Ciao a tutti! Come va?
Ho deciso di aggiornare dopo
soli due giorni perché domani inizierà la nuova settimana scolastica e di sicuro
non aggiornerò fino a sabato, spero vi farà piacere.
Questo cap è più dolce di
solito, e vede come protagonisti solo Niko e Debora…
Grazie di cuore a coloro che
hanno letto lo scorso cap e a coloro che hanno recensito:
Giulls: Come al solito ho
aggiornato prima del previsto, spero ne sarai contenta! ^^ Comunque nemmeno io
sopporto la Sfortuna, penso si capisca da come la descrivo muahahahaha! Eh si,
ora le cosa saranno più facili per Debora senza quelle due oche… o no? xD
Grazie mille bella, un bacione!
Sweet_Baby_Love: Mi dispiace
che sei impegnata in questi giorni, c’entra l’inizio della scuola? Ti capisco,
tranquilla ^_^ Anche io se fossi stata in Debora avrei fatto qualcosa del
genere, o forse avrei meditato una vendetta crudele…. mmmmh… Vabbè, non
divaghiamo xD Grazie mille, kiss!
Detto ciò… hasta la vista, ci
sentiamo verso la fine della prossima settimana! E mi raccomando, aspetto un
vostro giudizio!
la vostra milly92
Capitolo 8
Il Giorno Di Conoscenza Tra Life Coaches ed Artisti
“I love you baby…”
Questa stupida canzoncina mi
svegliò il giorno dopo alle sette e mezza ad opera della radiosveglia. Aprii
gli occhi con un sussulto, mi sembrava di essere appena andata a dormire! E,
decisamente, avevo ancora le sfogliatelle sullo stomaco, così mi vestii e non
feci colazione quando andai in cucina, dove vi trovai solo i Gold Boyz, formata
da Andrea, Giuseppe, Dante e Francesco, mezzi sonnambuli. Non avevo avuto
occasione di conoscerli molto bene, a parte Andrea, così ne approfittai per
approfondire la loro conoscenza anche perché erano uno dei miei gruppi
preferiti.
Stavano leggendo con aria
critica un foglio, e commentavano ridendo.
“Cos’è?” chiesi, allontanando
la nutella dalla mia portata.
“Il programma di oggi” mi
rispose Giuseppe. “Da quel che ho capito ognuno di noi dovrà andare in giro per
la Campania con il proprio life coach”
A quella notizia le mie
orecchie si appuntirono, decisa a saperne di più. Presi l’elenco e lessi con
attenzione.
C’era scritto, sotto il
titolo: “Giorno di conoscenza tra life
coaches ed artisti”:
Ore 10.00:Gold Boyz e Samanta
al Centro Campania. Rosangela e Giacomo al Golfo di Napoli. Massimo e Rita al
Maschio Angioino. Luigi e Armando al Famila. Niko e Debora alla Reggia di Caserta.
Non seguii la lettura a causa
della notizia. Io e Niko alla Reggia, ovvero il luogo dove avevo sognato di
conoscerlo nemmeno un mese prima, quando ci andai con la mia scuola?!
Già davanti a me vedevo una
scena in cui io e lui correvamo mano nella mano tra i prati della Reggia,
accompagnati da quella stupida canzoncina “I love you baby”…
Così, mentre qualcun altro si
alzava, corsi nel dormitorio di Niko, Max e Luigi per svegliarlo. Insomma, ora
dovevo anche fare da mammina… Ma la cosa non mi dispiacque affatto.
Entrai furtivamente, quasi con passo felpato, con tanto di vassoio
con la colazione. Dormiva nel letto centrale, era disteso sulla schiena e
sembrava profondamente addormentato, oltre che ad un angioletto. E, ciliegina
sulla torta, dormiva con una canottiera aderente blu invece che con il classico
pigiama. Mentre “I love you baby” mi rimbombava ancora nelle orecchie lo
scrollai lievemente, sussurrando: “Niko? Sveglia!”
Si mosse appena, e dovetti
richiamarlo una seconda volta per svegliarlo completamente.
“Oh, buongiorno” disse ancora
mezzo addormentato.
“Buongiorno” risposi,
porgendogli il vassoio della colazione e posandolo davanti a lui.
“A cosa devo questo precoce
risveglio?” mi chiese, dopo avermi ringraziato per la colazione e guardando l’orologio:
erano le otto e cinque. “Di solito il giorno dopo il serale dormo fino alle
undici…”
“Mi dispiace, ma oggi abbiamo
una piccola gita alla Reggia di Caserta” gli spiegai sedendomi sul letto.
Gli dissi tutto quello che
sapevo con amorevoli dettagli e alla fine se ne uscì con un: “Bello! Non sono
mai stato alla Reggia!”.
“Perciò muoviti, che per le
nove dobbiamo essere pronti”
Personalmente ce la feci a
stento e Niko mi aspettò per minimo venti minuti. Essere presentabile era molto
importante per me, così sciolsi i capelli che erano ancora lisci e vi aggiunsi
solo una fascia arancio, abbinata alla maglietta. Inaugurai gli occhiali da
sole che mi avevano regalato i miei prima di partire ed uscii, sentendomi un
po’ strana: mi ero preparata fin troppo in pace senza Martina che mi chiamava
ogni tre secondi chiedendomi di prestarle qualcosa e Giulia che mi chiedeva:
“Come sto?”.
Le mie nuove compagne di
stanza, Rita e Samanta, erano un po’ più simpatiche, ma a parte che avevano
rispettivamente ventuno e venticinque anni, erano molto più tranquille. almeno
così mi sembrava. Ciò, in quel momento, poteva essere sia un pro che un contro.
“Alleluia!” esclamò Niko
vedendomi. “Ma cosa ci siamo messe in testa stamattina?” aggiunse, indicando
gli occhiali da sole, il giubbino di pelle e la borsa nera di Hello Kitty, in
perfetto contrasto con il mio stile del momento.
“Volevo sembrare una
bodyguard” ironizzai.
Così salimmo nella BMW della
produzione che in nemmeno un’ora ci condusse alla Reggia, tempo durante il
quale ci limitammo ad ascoltare musica nel suo i-pod. La Reggia era maestosa
come sempre, ricca di opere dallo strano fascino.
L’autista, prima di
lasciarci, mi affidò una serie di fogli, tra cui spiccava l’intero programma.
10:15/11:30: Visita libera della Reggia e del parco.
La gente ci guardava, ma
quasi nessuno riconobbe Niko dato che erano quasi tutti turisti stranieri.
Invece la guida sì, si fece fare un autografo ed una foto e poi acconsentì a
lasciarci visitare le stanze da soli perché Niko non sopportava le guide.
“Scusami” si giustificò, “Ma
mi addormento e non servirebbe a nulla”.
Ci soffermammo a guardare le
sale più belle come quella da ballo, enorme. Me lo sarei fatto un bel valzer
con lui lì…
“Wa, certo che questo re era
un nano!” esclamò vedendo il letto di non so quale re.
“E’ una ricostruzione”
specificai, “Lo disse la guida quando ci venni a fine Marzo. Praticamente
questa stanza era stata distrutta, non mi ricordo perché, così fecero una
fedele imitazione…”
Niko mi guardò. “E tu l’hai
pure ascoltata?” mi chiese stupito.
“Un po’” mi giustificai,
mentre lui rideva scuotendo il capo.
“Sei l’unica persona che
conosco che abbia mai ascoltato una guida”
“Sono anche l’unica persona
che conosci che però ti sta facendo entrare qualche informazione in quel
cervellino, non esiste solo la musica, sai” risposi con tono dispettoso.
Lui non se la prese, anzi,
cacciò di nuovo fuori il suo i-pod e iniziammo a sentire un po’ di musica,
perché non poteva non ascoltare qualche canzone dopo che aveva sentito
pronunciare la parola musica, o almeno così si giustificò.
E, ovviamente, non mi accorsi
che dietro di noi c’era il camera man che aveva ripreso quella simpatica scena.
“Bene, ora devo andare al
Famila da luigi… Ritornerò qui oggi pomeriggio” si congedò e se ne andò insieme
la troupe.
Finalmente!
La visita del parco fu
decisamente migliore… Vi dico solo che ce ne stemmo sdraiati sull’erba , a
chiacchierare riguardo gli eventi della sera prima e ad ascoltare ancora musica.
Mi sentivo bene, fin troppo…
11:30/13:00: Libera attività e pranzo nel bar della
Reggia
“Scusa, ma cosa ce lo hanno
dato a fa ‘sto programma?” chiesi scocciata mentre mi rialzavo dal prato per
constatare che avevo fatto bene a stendermi sul giubbino dato che era un po’
bagnato. “Insomma, tanto non c’è nessuno che ci controlla”
“Magari fosse così” rispose Niko
rabbuiato, rialzandosi e avvicinandosi lentamente a me per poi dire a bassa
voce: “Li vedi quei due tipi in giacca e cravatta?” mi chiese, indicando con lo
sguardo due tipi abbastanza grossi molto lontani da noi.
“Si…”
“Mi sa che sono i bodyguard
di turno, ci stanno sempre dietro mantenendo le distanze. Di certo il programma
non può lasciarci incustoditi…”
Ci guardammo scocciati, poi
imitai un sorriso stiracchiato: “Ma almeno siamo qui a rilassarci un pò, no? E’
vero che stiamo soli come due scemi, ma è meglio di niente…”
“Meglio stare qui con te che
con qualcun altro del loft” mi rivelò, ritornando a distendersi, facendomi
diventare rosso fuoco.
“Ehm, perché scusa? Gli altri
li conosci da più tempo di me…”
“Si, ma con te mi sento più a
casa mia, lì è una noia, tra le paranoie di Rossella, gli atteggiamenti pomposi
e un po’ falsi di Simona…”
Sorrisi compiaciuta e
ristendendomi al suo fianco. Ci guardammo negli occhi e scoppiammo a ridere,
senza nessun motivo preciso.
Il pranzo fu una delle cose
migliori, mangiammo pizza, una vera pizza,
dopo tanto tempo e ci gonfiammo di coca cola.
“Non vuoi un po’ di birra?”
mi chiese Niko, porgendomi la bottiglia.
“No, grazie, poi non te la
consiglio dato che dopo abbiamo molti km da fare a piedi…”
13:15/16:30: Salita fino alla cascata, visita del
giardino inglese e svolta del test di conoscenza.
Dovevamo salire fino alla
cascata e al giardino inglese, e percorrendo perciò circa 3 km all’andata e 3
al ritorno. Quegli uomini se ne stavano sempre molto più indietro di noi per
controllarci , ma non gli badavamo più di tanto.
“Oh Dio, non ce la faccio
più!” mi lamentai dopo nemmeno 1 km. Mi sentivo ancora la pizza sullo stomaco,
invece Niko sembrava ancora pieno di energie. La birra gli aveva fatto bene a
quanto pareva…
“Dai, life coach! Un po’ di resistenza!”
Lo guardai storto mentre mi
toglievo il giubbino di pelle e rimanevo a mezze maniche.
“Anche se sono una life coach
non vuol dire che sia superman!” ribattei, piegandomi sulle ginocchia.
“Allora ti porto io per un
po’” si offrì, avvicinandosi.
Di sicuro, dinanzi a quella
proposta, divenni color arcobaleno, uscendomene con un sonoro: “Che?!”
“Su, vieni”
“No, no, ma che, sono molto
pesante!”
“Ho fatto palestra,
tranquilla”
Non ebbi il tempo di
ribattere che mi aveva sollevata da terra,
facendomi urlare come un’ossessa.
“Shh, zitta! Senò quelli chissà che si pensano!” mi pregò,
mentre mi stringeva meglio ed iniziava a camminare.
“No, è inutile, fammi
scendere…” protestai, solo perché averlo così vicino a me, con i nostri visi a
poca distanza, era una tortura.
“Zitta e aggrappati di più”
fu la sua risposta.
Così, senza nessuna via di
scampo, strinsi più le braccia al suo collo e rimasi così per svariati minuti.
Mi aspettavo che mi avrebbe presa sulle spalle, ed invece… Camminava stringendomi, tenendo la presa ben
salda, e mi guardava negli occhi molto spesso, sorridendomi.
Con la scusa di sederci un
po’ però mi lasciò scendere dieci minuti dopo, ansimando.
“Cosa ti avevo detto? E’ una
faticaccia, non sono più una bambina” dissi, mentre prendevo posto vicino a lui
su una delle panchine che stavano sul prato laterale alla salita.
“Non sei pesante, dai. Mi
sono fatto un po’ di muscoli” ribattè cercando di rassicurarmi.
Erano le due, così ce la
prendemmo comoda.
Vedemmo una coppia di
fidanzatini passeggiare felici, di sicuro tedeschi o giù di lì, e quasi lessi
un velo di invidia nel suo sguardo.
“Vorresti essere al loro
posto?” chiesi comprensiva.
“No, solo che sarebbe bello
passeggiare mano nella mano con una brava ragazza e sentirsi felici così” fu la
sua risposta atona.
Brava ragazza?
“Perché proprio brava
ragazza?”
“Perché mi sono sempre
piaciute le stronze che dopo un mese si scocciavano” dichiarò sbuffando.
“A me è piaciuto, anzi, forse
ho amato, uno stronzo che dopo quattro mesi mollava tutte e che, almeno nel mio
caso, se ne è uscito con la storia della “pausa di riflessione” senza farsi più
sentire e mettendosi con un’altra” spiegai amareggiata.
Un altro sguardo.
“Ci ha perso lui. Che te ne
frega, sei ancora un po’ piccola per certe cose…”
“Piccola?! Cavoli, ho quasi
sedici anni!”
“Ed io ne ho diciannove”
“Tanto piacere”
E, come al solito, ecco
l’ennesima risata per sdrammatizzare. L’argomento “amori passati” fu messo da
parte, fino al momento del test di conoscenza.
Lo svolgemmo alle tre meno un
quarto, ora in cui arrivammo alla cascata.
Presi il foglio e iniziai a
leggere.
“Allora… Sai quando sono
nata?”
“Ehm… A giugno del 1992…”
“Si, ma precisamente?”
Mi guardò come un alunno
all’interrogazione che non era molto preparato. “Non lo so”
“Il primo giugno ”
“Ah ok, così ti mando gli
auguri…”
Quella era un’occasione da
cogliere al volo….
“Ma se non hai nemmeno il mio
numero o indirizzo msn!” sbottai.
E, signore e signori, fu così
che glielo diedi e ottenni il suo numero, oltre al suo indirizzo e-mail.
“Qual è il mio colore
preferito?”
“Azzurro e rosa!” fu la sua
risposta pronta, come a dire: “Vedi che questa la so!”
“Squadra del cuore?”
“Napoli!”
“Ho migliore amiche o amici?”
“Ehm, si, quelle quattro che
vennero a trovarti” disse, riflettendo.
“E come si chiamano?” chiesi;
era troppo divertente fare la prof!
“Boh”
“Cristina, Lina, Sabrina e
Giusy”
Seguirono altre domande
pallose, fino a quella sul primo bacio.
“Dai, racconta, sono
curioso!”
“Ok…”
“Quanti anni avevi?”
“Quattordici” dichiarai,
scrutandolo.
La sua reazione non fu niente
di che, annuii e mi guardò come a dire “continua”.
“E tu, a quanti anni?” gli domandai
super curiosa.
“Tredici”
Mi raccontò tutta la
situazione, che era stato per gioco durante il gioco della bottiglia, ed io
raccontai la mia esperienza,ovvero dopo aver ballato un lento ad una festa al
primo anno di liceo, che lui giudicò “Più romantica”.
Alla fine il test andò a
farsi benedire, perché continuammo a parlare delle nostre storie d’amore…
“Voglio davvero innamorarmi
ora, trovare la donna della mia vita, che sia dolce, disponibile, sincera, ma
soprattutto seria” mi rivelò mentre ci aggiravamo per il giardino inglese,
davanti al laghetto.
“Idem” risposi. Peccato che
io ce l’avessi davanti il ragazzo dei miei sogni…
Ci addentrammo nella gotta lì
vicino, dove iniziai a tremare per il freddo.
“Hai freddo?” mi chiese
premurosamente. Si avvicinò, mettendomi una mano sulla spalla.
“Un po’…”
Non volevo fare la gatta
morta, così mi guardai intorno, scrutando le pareti, quando sentii le sue
braccia forti abbracciarmi da dietro.
Rimasi immobile, un’ondata di
calore mi pervase all’improvviso. Sarei rimasta così per secoli!
Mi voltai e ci trovammo naso
contro naso.
Ora al freddo si era
sostituito un caldo in stile 41 gradi di febbre…
“Grazie” sussurrai, “Ora va
molto meglio”
“Anche a me” rispose incoraggiante,e mi tenne abbracciata
a se finchè non andammo nel giardino e ritornammo nel parco dove ci aspettava
il camera man, che ci fece fare qualche ripresa mentre fingevamo di risalire
fino alla cascata e parlavamo. Si allontanò non appena lo vide, fingendo di non
aver fatto nulla.
Ogni tanto ci guardavamo,
incrociando i nostri sguardi, e sorridevamo come due ebeti.
Ritornammo nel loft alle
cinque e mezzo, e durante i breve tragitto in auto pensavo solo a una cosa: lì
mi stavo innamorando per davvero di Tony, non era più solo quella cotta da ragazzina
per il mito della tv, no, era proprio come il ragazzo che avevo sempre sognato,
con i suoi pregi e difetti…
Una volta ritornati ci
presentarono quei due bodyguard e fingemmo di non averli riconosciuti:
dopotutto dovevo essergli riconoscente, non si erano permessi di seguirci fino
alla grotta!
Qualche Anticipazione:
“E qual è? Non la conosco
onestamente” ammise Maria.
“Vabbè, la voglio provare, me
la sento addosso!” disse improvvisamente Niko dopo un minuto di esitazione.
_____________
La guardammo con tanto
d’occhi: cosa poteva mai dirci una coreografa ballerina eccetera eccetera?!
_____________
Niko si voltò verso di me.
“Cosa?” chiese.
Per un istante credetti di
leggere una nota di gelosia nella sua voce e nel suo sguardo , prima di darmi
della stupida.
_____________
“Si, aspetta, Massimo!
Abbassa la voce! Un’ultima cosa: se stanotte sognassi una ragazza di che forse
mi piace… Cosa vorrebbe dire? Cioè, se questo si aggiungesse al fatto che la
penso spesso…”
“Niko, ma quanti anni hai? Mi
sembri un bambino! Tu di questa già ne sei cotto! Stop! Ora però mi dici chi
è…?”