Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: Reddle    16/08/2014    2 recensioni
È per il mio bene, hanno detto i miei superiori. Eppure io mi sento solo in gabbia.[...] sono stata addestrata per essere sfuggente, non per starmene tranquilla a farmi sorvegliare giorno e notte.
Quindi, adesso basta.[...]
Prendo le forbici dall'isola della cucina e vado in bagno davanti allo specchio. Impietoso mi rimanda la mia immagine. Un viso pallido, due occhi azzurri che a tratti spuntano dalla frangia rosso fuoco[...]

Il passato che ritorna prepotente ad avvelenare la nuova realtà selezionata per lei.
Ancora una scelta da prendere, ancora una volta è compito suo.
Fidarsi del passato, combattere e accettare le macerie che inevitabilmente resteranno, o lasciare che sia qualcun altro a muovere i fili di una realtà artefatta, solo per saperlo al sicuro?
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO  DUE
 
Li guardo in faccia, uno per uno.
Riconosco solo tre di loro mentre prendo il mio posto nel cerchio intorno al capo.
“il tempo a nostra disposizione purtroppo è poco quindi ti presento subito alle i tuoi subordinati.
Partiamo dal ricercatore laureato in lingue, Rufus Grimm. È la prima volta che svolge una missione sul campo, sei pregata di avere un occhio di riguardo per lui.
Questo invece è il nostro trasformista, potresti anche conoscerlo, Christian De Villiers. Ha portato a termine tre incarichi individuali.
Questo qui che sembra una ragazzina è Jimmy Chalton. Nonostante le dimensioni fisiche non bisogna sottovalutare la sua forza fisica, possiede inoltre un ottima manualità e a proposito, ottimo taglio ragazzo. Solo un incarico completato.
Lui è Marcus Torres, ottimo stratega oltre che pilota eccezionale, preferisce il lavoro di squadra, quattro incarichi collettivi, uno solo singolo.
Per ultimo, il tuo più grande problema. Tobias Aomine. Seriamente Red sono anni che chiunque prova a fargli rispettare gli ordini.
Ragazzi questa è Annette Ferrari, è il vostro diretto superiore.
L’elicottero vi porterà al cargo. Il volo non sarà lungo preparatevi adeguatamente.
Buona fortuna”
Non ci lascia il tempo di emettere un fiato, pochi attimi ed è già sparito dentro l’edificio.
Le pale dell’elicottero che non avevo ancora notato cominciano a girare, uno ad uno saliamo e l’elicottero si dirige verso l’aeroporto di un'altra città.
Il cargo ci attende sulla pista più distante dalla struttura principale. Di fronte al carico ammassato c’è una file di posti a sedere. Soltanto il bibliotecario ci si siede e da bravo bambino si allaccia la cintura, il resto di noi si sistema dove capita, io mi siedo sul pavimento appoggiando la schiena ad una cassa.
Pochi minuti e i motori si accendono. Chiudo gli occhi ed attendo la partenza.
Li riapro quando sento che l’aereo ha raggiunto la quota di volo e noto la buffa faccia del bibliotecario.
“prima che ti esploda la faccia perché non ci riveli il motivo di tanta agitazione bibliotecario?”gli domando facendo fatica a trattenere le risa, sentirsi rivolgere la parola ha fatto diventare la sua faccia scarlatta.
“pensavo che dovremmo discutere sul piano da seguire e soprattutto su quale sai la nostra missione”
“se ci tieni, apri lo sportello sopra di te e prendi quello che c’è dentro”. Ne tira fuori un foglietto e uno zaino. “Avanti leggi”lo esorto.
“Dice: Questo è un paracadute, qualcuno insegni a Rufus come usarlo, in quello di Red c’è la mappa con il punto di atterraggio. P.S.: l’aereo non ferma a Dubai”. Mentre crolla sul suo sedile sbianca e io sorrido.
L’aereo comincia ad incontrare qualche turbolenza e tutti ci sistemiamo meglio.
Sento il sonno avvolgermi poco a poco, qualcuno si siede al mio fianco. Non provo neanche a guardare chi sia, so che posso fidarmi di loro.
 
                                                                                              ***
 
Sento il motore che gira sotto i piedi, la musica ci assorda ogni volta che Matteo schiaccia con troppa forza il pedale dell’acceleratore. Sono circondata dalle risate dei miei compagni di squadra. Chiacchieriamo del più e del meno, del tutto incuranti di quello che ci aspetta una volta arrivati.
Il pensiero di quella prima missione insieme(e di quello che comporta), mi colpisce in pieno mentre l’ennesima canzone di quel viaggio infinito si spegne. La mano di Matteo scivola dalla leva del cambio alla mia. Faccio un bel respiro, quel semplice contatto vale fin troppo, sentirlo lì, vicino a me e pronto ad aiutarmi mi fa stare fin troppo bene. Mi volto verso di lui, un grazie appena udibile esce dalle mie labbra, lui sorride e scolla le spalle. Gli altri tre seduti sul retro del cassone del pickup non badano più ne a noi ne alla musica. Torno a guardare la strada mentre le mia mano afferra l’impugnatura in legno laccato della pistola che porto infilata nella cintura.
Due grosse auto nere sono ferme in mezzo alla strada a meno di un chilometro da noi.
Siamo arrivati, la prima missione della squadra ha inizio.
 
                                                                                              ***
 
Sento qualcosa di morbido e con un buon profumo sotto la guancia ancora prima di capire qualcuno mi sta parlando.
“Ehm, Ann, svegliati, dobbiamo scendere”, apro gli occhi e mi rendo conto che sono appoggiata alla spalla del ragazzo con gli occhi rossi, che mi guarda a metà tra il divertito e l’imbarazzato. Mentre una strana sensazione mi invade mi alzo ed indosso il mio paracadute.
Armeggio con il portellone.
“se non mi andasse di seguire i tuoi ordini?” Aomine. Me lo aspettavo.
“Se hai paura di buttarti con il paracadute puoi sempre scoprire dove atterra questo aereo”. Finalmente riesco ad aprire il portellone e senza esitazione mi butto.
L’aria oppone resistenza alla caduta del mio corpo trafiggendomi con migliaia di spine ghiacciate.
Se aprissi il paracute l’impatto con l’aria non sarebbe così forte , ma sono ancora troppo in alto.
Le spine diventano pizzichi, l’ossigeno nell’aria aumenta e la temperatura si alza.
Apro il paracadute e in pochi minuti atterro, quasi con grazia, sul tetto di un edificio che avrebbe bisogno di una riverniciata. Mentre mi libero della tuta e dell’imbragatura, uno dopo l’altro arrivano anche gli altri. Il caldo ci spinge ad entrare il più velocemente possibile. Mi siedo sui gradini che portano alla cantina e aspetto il mio turno per uscire. Il primo è Rufus.
La strana sensazione che mi segue da quando mi sono svegliata sull'aereo non è ancora scomparsa. È come se avessi già vissuto una cosa simile, con qualcuno di diverso, come in un'altra vita, quando Matteo faceva ancora parte delle mie giornate.
Non era la prima missione della squadra, eravamo già soprannominati gli Skyrunners.
Eravamo in attesa di essere recuperati ed ero ceduta al sonno. Mi avevano svegliato le pale dell’elicottero, ero appoggiata alla sua spalla mentre lui mi stringeva protettivo tra le braccia.
Il mio GPS suona riportandomi alla realtà. Sullo schermo è comparso un puntino lampeggiante. Esco e seguo il percorso che mi indica. Per strada non c’è molta gente, ma cammino veloce ugualmente e in dieci minuti circa mi ritrovo davanti ad una graziosa villetta bianca con tanto di fiori colorati sul balcone. Percorro con lo sguardo le abitazioni circostanti e il cancello si apre mentre la voce metallica mi invita ad entrare chiamandomi con il mio nome di battesimo ed usando un vocabolario alquanto colorito.
Devono aver lasciato Aomine di guardia.
Mentalmente mi appunto di fargliela pagare mentre giro il pomello della nostra base.







Se siete arrivati qui l'autrice vi ringrazia :)

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: Reddle