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Autore: milly92    14/09/2008    2 recensioni
Debora è una normalissima ragazza di quasi sedici anni che purtroppo non esita a sentirsi “Sfigata” in ogni occasione, così decide di partecipare ai provini per diventare la “Life coach” del suo aspirante cantante preferito di un programma musicale, Music’s Planet, che si chiama Niko. Con suo grande stupore ce la fà, ma purtroppo per lei quell’evento non è un arrivo, bensì un inizio: ce la farà a vivere nel frenetico mondo della tv, dove contano solo l’aspetto esteriore, i soldi e il potere? Resisterà alle varie offese, orari stancanti e un certo aspirante cantante che la manda in tilt? E se poi all'affetto per Niko si aggiungesse anche quello per Andrea, basato più sul sentimento che sull'aspetto esteriore?? Dedicata a tutti coloro che amano sognare un (bel) po’ e che sanno che essere adolescenti e crescere NON è assolutamente semplice… Baci, milly92 ^^
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Just Believe In Yourself- Debora's Confessions'
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Il Giorno Di Conoscenza Tra Life Coaches ed Artisti

Ciao a tutti! Come va?

Ho deciso di aggiornare dopo soli due giorni perché domani inizierà la nuova settimana scolastica e di sicuro non aggiornerò fino a sabato, spero vi farà piacere.

Questo cap è più dolce di solito, e vede come protagonisti solo Niko e Debora…

Grazie di cuore a coloro che hanno letto lo scorso cap e a coloro che hanno recensito:

Giulls: Come al solito ho aggiornato prima del previsto, spero ne sarai contenta! ^^ Comunque nemmeno io sopporto la Sfortuna, penso si capisca da come la descrivo muahahahaha! Eh si, ora le cosa saranno più facili per Debora senza quelle due oche… o no? xD Grazie mille bella, un bacione!

Sweet_Baby_Love: Mi dispiace che sei impegnata in questi giorni, c’entra l’inizio della scuola? Ti capisco, tranquilla ^_^ Anche io se fossi stata in Debora avrei fatto qualcosa del genere, o forse avrei meditato una vendetta crudele…. mmmmh… Vabbè, non divaghiamo xD Grazie mille, kiss!

Detto ciò… hasta la vista, ci sentiamo verso la fine della prossima settimana! E mi raccomando, aspetto un vostro giudizio!

la vostra milly92

Capitolo 8

Il Giorno Di Conoscenza Tra Life Coaches ed Artisti

“I love you baby…”

Questa stupida canzoncina mi svegliò il giorno dopo alle sette e mezza ad opera della radiosveglia. Aprii gli occhi con un sussulto, mi sembrava di essere appena andata a dormire! E, decisamente, avevo ancora le sfogliatelle sullo stomaco, così mi vestii e non feci colazione quando andai in cucina, dove vi trovai solo i Gold Boyz, formata da Andrea, Giuseppe, Dante e Francesco, mezzi sonnambuli. Non avevo avuto occasione di conoscerli molto bene, a parte Andrea, così ne approfittai per approfondire la loro conoscenza anche perché erano uno dei miei gruppi preferiti.

Stavano leggendo con aria critica un foglio, e commentavano ridendo.

“Cos’è?” chiesi, allontanando la nutella dalla mia portata.

“Il programma di oggi” mi rispose Giuseppe. “Da quel che ho capito ognuno di noi dovrà andare in giro per la Campania con il proprio life coach”

A quella notizia le mie orecchie si appuntirono, decisa a saperne di più. Presi l’elenco e lessi con attenzione.

C’era scritto, sotto il titolo: “Giorno di conoscenza tra life coaches ed artisti”:

Ore 10.00:Gold Boyz e Samanta al Centro Campania. Rosangela e Giacomo al Golfo di Napoli. Massimo e Rita al Maschio Angioino. Luigi e Armando al Famila. Niko e Debora alla Reggia di Caserta.

Non seguii la lettura a causa della notizia. Io e Niko alla Reggia, ovvero il luogo dove avevo sognato di conoscerlo nemmeno un mese prima, quando ci andai con la mia scuola?!

Già davanti a me vedevo una scena in cui io e lui correvamo mano nella mano tra i prati della Reggia, accompagnati da quella stupida canzoncina “I love you baby”…

Così, mentre qualcun altro si alzava, corsi nel dormitorio di Niko, Max e Luigi per svegliarlo. Insomma, ora dovevo anche fare da mammina… Ma la cosa non mi dispiacque affatto.

Entrai furtivamente,  quasi con passo felpato, con tanto di vassoio con la colazione. Dormiva nel letto centrale, era disteso sulla schiena e sembrava profondamente addormentato, oltre che ad un angioletto. E, ciliegina sulla torta, dormiva con una canottiera aderente blu invece che con il classico pigiama. Mentre “I love you baby” mi rimbombava ancora nelle orecchie lo scrollai lievemente, sussurrando: “Niko? Sveglia!”

Si mosse appena, e dovetti richiamarlo una seconda volta per svegliarlo completamente.

“Oh, buongiorno” disse ancora mezzo addormentato.

“Buongiorno” risposi, porgendogli il vassoio della colazione e posandolo davanti a lui.

“A cosa devo questo precoce risveglio?” mi chiese, dopo avermi ringraziato per la colazione e guardando l’orologio: erano le otto e cinque. “Di solito il giorno dopo il serale dormo fino alle undici…”

“Mi dispiace, ma oggi abbiamo una piccola gita alla Reggia di Caserta” gli spiegai sedendomi sul letto.

Gli dissi tutto quello che sapevo con amorevoli dettagli e alla fine se ne uscì con un: “Bello! Non sono mai stato alla Reggia!”.

“Perciò muoviti, che per le nove  dobbiamo essere pronti”

Personalmente ce la feci a stento e Niko mi aspettò per minimo venti minuti. Essere presentabile era molto importante per me, così sciolsi i capelli che erano ancora lisci e vi aggiunsi solo una fascia arancio, abbinata alla maglietta. Inaugurai gli occhiali da sole che mi avevano regalato i miei prima di partire ed uscii, sentendomi un po’ strana: mi ero preparata fin troppo in pace senza Martina che mi chiamava ogni tre secondi chiedendomi di prestarle qualcosa e Giulia che mi chiedeva: “Come sto?”.

Le mie nuove compagne di stanza, Rita e Samanta, erano un po’ più simpatiche, ma a parte che avevano rispettivamente ventuno e venticinque anni, erano molto più tranquille. almeno così mi sembrava. Ciò, in quel momento, poteva essere sia un pro che un contro.

“Alleluia!” esclamò Niko vedendomi. “Ma cosa ci siamo messe in testa stamattina?” aggiunse, indicando gli occhiali da sole, il giubbino di pelle e la borsa nera di Hello Kitty, in perfetto contrasto con il mio stile del momento.

“Volevo sembrare una bodyguard” ironizzai.

Così salimmo nella BMW della produzione che in nemmeno un’ora ci condusse alla Reggia, tempo durante il quale ci limitammo ad ascoltare musica nel suo i-pod. La Reggia era maestosa come sempre, ricca di opere dallo strano fascino.

L’autista, prima di lasciarci, mi affidò una serie di fogli, tra cui spiccava l’intero programma.

10:15/11:30: Visita libera della Reggia e del parco.

La gente ci guardava, ma quasi nessuno riconobbe Niko dato che erano quasi tutti turisti stranieri. Invece la guida sì, si fece fare un autografo ed una foto e poi acconsentì a lasciarci visitare le stanze da soli perché Niko non sopportava le guide.

“Scusami” si giustificò, “Ma mi addormento e non servirebbe a nulla”.

Ci soffermammo a guardare le sale più belle come quella da ballo, enorme. Me lo sarei fatto un bel valzer con lui lì…

“Wa, certo che questo re era un nano!” esclamò vedendo il letto di non so quale re.

“E’ una ricostruzione” specificai, “Lo disse la guida quando ci venni a fine Marzo. Praticamente questa stanza era stata distrutta, non mi ricordo perché, così fecero una fedele imitazione…”

Niko mi guardò. “E tu l’hai pure ascoltata?” mi chiese stupito.

“Un po’” mi giustificai, mentre lui rideva scuotendo il capo.

“Sei l’unica persona che conosco che abbia mai ascoltato una guida”

“Sono anche l’unica persona che conosci che però ti sta facendo entrare qualche informazione in quel cervellino, non esiste solo la musica, sai” risposi con tono dispettoso.

Lui non se la prese, anzi, cacciò di nuovo fuori il suo i-pod e iniziammo a sentire un po’ di musica, perché non poteva non ascoltare qualche canzone dopo che aveva sentito pronunciare la parola musica, o almeno così si giustificò.

E, ovviamente, non mi accorsi che dietro di noi c’era il camera man che aveva ripreso quella simpatica scena.

“Bene, ora devo andare al Famila da luigi… Ritornerò qui oggi pomeriggio” si congedò e se ne andò insieme la troupe.

Finalmente!

La visita del parco fu decisamente migliore… Vi dico solo che ce ne stemmo sdraiati sull’erba , a chiacchierare riguardo gli eventi della sera prima  e ad ascoltare ancora musica.

Mi sentivo bene, fin troppo…

11:30/13:00: Libera attività e pranzo nel bar della Reggia

“Scusa, ma cosa ce lo hanno dato a fa ‘sto programma?” chiesi scocciata mentre mi rialzavo dal prato per constatare che avevo fatto bene a stendermi sul giubbino dato che era un po’ bagnato. “Insomma, tanto non c’è nessuno che ci controlla”

“Magari fosse così” rispose Niko rabbuiato, rialzandosi e avvicinandosi lentamente a me per poi dire a bassa voce: “Li vedi quei due tipi in giacca e cravatta?” mi chiese, indicando con lo sguardo due tipi abbastanza grossi molto lontani da noi.

“Si…”

“Mi sa che sono i bodyguard di turno, ci stanno sempre dietro mantenendo le distanze. Di certo il programma non può lasciarci incustoditi…”

Ci guardammo scocciati, poi imitai un sorriso stiracchiato: “Ma almeno siamo qui a rilassarci un pò, no? E’ vero che stiamo soli come due scemi, ma è meglio di niente…”

“Meglio stare qui con te che con qualcun altro del loft” mi rivelò, ritornando a distendersi, facendomi diventare rosso fuoco.

“Ehm, perché scusa? Gli altri li conosci da più tempo di me…”

“Si, ma con te mi sento più a casa mia, lì è una noia, tra le paranoie di Rossella, gli atteggiamenti pomposi e un po’ falsi di Simona…”

Sorrisi compiaciuta e ristendendomi al suo fianco. Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere, senza nessun motivo preciso.

Il pranzo fu una delle cose migliori, mangiammo pizza, una vera pizza, dopo tanto tempo e ci gonfiammo di coca cola.

“Non vuoi un po’ di birra?” mi chiese Niko, porgendomi la bottiglia.

“No, grazie, poi non te la consiglio dato che dopo abbiamo molti km da fare a piedi…”

13:15/16:30: Salita fino alla cascata, visita del giardino inglese e svolta del test di conoscenza.

Dovevamo salire fino alla cascata e al giardino inglese, e percorrendo perciò circa 3 km all’andata e 3 al ritorno. Quegli uomini se ne stavano sempre molto più indietro di noi per controllarci , ma non gli badavamo più di tanto.

“Oh Dio, non ce la faccio più!” mi lamentai dopo nemmeno 1 km. Mi sentivo ancora la pizza sullo stomaco, invece Niko sembrava ancora pieno di energie. La birra gli aveva fatto bene a quanto pareva…

“Dai, life coach! Un po’ di resistenza!”

Lo guardai storto mentre mi toglievo il giubbino di pelle e rimanevo a mezze maniche.

“Anche se sono una life coach non vuol dire che sia superman!” ribattei, piegandomi sulle ginocchia.

“Allora ti porto io per un po’” si offrì, avvicinandosi.

Di sicuro, dinanzi a quella proposta, divenni color arcobaleno, uscendomene con un sonoro: “Che?!”

“Su, vieni”

“No, no, ma che, sono molto pesante!”

“Ho fatto palestra, tranquilla”

Non ebbi il tempo di ribattere che mi aveva sollevata da terra,  facendomi urlare come un’ossessa.

“Shh, zitta! Senò quelli chissà che si pensano!” mi pregò, mentre mi stringeva meglio ed iniziava a camminare.

“No, è inutile, fammi scendere…” protestai, solo perché averlo così vicino a me, con i nostri visi a poca distanza, era una tortura.

“Zitta e aggrappati di più” fu la sua risposta.

Così, senza nessuna via di scampo, strinsi più le braccia al suo collo e rimasi così per svariati minuti. Mi aspettavo che mi avrebbe presa sulle spalle, ed invece…  Camminava stringendomi, tenendo la presa ben salda, e mi guardava negli occhi molto spesso, sorridendomi.

Con la scusa di sederci un po’ però mi lasciò scendere dieci minuti dopo, ansimando.

“Cosa ti avevo detto? E’ una faticaccia, non sono più una bambina” dissi, mentre prendevo posto vicino a lui su una delle panchine che stavano sul prato laterale alla salita.

“Non sei pesante, dai. Mi sono fatto un po’ di muscoli” ribattè cercando di rassicurarmi.

Erano le due, così ce la prendemmo comoda.

Vedemmo una coppia di fidanzatini passeggiare felici, di sicuro tedeschi o giù di lì, e quasi lessi un velo di invidia nel suo sguardo.

“Vorresti essere al loro posto?” chiesi comprensiva.

“No, solo che sarebbe bello passeggiare mano nella mano con una brava ragazza e sentirsi felici così” fu la sua risposta atona.

Brava ragazza?

“Perché proprio brava ragazza?”

“Perché mi sono sempre piaciute le stronze che dopo un mese si scocciavano” dichiarò sbuffando.

“A me è piaciuto, anzi, forse ho amato, uno stronzo che dopo quattro mesi mollava tutte e che, almeno nel mio caso, se ne è uscito con la storia della “pausa di riflessione” senza farsi più sentire e mettendosi con un’altra” spiegai amareggiata.

Un altro sguardo.

“Ci ha perso lui. Che te ne frega, sei ancora un po’ piccola per certe cose…”

“Piccola?! Cavoli, ho quasi sedici anni!”

“Ed io ne ho diciannove”

“Tanto piacere”

E, come al solito, ecco l’ennesima risata per sdrammatizzare. L’argomento “amori passati” fu messo da parte, fino al momento del test di conoscenza.

Lo svolgemmo alle tre meno un quarto, ora in cui arrivammo alla cascata.

Presi il foglio e iniziai a leggere.

“Allora… Sai quando sono nata?”

“Ehm… A giugno del 1992…”

“Si, ma precisamente?”

Mi guardò come un alunno all’interrogazione che non era molto preparato. “Non lo so”

“Il primo giugno ”

“Ah ok, così ti mando gli auguri…”

Quella era un’occasione da cogliere al volo….

“Ma se non hai nemmeno il mio numero o indirizzo msn!” sbottai.

E, signore e signori, fu così che glielo diedi e ottenni il suo numero, oltre al suo indirizzo e-mail.

“Qual è il mio colore preferito?”

“Azzurro e rosa!” fu la sua risposta pronta, come a dire: “Vedi che questa la so!”

“Squadra del cuore?”

“Napoli!”

“Ho migliore amiche o amici?”

“Ehm, si, quelle quattro che vennero a trovarti” disse, riflettendo.

“E come si chiamano?” chiesi; era troppo divertente fare la prof!

“Boh”

“Cristina, Lina, Sabrina e Giusy”

Seguirono altre domande pallose, fino a quella sul primo bacio.

“Dai, racconta, sono curioso!”

“Ok…”

“Quanti anni avevi?”

“Quattordici” dichiarai, scrutandolo.

La sua reazione non fu niente di che, annuii e mi guardò come a dire “continua”. 

“E tu, a quanti anni?” gli domandai super curiosa.

“Tredici”

Mi raccontò tutta la situazione, che era stato per gioco durante il gioco della bottiglia, ed io raccontai la mia esperienza,ovvero dopo aver ballato un lento ad una festa al primo anno di liceo, che lui giudicò “Più romantica”.

Alla fine il test andò a farsi benedire, perché continuammo a parlare delle nostre storie d’amore…

“Voglio davvero innamorarmi ora, trovare la donna della mia vita, che sia dolce, disponibile, sincera, ma soprattutto seria” mi rivelò mentre ci aggiravamo per il giardino inglese, davanti al laghetto.

“Idem” risposi. Peccato che io ce l’avessi davanti il ragazzo dei miei sogni…

Ci addentrammo nella gotta lì vicino, dove iniziai a tremare per il freddo.

“Hai freddo?” mi chiese premurosamente. Si avvicinò, mettendomi una mano sulla spalla.

“Un po’…”

Non volevo fare la gatta morta, così mi guardai intorno, scrutando le pareti, quando sentii le sue braccia forti abbracciarmi da dietro.

Rimasi immobile, un’ondata di calore mi pervase all’improvviso. Sarei rimasta così per secoli!

Mi voltai e ci trovammo naso contro naso.

Ora al freddo si era sostituito un caldo in stile 41 gradi di febbre…

“Grazie” sussurrai, “Ora va molto meglio”

“Anche a me”  rispose incoraggiante,e mi tenne abbracciata a se finchè non andammo nel giardino e ritornammo nel parco dove ci aspettava il camera man, che ci fece fare qualche ripresa mentre fingevamo di risalire fino alla cascata e parlavamo. Si allontanò non appena lo vide, fingendo di non aver fatto nulla.

Ogni tanto ci guardavamo, incrociando i nostri sguardi, e sorridevamo come due ebeti.

Ritornammo nel loft alle cinque e mezzo, e durante i breve tragitto in auto pensavo solo a una cosa: lì mi stavo innamorando per davvero di Tony, non era più solo quella cotta da ragazzina per il mito della tv, no, era proprio come il ragazzo che avevo sempre sognato, con i suoi pregi e difetti…

Una volta ritornati ci presentarono quei due bodyguard e fingemmo di non averli riconosciuti: dopotutto dovevo essergli riconoscente, non si erano permessi di seguirci fino alla grotta!

Qualche Anticipazione:

“E qual è? Non la conosco onestamente” ammise Maria.

“Vabbè, la voglio provare, me la sento addosso!” disse improvvisamente Niko dopo un minuto di esitazione.

_____________

La guardammo con tanto d’occhi: cosa poteva mai dirci una coreografa ballerina eccetera eccetera?!

_____________

 

Niko si voltò verso di me. “Cosa?” chiese.

Per un istante credetti di leggere una nota di gelosia nella sua voce e nel suo sguardo , prima di darmi della stupida.

_____________

“Si, aspetta, Massimo! Abbassa la voce! Un’ultima cosa: se stanotte sognassi una ragazza di che forse mi piace… Cosa vorrebbe dire? Cioè, se questo si aggiungesse al fatto che la penso spesso…”

“Niko, ma quanti anni hai? Mi sembri un bambino! Tu di questa già ne sei cotto! Stop! Ora però mi dici chi è…?”

  
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