Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Nero Wolfice    15/08/2014    0 recensioni
Può una giovane fanciulla sacrificare la propria libertà per fermare una guerra non sua? Oppure decidere di combattere contro il mondo che la vuole prigioniera secondo le sue leggi? Scopritelo assieme alla giovane pronipote di Tyrion Lannister e al suo fidato "scudiero abusivo"!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nel tornare finalmente al Castello, il gruppo di armati aveva scelto le prime ore del mattino per muoversi, in modo tale da non dover patire il caldo del giorno prima. Dopo una rapida colazione a base di pane nero, miele e birra cruda, Ygor aveva aiutato il suo signore a indossare la sua magnifica armatura. Non era sfarzosa quanto quella del padre, eppure sul giovane rampollo di casa Lannister appariva addirittura più fulgida, di acciaio smaltato di rosso con rifiniture dorate a forma della rosa della Casa materna. Il mantello di tessuto dorato era fermato sul pettorale da una fibbia a forma di testa di leone ruggente, così come le spalliere, gomitiere e ginocchiere. Il doversi occupare di un'opera così ben fatta riempiva Ygor di orgoglio, e un giorno sperava di poter avere perlomeno una corazza a placche tutta sua, di acciaio semplice, come da tradizione della sua Casa. Dopo l'armatura per Robyn, che non aveva indossato l'elmo, era stato il turno della copertura per il cavallo Tormento, anch'essa di acciaio dipinto d'oro, che lo proteggeva dal muso ai quarti posteriori senza gravare troppo sul robusto dorso della bestia. Era un imponente purosangue da guerra completamente bianco, testardo e fiero. Robyn lo aveva ricevuto in dono da suo padre tre anni prima, ma aveva dovuto faticare parecchio per domarlo e conquistare la sua fiducia. Ora era la sola creatura al mondo a cui sapeva rivolgere un vero sorriso... e il sorriso di Robyn Lannister era malinconico, eppure splendido. Ygor non si era mai stupito del fatto che fosse desiderato da tutte le ragazze dell'Ovest, e non solo in quanto futuro erede di Castel Granito. I suoi riccioli biondi formavano una vera e propria criniera, incorniciando un volto dai lineamenti forti, ma dolci allo stesso tempo. Il suo sguardo, appena tornato da una vittoria, poi, era carico di un ferale orgoglio, che faceva cadere ai suoi piedi perfino le ragazze più timide di Lannisport, e questo lui lo sapeva. Eppure, non avrebbe mai lasciato che le debolezze della carne potessero distoglierlo dai suoi doveri e nemmeno che, unendosi alle popolane che tanto lo desideravano, potesse generare figli bastardi. Preferiva soddisfare i propri desideri nei bordelli, dove le professioniste dell'amore a pagamento non correvano simili rischi e nemmeno lo tediavano con sciocche frasi dettate da sentimenti effimeri facilmente confondibili per amore. Ygor invece avrebbe volentieri provato quei piaceri, ma non era sicuramente in grado di potersi permettere una prostituta e nessuna fra coloro che sospiravano fantasticando sul suo signore lo degnava della benché minima attenzione. Nemmeno quella mattina. La città sotto Castel Granito, che l'armata raggiunse dopo tre ore di cavalcata, brulicava di persone di ogni genere ed ertà che si erano riversate per le strade col solo obiettivo di vedere il giovane Lannister. Era amato dalla gente, che lo riteneva un forte e valoroso condottiero, gentile con gli innocenti e implacabile con i nemici, ignorando completamente il suo lato rancoroso e autolesionistico. Cosa sarebbe accaduto nel momento in cui di questo aspetto del suo carattere si fosse sparsa la voce al di fuori di Castel Granito? Tynnor Lannister era stato abile a evitare che ciò accadesse, perché sperava di poter rimediare alla feroce influenza che il proprio padre aveva avuto sul figlio primogenito e suo erede, ma temeva che ormai potesse essere troppo tardi. Nonostante non amasse affatto la folla, Robyn Lannister alzò il braccio destro in segno di saluto, i riccioli dorati che sobbalzavano ad ogni movimento del destriero. Ygor era rimasto guardingo alle sue spalle, preoccupato per la scelta del suo signore di non portare l'elmo: erano tempi incerti, e non ci si poteva fidare di nessuno nemmeno all'ombra del proprio castello. Le ombre erano serve del Signore della Luce... e il suo Guerriero era ancora seduto sul Trono di Spade. Castel Granito si affacciava sulla scogliera sviluppandosi più al suo interno che in altezza. Eppure, le sue mura esterne superavano i quaranta metri, e le interne sfioravano i cinquanta, splendenti nel riflettere la luce solare. Una volta superato il ponte levatoio, l'armata si accampò nell'ampio cortile che circondava la fortezza principale e Robyn ordinò subito allo scudiero di condurre il proprio destriero nelle stalle e di portare armi e armatura dal fabbro. Ottenuto il permesso, poi, il giovane scudiero Ygor Clegane riposò tutto il resto della mattinata nei suoi appartamenti adiacenti a quelli dell'Erede di Castel Granito. A quanto Robyn gli disse una volta svegliatolo in malo modo, la delegazione Martell, che era finalmente giunta al castello due giorni prima, stava conferendo a lungo con il Lord, quindi l'accesso alla Sala Grande era interdetto a chiunque non entrasse nel merito delle trattative. Era una situazione estremamente delicata e il fatto che il giovane erede non fosse ammesso alla discussione non faceva che aumentarne il nervosismo. Ygor, nell'aiutarlo a levare l'armatura e a cambiarsi d'abito, lo guardò di sottecchi, percependo che ben presto gli sarebbe venuta un'irrefrenabile voglia di sfogarsi su di lui. Il giovane condottiero non riusciva a comprendere per quale ragione non potesse anche solo presenziare, muto, alla destra di suo padre. Suo nonno non aveva fatto altro che maltrattarlo fino al termine dei suoi giorni, e Tynnor, uomo pacifico più incline allo studio che alla battaglia, era stato anch'egli sua vittima. Lo ricordava ancora, alto, magro e rosso in volto, con le folte sopracciglia dorate come sola testimonianza della rigogliosa chioma che doveva aver avuto da giovane. Ma ciò che più ricordava del vecchio Lord erano le sue mani magre dalle dita affusolate. Mani che l'avevano percosso, che avevano stretto la stessa frusta con cui ora lui segretamente si percuoteva, quasi a sopperire alla mancanza delle violenze dell'uomo che era stato suo nonno. Ygor attese finché le vene sul collo del giovane Lannister non raggiunsero il mezzo centimetro di spessore e il suo volto divenne paonazzo. Poi arrivò il pugno, per sua fortuna libero dal guanto d'acciaio dell'armatura. Doveva essere piuttosto grottesco vedere il magro, seppur atletico Robyn, prendere a pugni il massiccio Clegane, più alto di lui di dieci centimetri e dalla muscolatura decisamente più sviluppata. Eppure, il fedele scudiero restò in silenzio ad incassare, mentre il tormentato rampollo continuò in silenzio a riempirlo di colpi. Come ogni volta, si stancò prima del servitore. E come ogni volta, gli concedette il pomeriggio libero. Ygor Clegane, sanguinante in volto, si recò a lavarsi nella tinozza di acqua calda che fece preparare, e adagiandovisi diede sollievo alla sua pelle tumefatta. Una volta consumato un rapido pasto a base di focaccia d'orzo e olive, insalata e vino, si occupò di far rimettere a posto la propria cotta di maglia, ad affilare il suo spadone lungo, la daga e il pugnale, a vedere come stava il suo cavallo fulvo Possente, a spazzolargli la criniera e, infine, si assicurò che anche il magnifico cavallo del proprio signore fosse stato curato a dovere. Quando rientrò per la cena, le porte della Sala Grande erano finalmente state aperte. Seguendo Robyn fino al tavolo, col suo permesso, si allontanò per sedere fra gli altri scudieri. Non era molto socievole e il fatto che fosse così grande e muscoloso rispetto alla sua età non l'aveva certo aiutato in questo senso. Suo fratello, comunque, gli aveva sempre detto che sarebbe stato meglio essere temuto, piuttosto che preso in giro, e quindi a Ygor andava bene così. La delegazione di Dorne era seduta al tavolo dei Lord, perfino paggi e concubine, che nella società dorniana potevano occupare posti di rilievo, cosa impensabile nel resto dei Sette Regni. Ciò aveva dato modo ai vecchi servitori a Castel Granito di commentare scandalizzati la condiscendenza di Lord Tynnor, e anche i giovani scudieri a fianco di Ygor avevano tirato in ballo la questione. In verità, tutti erano impazienti di ascoltare l'esito delle trattative, perfino Ygor. Quando giunse il momento, il Lord di Castel Granito si alzò dal tavolo e impose il silenzio con cortesia, si schiarì la voce e fece alzare anche il magro, bruno emissario di Dorne. -Dopo una lunga trattativa fra Sua Grazia il principe Tollaryo Martell, principe ereditario di Dorne, e me medesimo, Tynnor Lannister, Lord di Castel Granito e Protettore dell'Ovest, dichiaro che non vi è inimicizia alcuna fra il Principato di Dorne e tutti gli eserciti uniti sotto il vessillo del Lord Comandante Supremo dell'esercito dei Sette Dei Finnos Baratheon. Abbiamo difatti concordato, come da missione affidatami da Lord Finnos in persona, di unire le famiglie Baratheon e Martell sposando Mylo Baratheon alla dolce Galia Martell una volta che avranno raggiunto l'età adatta. Ospiteremo la delegazione di Dorne fino a quando l'approvazione di questo accordo ci verrà recapitata da entrambe le corti. Intanto, direi di proseguire coi festeggiamenti!- La serata era andata avanti con i musicanti che avevano suonato fino ad esaurire fiato e unghie, il vino era scorso a fiumi e parecchi, fra i servi, si erano appartati a consumare rapidi momenti d'amore nei numerosi angoli bui e silenziosi di Castel Granito. Ma Ygor, ligio al dovere, appena terminato il pasto si era avvicinato al suo signore, dallo sguardo spento e dal sorriso tirato, pronto a servirlo. Ma egli, dopo uno sguardo fugace, l'aveva congedato, e il Clegane non aveva fatto altro che dileguarsi nei suoi appartamenti, schivando più di qualche serva ubriaca che si sarebbe volentieri portato a letto quel vigoroso giovane uomo.
   
 
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