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Autore: _yoursong    16/08/2014    4 recensioni
«Okay, sputa il rospo. Il tuo ex sta con una troia?»
«No, certo che no, non ne sarebbe capace, troppo santo!» sbottò irritata.
«E allora che diavolo è?!»
«Se mi facessi parlare, cazzo!» urlò.
«Okay, parla.»
«Ashton è tornato.» Sbiancai immediatamente. Non era possibile.

***
Da quando Ashton Irwin, vicino di casa rumoroso e amore adolescenziale di Abbey Walker, se n’era andato da Richmond per studiare all’università di Sydney, le cose erano finalmente cambiate: Abbey era diventata più carina, e di conseguenza più apprezzata dai ragazzi, e il resto sembrava procedere per il meglio. Ma quando Ashton ritorna in paese, è come se tutto fosse ritornato agli antipodi. Ma se fosse troppo tardi?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mancava meno di un’ora alla fatidica cena a casa Irwin, se avevo due alternative e una di queste era morire, avrei scelto sicuramente quella. Mia mamma era tutta indaffarata manco dovesse andare ad un matrimonio. Si era chiusa in bagno a sistemarsi da non so quanti minuti per andare a cena dai vicini.
 Possibile?
 Io, invece, ero ancora nei miei stracci da casa sperando in un meteorite che mi colpisse in pieno petto.
«Abbey, sei pronta?» urlò mia madre dietro la porta del bagno.
«Forse.»
«Come forse? Muoviti!»
Come se non fosse già troppo frustrante andare a cena a casa sua ci si mise anche mia madre a mettermi ansia e fretta. Optai per mettermi dei semplicissimi jeans e una maglietta a maniche corte, mi pettinai i capelli e mi misi un po’ di mascara, non mi sarei messa di sicuro di tutto punto per andare a festeggiarlo dopo quello che mi aveva fatto anni fa.
 
Ci trovavamo fuori casa sua, la porta di casa a pochi metri e l’ansia mi stava divorando le viscere. Mia mamma portava in mano una delle sue torte- non sarebbe mai andata a casa di Anne senza niente- e poi ovviamente il suo sorriso cordiale stampato in faccia, mentre io ero la persona più impassibile di questo mondo. Nascondevo abbastanza bene la mia agitazione ormai, era una cosa che avevo imparato dopo un po’ di esperienze simili.
Mio padre suonò il campanello e subito dopo qualche secondo si sentirono già i passi dall’altra parte della porta, me ne sarei andata a casa con qualsiasi scusa buona, avevo pochi secondi prima che la porta si aprisse, potevo magari dire che la pro zia di Vanessa era morta e che stava male per la perdita- si sentivano le chiavi infilarsi nella toppa- potevo vomitare lì tutta l’angoscia che mi si era annidata nello stomaco e di conseguenza tornare a casa dicendo di aver preso una malattia infettiva- le chiavi finirono di girare- avevo un secondo, dovevo fuggire, ora.
 Abbey coraggio devi solo fare due passi e mandare a quel paese tutta la merdata che sta per avere inizio.
 Stavo per girarmi e mettere in atto il mio piano quando la porta si aprì di scatto mostrando una bellissima Anne con il sorriso più bello di sempre.
«Siete arrivati finalmente! Entrate, entrate.»
«Scusaci tanto, spero che la torta che ho fatto sia di tuo gradimento» si affrettò a dire mia madre.
Vidi subito sbucare Lawren e Harry, i fratelli minori di Ashton. Ringraziai il cielo che lui non si era ancora fatto vedere, avevo una paura folle a ritrovarmelo d’avanti, dopo tutto quel tempo, ma una parte di me stava facendo le capriole, era come emozionata di vederlo, di poter rivedere i suoi occhi verdi e i suoi soliti capelli disordinati e.. Stop, Abbey, fermati non pensarci nemmeno.
«Ashton!» lo richiamò Anne spazientita.
«Arrivo!» lo sentii urlare dal piano superiore.
Mentre ci spostavamo in salotto dove i miei genitori avrebbero potuto continuare a chiacchierare con Anne io li seguii velocemente per essere sicura di non essere la prima a doverlo salutare e soprattutto a vederlo, non sarei rimasta viva per un solo secondo, cosa che però mi avrebbe fatto molto comodo in quel momento.
 Si sentivano dei passi al piano superiore e subito dopo sulle scale, doveva essere in sala a momenti. Infatti eccolo lì, appena sbucato da dietro la porta in tutta la sua altezza, coi capelli che erano leggermente più lunghi dell’ultima volta e più ricci e disordinati, la barba era accentuata e gli occhi ancora più brillanti, il mio cuore stava cedendo, mi ero ormai come paralizzata sul posto mentre lo vedevo rivolgere sorrisi ai miei, mentre li salutava una parola e uno sguardo mi distolsero dal mio momento di trance pre morte: il suo sguardo.
« Ti ricorderai di Abbey» mi annunciò mia madre, avrei voluto tapparle la bocca, non si era ancora accorto della mia presenza. Vidi il suo sguardo vagare su di me, aveva uno sguardo strano, probabilmente di disgusto, ma in quel momento non me ne fregava un cazzo, mi stava fissando, mi stava fissando nei miei fottutissimi occhi e stava accennando il più bel sorriso di tutta l’Australia.
«Ehy!» mi salutò venendomi in contro. Mi stava per abbracciare? Mi stava per abbracciare? Sì, mi stava per abbracciare, un leggero abbraccio amichevole, come quelli che si danno ai vecchi amici che non si vedono da anni. Per lui probabilmente era così anche se potevamo definirci amici solo ai tempi delle medie e prima, per me invece era l’abbraccio che avevo aspettato da così tanto tempo che quasi non mi sembrava vero. Era stato breve ma mi aveva squarciato in due, rincontrai i suoi occhi e mi incantai vedendo il suo sorriso.
No, non dovevo assolutamente continuare con quell’onda di pensiero, mi sarei fatta del male.
 
 
La cena stava procedendo abbastanza bene, per mia fortuna. I piatti cucinati da Anne erano buonissimi e ovviamente cercai di mangiarli senza farmi vedere da Ash. Una mia fissa strana era quella di non farmi vedere mangiare, non perché fossi una di quelle ragazze che puntano sulla dieta e robe simili- perché facevo tutt’altro che fare diete- ma semplicemente perché farmi vedere da qualcuno- specialmente Ashton- come masticavo, o più semplicemente mangiavo, mi dava i brividi. Puntualmente, vista la mia mancanza di fortuna, Ashton era seduto precisamente frontale a me, e ancora puntualmente mi lasciava sorrisini ogni volta che alzava la testa per parlare. La situazione era quindi: io che mangiavo come una fogna ogni fottuta volta che era girato, e la cosa mi dava terribilmente il voltastomaco al pensiero.
« Che indirizzo studi?» chiese mia madre, come se non lo sapesse da una vita.
«Lettere e scienze sociali » rispose semplicemente lui. Dio, che bella voce.
«Fantastico! Deve piacerti molto» continuò.
«Sì, abbastanza» finì con il sorriso più genuino e timido mai visto.
Oddio, Abbey, finiscila ti prego! Sembri una fottuta ragazzina di dodici anni!
«Tu, Abbey, sai già cosa andrai a fare all’università?» mi chiese Anne disincantandomi dal mio piatto. Ora tutti gli occhi erano puntati su di me, e ovviamente anche i suoi, e la cosa era troppo- fottutamente troppo- imbarazzante. Deglutii a fatica e accennai un sorriso per poi rispondere un semplice:
« Vorrei studiare a Sydney, all’accademia delle belle arti e prendere la specializzazione in fotografia.»
«Wow, non sapevo che avessi una passione per la fotografia. Allora potrai farci qualche album prima o poi» mi disse Anne, a cui risposi con un semplice sorriso.
Per fortuna poi l’argomento cambiò radicalmente e non fui più obbligata a parlare o ad interessarmi davvero agli argomenti di cui si parlava. Stavo tranquilla a finire i dieci mila bicchieri d’acqua che mi versavo, causa: Ashton. Mi rendeva nervosa a tal punto da avere perennemente la gola secca, cosa che non sopportavo.
«Ora il dolce!» annunciò mia madre alzandosi da tavola per sparire in cucina insieme ad Anne.
 
 
Ci eravamo appena spostati in salotto dove avremmo terminato la serata chiacchierando- gli altri avrebbero chiacchierato, io sarei stata zitta sino a quando non mi avrebbero interpellato. La cena era stata fin troppo imbarazzante e speravo che ora, che saremmo stati tutti seduti comodi a parlare, non si sarebbero più presentate situazioni simili.
Ashton era salito un secondo in camera scusandosi e dicendo che ci avrebbe messo poco, io speravo che rimanesse chiuso dentro per qualche strana calamità naturale. Magari che crescessero delle piante rampicanti alla Jumanji che avrebbero serrato la porta. Ma per mia grande sfortuna lo vidi scendere di corsa i gradini e dirigersi in sala. I ricci fluttuavano nell’aria come se avessero vita propria mentre accennava una corsa per affrettarsi ad entrare nella stanza. Sembrava una scena di Baywatch dei poveri. Me lo immaginavo col costume rosso alla David Hassehoff mentre correva per le spiagge di Sydney, bagnato dal mare.. Abbey, per l’amor di Dio bloccati!
Feci bene a bloccarmi perché magicamente il posto di fianco a me sul divano venne occupato. Chissà da chi, eh? Chissà quanta fortuna avrà Abbey in questi giorni?!
Sì, venne occupato da Lui.
Lo vidi proprio alla mia sinistra, porgermi un sorriso per poi stravaccarsi indietro continuando a fissarmi. Perché deve fissarmi in continuazione? Fate si che smetta, vi prego.
«Quasi non ti riconoscevo prima» disse di punto in bianco continuando a porgermi quel sorrisetto infantile.
Sorrisi.
«Sei cambiata molto.»
Okay, ora taci per favore.
«In bene, intendo» si affrettò a dire.
«Beh, grazie» risposi abbassando lo sguardo e facendomi spuntare un sorriso. No, Abbey, devi mantenere la calma e la tua posizione, non puoi fargli credere che gli vai ancora dietro, perché ovviamente tu non gli vai dietro. Quindi, respira e continua la conversazione come una vecchia amica farebbe.
«Anche tu sei cambiato, ti sei lasciato crescere un po’ i capelli» gli dissi.
Wow, progressi.
«Sì, beh, volevo cambiare un po’.»
Silenzio.
«Quindi sei una fotografa» spezzò il silenzio.
«Fotografa è troppo, direi solo che mi piace molto fare foto. Devo migliorare ancora.»
«Sarai già molto brava, conoscendoti.»
Conoscendoti…CONOSCENDOTI?
«In che senso?» chiesi, sconvolgendo me stessa della domanda.
«Mi ricordo che ti sottovalutavi molto quando eravamo piccoli, e puntualmente eri molto brava in tutto» disse accennando una piccola risata alla fine che mi fece letteralmente precipitare negli abissi del mio stomaco.
Non risposi.
Non sapevo come rispondere, ecco il punto. Non mi aspettavo tutta questa amicizia e voglia di parlare da lui. Mi aspettavo di più una serata in cui mi avrebbe evitato e non una un cui cercava sempre di far conversazione.
Spostò lo sguardo sugli altri per un po’ per poi ritornare su di me.
«Il ragazzo?»
Cosa cosa cosa? Non può averlo chiesto davvero. Che cosa gli interessa a lui se ho il ragazzo. Lo ha chiesto semplicemente perché non ha altri argomenti, ovvio.
«Zero, single. Tu?... Non il ragazzo, intendo la ragazza. Sei fidanzato?»
Rise per poi rispondermi:
«Sì, ho il ragazzo.»
«Co-cosa? Davvero?» chiesi sbalordita.
Rise di nuovo. Oh, smettila di ridere che se no ti collasso sul tappeto!
«No- sospirò- single pure io. Nessuno mi vuole, ahimè!»
Una parola mi venne in mente: muori.
Penso che la mia faccia ormai era simile a quella di un pesce con degli occhi enormi, la conversazione era stata fin troppo sconvolgente. Decisi di spostare lo sguardo dritto d’avanti a me per non incrociare più il suo e per evitare eventuali figure di merda.
Non rendendomi neanche conto i miei si erano alzati dai propri posti come se fossero pronti per tornare a casa. E infatti:
«Scusaci Anne, ma ora dobbiamo proprio andare. E’ stato un piacere» disse mia mamma salutandola, e lo stesso fece mio padre. Mi alzai dal divano seguita da Ashton, mi diressi verso i miei ma prima che potessi raggiungerli Ashton mi richiamò.
«Abbey, è stato bello rivederti. Ci vediamo» tutto coronato da un sorriso stupendo e un occhiolino finale. Un-occhiolino-finale.
Gli sorrisi e accennai un saluto con la mano. Volevo tornare al più presto possibile a casa.



 



 
HIIIIII!

I'm back.
Eccomi con il secondo capitolo. Questo è un capitolo importante perchè innanzitutto Abbey rivede Ash dopo ben due anni, circa, e hanno la loro prima conversazione di tutta la storia.
Gosh *W*

Non ho pubblicato subitissimo perchè ho pensato di aspettare un po', per vedere anche come andavano gli altri capitoli e per avere il tempo di continuare per bene i capitoli successivi.

Spero vi sia piaciuto questo capitolo e che lasciate un segno. Una recensione, un preferita, seguita o ricordata. Sono davvero molto importanti per me. Mi stimolano di più a scrivere e soprattutto sapere che cosa ne pensate mi aiuta anche a ideare nuove cose.

E ringrazio con tutto il cuore tutte le persone che hanno messo tra le seguite preferite e ricordate la storia, vi amo tutte.
Gosh, tantissimo love a tutte.
E poi alla ragazza che mi ha lasciato la splendida recensione. Tanto love anche per te. *v*

Ringrazio infine ancora la Fede, perchè mi aiuta sempre e la ringrazio ancora per avermi pubblicizzato la scorsa volta.

Davvero, lasciate anche uno sputo, qualsiasi cosa. Pliz!

So, goodbye.

Kiss

Giulz



 
  
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