Non
conosco i My Chemical Romance e questa storia è
solo frutto della mia fantasia.
Dedico questa fiction a
delle persone speciali.
La dedico a Greta, a Jess, a Mona, a Jeje…
Watching stars without you,
my soul cried.
Questa
storia non è una
storia come tante.
Questa storia parla di un tempo, parla di una ragazza dai lunghi
capelli color
oro, dai grandi occhi verdi, dalla pelle chiara e vellutata come petali
di
rose.
Questa storia parla di un ragazzo dalla voce calda e dolce, un ragazzo
dagli
occhi nocciola, dai capelli scuri, dal cuore grande come
l’oceano.
E’ la storia di un amore che va oltre il conoscitivo umano.
E’ una storia di un amore che va oltre ciò che
l’uomo rappresenta.
E’ una storia di un amore puro e genuino.
Quell’amore che supera ogni ostacolo,
quell’amore che vince il fato, il destino. Un amore profondo,
capace di
cambiare in pochi attimi la tua intera vita. Quell’amore che
ti mozza il
respiro alla vista dell’altro, quell’amore ti fa
balzare il cuore in gola, che
ti rende felice ma anche triste.
E questa, amici miei, è la storia di un amore che lega due
ragazzi.
Un destino crudele il loro.
Due ragazzi dall’animo gentile.
La storia di un tempo in cui l’amore era stato dimentico.
Una storia che parla della vera essenza umana…
l’amore.
La storia di una amore… infinito ed eterno.
Era
il lontano
1600 quando lady Wessex si svegliò illuminata dalla flebile
luce del giorno.
La grande coperta rossa l’aveva riparata dal freddo vento
della sera.
Lady Bianca era la secondogenita della famiglia Wessex. Una famiglia
benestante
con possedimenti a poche miglia da Londra.
Giovane, la ragazza presto sarebbe divenuta la moglie di Lord Kent, un
ricco
signore noto in tutta Londra.
“Mia signora, il gallo del mattino ha già
cantato.” Una bassa signora con un
lungo vestito blu e i capelli coperti da un grande fazzoletto bianco
entrò in
camera di lady Bianca.
“Oh cara balia, vorrei poter dormire in eterno.”
Sussurrò la ragazza alzandosi
dal morbido letto.
“Ha dei doveri, mia signora.” Bianca
indossò la veste e si diresse verso la
finestra.
“Vorrei poter fare ciò che voglio.”
Disse un soffio e la balia sapeva bene a
cosa si riferiva. Le doleva il cuore sposare lord Wessex, rinunciare al
suo
sogno, quello di avere l’amore, quell’amore che
tanto era stato descritto nelle
commedie, nelle tragedie. Quell’amore che Shakespeare era
riuscito a far
trasparire nel suo teatro. L’amore contenuto il quelle dolci
e amare poesie. In
quei sonetti e quelle prose.
Lady Bianca amava la poesia.
“Vostra madre vi attende.” Disse la balia
cominciando a pettinare i lunghi
capelli biondi della ragazza.
“Il dovere di una figlia… prima… di
tutto.” Nel tono della ragazza c’era una
nota si tristezza e la balia non potè non notarlo.
“Oh, mia signora, lord Kent… è un buon
uomo.” Disse poi aiutandola a vestirsi.
“Ma non c’è….
Amore.”
“Michael…
Michael!”
MastroWay si voltò di scatto guardando il suo compagno.
“La scena non è finita!”
Gridò Thomas.
“La finiremo domani.” Disse Michael voltandosi.
“Ma…”
“Niente ma messere.” E così mastro Way
uscì dal grande teatro diretto alla sua
umile dimora.
Michael si passò una mano fra i capelli mentre si inoltrava
nella grande
moltitudine di persone.
“Per tutti sette mari, Michael, spero tu abbia finito quella
commedia per me?”
Un uomo dai capelli brizzolati e un vestito troppo pulito per essere un
comune
attore lo afferrò per la spalla.
“Quasi.” Disse il ragazzo voltandosi.
“Quasi?”
“Messere, non volete mettere fretta
all’arte…” Il ragazzo
incrociò le braccia
al petto sorridendo. Era un bravo scrittore Michael Way, più
di suo padre.
Amava anch’egli la poesia e il teatro. Non solo lavorava come
attore in una
piccola compagnia di Londra, ma scriveva di tanto in tanto per grandi
signori.
Scriveva della bellezza della natura, della mente umana, ma soprattutto
Michael
Way scriveva… d’amore.
Famoso tra i poeti e gli attori, famoso nelle locande, famoso tra le
donne.
“Cercate di divertirvi meno e di scrivere. Vi pago per
questo.” Disse l’uomo
guardandolo negli occhi.
“State tranquillo.” Così mastro Way si
voltò riprendendo la sua camminata verso
casa. La ghiaia sotto i suoi piedi scricchiolava. Aprì la
piccola porta che
cigolò prima che fosse del tutto aperta.
E fu li, in quella unica stanza malandata, che sedendosi su uno
sgabello prese
in mano la penna d’oca e intingendola
nell’inchiostro cominciò a scrivere.
Doveva terminare quella tanto attesa opera che entro due settimane
sarebbe
stata recitata in uno dei più grandi teatri londinesi.
Un’occasione d’oro per Michael, quelle occasioni
che capitano una sola volta
nella vita. Una commedia che lo avrebbe reso famoso non solo tra i
nobili ma
anche tra gli attori e gli scrittori. E Michael doveva mettercela
tutta. Non
poteva permettersi nessun tipo di errore, nessun tipo di leggerezza.
Doveva
essere un qualcosa di assolutamente perfetto. E proprio questa
consapevolezza,
quella che se qualcosa fosse andato storto la sua carriera di poeta
sarebbe
andata in fumo, a trattenerlo nei giorni precedenti dallo scrivere.
Un blocco il suo?... no.
Paura?... si.
Ma quel pomeriggio mentre era a teatro capì. Fu come se un
fulmine lo avesse
colpito in pieno. L’ispirazione tornò ad un tratto
senza nemmeno un reale
motivo. E lasciando tutti i suoi compagni corse via.
Ma la vita di Michael Way da lì a poco sarebbe cambiata,
sarebbe stata
rivoluzionata, sarebbe stata resa simile al paradiso. La
felicità sarebbe
arrivata nel momento meno aspettato, ma con essa sarebbe arrivato
anche…
l’inferno.
I
giorni
lentamente passarono e il cattivo tempo fu sostituito dal bel tempo,
per grande
fortuna di chi voleva andare e recitare a teatro. Il cattivo tempo non
avrebbe
garantito un gran bel spettacolo.
Il sole
sbucò lentamente dalle nuvole e
il viso di lady Bianca fu illuminato da un raggio di sole. Aveva i
capelli
raccolti e il vento fresco le solleticava il collo bianco. Il corpetto
le
stringeva il petto, tanto da mozzarle il fiato.
Dietro di lei la balia la seguiva. Si reggeva il vestito
con le mani per
evitare che si sporcasse.
“Mia signora, non starete correndo troppo?”
“Oh no, cara balia. La rappresentazione sta per
cominciare!” Disse euforica la
dolce ragazza. Entrarono nella grande struttura in legno e si
sistemarono negli
spalti più alti.
“Ce
l’avete
fatta mastro Way! Iniziavo a dubitare delle vostre
capacità.” Disse l’uomo dai
capelli grigi che gli aveva commissionato la commedia. Michael si passo
una
mano fra i capelli scuri e sorrise.
“Mai dubitare di Michael Way messere.” Disse lo
scrittore avvicinandosi a lui.
Dietro le quinte tutto era in movimento, il caos dominava il luogo.
Tutti che
provavano le loro parti dopo aver indossato i costumi di scena. Tutto
quel
pomeriggio doveva essere perfetto.
“Spero per voi che sia una gran spettacolo.”
Michael poggio una mano sulla
spalla dell’uomo.
“Lo sarà… lo
sarà.” Detto questo si voltò
dirigendosi verso il palcoscenico.
Spiò dalle voluminose e pompose tende rosse il pubblico.
Gente povera era ai
piedi del palco. Tutti stretti, tutti che mormoravano tra loro. Sugli
spati la
gente ricca, quella gente che lo pagava per scrivere sonetti o poesie.
Fece
scorrere lo sguardo sull’ultimo spalto quando qualcosa
attirò la sua
attenzione. Una ragazza, dai capelli color oro guardava estasiata la
struttura.
Aveva la pelle bianca e i suoi occhi emanavano luce, una luce che lui
non aveva
mai visto in nessuna donna. La guardava ammaliato, come incantato e il
tempo
sembrò fermarsi.
Chi era colei? Chi ara quella ragazza che aveva fatto sussultare il suo
cuore?
“Michel, siamo pronti.” Una voce alle sue spalle lo
costrinse a voltarsi e a
perdere al vista di quell’angelo, perché si, per
Michael Way quella ragazza
aveva l’aspetto di un angelo.
“Ho avuto una visione, Thomas.” Disse in un
sussurro guardandosi indietro.
“Cosa?”
“Un angelo caduto dal cielo. La creatura più bella
che abbai mai visto.” Thomas
lo guardò con aria confusa. Michael lo prese per un polso e
lo condusse vicino
la tenda. Con l’indice indicò quella ragazza dal
lungo vestito blu. E ancora
una volta i suoi occhi rimasero affascinati da tanta bellezza.
“Thomas… avete visto qualcosa di più
bello in tutta la vostra vita?” Il ragazzo
si voltò verso lo scrittore.
“E’ lady Bianca Wessex.” Disse
allontanandosi dalla terra.
“La conoscete?” Disse Michael seguendo il compagno.
L’altro annuì e poi abbassò
il capo.
“Fossi in voi lascerei stare.” Non aggiunge altro e
quelle poche parole
colpirono il ragazzo. Le parole gli si mozzarono in gola.
Cosa intendeva Thomas? A cosa alludeva?
Michael tentò di seguirlo ma una ragazza lo blocco.
“Michael, vi ho atteso la notte scorsa.” Disse con
un sorriso malizioso sul
volto. Il ragazzo sorrise e le baciò le labbra.
“Mia adorata, ho avuto da fare.” Rispose in un
ghigno, poi, si allontanò,
lasciandola lì, sola con i suoi pensieri.
Ma nella testa di Michael una sola cosa frullava: Bianca.
Lady
Wessex
guardava lo spettacolo con occhi sognanti. Guardava gli attori muoversi
con disinvoltura
sulla scena. In ogni parola mettevano se stessi. E lady Bianca rimase
ammaliata
dai versi della commedia, una commedia che parlava d’amore,
quell’amore che lei
desiderava, cercava, ma che non aveva mai trovato e che probabilmente
non
avrebbe mai trovato.
Ma, miei cari lettori, quella ragazza si sbagliava perché
l’amore, presto, l’avrebbe
travolta con la potenza di un uragano e nulla avrebbe potuto fare per
evitarlo.
Rimase lì, a guardare gli attori muoversi, muovere le labbra
e parlare di ciò
che lei ogni notte sognava, lasciandosi trasportare dal dolce suono del
suo
cuore, che grazie alle parole di quell’autore, aveva ripreso
a… sperare.
Perché lady Bianca sperava in una vita migliore, una vita
passata con una
persona che l’amasse, per davvero. Lord Kent non
l’amava e lei lo sapeva. Era
il patrimonio ciò che a lui interessava. Lady Bianca non
amava quell’uomo
spregevole, rozzo ed egoista.
E inevitabilmente una lacrima bagnò la guancia della
ragazza, una lacrima piena
di dolore e tristezza, un lacrima per una vita negata, una vita portata
via.
Una vita che mai sarebbe stata… vita.
Lady
Bainca uscì
dal grande edificio.
“Oh balia, è stata una commedia
bellissima.” Disse la ragazza guardando il
cielo che piano cominciava a diventare sempre più scuro.
“M signora, vostra madre non accetterebbe.”
“Ma lei non c’è ora e non può
impedirmi di vivere nei sogni.” E la balia sapeva
che lady Bianca aveva ragione. Guardò in basso e poi fisso
la ragazza che con occhi
sognanti guardava gli attori uscire dall’edificio con grandi
sorrisi stampati
sul viso.
Un’opera che aveva avuto successo, quella di Michael Way,
l’opera che tanto
egli aveva atteso e che finalmente era arrivata. Si, era
l’opera che lo avrebbe
reso famoso in tutta Londra. E non tardarono le proposte. Mentre
Michael usciva
dal teatro vari signori gli avevano chiesto di scrivere qualcosa per
loro. E
mille erano i sorrisi che il ragazzo aveva rivolto alla gente che si
congratulava con lui. Le notte insonni erano davvero servite, il stare
svegli
fino a che il gallo del mattino cantasse era davvero servito e Michael
era
fiero del suo lavoro, fiero di essere riuscito in quella sua sfida
personale. E
la fama non avrebbe tardato per il giovano attore-scrittore.
Il suo sorriso era diverso dagli altri, aveva quel qualcosa in
più. Quella felicità
che gli altri attori o spettatori non avevano e fu proprio quel sorriso
che
notò lady Bianca.
Notò i suoi capelli corti e scuri, notò i suoi
occhi scuri che brillavano come
stelle nelle notte, notò quel suo sorriso
semplicemente… unico e diverso.
E il cuore le balzò in gola e il tempo sembrò
fermarsi mentre rimaneva
affascinata dai sorrisi che egli rivolgeva alla gente che felice lo
salutava e
lo ringraziava. E rimase lì immobile a fissarlo.
E fu allora che Michael si voltò. E incontrò per
la prima volta quegli occhi
verdi come smeraldi.
Ci si può innamorare di uno sguardo? Ci si può
innamorare di un angelo?
Questo Michael non lo sapeva.
E intorno le persone sembrano sparire mentre lei gli regalava un dolce
sorriso,
impacciato e timido.
Era solo una fanciulla lady Bianca quando incontrò mastro
Way, amici miei. Era
solo un fanciulla che poso conosceva del mondo.
Ma presto sarebbe cresciuta e si sa, molti quando crescono cessano si
sognare.
Ma lady Bianca non lo avrebbe fatto mai, perché presto
avrebbe capito che il
sogno era l’unica cosa che l’avrebbe legata per
sempre e lui.
Bene,
eccomi qui
con una nuova fiction.
Chiedo scusa se alcune cosa non combaciano con la storia inglese del
‘600 ma è
così che immagino il tutto.
Per il momento è
tutto, a voi, Rò.