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Autore: Robbers    16/08/2014    1 recensioni
« Allora, ci stai? » Si ferma dall’accarezzare l’animale per porgermi un pugno chiuso, a cui rispondo facendo sbattere le mie nocche contro le sue. Siamo l'uno di fronte all'altro: il mio viso è illuminato da un sorrisetto soddisfatto, mentre quello che fronteggio da un’espressione timida e speranzosa, forse perché — anche se stringere il patto riveste una grande importanza — lui non vuole imporsi a forza su di me.
« Uff, certo che ci sto, Barbie Mariposa. Mi hai già fatto abbastanza pena per tirarmi indietro. Ti aiuterò a conquistare la fiducia mia cugina… »
“Anche se dovrò conquistarla io per prima” mi pietrifico al solo realizzarlo, dato che io e lei non abbiamo niente in comune e il nostro rapporto è quasi inesistente.
Quest’estate sarà impegnativa tanto quanto il resto dell’anno. Come farò, io, Lily Luna Potter, a fingermi Cupido e ad uscirmene con un buon piano d’attacco che non faccia sospettare niente a Rose e, allo stesso tempo, dare a Scorpius, il mio unico e solo migliore amico, ciò che desidera?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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03 — Di incantesimi, confessioni e bugie a fin di bene.

 

Allora, dov’eravamo rimasti… ah, sì. Rose svenuta — anzi, addormentata — nel bel mezzo del corridoio, una me vagamente fuori di testa per la paura, e la sensazione generale che ogni mia mossa, per uscire da questo gran casino, possa rivelarsi sbagliata. 
Chissà dove ho trovato la forza di stendere mia cugina sul letto disfatto e, nel frattempo, aspettare pazientemente il suo risveglio con mille dubbi che mi divorano viva: “avrà mangiato poco? O perso i sensi a causa della stanchezza? Stamattina doveva dare ripetizioni a cinque idioti dell’ultimo anno… forse è meglio che le porti qualcosa di fresco”. 
Faccio su e giù tra la cucina e la mia camera, la presa stretta intorno al collo di una bottiglietta di mezzo litro d’acqua a cui ho aggiunto quattro cucchiaiate di zucchero, più, con tutta probabilità, le goccioline di sudore che scivolano veloci dalla mia fronte per lo stress. Io l’ho sempre detto, Scorpius è quello bravo a occuparsi delle persone, non la sua migliore amica dalla risata facile e totalmente inaffidabile che ha bisogno di cure e controlli ventiquattro ore su ventiquattro, un impegno molto faticoso che non equipara neanche il crescere dei mocciosi lagnosi insieme ad una cucciolata di muffole pigmee.
Mentre cammino per le scale, il fiato corto e le mani sudaticce, delle figure astratte prendono forma nella mia mente e comincio ad immaginare il finale di questa brutta avventura; Rose che da’ una leggera scrollata al vestito pieno di polvere e si rialza in piedi, Rose dagli occhi vispi — e non socchiusi — che mi ringrazia per l’aiuto offertole, allungando le labbra carnose in un sorriso angelico, Rose che mi scompiglia amorevolmente i capelli come una sorella maggiore e mi promette di ricambiare presto il favore…
Poi, quando spalanco la porta con un calcio e scopro che la stessa persona da me idealizzata è ancora in posizione fetale, con i capelli ondulati sparsi sul cuscino che ricordano i raggi del sole sullo sfondo celeste chiaro della fodera e il respiro pesante e rilassato, tipico di chi è impegnato a dormire pacificamente, le mie fantasie si sgretolano tutto d’un colpo. Non ce la faccio più ad aspettare, ad occuparmi di altro sebbene il mio pensiero primario è sempre rivolto a lei. Per tutti i Nargilli, quella tipa mi ha mandato in tilt il cervello! Se le buttassi l’acqua addosso e poi facessi finta di niente, convincendola che si è trattato solo un incidente?” rifletto, prendendo in considerazione diversi metodi alternativi, come l’utilizzo dell’arma più letale e potente di tutte — il solletico —, pur d’adempiere la mia missione suicida e velocizzare il tempo di reazione della Bella Addormentata in Casa Potter, purtroppo esonerata dal ricevere il bacio del risveglio da un principe azzurro.
Mi avvicino lentamente alla vittima designata, le mani già in posizione, pronte a solleticarle i fianchi e gli strati inesistenti della pancia piatta, finché, all’assenza di risultati positivi, smorfia di delusione mi si forma in viso e valuto l’idea che Rose non sia affatto infastidita da quel gesto e che, anzi, se lo stia godendo con immenso piacere; un po’ come una cliente di qualche centro fitness si gode un massaggio gratuito, insomma. 
Decido di cambiare tattica. La punzecchio su varie parti del corpo — ovviamente evitando quelle private, inaccessibili al pubblico — con insistenza, ma neanche questo pizzicare strategico si dimostra efficace su mia cugina che, invece di svegliarsi e prendersela con me, si gira dall’altra parte del materasso, ignorandomi bellamente.
Sono sfiancata dalla noia. Sto quasi per arrendermi ed avviarmi nel mondo dei sogni, i piedi sulla scrivania — brutto vizio trasmessomi da James — e il resto del corpo stravaccato su una sedia, quando un colpo di genio mi colpisce in faccia alla velocità supersonica di un bolide, permettendomi di vedere chiaramente la situazione: le guance! Le guance sono il punto debole di Rose!
Inizio a pizzicargliele e a tirargliele, proprio come si è soliti fare verso un bambino particolarmente tenero, soddisfatta che mia cugina non sia più rigida come prima e stia scalciando a vuoto nel sonno, dei mormorii infastiditi nel sottofondo. Vorrei continuare il mio lavoro con forza ed energia, eppure sono costretta a darmi una regolata appena un nomignolo familiare fuori esce dalla bocca della ragazza, incosciente di come suo il tono di voce suoni stranamente dolce e sottomesso ad un’estranea.
« Eh? Che cosa centra Alb adesso? » domando stupita, sebbene nessuno potrà mai ascoltare o donare una risposta decente a quest’interrogativo fin tanto che rimango in cameretta a controllare una persona assopita. 
O almeno così credevo. In realtà, mi è stata data una risposta, anche se in modo abbastanza doloroso.
« Ahia! »
Rose si è finalmente svegliata: con un semplice gesto di karatè mi ha stretto il polso in una morsa ferrea, per poi ruotarlo di circa cento ottanta gradi e provocarmi un dolore lancinante che si propaga per tutto il corpo, impedendomi di reagire liberamente. « Lily, sei tu? »
Annuisco piano piano, per quanto la sofferenza mi renda difficile ogni piccolo movimento. Karate Kid allenta la presa sempre di più, finché non mi lascia andare via del tutto il polso arrossato e gonfio.
« Che cosa ci faccio qui? Ero convinta che fossi uno stupratore. »
Mi massaggio l’osso indolenzito, borbottando una spiegazione un po’ affrettata: « Ti sei addormentata nel corridoio e ti ho trasportato in camera mia, così che non stessi scomoda… »
« Oh. » La Weasley si mette seduta a gambe dritte, persa nella contemplazione delle mattonelle colorate del pavimento, il volto inespressivo e pallido come se le avessi rivolto un’offesa o comunque spaventata con qualche battutaccia. Se non sbattesse le ciglia più di una volta in un minuto, probabilmente mi preoccuperei che fosse senza vita e già nello stadio del rigor mortis. « Ti ringrazio del pensiero, è stato molto gentile da parte tua. »
Sì, beh, non posso dire lo stesso per te, maledetta diciassettenne con una cintura nera di arti marziali e otto qualificazioni ai campionati mondiali.”
« Ora credo che andrò. »
« Come ‘credi che andrai’? » sbotto, allibita del fatto che Rose non abbia trovato opportuno, se non necessario, illuminarmi sul motivo per cui si è addormentata improvvisamente a casa mia, considerando che non sono avvenimenti che capitano tutti i giorni e lei fa parte della famiglia — tradotto in termini più chiari: i problemi che affliggono lei, affliggono anche noi. Mi sovrappongo tra la sua figura slanciata e la porta, impedendole fermamente di uscire, le braccia che compongono una grande x per aria. « Mi dispiace Rose, ma sei troppo debole per tornare a casa. Non voglio prendermi questa responsabilità. » “Wow Lily, assomigli proprio ad una persona matura quando parli così! Che Scorpius ti stia influenzando con le sue buone maniere e la sua diplomazia inscalfibile?” penso tra me e me con un puntina d’orgoglio, schiarendomi la voce per poi riprendere il discorso lasciato a metà: « Ho visto cos’hai fatto prima, quando eravamo al piano di sotto con i miei genitori. »
La Serpeverde mi guarda di soppiatto, gli occhi celesti assottigliati come quelli dei gatti. Per un attimo riesco a percepire la sua vera natura, violenta e affascinante, dietro alla tradizionale facciata da brava ragazza con cui si mostra volontariamente alla gente, e la pelle mi si accappona per paura di perdere sensibilità ad un’altra parte del corpo. « E cos’avrei fatto, di grazia? »
Deglutisco, pur non smuovendomi di un passo da dove mi trovo. “Sono troppo giovane per morire e Rose non può permettersi di andare ad Azkaban, una cella è già riservata per suo fratello…“ « Hai buttato nella spazzatura una confezione. All’inizio non credevo fosse di niente di serio ma quando sono ritornata in cucina per portarti un po’ d’acqua… » indico la bottiglia piena fino all’orlo posata sullo sgabello, vicino ad una zuccheriera argentata. « …ho dato un’occhiata e mi sono resa conto che sbagliavo di grosso. La confezione di un medicinale è qualcosa di serio. »
Rose incrocia le braccia al petto, come se cercasse di chiudersi in se stessa o di crearsi una specie di barriera protettiva, una corazza. Potrebbe sembrare indifesa a prima vista, ma basta cogliere la ferocia nella sua espressione per capire che non sta sulle sue perché emotivamente ferita da quelle dure considerazione.
Sta sulle sue perché si deve trattenere dall’attaccare. « Non dirlo » sibila.
« Rose, tu sei narcolet… »
Il tempo di un flash.
Le mie labbra si chiudono ermeticamente da sole, frenandomi dal pronunciare una sentenza sgradevole. Le sento dure, ruvide, e soprattutto premute contro una qualche superficie metallica di cui non riesco a spiegarmi la presenza o l’eccentrica forma a zig zag. Forse se avessi uno specchietto, sarei capace di descrivere al meglio questo cambiamento fisico, eppure mi devo accontentare di mia cugina che, con la punta della bacchetta sfilata elegantemente dalla tasca laterale della minigonna, ripassa i tratti della bocca, ghignando serafica.
Mi reputo mentalmente una scema per non esserci arrivata prima. “Quella pazza psicopatica mi ha trasformato le labbra in una zip! Che razza di gusti ha Scorp per voler allearsi con lei?! E che razza di gusti ho io per provare semplicemente a parlarci?!”
Vorrei assalirla con il mio corpo così come i giocatori di rugby abbracciano amorevolmente gli avversari — viva l’ironia — durante le partite conclusive di stagione, ma siccome non è arduo rendersi conto che sto per prendere la rincorsa e metterle i bastoni fra le ruote, Rose si affretta ad evocare dei lacci invisibili che leghino pure i miei piedi, così da tenermi buona per un po’ di tempo. Precipito sul pavimento a causa della perdita d’equilibrio, il sedere a farmi da paracadute.
« Ti avevo avvertito, Lils. Mi hai mancato di rispetto ed ecco un consiglio per l’avvenire: mai mancare di rispetto alle persone che hanno già raggiunto la maturità e possono eseguire tutti gli incantesimi che vogliono. »
Mi ribolle letteralmente il sangue. Come osa fare magie su di me quando sono stata l’unica ad aiutarla in un momento di difficoltà? Con la testardaggine di un mulo, cerco di spezzare il suo incantesimo invano, rimettendomi su due piedi ed urlandole degli epiteti poco carini che si disperdono nel nulla, ma niente di tutto ciò pare sconfortare Rose Janet Weasley, troppo presa dal limarsi le unghie e soffiarcisi sopra.
Comunque non abbandono le speranze: secondo un piano da me inventato sul momento, saltello come un coniglietto verso l’attaccapanni — dov’è sistemata la sua borsa a tracolla di pelle — , con la bottiglia in mano e cattive, cattivissime intenzioni.
« Okay cuginetta, stammi bene a sentire. » l’accessorio, intatto per questione di pochi secondi, è di nuovo in possesso della rossa megalomane che si è piazzata davanti a me, lo sguardo calmo e determinato. Devo averla davvero spaventata, minacciando il suo outfit. « Siccome mi diverto fino ad un certo punto con le torture, ti libererò. Risponderò ad ogni tua domanda, pure la più stramba e personale. Solo, ricorda: se ti becco a gridare quella parolina ancora una volta, ti tramuto nella zip della patta dei miei jeans. Chiaro? »
Una volta che viene recitato il contro-incantesimo, mi accascio al suolo, distrutta. « Il tuo lato oscuro è davvero oscuro. »
Rose scoppia fragorosamente a ridere, portandosi una mano alla bocca come la buon’educazione comanda, i ricci color fiamma che le incorniciano divinamente il volto. « Ma dai? » s’inginocchia davanti a me, così da non spezzare quel contatto visivo che ci accomuna. « Avresti dovuto accorgertene. Sei circondata da Serpeverde a partire dalla tua famiglia e dal tuo amichetto del cuore, quello… Rosp. Rospius. »
« Scorpius. »
« Se lo dici tu. »
Qualcosa mi suggerisce che fare avvicinare quei due non si rivelerà facile.
Mi faccio improvvisamente seria.
« Rose, da quanto tempo sei… » abbasso la voce ad un livello tale che finisco col domandarmi se ho davvero dato vita ai miei pensieri. «…narcolettica? »
Lei replica con indifferenza, lo sguardo perso altrove: « Da circa dieci anni. »
Le sopracciglia mi si sollevano per lo stupore. « Ma com'è possibile? Ok che ho un quoziente intellettivo inferiore alla media e le mie gambe partono prima il mio cervello inizi ad ingranare ma io, te e Albus giocavamo sempre insieme da piccoli; me ne sarei resa conto di questa tua rara malattia del sonno! E ne avrei anche approfittato, le tue bambole erano più belle delle mie. »
Rose accenna un sorriso timido, forse imbarazzata di rinvangare tanto nel passato. Solo il suo rapporto con Alb è sopravvissuto alle onde irrefrenabili del tempo, il che mi causa un vago senso di tristezza e malinconia, considerando che avrei voluto essere anch'io loro coetanea — e di quel Malfoy saputello. Almeno non li avrei visti metter il piede fuori da Hogwarts per l'ultima volta. Non li avrei visti camminare verso il futuro senza di me.
« Su Lily, tu non sei celebroresa, sei solo tanto lenta. In più, mi soprannominavano “Piccola Volpe” per un motivo, sai? Ho dei trucchetti per non cadere dal sonno da un momento all'altro, in qualsiasi tipo di posto e in qualsiasi tipo di compagnia. Inanzitutto, prendo le mie medicine due volte al giorno. Poi, prima di uscire, evito di mangiare. »
Sgrano le iridi nocciola, incuriosita da quelle rivelazioni. « Cioè? »
« Bisogna spiegarti sempre tutto, eh? » La Serpeverde ha un'aria divertita, nonostante critichi aspramente il mio comportamento. « Se ho un appuntamento il pomeriggio, salto il pranzo, così che le possibilità di addormentarmi nel bel mezzo di una conversazione diminuiscano. Se devo stare fuori tutto il giorno, non tocco quasi cibo. »
« E funziona? »
« La maggior parte delle volte. »
Ricordo la scena vissuta oggi pomeriggio, con mio padre che offriva insistemente del cibo e Rose che faticava a dire di no ed ad opporsi, sentendosi parecchio in colpa. « Mi dispiace per poco fa, Rose! A saperlo, avrei fatto sparire tutti i vassoi. »
« L'hai fatto » la Weasley mi squadra dall'alto in basso, il cipiglio severo. « Li hai spazzolati in un secondo. »
Non ha tutti i torti.

« Comunque, non importa. Tu non sapevi nulla di questa storia e zio Harry e zia Ginny sono un sacco presi dal lavoro ultimamente, se ne saranno dimenticati. Passa inosservato il mio essere... »
« Cosa? » mi sporgo in avanti, interessata, mentre l'altra tentenna a rispondermi.
« Lo sai. Malata. »
La vedo sistemarsi una ciocca dietro l'orecchio sinistro, le gambe rigorosamente chiuse e l'aria affranta; pure quando aveva ripreso conoscenza in camera mia e le avevo parlato di ciò che era successo, s'era rabbuiata così. Che la Serpeverde si trovi a disagio nell'affrontare argomenti che riguardano “il suo piccolo problema sonnolento”?
« Tu non sei malata, Rose. Mi sembri una ragazza molto normale, comune... se tralasciamo la pagella con tutti Eccellente, i riconoscimenti sportivi e la scia di cuori spezzati dei ragazzi che ti hanno incontrato, sapendo che non avrebbero mai potuto averti. » metto particolare enfasi alla fine della frase, facendo finalmente scogliere Rose e, allo stesso tempo, trasmetterle un po' di allegria, a giudicare dal suo sorriso smagliante ed a trentadue denti che scompare solo per la battuta: “Eh già, è una scia lunga”. Mi sento così felice ad aver allegerito il peso che porta sopra il cuore.
« Sei la terza persona ad avermi detto una cosa del genere, lo sai Lily? » i suoi occhi cangianti — poco fa d'un intenso azzurro — ora sono coperti da un velo grigio–verde, a causa dell'acquosità che ne traspare e la luce riflessa. Uno sconosciuto, se assistesse alla scena lì per caso, direbbe che Rose ha gli occhi lucidi per essersi sganasciata dalle risate, ma io so la vera motivazione. « Ho lavorato sodo in questi anni, i risultati positivi non sono spuntati naturalmente. Ogni volta che mia madre si preoccupava per me, assillandomi con le raccomandazioni, ero sempre spronata a dare il mio meglio, a impegnarmi di più di quanto ci si aspettasse. Non sopportavo l'idea di essere inferiore al resto della gente perché destabilizzata da una malattia che non ho mai voluto. Mi dispiace di avervi ingannato: la Rose Weasley che conoscete tutti a scuola non è perfetta o ricca di talenti. È soltanto ricca di ambizioni. »
Rimango cinque minuti in silenzio, il tempo di rielaborare i pensieri dopo quella confessione inaspettata, fatta a cuore aperto. Ho sempre dato per scontato gli sforzi di mia cugina e sopravvalutato i miei, perché provenienti da un individuo che di speciale non aveva proprio niente. Chi l'avrebbe immaginato, invece, che io e lei fossimo su uguale livello? « La prima e la seconda persona? »
« Eh? »
« La prima e la seconda persona che ti hanno detto che sei normale, di chi si tratta? »
La rossa si mordicchia il labbro inferiore, cercando di ricordare. « La prima mio padre, quando andò a parlare con la McGranitt a proposito del concedermi delle pause più lunghe del solito tra una lezione e l'altra, per non stancarmi troppo... »
E io che pensavo che quello fosse un premio esclusivo per gli studenti più brillanti di Hogwarts!
« … mentre la seconda è un segreto, ficcanaso che non sei altro. »
Storzo il naso all'udire quel gran complimento a me rivolto, la consapevolezza che il lato oscuro di Rose è tornato più forte che mai. « Aspetta, ma quanti della famiglia sapevano della tua narcolessia? »
« Quasi tutto il club Potter-Weasley. Beh, tranne te. »
« Come tutto il club?! Perfino James?! »
La diciassettenne — estremamente matura — mi fa la linguaccia.
Sento delle voci dalla finestra che hanno tutta la probabilità di appartenere ai miei genitori considerando l'argomento di conversazione trattato, un misto di “I Ballycastle Bats non vinceranno mai contro i Montrose Magpies, testone” e “Amore, penso che in futuro dovremo accudire un cane per non sentirci troppo tristi una volta che Lily ci abbandonerà”. Questo sospetto, poi, viene ancor di più confermato quando la serratura scatta da sola e i due urlano un entusiasto saluto nell'ingresso, accompagnato dal rumore delle buste sbattute pesantemente sul tavolo.
Rose si tira su, meditabonda, per poi rivolgermi la parola come se stesse compiendo uno sforzo sovrumano:

« Credo che andrò ad aiutarli con la spesa. Vieni anche tu? »
Desidererei fortemente rifiutare la proposta e telefonare subito a Scorpius per informarlo sui nuovi aggiornamenti, ma sapete cosa c'è di più fastidioso di dare una mano per la cena? Harry Potter e Ginny Weasley in Potter che osannano mia cugina di primo grado, essendo una figlia più brava e garbata di me.
« Sì, magari ti raggiungo dopo... senti Rose, cosa farai domani? Nel senso, hai qualche impegno con l'Amnesty International? »
La ragazza mi scocca un'occhiata velenosa, la prova che nessuno afferra più al volo la mia vena umoristica: « Clown Therapy all'ospedale Saint Peter di Londra, perché? »
Mi rialzo dal pavimento, così d'affrontarla faccia a faccia. So già che l'idea non sarà di suo gradimento, ma non ho bisogno del suo permesso, d'altronde. « Voglio venire con te. »
« Per aiutarmi? Miseriaccia, Lily, non mi sono confidata per ricevere la tua pietà. Non ho bisogno che tu ti intrometta nei miei affari! »
M'invento una scusa sul momento, anche se è dura mentirle — Rose è indipendente, in grado di occuparsi di ogni cosa che si metta in testa di fare, ma non per questo onnipotente. Ora che so la verità, voglio essere più presente per lei, non importa quanto si dimostri fiera e testarda nel difendere la sua posizione. « Lo so, non ti agitare! C'è solo questa mia amica dal cuore d'oro che voleva prodigarsi a fare del bene e siccome mi aveva nauseata con questa trovata popolare chiamata 'coscienza', beh... »
Ennesima occhiata assassina da una Rose versione leonessa, i riccioli color fiamma sparati in disordine. M'infilo le mani nelle tasche dei jeans, per fare in modo di non gesticolare ed eccedere nella narrazione. «...insomma, mi sono detta “Perchè non presentarle la mia parente più prossima a diventare volontaria dell'Onu”? È l'occasione perfetta per farvi incontrare e sperare in una lunga amicizia. »
La noto indietreggiare, soffocare le offese isteriche con cui era lì lì per sconvolgere tutto il vicinato; posso ricominciare a respirare con naturalezza, senza preoccuparmi che l'affanno faccia percepire alla Serpeverde un cambiamento sospetto, l'odore fetente di bugia. Non so da dove ho preso il coraggio per sospendere la mia abitudine del balbettare, ma alla fine ce l'ho fatta ad apparire determinata e sicura di me.
« Beh, se è così che stanno le cose... non mi sarei mai aspettata una carineria del genere da te, Lils. Immagino che hai acquistato un po' di sale in zucca, eh? Ti passo l'indirizzo, insieme all'orario dell'appuntamento. Ti tengo d'occhio, eh. »
Le pongo l'interno della mano: Rose, compiaciuta, inizia a tratteggiare con un pennarello nero indelebile le lettere che formano il nome della via, sorridendo tra sé e sé — dev'essere emozionante conoscere qualcuno che condivida i tuoi stessi gusti incondizionatamente. Rileggo ciò che ha scritto con tant'attenzione e premura e le faccio un cenno d'assenso quando mi avverte di star per scendere le scale, pronta a raccontare di questa brutta storia ai miei. La porta è ben presto chiusa, delimitando la zona in cui la mia famiglia fa quattro chiacchiere allegramente, assaggiando le delizie che scoppiettano sui fornelli, e quella in cui io devo badare alla mia integrità morale.
Okay, le ho rifilato una balla colossale. Scorpius non è né un'amica femmina — non ancora, almeno — né un angioletto sceso in terra per regalare amore e felicità ai bambini sfortunati. A dirla tutta, Scorpius detesta i poppanti, perché incapaci di provvedere alle proprie necessità — vedere me, con cui ha un rapporto amore–odio, per colpa della mia infantilità. Eppure chi si lasciarebbe scappare l'opportunità di trascorrere cinque o sei ore assieme a Rosie, nonostante le sopracitate condizioni?
Dovevo agire in fretta per il mio migliore amico, per quella maledetta promessa, e per provare a quella Dulcinea Maldamour che il tempismo e la sincerità sono la chiave perfetta per conquistare l'anima gemella, altro che gli stratagemmi complicati descritti nel suo romanzetto da due soldi.
Pigio i tasti sul cellulare per inviare il seguente messaggio:

A Barbie Schiaccianoci 16/07/2014 17:02:36

 

Preparati psicologicamente ad una seduta intensiva di shopping e make–up a tue spese: abbiamo un appuntamento!

 

 





Commento dell'autrice finalmente tornata a casa dopo una vacanza mortifera con i suoi genitori:
Zalve *3* Rieccoci con questo terzo capitolo un po'... Rose-Lilycentrico, non trovate? Beh, comunque non abbiate paura. Scorpius comparirà nel prossimo capitolo e soprattutto, comparirà in vesti davvero peculiari *sogghigna*.
Ho cercato di rendere al meglio il carattere di Rose, chissà se ci sono riuscita?
 È una brava ragazza, acqua e sapone, ma allo stesso tempo è peperina, frizzante(in modo diverso da Lily), maniaca del controllo. Come tutti sappiamo, Rose ha ereditato il cervello della madre, ma non usa quell'intelligenza solo per scopi prettamente accademici. Forse quest'aspetto verrà più evidenziato nei capitoli a venire... c'è un grosso mistero che aspetta i nostri cari protagonisti, eh.
Vorrei ringraziare Beno89, Fede_e e FeniceAla19160 per essersi aggiunti alla lista di persone che seguono la storia. Vi voglio bene, non importa se siete utenti silenziosi (?)
Al prossimo aggiornamento :3
Ps. Lascio qui il link della pagina wiki sulla Narcolessia casomai foste interessati/e nello scoprire qualcosa in più su quest'affascinante malattia neurologica.
   
 
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