Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: AyeRivaille    15/08/2014    4 recensioni
"Che diavolo vuole da me? Che diavolo vuole dalla mia vita?! Come fa ad essere così freddo anche in una richiesta come questa? NON DOVREBBE ESSERE IN CAMERA SUA A DIVERTIRSI ADESSO?!
Dunque, io mi chiedo... Sono le 4.45/5.00 di mattina, inizio primavera, fa ancora freddo, siamo sperduti nel niente, ed è ancora buio... Quante cavolo di possibilità ci sono che lui, proprio lui, l'Heichou in persona abbia avuto la mia stessa idea e sia
uscito a prendere aria? Quante?! Rispondo io. NEMMENO UNA. Nemmeno mezza. Nemmeno un millantesimo di miliardo di milione di mezza (millantesimo?). Odio questa cosa. La odio. Il dolore ha lasciato spazio alla rabbia.
Ho l'impressione che potrei andargli vicino e spaccargli ogni minimo osso di quel corpicino minuscolo (...)"
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo, personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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And in the end, the love you take
is equal to the love you make
(The Beatles)

 


Caro Maximilien...


Sono passati molti anni da quando sei morto, sono passati molti anni e molte cose sono cambiate. Moltissime. Ho raggiunto praticamente tutti i miei sogni, lo sai? L’unico sogno che mi rimane è quello di avere un dinosauro da passeggio, però vabbè, non si può avere tutto dalla vita. Sai Maximilien, mi sono sposata. Mi sono sposata con l’uomo che amo, con l’uomo che ho sempre amato, fin da quando, da piccola, mi raccontavi le sue imprese, fin da quando, da piccola, lo incontrai per strada e mi salvò la vita, una delle tante volte in cui mi ha salvato. L’uomo che è l’unico che riesce a darmi calore, nonostante sia così freddo, come facevi te, ricordi? Ricordi quando ti abbracciavo perchè avevo freddo, e poi mi addormentavo addosso a te, e tu dovevi portarmi a letto? Quando nacque Axel iniziò a diventare difficile portare entrambi...

 



Entro in base. Non c’è un cavolo nessuno, perchè è il giorno libero di praticamente tutta la legione e sono tornati quasi tutti in città. Loro hanno una famiglia da cui tornare. Io ho Axel, ma il signorino ha deciso di farsi una bella vacanza proprio adesso, e io rimango qua. Uffa, non mi porta mai in vacanza con sè. Quelli che non sono in città sono in missione, e insomma, mi ritrovo da sola in una base vuota. Ecco, signori miei, io mi chiedo: perchè quel nano isterico del mio fidanzato vuole incontrarmi proprio qua? Di tutti i posti che ci sono... Entro nella base e davvero è completamente vuota. “Secondo me è pazzo” penso. Lo chiamo. E non mi risponde. Santissimi numi, mi hai detto di venire in tutta fretta e non ci sei. Davvero sono completamente da sola, io non ho parole. Vabbè, è stupido, che ci vuoi fare. Decido di vedere se è rimasto un po’ di caffè, ne ho bisogno, io ne ho sempre bisogno, e sono ben... quattro ore che non ne bevo uno. Direi che me lo merito. Entro in cucina, mi avvicino alla dispensa, vedo le poche cose che sono rimaste. Il caffè c’è. Lo vedo. Lui è lì. Mi avvicino al magnifico barattolo che emana una brillante luce aurea ed è accerchiato da angioletti che cantano inni alla gioia (ecco come mi immagino io il caffè), e noto qualcosa di strano, un... biglietto, sì, un biglietto. “Che cavolo hai in mente, nanerottolo?”.
“Sapevo che saresti venuta qua”
Ah, che simpatico.
“Vai alla sala da pranzo, muoviti”
Signorsì signore, ma prima il caffè.
Autoritario, come sempre. Ci fosse una volta in cui gli dò ascolto ehm ehm.
Vabbè, in fondo sono venuta fin qua... Mi avvio con la mia tazzona di caffè (non ho trovato lo zucchero...) verso la sala da pranzo. Arrivo e sul tavolo a cui mi sedevo sempre con la mia squadra trovo 4 cubetti di zucchero (oh, eccolo qua) e un altro biglietto.
“Non mi dai mai ascolto tu eh?”
Senti bello. Io ti amo, ma il mio caffè è il mio caffè... Grazie per lo zucchero comunque.
“Comunque... Perchè ti ho portato qua? Perchè tu non lo sai, ma qua è dove mi sono innamorato di te. Quanti sguardi che ti ho rivolto, quante volte ti ho fissata per minuti minuti e minuti, perdendomi nei tuoi movimenti, nei tuoi gesti più piccoli, nelle tue risate. Quante volte poi, siamo rimasti solo io e te in questa stanza a discutere di lavoro? Quanto pensi che mi interessasse parlare di lavoro con te? Trovavo la scusa più stupida solo per poter stare solo con te e guardarti da vicino. E adesso, mocciosa, esci in giardino”
Perchè mi dici tutto questo? Stupido essere, per poco non mi metto a piangere...
Esco fuori. Un altro biglietto.
“Ti ricordi la sera del fatidico bacio con Petra (di cui ancora non sai la storia, oltretutto)? Ti ricordi che entrambi siamo usciti? Bene, io sono uscito molto prima di te, e mi sono seduta. Ti ho sentita arrivare, ho sentito che ti sedevi, ti ho ascoltata piangere in silenzio, respirare più forte, tirare su col naso come un cagnolino da tartufo. Non ti ho detto che ero lì, per un bel po’, semplicemente perchè volevo sentirti vicina, un altro po’, da persona normale, non da caporale, o da combattente. Volevo sentire il tuo profumo un altro po’, un altro po’... Adesso. Vai più avanti, mocciosa, e troverai un cavallo. Torna in città, alla base, ed in particolare vai davanti alla mia stanza, ma non entrare. Bussa”
Mi sono commossa. Sto piangendo e ridendo contemporaneamente ok? Sì, ma vaffanculo. Devo anche tornare in città. Eh vabbè, dopo una cosa come questa accetto tutto...
Un’oretta e mezza dopo sono in città, davanti alla base. Entro, non c’è nessuno neanche qua. Mi avvio al piano di sopra, arrivo davanti a camera di Levi, Dio, quanti bei ricordi. Un po’ l’ansia che avevo quel giorno, busso.
Perchè sono così nervosa?
Mi apre Levi, ed è bellissimo (come sempre eh).
“Buonasera Heichou, mi ha fatto chiamare, desidera?”
Lo guardo negli occhi e rido. Ride anche lui.
“Così sembra”
Entro, rimango in piedi davanti a lui.
“Qui è dove è cominciato tutto, che buffa la vita eh, Shina? Dopo tutto quel tempo in cui ho avuto paura, di perderti, di soffrire, di non riuscire a farcela, di guardarti sfumare, sfuggirmi dalle mani come sabbia, ti faccio chiamare, un bacio, e via, improvvisamente diventi mia. Perchè per tutto quel tempo ho avuto paura Shina, sai? Anche il terribile più forte combattente dell’intera umanità, il freddissimo Heichou ha paura sai? Anche lui prova emozioni, amore, felicità, rabbia.. Paura.. E tu, tu me le hai fatte provare tutte... Quel giorno decisi che non potevo più aspettare, che sarei potuto morire da lì a qualche ora, e che non sarebbe stato giusto non dirtelo. E quindi, presi forza, chiusi gli occhi, riacquistai padronanza di tutte quelle emozioni che per smettere di soffrire avevo azzerato,e ti feci chiamare. Quando arrivasti, eri così bella, ti presi, ti baciai e ti feci mia. E lo sei ancora, solo mia, e ora che il nostro obiettivo è stato raggiunto, che i titani sono stati sconfitti, che la libertà e la giustizia sono state riconquistate, voglio che tu lo sia per sempre, e voglio che tu lo sia ufficialmente. Insomma, signorina Shina Rose Black, vuole rendermi l’uomo più felice del mondo e...


Diventare mia moglie?”




--
 

E insomma, Maximilien, i titani sono stati sconfitti, sai? Siamo riusciti a riportare la giustizia, la pace, la libertà a questo povero mondo, come abbiamo sempre sognato, il nostro sogno, realizzato. Ce l’abbiamo fatta, Maximilien, e ora viviamo una vita libera e felice, anche grazie a te. Noi della vecchia legione esplorativa adesso abbiamo il compito di educare le nuove reclute, ma i compiti che abbiamo ora sono ben diversi. Adesso dobbiamo esplorare il mondo che per tutto questo tempo è rimasto fuori dalle mura, ed è così bello, fratello mio, così bello! Cavalcare per quelle praterie, respirare quell’aria, che bello, che bello! Ho visto l’immensa distesa di acqua salata, e mi hanno detto quelli che sono andati più in là che esistono davvero quelle enormi distese di sabbia di cui parlavamo!! E’ così bello, finalmente, essere liberi!(1)





Busso. Ho paura. Axel è accanto a me, qui, mi aiuterà. Mi apre la governante, è stupita. Mi guarda, mi sorride, mi abbraccia. Quanti ricordi che ho con lei, quante volte mi ha raccontato favole della buonanotte, o mi ha curato i graffi che mi facevo, senza dire niente a mamma.
Entro. Sono passati 5 anni dall’ultima volta che sono entrata in questa casa, in casa mia, esattamente dal giorno del funerale di Maximilien. Aspetto, la governante mi va ad annunciare. Mi siedo, Axel vicino a me, mi stringe la mano.
Ho paura. Ho paura di sentire ancora il disprezzo di mio padre, di sentirmi ancora colpevole della morte del mio stesso adorato fratello. Non è colpa mia. Non è colpa mia...
Ad un certo punto, dei passi. Qualcuno sta scendendo le scale. Axel mi stringe ancora di più la mano, mi dà un bacio sulla fronte, si alza. Ho paura.
“Shina... Shina Rose...”
“Mamma...”
Sto per dire qualcosa, il discorso che mi sono preparata, ma mi blocco. Dietro a mia madre, mio padre.
Rimango pietrificata, vado nel panico, ho paura, ho paura, risento ricadere addosso a me tutto il mondo, tutto sulle mie spalle, la mia anima sta urlando “non è colpa mia!” ma nessuno lo sente, nemmeno io...
Riprendo coscienza di me, e sto per aprire bocca di nuovo. Mi sono preparata il discorso, l’ho ripetuto mille e mille volte, a Levi, ad Axel, al mio gatto, andrà bene.
“Padre, io...”
Non faccio in tempo.
Mio padre mi corre incontro, e mi abbraccia. Mio padre... Mio padre mi sta abbracciando, e sta piangendo...
“Figlia mia, avrei così tante cose da dirti, così tante, ma l’unica cosa che voglio dirti è ‘Perdono’... Ho sempre sbagliato, sempre, tutto ciò in cui credevo, come mi sono sempre comportato, cosa ho sempre detto e fatto... Ho sempre sbagliato, sempre, sempre sbagliato, vi ho reso la vita un inferno, e tutto per cosa? Cosa? Perdonami, se puoi, e se non puoi sappi almeno che...
Ti voglio bene...”

Ora è tutto perfetto.




--

E quindi eccoci qua, Maximilien, la mia vita è perfetta, Axel non si è ancora trovato la ragazza giusta, ma vabbè, è sempre stato un gran marpione, tu lo sai... La tua bambina, è così bella, cresce così bene, fratello mio, ha i tuoi occhi, i tuoi movimenti, il tuo modo di pensare ma, ahimè, l’essere scapestrata proprio come me ed Axel. A volte mi sembra di rivedere te in lei, proprio come se attraverso i suoi occhi fossi te a guardare, e attraverso le sue labbra tu a ridere... E’ così bella, così bella... Ti amo, fratello mio, mi manchi sempre, e ogni volta che credo di non farcela immagino che tu sia ancora qua con me, mi chiedo “cosa mi direbbe di fare Maximilien?”. Grazie, grazie di tutto, grazie per avermi, e per averci cresciuto, per averci insegnato quali sono davvero i valori, per averci aiutato sempre, difeso, per aver creduto in noi, per essere stato il fratello migliore che potessi mai avere.. Grazie per essere stata una persona fantastica, e, spero, che ovunque tu adesso sia possa continuare a guardarci vivere la nostra vita come tu stesso ci hai insegnato “liberi e giusti, sempre”. Tua nipote, che nascerà fra qualche mese, ascolterà sempre le storie di quell’uomo giusto, grande, buono, morto per i suoi sogni di libertà, e sarà fiera che quello stesso uomo sia stato suo zio.

Con tutto l’affetto del mondo

Shina Rose

 

FINE





Grazie di aver seguito la storia! ^_^
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(1) Non è spoiler, semplicemente ho immaginato che possa andare così ;)

E insomma eccoci qua, dopo tutto questo tempo metto la parola "fine" alla storia
di Shina Rose, e, giuro, non senza un po' di dispiacere. Mi ero affezionata molto
a questa storia, e mi sono divertita molto a scriverla, quindi terminarla mi dispiace un po'
ma in fondo prima o poi doveva succedere...
Nulla, io spero che questa lunga storia vi sia piaciuta, che vi abbia fatto emozionare, ridere,
sorridere, che, insomma, vi siano piaciute le avventure della cara Shina Rose...
Quindi, che dire, alla prossima storia! ^_^
Con tanto affetto,

AyeRivaille







 

  
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