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Autore: Sarassss_    16/08/2014    2 recensioni
All’improvviso una voce dietro di lei, un sussurro nel suo orecchio, un corpo incollato al suo.
Brividi.
“Cos’è? Sei diventata il cane di Liam ora? Ti porta dappertutto?”
La bionda riconobbe immediatamente quella voce acuta ed irritante e portò la testa all’indietro per poggiarla nell’incavo del suo collo e poter parlare meglio.
“Rilassati, occhi azzurri. ” Gli disse all’ orecchio per poi girarsi completamente, lui le cingeva la vita.
“Non ti darò fastidio se tu non dai fastidio a me!” continuò poi.
Louis ghignò per poi chiederle:” E se io volessi continuare a darti fastidio?”
“Continuerei anche io, immagino.” Concluse lei, ponendo le sue mani sopra quelle del ragazzo, che rabbrividì al contatto, per poi allontanarle dai suoi fianchi.
Cosa succede quando due ragazzi, due ragazzi come Chloe e Louis, considerati inadatti alla società, inadatti al mondo, si incontrano?
Cosa succede quando due ragazzi, due ragazzi come Chloe e Louis, capiscono di non poter più fare a meno l'uno dell'altra?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Settimo capitolo:






Il Gaberlock, uno dei locali più in di Brighton, era pieno di gente quel sabato sera di luglio, pieno di gente di ogni tipo.
Louis era seduto in una delle poltroncine poste al lato della pista, non aveva voglia di spingersi in quell’enorme folla.

Era lì da circa un quarto d’ora in realtà, non c’era l’ombra dei ragazzi, ma non gli importava, anzi ne era stranamente contento, vista la mancata voglia di avere gente al suo fianco in quel momento.
Aveva intravisto Jasmine ed Alexis tra la folla minuti prima, ma non c’era l’ombra di Chloe.

Già, Chloe…
 



Quella sera Louis era perso in molteplici pensieri.
E questi erano così martellanti che neanche la musica assordante e gli innumerevoli schiamazzi provenienti dalla pista lo infastidivano e distraevano da essi più di tanto.
Il suono arrivava,al contrario, ovattato alle sue orecchie.


Era passato qualche giorno dalla serata che avevano passato tutti insieme nella casa diroccata, serata in cui il moro aveva maledetto mentalmente -e non solo- più e più volte Niall, per aver avuto un’idea tanto stupida quanto azzeccata, secondo lui.


Ed ora Chloe non gli parlava neanche più, il perché? Louis non ne aveva proprio idea in realtà, era al contrario, molto confuso.

 

Non riusciva proprio a capire il perché quel bacio l’avesse infastidita così tanto, non riusciva a capire il perché la bionda non gli rivolgesse più la parola, non ridesse alle sue battute mirate e dirette come era solita fare, il perché non gli si avvicinasse nemmeno per sbaglio.



La domanda che sovrastava le altre mille che stavano vorticando nella sua testa in quel momento però era una ed una sola:
Perché lui era lì a pensarci? Perché lui era lì seduto su una stupida poltroncina mentre lei era in giro a farsi chissà chi?

Era così strano per lui, per Louis Tomlinson.

Non era affatto abituato a preoccuparsi dell’opinione della gente, non era affatto abituato a preoccuparsi per una persona, a volerla aiutare a tutti i costi, o almeno non era abituato a farlo con nessuno che non fossero i ragazzi, perché solo con loro riusciva ad essere se stesso, i ragazzi lo apprezzavano come nessun altro aveva mai saputo fare.


Louis era sempre stato, infatti, un punto di riferimento per i quattro.


Aveva dato a Liam la forza, la forza necessaria per rialzarsi e ricominciare una nuova vita, e la stessa cosa era avvenuta con Harry tempo prima, quando aveva problemi con la droga, quando ne era dipendente.
A Niall aveva donato la spavalderia, sua odierna caratteristica e a Zayn, bhè per Zayn Louis era stato una specie di miracolo, un compagno di squadra insostituibile, a lui aveva donato innumerevoli aiuti ed un enorme sostegno in tutti quegli anni.
Zayn sapeva tutto di lui e sapeva capirlo come pochi, e Louis faceva – aveva sempre fatto- lo stesso con lui.
Erano come fratelli, ed a loro piaceva da matti definirsi come tali.


Louis sobbalzò quando proprio lui, il ragazzo che occupava i suoi pensieri in quel momento, gli si sedette davanti con sguardo preoccupato e:”Perché cazzo sei qui a marcire in solitudine, Tommo?” esclamò ad alta voce per coprire, per quanto fosse possibile ovviamente, il volume della musica assordante.


“C’è un casino di gente, non mi va di stare lì in mezzo!” strillò il ragazzo, indicando con un cenno del capo la pista.



Zayn lo guardò confuso per poi esclamare con un mezzo sorriso:”Allora vieni con me!” ed alzarsi.


Louis fece spallucce, si alzò e lo seguì attraversando un lungo corridoio.



“Perché siamo nel cesso?” domandò entrando nella stanza in fondo ad esso dietro a Zayn, sedendosi poi affianco a lui.


“Non sapevo dove altro andare, in fondo qua si può parlare, non c’è quel macello, no? Hai detto che non volevi starci lì!”


“Bhè, grazie mamma!” ironizzò lui.


Louis non fare lo stronzo con me.” Se ne era uscito in risposta il moro per poi tirare fuori una cartina e del tabacco ed esclamare un:”Potrei sapere cosa cazzo hai?”


Louis esitò, portando la sua attenzione all’ amico che rollava abilmente il suo drum e se lo portava alle labbra, accendendolo per poi esclamare:”Posso fare un tiro?”


Zayn sorrise e glielo porse.


Rimasero in silenzio per attimi che sembrarono interminabili per entrambi. L’unico suono che si poteva udire in quella stanza sudicia, dall’odore nauseabondo e dalle varie piastrine del muro scheggiate era quello del fumo che fuoriusciva dalle loro labbra.
Fu proprio Zayn ad interrompere quel silenzio buttando, incurante, il mozzicone in un angolo remoto della stanza, per poi prendere un respiro profondo e:"mmh, Chloe?" chiedere.


Louis non nascose lo stupore che provò nel sentire l’amico pronunciare quel nome, il nome della ragazza che lo stava tormentando da giorni, in fondo sperava che Zayn capisse o meglio sapeva che lo avrebbe fatto, sapeva quanto fosse intelligente e quanto il suo sesto senso fosse acuto, così sospirò e:“E’ così evidente?” Chiese rassegnato.


Il moro affianco a lui sorrise e:”No, ma sai che a me non sfugge niente.”


Louis sorrise a sua volta ed: “E’ complicato” sospirò.


“immagino, amico, ma non puoi buttarti giù così”


“Che altro dovrei fare? Non mi parla.”


Zayn aveva sospirato e:“Valle a parlare tu allora, non sempre sono gli altri a venire da te Lou, a volte bisogna dare una piccola spintarella al corso degli eventi.” Aveva detto poi.


“Sì, ma..” Louis sospirò:”se va male?”


Se va bene, Louis? E se magari riesci a capire la ragione per cui non ti parla?


Louis sembrò inizialmente titubante, ma poi sorrise capendo che l’amico avesse perfettamente ragione, lo adorava.

“Sai, Zayn, mi chiedo ancora perché tu non abbia preso psicologia invece di meccanica.”


“Mi prendi per il culo? Mi ci vedi a studiare così tanto? Non mi chiamo Liam Payne io.” rise lui, facendo ridere anche l’amico che:


“Grazie di tutto!” esclamò, abbracciandolo.


Zayn sorrise e: “Dovere, ma ora vai, mi sta venendo il diabete!”

Louis si alzò facendo per uscire quando: “Comunque è davvero un peccato, saresti stato un bravo psicologo.” Esclamò sorridente.


“La smetti o devo darti un pugno?” rise il moro.


“Ti voglio bene anche io, Zay!” aveva esclamato Louis.


“Anche io idiota!”


Louis sorrise, non stupito del fatto che l’amico fosse riuscito a capirlo così maledettamente bene anche stavolta e finalmente uscì dal bagno, intenzionato a trovare Chloe e a parlarle. Era sempre così con Zayn, lui riusciva a motivarlo, avrebbe potuto spingerlo a fare qualsiasi cosa.
 
 

Louis cominciò a cercare fra la gente, spingendo persone di tanto in tanto,
cercò nel piano bar,
cercò perfino nel bagno femminile, anche se, vista la bellezza non indifferente del ragazzo, nessuna delle presenti sembrò lamentarsi più di tanto della sua entrata in scena, anzi.

Poi tornò a cercare nella pista, dove scorse nuovamente Jasmine e Alexis che erano in condizioni veramente pessime, sarebbe stato inutile anche chiedere a loro.
 

Stava seriamente per arrendersi quando pensò al vicolo dietro il locale, posto in cui spesso si erano rifugiati insieme al resto della combriccola.
Un raggio di speranza attraversò i suoi occhi, mentre raggiungeva la porta sul retro per uscire, quando…


“VAFFANCULO LEVATI!” sentì gridare da una voce fin troppo conosciuta.

I peggiori pensieri attraversarono la sua mente in quel momento e quando uscì, la scena che gli si presentò davanti non fece altro che confermare l’ipotesi che fra tutte temeva di più, Jason.

Lui era lì in piedi, la mano a fare pressione sul collo della bionda che, nonostante i  tentativi, non riusciva a liberarsi, era schiacciata fra il peso del ragazzo ed il muro.
Il corpo di Jason era incollato al suo naturalmente più esile.


“Stai zitta, ragazzina! Tanto qui non ti sente nessuno!”


“Che cazzo vuoi ancora da me!? LEVATI HO DETTO!” Trillò lei, dimenandosi per liberarsi.


Questo però sembrò peggiorare la situazione visto che lui cominciò a ridere e: “Voglio quello che volevo anni fa, splendore ed io ottengo sempre ciò che voglio, lo sai!”

La mano sinistra a stringerle prepotentemente il collo per farla stare zitta,
la mano destra a scendere giù verso la cintura della bionda, che non aveva più fiato neanche per urlare.


Fu a quel punto che Louis intervenne spingendolo lontano da lei, sganciandogli un pugno in pieno viso, un pugno così forte che lo fece indietreggiare fino al muro parallelo a quello dove era Chloe, rimasta lì in piedi tremante con le mani intorno al proprio  collo, respirando per quanto le fosse possibile, con la vista leggermente annebbiata e le gambe che stavano per cedere.


“Stai bene?” sussurrò Louis prendendo il volto della Tompson fra le mani: “Chloe, stai bene?”


“L-louis, che cazzo ci fai qui?” ansimò lei, puntando i suoi occhi rossi in quelli preoccupati del ragazzo.


Louis non fece in tempo a rispondere, uno spintone lo fece cadere a terra ed in un attimo Jason
era sopra di lui e sferrava colpi uno dietro l’altro.


Che cazzo cerchi di fare, Tomlinson? Non immischiarti in cose che non ti riguardano.”


Chi cazzo te lo ha detto che non mi riguarda!?” strillò lui, dandogli un calcio negli attributi, ribaltando le posizioni, sganciandogli un pugno dritto sulla mascella.


Oh, credo di aver capito!” rise Jason, risata che a Louis diede non poco sui nervi.

Lei è roba mia, moccioso, non ti illudere!” gracchiò poi, un ghigno in volto.


Louis non potè trattenere un ringhio prima di cominciare nuovamente a colpirlo.
Questa situazione durò molto poco, Jason gli sferrò un pugno dritto in faccia, facendo poi per alzarsi e sbatterlo al muro.
Sarà sempre mia, ho detto.” Ringhiò poi, tirandogli un calcio allo stomaco che lo fece cadere a terra, stremato.


Vaffanculo!” gracchiò Louis con il poco fiato che gli era rimasto.
Quando Jason però fece per avvicinarsi nuovamente al moro, fu Chloe a prenderlo alla sprovvista, spingendolo per fargli sbattere la testa al muro, facendolo cadere a terra.


Eh no, splendore così non ci siamo!” ringhiò lui, ancora più alterato, spingendola a sua volta a terra, chinandosi poi su di lei.
tanto torno, lo sai” Sussurrò al suo orecchio, alzandosi per andarsene:”E non ci sarà quel coglione di Tomlinson a difenderti!” ghignò poi.


Chloe aspettò che Jason girasse l’angolo per alzarsi, nonostante il tremore che sembrava non volerla abbandonare, ed inginocchiarsi affianco a Louis, ancora dolorante.


“L-louis mi senti?” sussurrò, girando il viso del ragazzo in sua direzione: “Mi dispiace, mi dispiace così tanto, cazzo!”


Louis era rannicchiato a terra, le mani a tenersi lo stomaco, sangue sul labbro inferiore e graffi sparsi sul viso e sicuramente anche sul corpo.


“S-stai tranquilla” ansimò lui:” non è colpa tua, splendore!” rise poi, risata accompagnata da un:”ahi, cazzo!”
 

“Non perdi mai l’occasione per prendermi per il culo eh! Dai ti prego non è serata.” sbuffò lei, aiutandolo a sedersi.


“Prendevo per il culo lui, non te.” sorrise.


“Perché cazzo sei venuto qui?” lo interruppe lei, seccata.


“C-cercavo te e menomale che ti ho trovato direi!” Affermò guardandola, lei non accennava a voler rispondere, così:”no?” chiese approvazione lui.


Approvazione che non ottenne.


“Guarda come ti ha ridotto!” disse lei, ispezionando il suo viso:”Sei messo proprio male”


“Dici?” rise lui, altra risata accompagnata da un lamento di dolore.


Lei sorrise:”Aspettami qui, ok? Vedo se riesco a trovare i ragazzi.”


E così fece, Chloe cercò in tutto il locale per venti minuti buoni, ma niente, nessuna traccia di loro, cazzo.


Quando tornò nel vicolo, Louis era ancora seduto lì, con la schiena appoggiata al muro, la testa rivolta verso l’alto, gli occhi chiusi.


Quella visione non fece altro che frustrare ancora di più Chloe che, ancora una volta aveva pensato che il ragazzo fosse bellissimo.


“Louis” gracchiò, attirando la sua attenzione:”Non ho trovato nessuno, cosa facciamo?”


Louis fece spallucce:”Provo a chiamare Zayn?”


“Sì, bravo”


E Louis lo fece, ma, chissà se per qualche scherzo del Destino o per semplice sfiga, Zayn non rispose, aveva il telefono staccato.


“Emh…non risponde.”


“Oh, ma che coglioni!” gracchiò lei.


“Olè!” esclamò il ragazzo divertito.


Chloe era di fronte a lui, camminava nervosamente avanti ed indietro.


“Senti, vieni da me.” Esclamò, lo sguardo combattuto, l’espressione incerta.


Stava lottando contro se stessa, ma questo Louis non poteva immaginarlo.
“Sicura che poi non mi rimanderai al diavolo?”


“Non farti strane idee, occhi azzurri. O vieni senza storie o resti per strada, io non so come portarti a Crowborough, casa mia almeno è qui vicino.”


“va bene, va bene, calma.” Sbuffò Louis, tendendole una mano, voleva un aiuto per alzarsi, aiuto che lei gli concesse.


Appena alzato però Louis inciampò sui suoi stessi piedi e si accorse di non riuscire quasi a camminare.


“Cazzo.” Mormorò.


“Vieni qui, aspetta” disse la Tompson, portando un braccio del ragazzo a circondarle le spalle e l’altro la schiena:”ti aiuto io.”
 




_____________________








Una volta arrivati davanti la casa, dopo aver camminato in silenzio per almeno mezz’ora, Chloe tirò fuori la chiave di riserva da sotto il tappeto e aprì la porta invitando il ragazzo ad entrare.


“Fai attenzione, se si svegliano i mocciosi è un casino.” Sussurrò poi, mentre entrava e lo aiutava a salire le scale.


“Qual è la porta?” chiese Louis, trovatosi davanti al lungo corridoio.


Chloe sorrise e:”quella in fondo.” Sussurrò.


“Che culo!” rise Louis, sempre a bassa voce, facendo ridere anche la bionda.






_____________________________



Una volta entrati nella stanza buia, Chloe accompagnò Louis sul letto e lo invitò a stendersi, poi accese la luce.


“Bella stanza.” Constatò lui.


“Grazie.” Sorrise lei, mentre cercava fra i cassetti chissà cosa.
Dopo poco la ragazza si alzò e tirò a Louis una maglietta enorme e dei pantaloncini.


“E’ roba tua?” chiese Louis stranito.


“No, sono le cose che mi porto via in genere dalle case in cui mi trovo la domenica mattina, sai…”


“Ho capito.” Rise lui, scuotendo la testa.


“Spero non puzzino, non mi prendo responsabilità” rise poi lei, prendendo una maglietta larghissima dall’armadio:” avanti, Tomlinson vestiti, io vado in bagno a cambiarmi.”


“Puoi anche rimanere, eh!”


“Vaffanculo” esclamò lei, uscendo.


Louis sorrise, prima di cominciare a cambiarsi, a fatica.



________________________



Quando Chloe tornò in stanza Louis era sdraiato a petto nudo sul letto.


“Avevo caldo, pardon.


“emh, tranquillo, è ok-“ sorrise lei, poi si andò a sedere sul letto armata di cassetta del pronto soccorso.


“wow, anche l’infermiera personale.” Scherzò lui:”Che lusso!”


Lei sorrise nuovamente e:”Zitto o ti faccio bere l’acqua ossigenata!”


“Sei la dolcezza, Chloe, seriamente.” Sorrise scuotendo la testa.


“Non so che cavolo sto facendo, quindi mi limiterò a mettere acqua ossigenata qua e là, spero non ti dispiaccia.” Rise lei


“Ah tranquilla, farei lo stesso!” rise a sua volta lui.



Mentre Chloe si improvvisava infermiera, Louis se ne uscì con un:” Grazie”


“Tranquillo, ti pare.” Fu la semplice risposta della bionda.


“Non solo per questo, intendo…anche per prima, per Jason, cioè mi hai difeso.”


“Dovevo, tu lo hai fatto con me in fondo.”


“Già approposito, non mi sei sembrata poi così felice, sbaglio?” chiese lui, lo sguardo carico d’aspettativa.


“Ti ringrazierei a vita se è per questo, Louis” sbuffò lei:”solo avrei preferito non vedessi, emh, tutto quello che hai visto, ecco. Non dovevi essere lì.”


Louis corrugò le sopracciglia: “Ma c..io non capisco Ch-“


“Non voglio farti pena, ok? Non voglio che pensi che io non sia in grado di affrontare le cose, perché lo sono, ecco!” esclamò lei, versando più acqua ossigenata del dovuto su una ferita ancora aperta sulla gamba del ragazzo che: “AH!” si lamentò per il dolore.


“Oh mio Dio, scusami Louis” esclamò lei nervosa, posando “l’arma” sul comodino affianco:”Cazzo!”


“Tranquilla, Chloe, tranquilla ok? Sono solo io.” Esclamò lui sedendosi, accarezzandole una mano.


Brividi.


“E’ questo il problema principale!” Rispose lei sospirando, gli occhi ora chiusi.


Ed a Louis era tutto più chiaro.


“Hai paura?” chiese, determinato a sapere, a capire.


“Non lo so, c-che intendi per paura?” chiese Chloe aprendo gli occhi, puntandoli in quelli del ragazzo che:”Paura di questo, di un….probabile noi?” chiese.


Chloe sgranò gli occhi, il moro aveva centrato il bersaglio.


Annuì, provocando a Louis una piccola risata:”Credi che io non ne abbia piccola? Io ti capisco,ok? S-sono terrorizzato e ho provato a scansare il pensiero, ma non ci riesco, non riesco a starti lontano Chloe, non ci riesco proprio!” esclamò il ragazzo con enfasi,
lo stava dicendo più a se stesso che a lei in effetti, lo stava ammettendo per la prima volta espressamente, ad alta voce.


Chloe sorrise, continuando a puntare gli occhi in quelli del ragazzo.


“E’-è strano però.” Constatò lei, lo stomaco stranamente in subbuglio, aveva ormai rinunciato a provare a capire il perchè.


“Cosa?” chiese lui.


“Non pensavo fossi tipo da dichiarazioni, Louis Tomlinson.” Rise la Tompson.


“Oh bhè neanche io in realtà.” Rise lui.


“Non so se è un bene Louis, noi, io…”


Louis la zittì:”Shh, stai zitta ora, ok?” sussurrò, ormai vicino al suo viso, i loro nasi si sfioravano.


“Possiamo provare.” Sussurrò lui, posando cautamente le sue labbra su quelle della ragazza, inutile dire che lei non lo scansò.


Quello fu un bacio diverso dal primo, diverso dalla sperimentazione.
Quello fu un bacio necessario, un bacio esasperato, un bacio di cui avevano bisogno entrambi.

Ne aveva bisogno Louis, mentre poneva le mani sui fianchi della ragazza e la faceva stendere sopra di lui,
ne aveva bisogno Chloe, mentre le sue mani giocavano con i capelli lisci del ragazzo, mentre li tirava e li attorcigliava, facendolo sospirare di tanto in tanto.

Louis cominciò a percorrere la spina dorsale della ragazza con le dita da sopra l’enorme maglia, Chloe ansimò appena facendo scorrere le mani sull’addome del ragazzo.


“Che ne dici?” chiese Louis, staccandosi, cercando di tornare a respirare normalmente.


“Insomma non siamo proprio tipi da relazione noi due, no?”


“Solo gli stupidi non cambiano” sorrise lui, sfiorando con il naso quello della bionda che rabbrividì, ponendo le mani sulle sue cosce, facendo una leggera pressione, per farla avvicinare ancora di più:”Per te io cambio volentieri”.
La ragazza chiuse gli occhi quando il ‘membro’ del ragazzo le sfiorò l’inguine e deglutì rumorosamente prima di annuire, provocando a Louis un sorriso, un sorriso raggiante.


“Mi farai impazzire, Chloe Tompson.” Concluse prima di fare per baciarla nuovamente.


“Tu già lo stai facendo con me, l’equità è la chiave, Tomlinson.” rise lei, per poi assecondare il bacio, andando a sfiorare nuovamente l’addome del ragazzo con le mani, godendo degli ansimi e dei sospiri che uscivano dalla sua bocca, quando sfiorava le parti doloranti ed i lividi.


Quella notte non fecero nulla oltre allo stare vicini e coccolarsi.


E per la prima volta, con le braccia di Louis a circondarla e la schiena attaccata al suo petto, Chloe si sentì ottimista, abbandonò le preoccupazioni,
Chloe pensò di poter uscire da quello schifo di vita che si era personalmente scelta, sentì che le cose sarebbero potute seriamente migliorare.
Magari sarebbe andata bene!

E Louis, per la prima volta, sentì di non essere inutile, sentì di essere forte, di poter ricominciare da capo, di poter fare tutto,
perché se era riuscito a far sorridere Chloe, se era riuscito a farle abbandonare quel velo di apatia che si  osteneva a voler mostrare, poteva anche riuscire ad amarla ed aiutarla, poteva farla uscire dall’oblio che l’aveva per troppo tempo circondata, riuscendo anche ad uscire da quello che circondava lui, magari.


Sì, magari sarebbe andata bene!
 
 

 

In fondo chi lo aveva detto che Chloe Tompson e Louis Tomlinson non meritavano di essere amati,
chi aveva detto che non sapevano amare, che non ne erano in grado, se non loro stessi?
























Angolo autrice:


A distanza di pochi giorni, eccomi qui con un nuovo capitolo!
Tra un pò parto, mancano solo poche ore in realtà (auguratemi buona fortuna e che io riesca ad abbandonare l’asocialità a cui sono portata per indole [so che non vi interessa, ma aiuto dovevo pur confessare a qualcuno questo mio timore] pls).
Passando alle cose serie!!
Piaciuto il capitolo? Io amo gli zouis come brotp e soprattutto come la situazione sta evolvendo fra i protagonisti!! Voi che ne pensate?
Ringrazio come al solito tutte le mie fantastiche lettrici e spero che questa storia stia cominciando progressivamente a piacervi e magari chissà che possa entrare nel cuore di qualcuna di voi perché non serve dire che nel mio c’è già!
E cosa ne pensate di questo piccolo accenno di rating rosso? (forse con il passare dei capitoli ce ne saranno altri)

Peace and love!
La vostra Sara (che tornerà domenica prossima ed aggiornerà durante la settimana successiva probabilmente!) :)

 
  
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