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Autore: _yoursong    10/08/2014    1 recensioni
«Okay, sputa il rospo. Il tuo ex sta con una troia?»
«No, certo che no, non ne sarebbe capace, troppo santo!» sbottò irritata.
«E allora che diavolo è?!»
«Se mi facessi parlare, cazzo!» urlò.
«Okay, parla.»
«Ashton è tornato.» Sbiancai immediatamente. Non era possibile.

***
Da quando Ashton Irwin, vicino di casa rumoroso e amore adolescenziale di Abbey Walker, se n’era andato da Richmond per studiare all’università di Sydney, le cose erano finalmente cambiate: Abbey era diventata più carina, e di conseguenza più apprezzata dai ragazzi, e il resto sembrava procedere per il meglio. Ma quando Ashton ritorna in paese, è come se tutto fosse ritornato agli antipodi. Ma se fosse troppo tardi?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi




 
Attraversai la strada che mi separava dal collage, sarebbe stato il mio ultimo anno lì, dopo sarei andata all’università e molte cose sarebbero cambiate.
Varcai il cancello e mi affrettai ad entrare nell’edificio, appoggiai dei libri nell’armadietto tenendomi quelli della prima ora nella borsa a tracolla, chiusi l’armadietto e immediatamente una figura conosciuta mi saltò all’occhio in fondo al corridoio, stava correndo: era Vanessa.
Che poi, Vanessa non corre!
«Abbey!» urlò preoccupata col fiatone a metà del corridoio.
«Ehm, buongiorno.»
«Sì sì, buongiorno» disse velocemente quando era arrivata davanti a me quasi grondante.
«Che diavolo ti prende?»
«Ho…una…notizia… importantissima» disse prendendo fiato a ogni parola.
«Se ti riprendessi prima di morire, eh?!»
«No è troppo importante!»
«Okay, sputa il rospo. Il tuo ex sta con una troia?»
«No, certo che no, non ne sarebbe capace, troppo santo!» sbottò irritata.
«E allora che diavolo è?!»
«Se mi facessi parlare, cazzo!» urlò.
«Okay, parla.»
«Ashton è tornato.»
Sbiancai immediatamente, non era possibile.
«Cosa?!» urlai.
«Hai capito bene, è tornato qua a Richmond. Stamattina presto penso, così dicono i suoi amici.»
«No no no! Lui è all’università a Sydney! Non può essere tornato!» continuai, probabilmente più per convincermi che non fosse vero che perché ne ero realmente convinta.
«Invece è vero, non fanno altro che parlarne quelli del suo gruppetto di merda che si trova ancora in questa merda di scuola.»
Non poteva essere tornato, era partito due anni prima per andare a studiare a Sydney, era stato l’anno peggiore della mia vita. Tra il fatto che tutti i suoi amici, quindi anche lui, avevano scoperto la mia cotta per lui, e che la mia esistenza di quell’anno scolastico era completamente distrutta. Ero lo zimbello per tutti i suoi amici, Vanessa cercava di confortarmi ovviamente ma non serviva più di tanto. Avevo deciso che dovevo dimenticarlo ma non fu facile, ci riuscii solamente quando lui partì per l’università. Lì si che rincominciò come una seconda vita per me. Finalmente quel episodio incominciava a esser dimenticato e non ricevevo più le solite frecciatine, dopo un po’ mi ci ero così abituata che non mi davano neanche più fastidio. Oltre a questo, quell’estate ero finalmente cambiata, non ero più la solita ragazzina gracilina e bruttina ma grazie al cielo ero migliorata fisicamente e incominciai anche a piacere a qualche ragazzo. La mia autostima crebbe dopo mesi che continuava ad abbassarsi. Mi capitava anche che qualche volta, mentre stavo baciando un ragazzo, mi saltasse per la mente di pensare che fosse Ashton, solamente per sapere come sarebbe stato se non fosse un tale stronzo, ma ovviamente non era lui e dovevo dimenticarlo completamente. Tutto questo dopo che lui se ne fu andato e ora che era tornato ne ero terrorizzata.
«Cazzo» fu l’unica parola che riuscii a dire.
«Dai, Abbey, sicuramente non sarà come due anni fa, nessuno se lo ricorda più.»
«Io sì! Cazzo, non poteva starsene là?!» sbottai.
«Me lo chiedo anche io, si sta così bene da quando se n’è andato!»
La campanella interruppe la nostra chiacchierata e così ci salutammo, ora volevo solamente non pensarci e passare quest’altra estenuante giornata di scuola.
 
 
 
 
Percorsi velocemente il vialetto di casa sbirciando dai vicini per vedere se realmente ci fosse la macchina di Ashton, e purtroppo: c’era. Il suo rottame di macchina color topo si trovava proprio davanti al suo garage, un tempo avrei provato conforto e felicità nel vederla, ora era completamente il contrario.
Aprii la porta di casa fiondandomi direttamente sulle scale che mi avrebbero portato in camera.
«Ciao, sono arrivata!» urlai mentre salivo le scale.
«Ciao Abbey. Ma non mangi?» mi chiese mia madre.
«Sì, arrivo subito, appoggio la roba in camera e arrivo.
Mi lanciai direttamente in camera e buttai la borsa sulla sedia ormai sommersa dai vestiti. Corsi immediatamente alla finestra e mi affacciai. Per puro caso la vecchia camera di Ashton si trovava proprio di fronte alla mia e in quel fottuto momento le persiane che erano state chiuse per due anni-tranne quando la Signora Irwin decideva di far girare l’aria in casa- erano aperte. Mi sentivo una orrenda vicina spiona ma dovevo accertarmi che quello che aveva detto Vanessa fosse vero. Come se la testimonianza di Vanessa e la sua auto non fossero sufficienti. Chiusi immediatamente la finestra compresa la persiana, ora la mia camera sembrava un bunker e beh lo sarebbe stato fino a quando lui non se ne sarebbe tornato a Sydney.
Scesi le scale e andai in cucina per pranzare. Mi sedetti a tavola dove già mi aspettava mia madre intenta a leggere una delle solite riviste di cucina.
«Secondo te se provassi a fare questa torta un giorno verrebbe buona?»
«Prova, massimo la mangia papà o io quando ho troppa fame.»
«Bel incoraggiamento, davvero!» disse fingendosi offesa provocando una mia risata. In quel momento squillò il telefono e mia madre corse subito a rispondere.
«Pronto? Oh, Anne come stai?» Rispose mia madre e dal nome della donna capii che parlava della mamma di Ashton.
«Noi tutto bene grazie, avevi bisogno?» chiese.
«Davvero? Ma è fantastico, come sta?» continuò mia madre col solito tono gentile che aveva al telefono.
«Sono felice per lui»
Stavano parlando di Lui, la cosa non andava affatto bene, non poteva parlare degli altri fratelli? No di Lui. Il cuore incominciava a battermi all’impazzata mentre divoravo l’ultimo boccone e incominciai a bere velocemente l’acqua che mi rimaneva nel bicchiere.
«Oh accettiamo l’invito con piacere!»
Di che cazzo di invito sta parlando?!
«A che ora?Alle 20.00? Va benissimo, devo portare qualcosa?»
Che diavolo vuoi portare? Se è una mazza per tirarla in faccia ad Ashton fai pure.
«Okay, stupendo. Allora ci vediamo questa sera. Ciao cara» e chiuse il telefono, stavo già varcando la soglia della cucina per tornare a rintanarmi in camera quando mia madre mi bloccò.
«Tesoro, stasera siamo invitati a cena dagli Irwin, non so se lo sai ma Ashton, quello con cui giocavi sempre quando eri piccola, sicuramente te lo ricorder-»
«Mamma arriva al punto!» la bloccai, non potevo sentire altro.
«Okay, Ashton è tornato da Sydney per un po’ visto che il prossimo esame all’università lo ha tra molto, e i suoi volevano festeggiare, quindi siamo invitati a cena stasera. Non trovare impegni!»
Il cuore se prima mi batteva all’impazzata ora si era bloccato definitivamente, dovevo vederlo, dopo due anni, dovevo stare lì di fronte a lui come se nulla fosse.
«In realtà avrei tantissimi compiti da fare, preferirei stare a casa, salutali e fai i complimenti ad Ash» cercai una scusa.
«Oh, no no no, tu verrai! Gli farà sicuramente piacere vederti, quindi i compiti li fai ora.»
«Ma mamma!»
«Niente discussioni.»
Basta, ero fregata. Non avevo vie di scampo, dovevo per forza vederlo quella sera e io ero terribilmente terrorizzata. Avevo paura che potesse riaffiorare qualcosa e non doveva assolutamente succedere, non dovevo permetterlo.
Corsi in camera e chiamai immediatamente Vanessa.
«Pronto?» disse con la bocca piena.
«Vanessa ingoia quel cazzo che hai in bocca e aiutami! E non cogliere il doppio senso!»
«Che è successo?» disse mandando giù il boccone e strozzando una risata.
«Stasera devo andare a cena a casa sua» dissi tutto d’un fiato lanciandomi sul letto.
«Che cosa?» urlò.
«Siamo invitati a casa loro per “festeggiarlo”. Che poi chissà che cazzo ha fatto. Per favore aiutami, trovami una scusa convincente, oppure fingi un rapimento, davvero!»
«Non saprei, le vostre famiglie sono sempre state molto vicine, penso che non ci sia nulla per svincolare. Ti rapirei se potessi, ma stasera sono dai miei nonni quindi non posso neanche fingere di avere una colica e chiamarti.»
«Fingi una colica su un marciapiede!»
«Abbey, non hai altra alternativa. Prendila come se devi fargli vedere che non sei crollata dopo tutto, sarà come tirargli un pugno in pieno volto.»
Il pugno se proprio dovevo, glielo tiravo davvero.



 

 
 

HIIIIIII!

Sono tornata con il primo vero capitolo della storia.
Probabilmente questo sarà più entusiasmante dle prologo, anzi sicuramente, ma serviva per far capire la situazione.
TATATATTAAAAAAN, Vanessa rivela la notizia bomba. Qua incomincia davvero la storia soprattutto dal prossimo capitolo *W*

E VISTO CHE il prossimo capitolo sarà dfgh, secondo me spero che leggerete anche il seguito di questa storia.

RINGRAZIO infinitamente le persone che hanno messo tra le seguite le ricordate e le preferite questa ff.

Lasciate un segno, per favore! T.T mettete tra le preferite, le ricordate o le seguite questa storia o lasciate una fottutissima recensione!

RINGRAZIO IN FINE la mia Best forevah- aka Fede- che mi ha pubblicizzato enlla sua fighissima storia e che mi ha fatto guadagnare qualche visita in più e tanti scleri.
Soprattutto con la sua mega iper dedica e aver fatto sapere a tutto il mondo che ho le mani grandi (?)

SO, Goodbye.

Giulz
  
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