Erano passati ben tre anni e Kirino aveva ricominciato a sorridere sempre,stava bene con lui e finalmente aveva smesso di tagliarsi.
Era una persona nuova,aveva scoperto cosa fosse:
La felicità,
l'amore,
e la vita,molto diversa da come l'aveva sempre immaginata.
Ne avevano passate di tutti i colori in quegli anni,ma si erano sempre rialzati e avevano combattuto contro tutto e tutti,Ranmaru non avrebbe permesso a niente e nessuno di rovinare la sua nuova vita.
Stavano passeggiando come loro solito,mano nella mano,parlando del più e del meno.
“Sai Takuto,hai dato un senso alla mia vita”si era accoccolato sulla spalla del moro,che lo stringeva a se.
“Tu invece no,perché sei già la mia vita. Ti amo.”dopo aver detto ciò Takuto lo spinse via da se. Kirino era confuso,perché prima gli aveva detto quelle cose e poi lo aveva spinto via?
Poi capì.
Un camion stava venendo verso loro,l'autista aveva perso il controllo del mezzo e nel preciso momento in cui lo spinse dall'altro lato,il camion prese in pieno il moro. Come aveva fatto a non accorgersi che quel mezzo stava venendo verso loro?! Si sarebbero potuti salvare entrambi e invece solo Takuto se ne era accorto ed ora stava rischiando la vita.
Un sorriso.
L'ultimo sorriso che avrebbe rivolto al rosa.
Era un sorriso amaro,ma che racchiudeva tutto l'amore che Shindou provava per Kirino.
°°°
Il sangue che scorreva,imbrattava tutta la strada con il suo colore rosso.
Era paralizzato. Le sirene della polizia e dell'ambulanza arrivavano ovattate alle sue orecchie.
E intanto lui fermo lì guardava,con lo sguardo perso nel vuoto,il corpo di Shindou. Sorrideva ancora.
Era morto pensando a Kirino.
Poi una voce. Due occhi,che lo fissavano in modo truce.
“Ecco quello che ti meriti,tu non sarai mai felice. Sappilo,ricorda che nessuno vorrà mai stare con una persona come te”
Infine il buio.
Kirino si svegliò di colpo. No,non poteva essere.
Era un sogno.
Solo un inutile e stupido sogno.
Alzò le maniche del pigiama,erano ancora lì,insistenti gli ricordavano il suo dolore. Guardò la sveglia.
Le quattro del mattino.
No cavolo quello non era un sogno,era troppo reale per esserlo. Non ricordava nemmeno il nome di quel ragazzo, ricordava il suo volto, il suo sorriso che per poco aveva illuminato la sua vita. Ricordava il colore dei capelli,i suoi modi di fare,tutto di lui,tranne il nome.
Era frustato,quello era solo un insignificante sogno,non riusciva a crederci.
Cominciò a piangere,a maledire se stesso. Poi prese la lametta e si tagliò più volte su tutto il corpo,ora voleva solo dimenticare.
Il giorno dopo a scuola tutto ricominciò come al solito.
Il bullismo,i maltrattamenti,la discriminazione e l'autolesionismo. Non era cambiato assolutamente niente....
CIAOOOOOOO
Ok scusami Ale-chan e anche voi ma sono super impegnata in questi giorni e non so quando potrò aggiornare. Mi scuso se il capitolo è un po' corto ma non ho potuto postarlo tutto,beh ci vediamo alla prossima e spero di aggiornare presto ciao
Anto2000