. Lei è entrata nel suo mirino di conquiste e si sa che quando Hemmings vuole qualcosa,la ottiene.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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April rimase scioccata dalle parole di Luke. Era imprevedibile, era quasi spaventata da ciò che poteva fare perché capiamoci, Luke era in grado di fare qualsiasi cosa. Non si poneva scrupoli, e lei non poteva fare a meno di ammirarlo per questo. Doveva scendere a patti con lui, o veramente avrebbe dovuto iniziare a preoccuparsi. Non voleva che Ashton sapesse che il sentimento d'odio che provava verso suo fratello era solamente una messa in scena, magari un giorno si sarebbe sentita pronta a rivelargli tutta la verità, ma, appunto, doveva farlo lei. Per Ashton, Luke era solamente la perenne seconda scelta, anzi no, non era neanche quella, semplicemente Ashton si fidava troppo della sua ragazza per pensare che lo tradisse.
"Non hai il diritto di farlo, è compito mio. Comunque, per adesso, sto bene così, e non venirmi a dire che tutt'ad un tratto ti preoccupi della felicità di tuo fratello"
"Di lui no, ma di me si"
"Sei un egoista"
"Lo so. Scendiamo a patti ora: io non dirò niente ad Ashton, però tu in cambio dovrai fare tutto quello che voglio io"
"Non se ne parla nemmeno, non oso immaginare cosa la tua mente perversa sia capace di elaborare, quindi no, Hemmings"
"Oh, peccato. Adesso aspetta, fammi vedere un po' cos'ho qui, uh" fece finta di cercare qualcosa in un taschino della giacca, poi ne estrasse il cellulare. Lo sbloccò e fece in modo che April vedesse ciò che voleva fare. Le mostrò lo schermo, mentre era intento a comporre il numero di Ashton.
Non poteva andare così, non doveva finire in quel modo, Ash non se lo meritava.
"Sei un fottuto manipolatore: anche questa volta hai vinto, molla il telefono"
Lui accennò un sorriso sghembo e vittorioso, poi ripose il cellulare dove era prima e lasciò l'aula.


Mentre April era fuori scuola, nel cortile, e si dirigeva verso la fermata del bus, si sentì chiamare. Ashton le faceva cenno dalla macchina, evidentemente voleva offrirle un passaggio, che non rifiutò.
Gli andò incontro e lo baciò, come faceva quando di solito si incontravano. Non si preoccupavano più di scambiarsi effusioni in pubblico, ormai la gente era abituata a vederli insieme.
"Ho pensato che un passaggio fino a casa fosse un'idea carina" esordì lui, sorridente.
"Hai pensato bene" ricambiò il sorriso.
"Ma da quando prendi l'autobus?"
"Da quando mi sono scocciata di farmi a piedi un sacco di strada tutte le mattine. È più comodo"
"In effetti hai ragione".
In macchina parlarono del più e del meno, come farebbero due amici, poi, una volta che ebbe accostato davanti a casa della ragazza, chiese:
"Sei sola anche oggi?"
"A quanto pare.."
"Vieni da me, anche i miei non ci sono e ho bisogno di una mano per non fare organizzare a Luke uno di quei mega festoni. Dai, ti fermi anche per la notte".
Lei sgranò un po' gli occhi ma poi accettò, non sarebbe di certo stata la prima volta che avrebbe dormito a casa di Ashton.

Luke, per tutta la sera, rispettò lo spazio di April e non fece neanche caso al fatto di avere suo fratello e la ragazza che gli aveva rubato il cuore nella stanza a fianco alla sua. Si limitò a rimanere sul divano davanti alla televisione, facendo zapping alla ricerca di qualcosa di decente da vedere.
La testa di Ashton spuntò fuori da una stanza e gli annunciò che sarebbero andati a letto. Lui annuì col capo, semplicemente, senza scostare lo sguardo dallo schermo.
Verso una certa ora spense e andò a dormire anche lui.


Il mattino dopo, quando April si svegliò, fu sorpresa dal fatto di trovarsi davanti Luke anziché Ashton.
Sospirò, stropicciandosi gli occhi, sotto il suo sguardo attento.
"Dov'è Ashton?" chiese, ancora con la bocca un po' impastata dal sonno.
"Ha detto che è uscito per andare a prendere qualcosa per fare colazione, tornerà tra poco"
Lei abbassò gli occhi, per fargli capire che aveva ricevuto il messaggio. 
Luke mosse un braccio fino a farglielo passare sotto il busto, per poi avvicinarla a sé e stringerla in un abbraccio. April poggiò la testa sul suo petto, godendosi quel momento, mentre lui la cingeva anche con l'altro braccio. Le lasciò un bacio sulla fronte, poi le portò il viso vicino al suo. Ormai solo pochi centimetri distanziavano le loro bocche, e entrambi respiravano l'una il fiato dell'altro. Fu April questa volta che prese iniziativa, eliminando la distanza e baciandolo come non aveva mai baciato nessuno. Portò un sua mano tra i capelli, tirandoli leggermente, provocando così un gemito sommesso di Luke. Iniziò a mordere il suo labbro proprio dove era incastrato il piercing, ma il ragazzo tornò a prendere il comando della situazione.
Si staccarono velocemente quando sentirono la porta d'ingresso sbattere e la voce di Ashton dal piano inferiore. Luke fu veloce ad uscire ed entrare di soppiatto nella sua stanza, mentre Ashton faceva ingresso nella sua, dove trovò una April ancora scossa, seduta a gambe incrociate sul suo letto, con le labbra rosse e gonfie.
"Ehm, tutto bene?"
"Oh.. Si, ho solamente fatto un brutto sogno".
Cercò di mascherare il suo disagio con un sorriso mal riuscito, poi Ashton le tese una mano per farla alzare.


Arrivati a scuola, ognuno prese strade diverse, chi nella classe di filosofia, chi a scienze e chi a inglese.
Quella che poteva essere una giornata monotona e del tutto comune, ebbe la sua ribalta verso metà mattina, quando durante la seconda ora, Luke le scrisse di aver bisogno di lei per una cosa.
Chiese il permesso all'insegnante di uscire dalla classe con la scusa del bagno e si mise a cercare il ragazzo.
"Allora sei venuta"
Si voltò e lo trovò appoggiato alla fila di armadietti.
"Spero tu abbia un buon motivo per avermi fatto perdere la lezione"
"Non fare la difficile, April"
La prese per un polso e la portò dentro il bagno dei ragazzi.
"Alan Barrett sabato sera dà una festa alla confraternita, vieni con me"
"Non posso"
"Si, invece, abbiamo un patto. Faccio sempre in tempo ad avvisare il mio caro fratellino" affermò con una smorfia.
"Non sono a Sydney sabato. Ho una sfilata a Melbourne, quindi no, non posso venire"
"Oh figo, per rimediare mi farai una sega".
Il cuore di April prese a battere all'impazzata dalla paura,anche per la schiettezza con cui lo aveva detto, poi, disgustata, ribatté con un secco NO.
"Non soddisferò i tuoi bisogni, Luke, non è nell'accordo"
"E invece si, piccola, poche storie".
Puntò ancora di più i piedi per terra quando lui provò a trascinarla dentro una delle piccole cabine bagno.
"Non rendere tutto più difficile"
"Hai esagerato questa volta, io non ti farò un bel niente"
"Vado a cercare Ashton".
Abbattuta, dovette accettare anche questa condizione. Era una questione di orgoglio, non spettava a Luke immettersi nelle sue faccende di cuore, quindi, controvoglia, si lasciò guidare dal biondo dentro il piccolo e sudicio bagno. 
"Lo so che muori dalla voglia di farlo" le sussurrò all'orecchio Luke.
"Non renderlo più imbarazzante di quello che già non è"
"Ugh, poche storie e muoviti, non abbiamo tanto tempo"
Lo fulminò con un'occhiata, poi, insicura, avvicinò una mano verso il cavallo dei suoi pantaloni per sbottonarli.
"Ti odio Luke Hemmings".
Infilò una mano nei suoi boxer e, sempre molto incerta iniziò con i movimenti. 
Luke, per soffocare i suoi gemiti e gli ansiti, prese a baciarla con foga e questo la aiutò anche a distrarsi da quello che stava facendo sotto.
Dopo alcuni minuti, Luke sentiva ormai di essere vicino al culmine, così spinse via April da lui:
"Non voglio venirti in mano, vai via ora".
Le strappò un un ultimo bacio, poi completò il lavoro che aveva iniziato April, mentre lei correva via da quel bagno, cercando di far finta di niente, come se non ci fosse stato nulla tra loro. In che casini si stava cacciando?




SPAZIO AUTRICE:
ehilà bella gente. Sono riuscita ad aggiornare in tempi decenti. Mi scuso se il capitolo è corto e vi fa schifo. Sulla lunghezza ho provato a lavorarci, ma veramente non posso fare di più. Ditemi se vi piace perché non lo so, non so autocriticarmi, per me, tutto quello che scrivo fa schifo.
Sto cercando di evitare il pezzo hot del capitolo, so che fa schifo, ma odio scrivere su queste cose e penso si sia visto, dato che ho tralasciato molti dettagli.
Vale la regola dell'altra volta, se non vedo recensioni, dite addio alla ff. *quanto sono crudele*
Ne approfitto per pubblicizzare due mie one shot: una è su calum e una è su mike. Mi farebbe piacere se qualcuna le andasse a leggere e mi lasciasse qualche commento.

Alla prossima xx
Fabs
  
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