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Autore: tini fray    16/08/2014    6 recensioni
TRATTO DAL 18esimo CAPITOLO
"Alec sorrise in modo beffardo e lo stregone non riuscì a ribattere quando si avvicinò lentamente fronteggiandolo.
Il cervello di Magnus aveva staccato la spina ed era andato alle Hawaii con un volo diretto da Idris.
Alec non sembrava... Alec."
Ambientato alla fine di COLS.
E se nuove persone entrassero a fare parte della vita del cacciatore moro e Magnus, geloso più che mai, non fosse più così sicuro della sua decisione?
Malec/Clace/Sizzy
SPOILER DI TMI E DI TID
*FANFICTION IN REVISIONE DAL PRIMO CAPITOLO*
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Jace Lightwood, Jonathan, Magnus Bane, Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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"Magnus.." 
Lo stregone alzò la testa e il volto comprensivo di Tessa lo fece quasi sorridere. Quanto le era stata vicino quella ragazza?
Erano ancora nel corridoio dei dormitori dove si trovava la camera di Alexander, tranne che ora Maryse era entrata nella stanza disperata non riuscendo a trattenersi e aveva richiuso la porta dietro di sè con un tonfo profondo.
Tessa aveva intrecciato le dita attorno al braccio dello stregone in una morsa rassicurante ma forte.
"Forse dovremmo allontanarci un pò da qui" disse la ragazza accennando con la testa alla folla pensando che Magnus non sarebbe dovuto rimanere in mezzo a tutto quel dolore, a quella gente.
Magnus scosse la testa.
"Tessa, mi dispiace, vorrei rimanere solo" disse lo Stregone, e senza aggiungere altro si allontanò dal centro della sua angoscia, ma anche allontanandosi dalla realtà il dolore opprimente che aveva al centro del petto non si allentava.
Sarebbe dovuto morire lui, non Alec.
Alec non lo meritava, non meritava tutto questo, aveva ancora una vita da vivere mentre Magnus aveva vissuto abbastanza.
Alexander non aveva meritato neanche di essere trattato come un giocattolo.
Magnus non aveva ascoltato le scuse del ragazzo, lo aveva lasciato lì, nel tunnel della metropolitana, sussurrandogli una frase che gli aveva dilaniato il cuore come se fosse stato morso da un lupo mannaro.
"Ti amo, non che cambi qualcosa"
E invece cambiava tutto, avrebbe cambiato tutto!
Se solo Magnus lo avesse ascoltato, se solo avesse accettato le sue scuse e le sue motivazioni, magari avrebbero combatutto fianco a fianco e Alec non si sarebbe dovuto sacrificare per lui.
Magnus pensò che in tutta la sua vita, e 800 anni e passa sono davvero tanti, quello rimanesse il più bel gesto d'amore che mai qualcuno avesse fatto per lui.
Nessuno l'aveva amato così tanto da mettere la propria vita d'avanti alla sua.
Nessuno.
Prima di Alec.
Prima di Alec e basta. Perchè lui era sicuro, più di qualsiasi altra cosa al mondo che non sarebbe mai stato pronto ad amare di nuovo dopo aver perso Alexander.
Non lo sarebbe mai stato, perchè l'unica parte del cuore dello stregone capace di amare se l'era portata via lui, il suo principe dagli occhi di ghiaccio.
E si chiese se mai al mondo potesse esistere qualche tortura che facesse più male del dolore che provocava la perdita di una persona che ti ha saputo rendere migliore, che ha saputo amare ogni tuo difetto, ogni singola parte di te.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per ritrovarsi al posto di Alec, in quel letto, morto. Al posto di quell'Angelo che gli aveva strappato il cuore e se l'era portato con sè.
Avrebbe dato qualsiasi cosa, anche il suo cuore, dopotutto non gli sarebbe servito più a nulla, per farlo ritornare felice, con Isabelle, Jace e la sua famiglia.
Dopotutto le persone che avrebbero rimpianto la morte di Magnus sarebbero state di sicuro molte di meno di quelle che stavano rimpiangendo fino a poco fa Alexander.
Magnus aveva conosciuto molte persone, ma la maggior parte, per non dire "quasi tutte", lo odiavano.
Sentiva l'obbligo di odiarsi anche lui, dopotutto non era perfetto, non lo era mai stato, ma Alec sembrava non averlo capito, oppure non averci mai fatto caso.
Non si rese conto di essere già in camera sua e di essere seduto sul letto a guardare il sole fuori dalla finestra.
Riflettè e pensò che non aveva senso rimanere con le mani in mano a crucciarsi.
Si alzò e si sedette a terra ai piedi dell'enorme valigia glitterosa e la aprì.
Guardò dentro e gli sembrò di vedere un enorme armadio di vestiti quasi, un semplice incantesimo di espansione, utilissimo oltretutto.
Ma lui non cercava vestiti, cercava qualcosa di più prezioso, un regalino datogli indirettamente e inconsapevolmente dal suo amichetto Ragnor.
Scavò e mentre buttava fuori pantaloni maculati, sciarpe zebrate e magliette fluo arrivò ad un piccolo angolino fatto da lui.
Aprì il cofanetto e estrasse delle foto, molte delle quali ritraevano lui e Alec in viaggio.
Lui e lo shadowhunters ai piedi della torre Eiffel: Magnus vestito da marinaio con un basco francese e Alec con dei pantaloni neri, ovviamente, ed una maglietta celeste, compratagli da Magnus, che faceva risaltare il colore dei suoi occhi.
Sentì il cuore incrinarsi, quella era stata una delle tappe più belle che avevano fatto.
E una cosa l'aveva resa più speciale delle altre: quella era stata la prima notte in cui lui e Alec avevano fatto l'amore.
Con le luci della città che entravano dalla finestra della camera d'albergo di Parigi lui e Alec erano diventati una cosa sola, come neanche il più forte incantesimo d'Unione poteva fare.
Mise da parte quella cornice che sembrava volergli bruciare il cuore e gli occhi, dato che quest'ultimi si erano messi a lacrimare, e continuò a cercare spostando piccoli anelli e bracciali regalatigli da Alec.
Alla fine lo trovò: il cofanetto con inciso su le iniziali "G.B."
Ancora era completamente inconsapevole di quello che quelle iniziali stavano a significare.
La tensione gli fece dimenticare il dolore lancinante di poco prima.
Mise sulla scrivania il cofanetto e provo con dei semplici incantesimi di apertura ma non ci riuscì, provo di tutto ma il cofanetto sembrava chiuso con un particolare tipo di magia oscura, molto forte.
Posò il cofanetto nel cassetto della scrivania, deciso a riprovare più tardi e richiuse la valigia.
Si buttò sul letto guardando il soffitto cercando di addormentarsi.
Voleva risvegliarsi per scoprire che tutto quello era stato un incubo, un terribile e spaventoso incubo.
Voleva risvegliarsi con lo visione di Alec sdraiato accanto a lui caduto nelle braccia di Morfeo.
Sarebbe voluto rimanere a guardarlo, meraviglioso com'era, e aspettare che si svegliasse e aprisse quei zaffiri che aveva incastonati al posto delle iridi.
Si addormentò all'improvviso e cadde in un sonno agitato.
Sangue. Sangue dappertutto. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Un intenso squillo lo fece trasalire, guardò fuori dalla finestra e vide che il sole era tramontato. Aveva 'dormito' molto.
Corse fuori dalla camera e guardò nel corridoio notando che tutte le persone che piangevano e si disperavano erano ancora lì, però sedute sui divani di fronte alle porte dei dormitori, troppo annebbiate dal dolore per riuscire a sentire il campanello del portone.
Scese le scale in fretta chiedendosi perchè qualcuno si fosse permesso di disturbare in un momento così doloroso.
Attraversò il corridoio principale e con tutta la rabbia che aveva in corpo aprì il portone spalancandolo ma si fermò dall'urlare come un ossesso appena vide il visitatore.
Un ragazzo alto abbastanza muscolo e i capelli di un biondo acceso si stagliava sulla porta.
Gli occhi tanto chiari da sembrare ghiaccio facevano sfioggio di se sulla carnagione marmorea tanto simile a quella di un vampiro.
Aveva un non so che di strano, un'aura confusa.
Non che non potesse dire che non fosse attraente, ma aver disturbato in un momento tanto doloroso non era perdonabile.
Provò un incredibile moto di rabbia e antipatia istantaneo quando il ragazzo parlò.
"Hai intenzione di farmi passare o rimanere sulla porta come una statua guardandomi come se non avessi mai visto un tuo simile in tutta la tua vita?" disse bruscamente, Magnus notò un forte cadenza, probabilmente orientale, nel suo tono.
La voce del ragazzo era roca ma decisa e un fremito di una voglia repressa di urlargli in faccia bruciava in Magnus come un fuoco continuamente atizzato da ogni respiro del biondo.
Sembrava aver fretta da come si guardava intorno.
"Chi è lei?" chiese freddamente Magnus senza aggiungere "che osa arrivare qui come un galletto presuntuoso, le dovrei sbattere solo la porta in faccia, e non capisco perchè le do del lei".
Il ragazzo sembrò guardare per la prima volta Magnus veramente e sospirò.
"Dolohov. David Dolohov. Sommo Stregone di Vladivostock"
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo delle crazy:
Ed ecco a voi l'apparizione di uno personaggio che creerà molti dissapori ;)
Uno stregone, mmm chissà come la prenderà Magnus, antipatia a prima vista, no?
Abbiamo deciso di descrivere il capitolo dal punto di vista di Magnus perchè era molto importante secondo noi.
Beh, nel prossimo capitolo vedremo un grande colpo di scena, probabilmente due.
Grazie a chi trova sempre il tempo di recensire, siete voi che ci date la forza di continuare :)
Alla prossima :)
~Tini e kiakkiera
  
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